Intervista Poison Rose (Marco Sivo)
Un gradito ritorno in scena per Marco Sivo, frontman italiano con un passato tra le fila di Time Machine e Planethard, ora al comando di un buon progetto hard rock costruito su misura attorno alle sue corde vocali.
In occasione dell’uscita in questi giorni del debutto “Little Bang Theory” per Frontiers Music, abbiamo incontrato il disponibilissimo cantante milanese.
Intervista a cura di Fabio Vellata
Ciao Marco, come promesso eccoci pronti per un’intervista su Truemetal.
Anzitutto lasciami dire che è un vero piacere ritrovarti dopo un po’ di tempo al comando di un progetto di buonissimo livello come quello dei Poison Rose…
Ciao! Ti ringrazio tantissimo per le belle parole e per lo spazio che mi state dando qui su Truemetal.
La prima domanda viene da se: eri un po’ scomparso dai riflettori. Cos’hai combinato in questi ultimi anni?
Si, “scomparso dai riflettori” mi piace! Ed effettivamente è ciò che è successo, sono un po’ sparito, per ricaricarmi di quell’energia e di quella passione che forse qualche anno fa avevo un po’ trascurato, anche se in realtà ho fatto molte cose e continuo a farle, principalmente nell’ambito della scrittura, della composizione, un po’ per cose mie, un po’ per altri e ho avuto la fortuna di poter collaborare e condividere molta Musica con tantissimi grandiosi musicisti e cantanti!
Sparito si, ma sempre fortunatamente molto attivo.
Quando e come sono nati i Poison Rose? Chi ne è stato il promotore principale? Si tratta di una cosa nata a tavolino o è qualcosa che comunque c’era già nelle tue intenzioni da tempo?
Sinceramente il progetto Poison Rose non era nei miei programmi, il promotore principale possiamo dire che è Alessandro Del Vecchio, collaborando con lui e con Frontiers Music, in qualità di co-autore per alcuni dei loro grandi artisti, il mio modo di comporre, e soprattutto di cantare, è arrivato alle orecchie e all’attenzione del C.E.O di Frontiers, Serafino Perugino e da li possiamo dire che qualcosa stava per nascere.
E hai quindi ottenuto un contratto con quella che nel settore è la label più influente a livello planetario. Che parte ha avuto Frontiers nella creazione dei Poison Rose?
Frontiers Music, e più nello specifico, Serafino Perugino (che ringrazio ancora oggi per la grande opportunità), hanno avuto un ruolo praticamente fondamentale nella creazione di Poison Rose.
Una mattina ricevetti un messaggio da Alessandro Del Vecchio dove mi avvisava che Serafino era rimasto ben colpito dalle mie qualità di autore e soprattutto dalla mia voce e che a breve gli sarebbe piaciuto parlarmi riguardo un progetto costruito ad hoc su di me, ovviamente non nascondo la felicità nel leggere quel messaggio, che ancora oggi ho ben stampato in mente. Da li ci siamo messi in contatto e ….bene, avevamo bisogno dei brani, dei musicisti e del nome.
Una serie di coincidenze tanto semplici quanto per me importanti, perché stavano segnando la mia rinascita, se così vogliamo chiamarla.
Così è nato Poison Rose.
Un po’ del merito per l’ottimo lavoro svolto è da attribuire ai musicisti che hai con te, una sorta di “dream team” triclore. In particolare, mi hai appena confermato che Ale Del Vecchio è stato un elemento cardine. Vi conoscete da molto? Come si è verificata la vostra collaborazione?
Io e Alessandro siamo molto amici da…non ricordo nemmeno più quanto, ma tantissimi anni davvero.
Le collaborazioni tra me e lui iniziarono quando lui produsse me e una band di cui facevo parte tanti anni fa e da allora abbiamo coltivato quella che ad oggi è una grandissima amicizia, siamo da sempre uniti da una forte stima reciproca, dalla passione per la Musica, dalla sincerità, dalla lealtà e dal rispetto l’uno per l’altro, sia nel lavoro che nella vita privata.
Riguardo i musicisti che sono con me in Poison Rose, si, è assolutamente un “Dream Team” ed orgogliosamente tricolore.
Con Edo (batteria), siamo Amici da oltre 20 anni, abbiamo condiviso insieme un breve periodo nel progetto Instant Karma, e con la nascita di Poison Rose, è stato per me naturale volere lui come batterista per questo album.
Andrea (chitarra) giovane e ottimo chitarrista, ci conosciamo da qualche anno, da quando lui lavora presso gli studi Ivorytears Music Works di Alessandro, abbiamo legato molto umanamente negli ultimi anni e il suo modo di suonare mi ha sempre affascinato, ha il fuoco e la passione di un giovane che ha “fame”, quando chiesi a lui se fosse interessato a questo progetto….la sua risposta è stata, beh…la si può ascoltare sull’album.
Con Aldo (chitarra) avevamo appena finito la scrittura e le pre produzioni per il disco “Sweet Oblivion” (Geoff Tate) e lavorando insieme per giorni e giorni, abbiamo notato un bel feeling sia lavorativamente parlando, che umanamente, è stato naturale per me anche in questo caso cercare di coinvolgerlo nel progetto.
I Poison Rose, a mio modo di vedere, sono un buon compromesso tra l’hard rock americano, il melodic metal un po’ più nordeuropeo e qualche spunto vicino al progressive dei Queensryche. Quando siete partiti con il progetto, avevate un genere ben preciso in mente o lo stile ed il tipo di suono si sono formati cammin facendo, mano a mano che procedevate con il songwriting?
Ben felice di sentire questo!
Alessandro (Del Vecchio) che ha prodotto l’album, aveva sin dal principio le idee abbastanza chiare su stile e suono, mi diceva solo “fidati”, e ovviamente mi sono fidato.
Man mano che si proseguiva con le composizioni sentivamo che stavamo creando qualcosa di davvero bello, e soprattutto per quanto mi riguarda, qualcosa che non avevo mai fatto prima. Ma la cosa in assoluto più bella, è che tutto è nato e si è evoluto in maniera molto naturale, seppur Ale avesse in mente molto bene la direzione da seguire.
I pezzi? Sono tutti creati per l’occasione, oppure c’è anche qualche idea che giaceva sepolta nel cassetto ed è stata poi sviluppata per l’occasione?
I brani sono stati creati tutti per l’occasione, ed anche in questo caso complice è stato un “Dream Team” di composizione.
Questo Team è composto, oltre che da me e Del Vecchio, da Pete Alpenborg, Jonas Eriksson, Brett Jones, Stefano Mainini (giovane compositore che personalmente conosco da diversi anni e che con piacere ho ritrovato in questo Team) e dal uno dei miei più cari Amici, Riccardo Canato a cui ho affidato la stesura di un testo (Inner Wolf).
Come li avete elaborati? Avete avuto modo di lavorare assieme?
Il processo di elaborazione dei brani è avvenuto a distanza, ma la naturalezza nel modo in cui si lavorava (spesso con videochiamate o telefonate) mi ha portato spesso a dimenticarmi della distanza, complice forse il fatto che personalmente ero davvero molto coinvolto e preso dalla scrittura e dall’entusiasmo, passavo ore e ore, giorno e notte nel mio home studio (spesso mandavo materiale appena registrato in piena notte!).
Avevo proprio voglia di vivere in pieno questi brani secondo per secondo e sentivo di avere tanta ispirazione dentro di me, quindi ho schiacciato il cosiddetto acceleratore.
Cosa rappresenta e significa un titolo molto ironico come “Little Bang Theory”?
Pensa che l’idea del titolo è nata ancora prima di avere tutti i brani pronti, e forse nemmeno il nome Poison Rose esisteva già.
E’ Alessandro che ha avuto la cosiddetta illuminazione, il pensiero racconta di come da una cosa apparentemente piccola si possa poi sviluppare tutta una grande creazione, è riferito al fatto che il disco era nato quasi per caso, per una serie di coincidenze avvenute nel tempo e nei modi, che poi si son rivelati essere giusti, e che ha creato tutto quanto.
In questo caso mentre nascevano i brani, nasceva Poison Rose e quindi è stato tutto un “Little Bang Theory”
Hai già in mente come proseguirai l’avventura con i Poison Rose? Ci sarà un seguito?
Un seguito per Poison Rose, chi può dirlo? Assolutamente in cuor mio spero proprio di si, ho già del materiale li nel cassettino del Cuore che aspetta solo il momento giusto per prendere la sua naturale forma, vedremo.
Sicuramente mi piacerebbe portare in sede live questi brani, questo progetto… e nella mia mente ho qualche pensiero a riguardo che spero si possa concretizzare nel prossimo futuro.
Nel frattempo colgo l’occasione per invitarvi il 28 Maggio al Legend Club di Milano dove terremo uno show di presentazione del disco, in apertura agli svedesi Crashdiet, in occasione dell’unica data Italiana del loro prossimo imminente Tour.
Spero di vedervi li, sarà una serata molto divertente!
Ci saremo senz’altro!
Ora però una domanda sul tuo passato. Io ti ho conosciuto anni fa, ad un festival di Truemetal, quando facevi parte ancora dei Time Machine ed intanto avevi in pista anche i PlanetHard. Poi sono arrivati gli Instant Karma ed ora i Poison Rose.
Quest’ultima band è un modo per “resettare” tutta la tua carriera, o pensi che in futuro potranno esserci ancora sviluppi con le realtà di cui hai fatto parte in passato?
Si, ricordo bene quel Festival, con i Time Machine ci eravamo riuniti appositamente per quel concerto, serata molto bella e che porto nel Cuore.
Hai centrato un bel punto, e il termine “resettare” la mia carriera, mi piace molto sinceramente, perché forse, anzi, quasi sicuramente è così.
No, assolutamente escludo qualsiasi tipo di sviluppo futuro con le realtà di cui ho fatto parte in passato.
Parliamo della tua voce? Anche in “Little Bang Theory” dimostri di possedere estensione, timbro, capacità interpretative e tecnica di gran lunga superiori alla media. Come è maturata la tua abilità? Un talento naturale che ti sei trovato per grazia ricevuta oppure si tratta di uno strumento che hai affinato con studio, pazienza ed applicazione?
Ti ringrazio tanto per questo bel complimento!
Diciamo che nasco fortunato dal punto di vista vocale e musicale, ma nel corso degli anni ho imparato (e imparo ogni giorno) a conoscere e gestire sempre meglio le mie potenzialità, la mia voce, la mia creatività, i miei istinti…certo, c’è dietro molta dedizione, pazienza, applicazione, studio (soprattutto su me stesso), ma fondamentalmente posso autodefinirmi come dici tu un talento naturale e si, ho questa voce anche “per grazia ricevuta”, non lo nascondo.
In questi anni hai mai ricevuto la proposta di entrare in qualche grossa band? O magari, visto che hai scritto canzoni per molti nomi importanti, hai cercato tu stesso di proporti per farne parte?
Sinceramente no, in questi anni non ho avuto proposte particolarmente degne di nota.
Riguardo al propormi io, purtroppo sono sempre stato molto “pigro” se così vogliamo dire per cercare, propormi, presentarmi, e forse un po’ me ne pento ad oggi, ma mai dire mai no?
Una piccola curiosità. La tua voce è quella che si può ascoltare su uno dei jingle storici di Virgin Radio: come fosti coinvolto nella sua realizzazione?
Andrea Rock ed io siamo amici da qualche anno, ognuno con il proprio percorso, mai collaborato insieme e mai nemmeno parlato di lavoro. Riguardo a quel Jingle (per la precisione parliamo del Jingle dei 10 anni di Virgin Radio del 2017) ho un ricordo molto simpatico. Eravamo entrambi in un locale per una serata (io e Andrea), semplicemente da clienti…Andrea mi incrocia al bar mentre prendevo da bere e dopo i saluti vari, come stai, che fai ecc, mi fa: “Marco, ma ti andrebbe di registrare un Jingle?” ed io “Ma certo che si Andrea!” …lui “ok, facciamo domani in studio?” Io “ok, andata”. Il giorno dopo andai in studio e registrai quel Jingle, non sapevo fosse per Virgin Radio, lo scoprii solo praticamente quando andò in onda le prime volte sia in Radio che in Tv.
Così è stato eheheh
Marco, come ho detto all’inizio, è stato bello ritrovarti dopo qualche anno, attivo in un album tanto buono come quello dei Poison Rose.
Spero abbiate l’occasione di suonare dal vivo i vostri pezzi il più possibile, sarebbe notevole potervi ascoltare in una dimensione come quella. E ti faccio un grosso in bocca al lupo nella speranza che questo sia un progetto di successo, destinato a durare molto a lungo.
Sarò monotono, ma ti ringrazio ancora nuovamente per le belle parole espresse nei miei riguardi e riguardo “Little Bang Theory” dei Poison Rose.
Per i live, come dicevo prima, spero anche io presto di riuscire a portare questo progetto in sede live, sarebbe fantastico anche per me e come già detto: intanto vi aspetto il 28 Maggio al Legend Club di Milano in compagnia degli svedesi Crashdiet per una grande serata di Musica e divertimento!
Lo spazio finale, come si conviene nel galateo delle interviste, è tutto per te, per dire quello che vuoi in modo assolutamente libero…
E’ stato un grande piacere per me rispondere alle tue domande e avere l’occasione nuovamente dopo tanti anni di potermi raccontare.
Posso lasciare qui alcune informazioni utili per chi volesse anche solo per curiosità ascoltare Poison Rose, siamo attivi sia su Facebook (www.facebook.com/PoisonRoseMusic) e Instagram (www.instagram.com/poisonroseband).
Il disco è appena uscito in data 15 Aprile 2022 via Frontiers Music (www.frontiers.it) e io non vedo l’ora di farlo ascoltare al Mondo!
Saluto e ringrazio di Cuore te e tutti i lettori di Truemetal per lo spazio concessomi.
Ci vediamo on stage presto!