Death

Intervista Reaping Flesh (Marco Tafuri)

Di Jennifer Carminati - 13 Agosto 2023 - 15:32
Intervista Reaping Flesh (Marco Tafuri)

Oggi incontriamo Marco Tafuri, chitarrista dei Reaping Flesh, e gli facciamo qualche domanda per conoscere meglio la sua band e cosa sta dietro la pubblicazione del loro primo EP Abyss of Existence, uscito a giugno 2023 per Redefining Darkness Records.

1) Domande iniziali di rito per una prima intervista: come mai vi chiamate Reaping Flesh? Come e quando ti sei incontrato con Andrea (basso e voce) e Federico (batteria) e avete deciso di fondare questa band?

Ciao Jennifer! Semplicemente ci piaceva il nome e non volevamo qualcosa di troppo concettuale che ci identificasse, ma qualcosa di diretto ed efficace, come lo siamo noi. La storia della band inizia nel marzo del 2022 quando presi contatti prima con Federico, che seguo dai tempi dei Psychofagist, e subito dopo con Andrea, col quale volevo collaborare da circa una decina di anni.

La situazione all’inizio è stata talmente singolare e divertente che merita di essere raccontata.

Inizialmente Fede ed io provavamo in sessioni da quattro/sei ore ciascuna, per conoscerci e capirci bene sia umanamente che musicalmente parlando. Avevamo bozze per due album, ma non eravamo mai soddisfatti, così alla fine di ogni prova chiamavo Andrea chiedendogli di pazientare ancora una settimana…la routine è andata avanti in questo modo da marzo a settembre, momento in cui ci siamo finalmente trovati tutte e tre dando il via ufficialmente al progetto Reaping Flesh, concentrandoci sui pezzi che abbiamo ritenuto più efficaci e rappresentativi per la nostra proposta musicale.

2) Come mai avete scelto il death metal e non un altro genere? Quali sono le band che vi hanno ispirato maggiormente e parlaci un po’ di più delle coordinate stilistiche che vi hanno diretto nella produzione del vostro primo EP.

Ascoltiamo questo genere da sempre e l’era death metal fine ‘80 inizi ‘90 (Death, Morbid Angel, Malevolent Creation, Autopsy e via dicendo) è sicuramente la nostra maggior influenza. L’EP è molto diretto ed è esattamente quello che per noi ha rappresentato, ossia un primo momento genuino di scrittura insieme.

3) Deve essere motivo di orgoglio per voi aver pubblicato il vostro primo EP Abyss of Existence con un’etichetta americana specializzata nell’underground estremo; come siete entrati in contatto con la Redefining Darkness Records e com’è stato registrare con loro?

In realtà abbiamo registrato tra dicembre e gennaio seguiti da Carlo Meroni (Decibel Studio, Busto Arsizio) e solo successivamente ho iniziato a prendere contatti con alcune label che mi interessavano. Inizialmente stavamo per firmare per una label australiana che spinge molto in quel continente, ma quando ci ha ricontattati Redefining Darkness abbiamo optato per loro, che operano principalmente negli Stati Uniti e sono molto ferrati sul metal estremo.

4) Avete pubblicato CD e cosa rarissima al giorno d’oggi la cassetta, quali sono state le reazioni del pubblico italiano e non solo a questa primo vostro lavoro in studio? Hai qualche anticipazione che vuoi dare ai lettori di TM in merito ad eventuali future pubblicazioni di vinili che sappiamo essere merce per collezionisti?

I fan del death metal sono persone incredibili: molto attenti al dettaglio, son stati a tutti i live anche più marci e nei posti più infimi e se non si ricordano di te/di averti visto/di aver condiviso un’opinione su determinati album ecc. è difficile fregarli…hanno ascoltato così tanto il genere negli ultimi 30 anni che sanno tutto quello che è uscito e successo. Non c’è spazio per progetti arrabattati e senza basi alle spalle solide, devi respirare il genere come lo fanno loro! Ricevo messaggi sul mio Instagram personale e anche sulla pagina della band in cui il fan dopo aver comprato una maglia/cd/cassetta ci fa sapere la sua opinione ed è davvero bellissimo che la gente ci tenga a farlo, non è assolutamente scontato, anzi, approfitto di questo spazio per ringraziare pubblicamente ognuno di loro.

Tornando alla tua domanda, si, siamo stati contattati da una label per la pubblicazione del vinile, attualmente però non posso dire molto altro, ma presto ci saranno novità e stiamo lavorando per la stampa di un prodotto bello in tutti i suoi aspetti.

5) Chi si è occupato dell’artwork della vostra copertina?

La copertina l’ha fatta un mio amico, Rohhalusmu. Di lavoro tatuo e faccio grafiche, ma per questa primissima fase, essendo prima concentrato sulle registrazioni dell’EP e subito dopo sul label research, non ho avuto modo di dedicarmi all’artwork. Successivamente alla firma con la label ho avuto più tempo e ho quindi realizzato personalmente gli artwork dei due singoli e le grafiche della maggior parte del nostro merchandise.

6) Raccontaci un po’ del songwriting, quanto è importante per voi? chi scrive i testi? di cosa parlano le vostre canzoni? C’è un concept che lega tutto l’album oppure ogni canzone è fine a sé stessa?

La scrittura è tutto ed è una cosa molto seria a parer nostro. Dedichiamo tanto tempo ed energie a tutto questo e produciamo molti riff e bozze di canzoni, ma scartiamo altrettanto, perché sappiamo cosa vogliamo ottenere e se ciò che abbiamo scritto non funziona, lo cestiniamo senza troppe remore. Il processo produttivo, quindi, è piuttosto selvaggio, spendiamo gran parte della settimana in sala prove e considera che i toni non sono mai molto garbati, anzi, siamo molto diretti e abbiamo bene in mente quale sia l’obiettivo.

Fortunatamente s’è creata una buona armonia e un gran rispetto tra di noi, altrimenti sarebbe davvero difficile lavorare con questi ritmi e modi. Dei testi se ne occupa Andrea che cerca sempre di trovare le parole adatte a supportare la musica che scriviamo. Ha dei filoni conduttori nella scelta degli argomenti e delle parole da usare che uniscono in modo a volte evidente, a volte meno tutte le canzoni. Il nodo centrale è quasi sempre l’uomo e il suo rapporto con sé stesso e il mondo.

7) Quanto è importante per voi esibirsi dal vivo? con chi avete condiviso il palco in quest’ultimo anno e quali sono i vostri prossimi concerti?

Suoniamo per scrivere musica ed esibirla dal vivo, al massimo delle nostre capacità. Il live è un momento di incontro con altre band più o meno note, da cui poter sempre imparare qualcosa e soprattutto di scambio con il pubblico. Abbiamo iniziato la nostra attività live a marzo, supportando i Left To Die, band di Matt degli Exhumed, Gus/Gruesome, di Terry Obituary e Rick Rozz (ex Death), bellissima esperienza e iniziare con loro è stato davvero importante. Dopodiché abbiamo condiviso il palco con Dying Fetus a Roma, Cripple Bastards, Sluggore a Milano, Devangelic, Maze of Sototh e Golem of Gore a Mantova. Siamo all’inizio, ma siamo davvero soddisfatti se consideri che tutto è iniziato solo la scorsa primavera.

Il 28 agosto suoneremo a Modena al Centrale 66 con due band americane Ossuary e Phobophilic. Se avete voglia fate un salto!

8) Come vedi il futuro dei Reaping Flesh: avete già scritto nuovo materiale?

Come accennato prima, scriviamo praticamente sempre. Abbiamo materiale per il primo nostro full length e a settembre entreremo in studio per iniziare le pre-produzioni dell’album. Questa fase test ci serve per capire se i pezzi necessitano di arrangiamenti diversi ecc. Contiamo poi di registrare il materiale definitivo entro fine anno.

9) Come vi rapportate con la scena metal underground italiana?

Il metal in Italia ha grandi esponenti e le band sono molto forti, ci vuole sinergia e collaborazione tra band, etichette, promoter e pubblico perché tutto funzioni e continui a crescere.  Ci sono personaggi incredibili nel nostro underground a cui non si può non voler bene, ma non farò nomi per non far torto a nessuno.

10) Prima di concludere questa intervista, hai una domanda che non ti ho fatto e avresti voluto ricevere?

Sì, riguardo al merch! Noi curiamo molto questo aspetto, il merchandise è essenziale per la vita di una band, non si deve badare a spese e investirci tanto, sia in termini di tempo sia come denaro. Riteniamo molto importante arrivare ai live con magliette e merch vario, ben pensato e stampato, perché il pubblico vuole tornare a casa con qualcosa che valga tutti i soldi spesi. Anche gli sticker sono molto importanti, li regaliamo sempre ai nostri live, perché pensiamo faccia capire alle persone che vengono a sentirci quanto siano importanti per noi!

 

Grazie di nuovo per il tuo tempo Marco, i lettori di TM apprezzeranno sicuramente.