Intervista Running Wild (Peter Pichl)
Cari lettori di Truemetal, qui di seguito trovate l’intervista al bassista dei Running Wild Peter Pichl. Egli ha risposto con coraggio anche a domande un po’ scomode, che però presumo tutti i fan dei Running Wild volessero fossero poste, e per questo l’ho ringraziato. Si è rivelato una persona spiritosa – noterete le risate qua e là – che si pone con il giusto atteggiamento nei confronti del business musicale, evitando di prendersi sul serio sempre e comunque in tutte le occasioni. Quantomeno questa è la mia impressione. Per dovere e onestà di cronaca ho riportato anche le mancate risposte di Peter in alcuni punti, senza aggiungere alcun commento da parte mia.
Buona lettura.
Steven Rich
Hai iniziato la tua carriera nei Running Wild dopo l’uscita di The Brotherhood nel 2002. Spiega per favore come Rolf ti ha contattato e cosa facevi prima di entrare nel gruppo.
Allora Stefano, dal 2000 circa Rolf vive ad Hannover. Logicamente quando ebbe bisogno di trovare un nuovo bassista per i Running Wild cercò di trovarlo in città. Quindi mosse un po’ dei suoi contatti per vedere se ci fosse qualcuno adatto a suonare nella band. Bene, probabilmente il fatto di suonare il basso da più di vent’anni e di avere frequentato stili musicali differenti, mi aveva procurato una certa reputazione. Il mio nome arrivò in qualche modo sulla scrivania di Rolf e da lì nacque il tutto. La cosa buffa è che tempo dopo ho chiesto più in dettaglio a Rolf come avesse fatto ad arrivare a me e sai cosa m’ha risposto con un sorriso smagliante? “Caro Peter… anch’io ho i miei informatori ah, ah, ah!” Senza aggiungere nient’altro!
Prima di essere un membro ufficiale della band sei stato un fan dei Running Wild? Qual è il tuo album preferito?
Ti sembrerà molto strano ma non conoscevo i Running Wild prima di entrare a farne parte, e aggiungo di più: conoscevo proprio poco della scena HM in generale. Durante gli anni ottanta sono stato impegnato in ambienti Jazz-Rock e Fusion senza sfiorare minimamente l’universo heavy metal. Negli anni novanta c’è stato un mio ritorno a sonorità Rock, che poi fondamentalmente sono le mie vere radici. Le influenze principali della mia gioventù furono Black Sabbath, Deep Purple, Led Zeppelin etc. etc. Figurati che ebbi anche una Deep Purple cover band (Purple Pirates). Riguardo la tua seconda domanda penso che in ogni album dei Running Wild vi siano ottimi pezzi, quindi per me decidere quale album sia migliore di altri diventa arduo. Amo i brani dal vivo, quindi forse il DVD live del 2002 è quello che mi piace di più.
Ho curato la recensione su Truemetal del vostro ultimo album Rogues En Vogue e a mio modo di vedere a livello di “mood” l’album che più gli assomiglia del passato risulta essere Port Royal. Sei d’accordo?
Qui Stefano ti stupisco: non sono in possesso di Port Royal pur avendo la maggior parte dei lavori dei Running Wild quindi non mi posso esprimere al riguardo. Comunque penso che ogni nuovo album sia un capitolo diverso nella storia di una band. E’ però innegabile che ogni gruppo abbia una propria “firma” che è poi quella che accende il cuore di un fan dalla quale poi difficilmente ci si riesce a staccare. Nel caso dei Running Wild questa “firma” è molto marcata!
Restando alle canzoni di Rogues En Vogue, ho trovato una netta prevalenza di mid tempo rispetto a brani speed. E’ stata una vostra scelta o cos’altro?
Ormai penso di conoscere abbastanza Rock ‘n’ Rolf per poterti dire che quando compone non pensa a quanto veloce possa suonare una canzone. Semplicemente il pezzo viene fuori da sé, così come nasce nella sua mente, quindi il fatto che vi sia la prevalenza di brani meno veloci rispetto al passato non è frutto di nessuna scelta precedente a tavolino.
Ok Peter, concorderai però sul fatto che la produzione del nuovo Cd suona molto anni ottanta e che la pulizia del suono dei vari strumenti è molto marcata, richiamando i lavori di Saxon, Riot e dei primi Judas Priest. Era questa la vostra intenzione oppure no?
Ha, ha, ha… è strano pensare a Rolf che nel momento in cui lavora alla realizzaione di un album tenta intenzionalmente di ottenere un suono come i primi Judas Priest. Quello che ti posso dire è che ogni album ha una propria evoluzione e tutto quello che facciamo noi come musicisti è dare il nostro massimo. Il processo di produzione è influenzato da tantissimi fattori che a loro volta interagiscono tra di loro. È impossibile controllarli tutti. Spesso anche noi rimaniamo sorpresi dal risultato finale! Le analogie fra i vari gruppi si possono sicuramente trovare e penso sia una cosa molto positiva, soprattutto in un’ottica di recensione. Aiuta fin da subito il lettore a capire che cosa poi si troverà fra le mani dopo l’acquisto.
Rogues en Vogue: cosa significa specificatamente?
Il significato è un qualcosa del tipo “I cattivi ragazzi hanno appeal”, grazie alla loro “Bad boy image”, il tutto prevalentemente riferito alla politica. Parecchi testi di Rolf riguardano argomenti legati alla politica, sia essa contemporanea oppure passata. E’ molto interessato agli avvenimenti che accadono nel mondo e all’evoluzione del pianeta. Quando gli è possibile cerca di approfondire più che può questo tipo di argomentazioni e di denunciarne i contenuti nelle canzoni.
Parecchi Running Wild fan in Italia sospettano che la batteria in Rogues En Vogue sia stata campionata a computer (come probabilmente successe anche in The Brotherhood) nonostante Rolf accrediti Matthias Liebetruth dietro le pelli. Per favore spiegami come stanno le cose.
Ti assicuro che le parti di batteria sull’ultimo album sono state suonate da Matthias. Mi meraviglia che ci siano dubbi a riguardo!
Realizzerete qualche video clip tratto da Rogues En Vogue?
Qui Stefano mi prendi in castagna, ah, ah, ah… Non so proprio cosa risponderti… 🙂
A oggi tu sei il membro di più lungo corso nella formazione attuale dei Running Wild (oltre a Rolf s’intende). E’ tua intenzione continuare la tua collaborazione con Herr Kasparek anche in futuro?
Naturalmente! Ovviamente finché Rolf me lo permetterà ah, ah, ah! Per adesso mi diverto e quindi spero di continuare così.
Tantissimi metallari pensano che Rolf abbia un pessimo carattere, e il fatto che i Running Wild siano diventati da qualche anno a questa parte un suo progetto personale probabilmente lo testimonia. Sono soltanto illazioni oppure corrispondono a verità? Descrivi per favore l’uomo Rock‘n’Rolf Kasparek.
Ah, ah, ah…. allora vuol dire che tutta quella gente lo conosce di persona! Wow!!!!!! A parte gli scherzi, ovviamente lui è il mastermind dei Running Wild, su questo non ci sono dubbi. Sono la sua creatura da più di vent’anni ed egli è responsabile di tutto quanto i Running Wild hanno fatto e faranno in futuro. Lo status della band è di alto livello, con un seguito ben nutrito in tutto il mondo e sarebbe assurdo se qualcuno si stupisse del suo ruolo di leadership. Personalmente ho il massimo rispetto di quello che Rolf sta facendo per consolidare ancor di più l’immagine della band, andando spesso contro corrente. Sono fiero che mi abbia scelto come bassista del gruppo e spero di restare al suo fianco ancora per parecchio.
E’ una persona cordiale, onesta e con uno spiccato senso dell’umorismo. Non gode della simpatia di parecchia stampa a causa della sua naturale fierezza che gli ha sempre impedito di essere servile come probabilmente qualcuno si sarebbe aspettato. Quel qualcuno, all’interno dell’editoria, che fa pesare la propria potenza e la propria influenza e che presuppone che un musicista stia sempre a leccare il c..o per poter ottenere buone recensioni e pubblicità. Rolf è una brava persona sulla quale però in passato parecchia gente ha buttato fango (invero l’espressione usata da Peter era più colorita – ndr) e da qui nasce la sua nomea di personaggio intrattabile ma credimi Stefano, non è affatto così.
Peter, amo il modo tutto tedesco di fare heavy metal, forniscimi un tuo commento sulle seguenti band:
Accept
Indubbiamente una delle più importanti HM band provenienti dalla Germania. Herman Frank mi ha regalato un rara compilation dei Rainbow in Cd doppio per il mio quarantesimo compleanno. Colgo l’occasione di ringraziarlo ufficialmente anche da Truemetal 🙂
Grave Digger
Li ho visti dal vivo circa un annetto fa. Bel concerto, mi è piaciuto. E’ una band con delle ottime canzoni nel proprio repertorio e che live rende parecchio.
Unrest
Mai sentiti, mi spiace
X-Wild
Idem
Stormwarrior
Idem
Iron Savior
Sai che tre anni fa circa rischiai di suonare in Spagna insieme a loro in sostituzione di Jan Eckert ? Poi cambiarono le date e Jan si liberò dai suoi impegni del periodo e quindi la mia presenza non fu necessaria. Nel frattempo io però avevo già imparato parecchi pezzi del loro repertorio… va beh, sempre comunque un’esperienza in più! Comunque gli Iron Savior mi piacciono parecchio, sono un’ottima band.
Primal Fear
Hmmm Stefano, non li conosco a sufficienza per poter esprimere un giudizio, mi spiace.
È risaputo che, tenendo conto del numero delle vendite rispetto alla popolazione, la Germania è il primo mercato dell’heavy metal classico mondiale. Tutti i tour passano da voi e in generale il tipico metal fan tedesco è molto tradizionalista, quindi legato a gruppi storici del settore (intendo band come Saxon, Virgin Steele, Running Wild, Motorhead, Judas Priest ecc. ecc.). Come spieghi questa refrattarietà dei kids tedeschi rispetto alle mode che di anno in anno imperversano nell’ambiente HM?
Hmmm, pensi che sia proprio così? Ok, la Germania è sicuramente uno dei maggiori mercati del mondo ma credo che il discorso si possa estendere un po’ a tutti i generi musicali e non solo all’HM classico. Sull’heavy metal tradizionale mi sembra che non ci siano differenze abissali all’interno dell’Europa, trovo parecchie similitudini ad esempio tra il mercato scandinavo e quello sud-europeo. Tu cosa dici? (mi fido delle tue parole Peter – ndr). Credo comunque che forse negli ultimi anni il range musicale dei metal kid si sia un po’ più ampliato, Germania compresa.
Suonerete in Italia in futuro? Avete già programmato un tour?
Se tutto va come pensiamo, il tour dovrebbe partire il prossimo maggio. Anche se è ancora prematuro parlarne perché ci sono ancora tantissime cose da definire. Ti assicuro che personalmente ci tengo a tornare a suonare da voi quindi spero che la cosa vada in “porto”. (visto che si parla di una pirate-band, mai citazione poteva essere più azzeccata! – “battutaccia mia!” – ndr)
Ultima richiesta: aggiungi quello che vuoi per chiudere l’intervista.
Se si ha amore per la musica, quello che ne esce è un qualcosa di onesto che non viene fatto solo per vendere…
Ti ringrazio per le domande.
Ciao, Peter.
Grazie a te.
Hail
Intervista a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti