Intervista Sakis Tolis (Rotting Christ)
Intervista a Sakis Tolis da parte di Mickey E.Vil (The Mugshots, Radio Onda D’Urto FM). In fondo alla pagina è possibile ascoltare la stessa in versione audio con sottotitoli. Buona fruizione.
Ricordo la mia prima intervista a Sakis in quel di Torino nel 1997, durante il tour dei Rotting Christ insieme agli Old Man’s Child. Già allora mi resi conto dell’umiltà di questo musicista che ha influenzato generazioni di band a partire dalla prima ondata della scena black metal norvegese. Oggi Sakis è un uomo di cinquant’anni, conscio del proprio peso nella scena metal mondiale, un musicista a cui è stato addirittura intitolato il fossile di una stella marina del Cretaceo da due paleontologi amanti dei Rotting Christ! Ma sentiamo cos’ha da raccontare Sakis ai lettori di TrueMetal…
Dunque, caro Sakis. ‘Among The Fires of Hell’, la canzone e il disco. Come descriveresti la musica ai fan?
Come descrivere la musica ai fan? Questo non è un album che avevo progettato di realizzare, è solo qualcosa di spontaneo nato durante il lockdown dovuto alla pandemia: scrivere musica e condividerla con la gente! Sono un musicista in contatto coi fan da oltre trent’anni, io stesso mi considero un fan e volevo donare loro qualcosa come forma di rispetto per tutti questi anni di supporto. Questo disco non verrà stampato da un’etichetta o cose simili, è semplicemente autoprodotto come si faceva a quei tempi, negli anni Novanta quando si facevano i demo per i fatti propri! Si tratta di un disco che ho registrato, composto ed eseguito tutto da me come una one man band. E vorrei darlo gratuitamente alla gente perché possa ascoltarlo, tutto qui!
Che argomenti hai esplorato nei testi del disco?
Mmhh… Argomenti che mi interessano tranne satanismo e quello che affronto coi Rotting Christ. Sai, poesia, talvolta addirittura argomenti ecologici, le stelle, tutte cose che sentivo durante la pandemia.
Quando le cose torneranno alla normalità hai in mente un’attività live col tuo progetto solista?
No, no, no. Lo faccio solo per fare uscire musica: da adesso in poi realizzerò musica come Sakis Tolis per farla avere alla gente tramite il mio canale, quello YouTube per ora. La musica è gratuita: se vi iscriverete avrete tutti gli aggiornamenti con la musica che ho in ballo.
Quante canzoni ci saranno sul disco?
Nove. Le ho registrate, sono soddisfatto, dunque eccomi qua!
Quando usciranno tutte?
Non lo so (risate)! Questo è proprio il motivo per cui l’ho fatto: non volevo etichette discografiche, termini da rispettare, qualcuno che dicesse cosa fare… eddai, a che scopo? L’ho fatto per oltre trent’anni, il troppo stroppia! Realizzare qualcosa per i fatti miei mi ha fatto sentire come ai bei tempi, come fossi un ragazzino: credimi, ora è il mio giocattolo e mi sento bene a creare qualcosa per donarlo alle persone!
Se dovessi scegliere tre album dei Rotting Christ che significano molto per te…?
Okay, tre da ogni periodo… Thy Mighty Contract, A Dead Poem e Theogonia. Queste sono le tre ere della nostra carriera nelle quali siamo cambiati, come Rotting Christ! Ogni album rappresenta un’epoca differente e un feeling differente come band. Dunque se mi costringi a scegliere, ecco quali sceglierei.
Puoi rivelarci delle novità a proposito dei piani futuri dei Rotting Christ?
Sì, molti show, siamo una delle poche band europee ad aver suonato molti concerti da settembre! Suoniamo ovunque nel mondo come ai vecchi tempi, parliamo coi promoter e via dicendo, quando saranno pronti a riaprire i locali noi ci saremo! Abbiamo suonato senza chissà quale supporto ed è andata molto bene! Ecco perché ora suoneremo in Turchia, in Bulgaria e poi forse in aprile andremo negli Stati Uniti, un grande passo avanti!
Com’è stato essere parte della leggendaria scena metal greca di fine anni Ottanta, inizio Novanta? Quali sono i tuoi più bei ricordi?
I più bei ricordi…la libertà! La libertà, niente stress, niente scadenze, andare d’accordo con gli amici e con le persone che condividevano la passione per la stessa musica. È stato bellissimo per noi, persone libere e felici! Ora siamo persone depresse e come dire… chiuse! Siamo dei prigionieri infelici, il mondo cambia e qualcuno può pensare sia meglio così, io non so se sia meglio ma per ora le cose sono davvero dure specialmente per noi musicisti. Abbiamo perso le nostre vite, il nostro modo di vivere, i nostri guadagni su cui basavamo la nostra vita. Ma lo spirito, l’istinto del guerriero è dentro nel profondo dunque andiamo avanti, facciamo del nostro meglio e quanto prima torneremo in Italia per suonare per i nostri amici lì perché ci sentiamo una grande famiglia e gli dobbiamo molto! E credimi, questa sensazione che la cosa sia morta non è reale, sta solo dormendo: se tornerai ai concerti dirai «wow, stiamo ancora vivendo!». Noi ci siamo sentiti così quest’anno perché abbiamo fatto un paio di concerti e credimi, ero davvero felice! Al momento siamo qui rinchiusi, è febbraio, non ci sono concerti, un sacco di casi, ci sono problemi negli ospedali… questo è qualcosa che dobbiamo superare e dimenticare, dobbiamo continuare a suonare perché la vita continua.
Ai tempi com’era il tuo rapporto con Euronymous, che amava i Rotting Christ?
Per me era un amico, era come un fratello con le mie stesse idee sulla musica e credo che i Mayhem siano una delle band… forse la prima band davvero gloriosa della seconda generazione del black metal, ora appartengono al pantheon!
Com’è la scena greca oggi?
Molto bella, un sacco di band che registrano dischi: sono molto felice quando dicono di essere influenzati dai Rotting Christ, non musicalmente ma per il modo in cui lo facciamo! Molte volte mi chiedo: come mai lo faccio ancora oggi? Perché faccio ancora musica in un’epoca di sofferenza dato che non è facile? Quando sento le persone dire che Sakis le ha influenzate, non penso minimamente a smettere di fare quello che faccio! La scena greca è molto attiva oggi, ci sono tante band che registrano bei dischi, con una bella attitudine umile: penso di essere molto orgoglioso della scena greca!
Che musica ti piace ascoltare per il puro piacere di ascoltarla, anche al di là del metal?
Non saprei, la musica rock, mi piace il vecchio rock degli anni Settanta e Ottanta… Mi piacciono anche le colonne sonore e la musica atmosferica, talvolta ascolto musica etnica che viene creata in questi bei posti in giro per il mondo. In generale mi piace la musica che abbia una profondità e non cose da quattro soldi come la pop music o stronzate simili! Mi piace la musica che viene dal cuore e ce n’è molta là fuori!
Quale saluto e messaggio finale manderesti ai fan italiani insieme all’invito ad unirti a te per ascoltare il nuovo album, Among The Fires of Hell?
Sì, prima di tutto vorrei mandare il mio rispetto e un grande ringraziamento ai nostri fan italiani, ai fan di tutto il mondo ma se parliamo dell’Italia i fan italiani mi hanno fatto sentire vivo e creare musica per tutti questi anni! Questo è un mio piccolo regalo che potere avere gratuitamente attraverso i miei canali social. Spero di poter parlare alla vostra anima ed entrare in contatto con voi in questo periodo! Il mondo è cambiato ma per noi lo spirito non è cambiato: siamo qui, sempre in prima linea sul campo di battaglia! Mantenete vivo lo spirito… Non serviam, fratelli e sorelle!