Intervista Savage Grace (Chris Logue)
Cronaca della chiacchierata con il controverso ma carismatico e sempre diretto Chris Logue, leader degli statunitensi Savage Grace, autori negli anni Ottanta di due pregevoli lavori di puro US heavy metal di stampo veloce quali Master Of Disguise e After The Fall From Grace, Qui loro recensione, recentissimamente ristampati con l’aggiunta di due EP e varie bonus track dall’etichetta olandese Hammerheart Records.
Buon lettura,
Steven Rich
Ciao Chris, quale l’origine del nome Savage Grace?
Nacque da un’intuizione di Kelle Rhoads, il fratello di Randy Rhoads, che per un po’ è stato il nostro cantante. Prima ci chiamavamo Marquis De Sade, un nome che piaceva soltanto a me, il resto della band non lo sopportava e quindi, democraticamente, si è optato per il cambiamento, sebbene nessuno di noi sapesse dell’esistenza di un’altra band con lo stesso nome, Savage Grace, formatasi negli anni Settanta.
Savage Grace, Chris Logue
Quali erano, all’epoca, le vostre maggiori influenze musicali?
Presto detto. Nell’ordine: Judas Priest, Saxon, Ted Nugent, Michael Schenker, Accept, Scorpions, Molly Hatchett, Rainbown, Purple, Motorhead, Riot.
Savage Grace, The Dominatress, EP, 1983
Converrai che il nome Savage Grace, nell’immaginario collettivo dei metallari, significa musica ma anche immagini, in particolare quelle delle vostre copertine. Come nacque, ad esempio, quella dell’Ep The Dominatress del 1983?
Eravamo alla ricerca di una ragazza che impersonasse due anime contrapposte: l’innocenza e la perversione. Fu mio fratello che riuscì a trovarla e la stessa fanciulla fu entusiasta di posare per noi. Si trattava di una sua conoscenza, una ragazza assolutamente normale, non una modella.
Avete avuto poi modo di frequentarla, negli anni?
No, ci siamo persi di vista quasi subito. So che adesso è una signora molto agiata a livello economico, lavora per un’importante industria petrolifera e occupa una posizione apicale.
Savage Grace, 1983
Mi spieghi perché Kenny Powell ha abbandonato i Savage Grace dopo The Dominatress?
Semplici problemi di ego. Nei Savage Grace ho sempre deciso tutto io, di fatto, una volta che la band si era consolidata. A Kenny la cosa non andava bene, era alla ricerca della propria egemonia e libertà artistica. Per questo ha fondato gli Omen.
Master Of Disguise ha segnato il vostro cambiamento dietro al microfono: fuori John Birk e dentro Mark Smith. Cosa ricordi di quei momenti?
Tieni conto che non avevamo la minima idea di chi avrebbe preso il posto di John Birk, che fu licenziato in tronco. Fu un vero miracolo trovare Mike Smith! In quel momento eravamo alla disperata ricerca di un suo sostituto, chiamavamo tutte quante le nostre conoscenze del giro musicale. Contattai anche Brian Slagel, il quale mi passò il numero di John Lawton. Te lo immagini il cantante degli Uriah Heep alle prese con i pezzi di Master of Disguise? Secondo me lo stesso John si fece una grassa risata quando seppe della nostra proposta! Proponemmo la cosa anche a Ralph Morman (Savoy Brown, The Joe Perry Project), ma ci ribalzò, come prevedibile!
Savage Grace, Master Of Disguise, 1985
Sempre su Master Of Disguise risulta che le parti di chitarra furono suonate anche da Mark Marshall, mentre la leggenda vuole che fossi solo tu alle sei corde…
Infatti suonai io TUTTE la parti di chitarra di quel disco! Ci tenevo però a far sapere, là fuori, che i Savage Grace erano una band con due asce. Tanto nei crediti di copertina che nelle foto promozionali. Su Master Of Disguise doveva esserci anche Kurt Phillips, un altro chitarrista, ma dopo pochi giorni lo licenziai: non suonava abbastanza bene per i Savage Grace!
Chi è il poliziotto in copertina? Come lo avete trovato?
Il suo nome è Bill Schubottom. Lavorava in un negozio di motociclette a Hollywood e la Moto Guzzi ritratta sulla cover era di sua proprietà. Arrivammo a Bill grazie alla ragazza del nostro batterista, ci aveva a che fare per lavoro.
Non ti nascondo che in Italia, all’epoca, il fatto di trovare una Moto Guzzi sulla copertina di un disco di una band americana fece piuttosto scalpore e generò curiosità, dal momento che gli Usa sono la patria delle Harley Davidson, da sempre collegate all’imaginario hard’n’heavy.
Ti rispondo così: sto cercando di trovare una Kawasaki come quella che viene usata nel programma CHIPS TV show con Erik Estrada, ma devo dire che anche la Moto Guzzi di Bill ci andrebbe molto vicino… ah,ah,ah!
Rimanendo in tema di copertine, il boia ritratto su After Fall From Grace è nientepopodimeno che Gene Hoglan dei Dark Angel. Come siete arrivati a lui?
Cercavamo un uomo possente e minaccioso. All’inizio ci orientammo su di un ragazzo della nostra Crew chiamato Rick Knutson che però rifiutò. Successivamente ci venne in mente di chiedere a Gene, che aveva tutte le caratteristiche fisiche da noi richieste ma all’inizio non si dimostrò interessato. Me lo lavorai un po’ e, una volta promesso che non si sarebbe visto in viso e la sua partecipazione sarebbe rimasta segreta (quantomeno per un po’, all’epoca), si prestò per la foto.
Savage Grace, After The Fall From Grace, 1986
After Fall From Grace ha anche segnato il tuo debutto dietro al microfono dei Savage Grace. Puoi raccontare qualche aneddoto a riguardo?
Per il ruolo audizionammo più di cento persone ma non trovammo l’interprete giusto. Nel momento in cui mi proposi il batterista Dan Finch non fu convinto delle mie doti e lasciò la band. In realtà nemmeno Mark Marshall e Brian East erano poi molto convinti della mia candidatura ma cambiarono idea dopo qualche prova. Devo dire che per me fu un terno al lotto, ma alla fine la storia e i fan mi hanno dato ragione: After Fall From Grace è divenuto un classico a tutti gli effetti, anche per via del mio cantato!
Savage Grace, Ride Into The Night, 1987 – Picture
Tornando alle copertine, non vi faceste mancare due belle donzelle neppure sulla copertina dell’Ep Ride Into The Night…
Rose, la più alta, era una mia amica, mentre l’altra ragazza era una modella che scritturammo appositamente per la cover del disco. Fu un bel servizio fotografico, posso solo immaginare le espressioni di quelli della Semaphore, la nostra etichetta tedesca dell’epoca, quando videro quelle foto! Ah,ah,ah!
Cosa pensi di o una tua definizione delle seguenti band.
OMEN – Non ho mai amato la voce di J.D. Kimball. I pezzi di Kenny (Powell), poi, secondo me suonano troppo enfatizzati, preferisco un approccio all’HM più minimalista.
SAXON – La quintessenza dell’heavy metal! Dentro i Saxon ci trovi tutto: velocità potenza, melodia, pezzi con due palle così, tematiche interessanti. Semplicemente la più grande heavy metal band del pianeta! Ritengo siano stati penalizzati dalla loro immagine, altrimenti sarebbero al top dei top ancora oggi, se solo avessero avuto un impatto visivo come i Motley Crue o i TNT, ad esempio. Stesso discorso per gli Accept: oggi sarebbero enormi se avessero avuto un cantante dall’aspetto e dal look migliore di Udo Dirkschneider.
NASTY SAVAGE– Mai seguiti più di tanto.
EXCITER – Veloci, potenti, energici.
AGENT STEEL – Hanno scritto alcuni grandi pezzi, li ritengo una delle migliori speed metal band del mondo.
DARK ANGEL – Vedi sopra. Come per i Nasty Savage, mai seguiti più di tanto.
VIRGIN STEELE – Onestamente non ricordo molto di questa band…
Anni fa giravano voci che ti fossi dato al porno. Prima come attore e poi come produttore. Cosa c’è di vero?
Non sono un Santo, questo no. Ho fatto moltissime esperienze nella mia vita e si sa come si comporta la gente: da una piccola cosa, un minimo indizio, tutto viene amplificato a dismisura sino a creare situazioni e storie incredibili. Mi hanno fatto passare per stregone Voodoo, detenuto in prigione per omicidio, istruttore di mercenari in Africa e Afghanistan, spacciatore, produttore di film porno con milioni di dollari, trafficante internazionale di ragazze, leader di culti religiosi. Mi chiedo: ma le persone pensano davvero che io abbia il tempo di fare tutte queste cose in una volta???
Chris Logue & girlfriend
Come sei messo con i tuoi problemi con la giustizia Usa?
Le persone che sono fuori dagli schemi predefiniti dal potere saranno sempre prese di mira dallo Stato. Non mi sono mai arreso e mai mi arrenderò a queste logiche. Tutti coloro che mi hanno fatto del male ora soffriranno e a loro non accadrà nulla di buono. Prendi buona nota di queste mie parole.
Come hai trovato le recenti ristampe di Master Of Disguise e After The Fall From Grace operate dalla Hammerheart Records?
Ritengo che abbiano fatto un ottimo lavoro. Anche a livello di packaging sono due uscite accattivanti. Da quanto mi risulta stanno ottenendo dei risultati lusinghieri, hanno incontrato il favore dei fan dei Savage Grace e questo non può che farmi piacere.
Una tua definizione dei lavori dei Savage Grace.
The Dominatress EP 1983 – Il disco che ha fatto germogliare il “seme del male”. Il risultato tangibile dello sforzo di una giovane band atta a creare un nuovo genere di heavy metal. Un lavoro crudo, anche nei suoi, da lì è poi partito tutto.
Master of Disguise 1985 – Un vero tour de force! Un classico dell’heavy metal, uno fra i dieci lavori più significativi del genere nella storia. Potente, fresco, sarà sempre apprezzato anche dalle nuove generazioni di metalhead.
After the Fall from Grace 1986 – Semplice e complesso nello stesso tempo. Una gemma di metal power Usa, il risultato di un lavoro di una band cresciuta, meticolosa, ma sempre attenta alla potenza espressa.
Ride Into the Night EP 1987 – La proiezione dei Savage Grace verso nuovi territori con la sperimentazione di situazioni musicali inedite, fra tematiche eteree, voce stentorea e chitarre affilate come rasoi. ‘Ride Into The Night’, la title track, è rimasta nel mio cuore.
Cosa ricordi della calata italica dei Savage Grace e degli Omen in Italia nel 2010 e in particolare della data all’Olden Club di Lonato, vicino a Brescia?
Quel concerto poteva essere più affollato ma, al di là di questo, rimembro che quando iniziammo noi i microfoni non funzionavano. Io ero sul palco che mi sgolavo e in sala non si sentiva nulla! Non appena la situazione tornò alla normalità risuonammo ex novo i brani “afoni” con alle backing vocal una ragazza. Fu divertente, chi c’era apprezzò lo show e questo mi basta e avanza!
Chris quella sera si cimentò anche in una cover di Wheels Of Steel dei Saxon, ma anche in quel caso i microfoni federo i capricci: si sentiva di più il nostro coro dal pit che non la sua voce sul palco! (Ndr)
Ritengo che la tua voce, quando sei in forma, possieda molti punti in comune con quella di Ian Astbury dei Cult, così come in certi passaggi ricordi non poco quella di Geoff Tate dei Queensryche.
Osservazione molto perspicace, concordo. In ‘Tales of Mystery’ (da After The Fall From Grace) somiglia molto a Geoff Tate, quel pezzo sarebbe stato parimenti una grande canzone anche per i Queensryche. Nei tardi anni ’80 e nei primi anni ’90 ho interpretato il mio ruolo dietro al microfono in modalità più bassa, in pieno stile Cult e le influenze di Ian Astbury nel mio cantato sono evidenti. Avrei potuto facilmente essere il frontman dei The Cult o di band simili, all’epoca. I Savage Grace dal vivo avevano molto dei Cult, sebbene con una potenza espressa diversa.
So che hai scritto un corposo diario della tua vita con i Savage Grace, al momento disponibile solo in Pdf. Hai intenzione di realizzare un libro vero, più avanti?
L’idea è quella di stamparne qualche centinaio di copie su carta e poi venderle ai concerti, vedremo…
Sei soddisfatto di quanto hai fatto sinora con i Savage Grace?
No! Avremmo potuto fare molto di più. Troppe cose non si sono concretizzate. Ho scritto riguardo anche a questo aspetto nel mio libro, avevamo potenzialità notevoli ma non siamo stati capaci di sfruttarle. Troppe opportunità e occasioni gettate alle ortiche. Ma sono ancora vivo, quindi c’è speranza di recuperare.
Svela qualche novità in casa Savage Grace.
Il nuovo album è in dirittura d’arrivo, praticamente è pronto. Sto valutando la migliore etichetta con la quale farlo uscire. La produzione del disco è stata affidata a Roland Grapow degli Helloween. Lo considero un lavoro di alto profilo, forse il migliore dei Savage Grace. Riguardo la line-up posso anticiparti che abbiamo un cantante con i controcolleoni, possiede un’ugola a metà fra il Rob Halford giovane e lo Ian Gillan dei tempi migliori. Il resto della formazione è composto da musicisti di caratura internazionale. Pandemia permettendo ho in animo di girare un video appena possibile e intraprendere poi un vero e proprio tour.
Chiudi l’intervista come preferisci, Chris e grazie della chiacchierata.
Sono io che ringrazio te per lo spazio concessomi e tutti coloro i quali hanno supportato i Savage Grace lungo tutti questi anni. Badate bene: A New Chapter of Savage Grace is beginning.
See you SOON!
Stefano “Steven Rich” Ricetti