Intervista Stardust (Akos Horvath)
Gli Stardust sono una sorta di primizia. Una band rarissima che ha scelto di dedicarsi al melodic rock pur provenendo da una terra assolutamente aliena al genere come l’Ungheria.
Il loro secondo cd “Kingdom of Illusion“ li ha confermati come una delle novità più interessanti del genere ascoltate recentemente. Tutti ottimi presupposti che, uniti ad un po’ di curiosità, hanno agevolato una gradevole intervista con il leader del gruppo Adam Stewart, meglio conosciuto in patria con il nome di Akos Horvath…
Intervista a cura di Fabio Vellata
Ciao Akos e benvenuto su Truemetal, qui è Fabio Vellata, piacere di conoscerti!
Tutto ok? Che sensazioni hai ora che il disco è finalmente uscito? Sei soddisfatto completamente del risultato o avresti migliorato qualcosa con il senno di poi?
Si dice che non puoi finire un album, puoi solo fermarlo.
Quindi, per rispondere alla tua domanda no, penso che vada tutto bene così com’è, non toccherei nulla nel mix del disco o finirei per non cantarci più sopra ahah!
Abbiamo messo il nostro sangue e il nostro sudore in questa produzione e penso che abbiamo realizzato un album molto “colorato” e ricco, ne sono molto orgoglioso.
Riceviamo costantemente feedback fantastici dai nostri fan…
Toglimi una curiosità. La vostra bio dice che dopo il primo EP sono stati proprio i vostri fan a spingere e proporvi a Frontiers per farvi avere un contratto con loro. È andata proprio così?
Si, è corretto. Un caro amico tedesco ci ha scoperto e ha fatto ascoltare il nostro Ep al CEO di Frontiers records. Siamo stati fortunati e per questo gli sarò sempre grato.
Mi racconti tutto quello che ti viene in mente sul vostro nuovo cd? Per esempio il titolo. Perché in un genere positivo come l’AOR avete scelto un titolo come Kingdom of Illusion che sembra un po’ cupo?
Guarda, se ascolti l’album con attenzione, puoi comprendere che non siamo solo una band aor, ci muoviamo in diversi ambiti come il rock melodico o il rock moderno. È molto eccitante non essere inquadrati in un solo stile e ci piace cambiare. Prendi la canzone d’apertura “War”: è sorretta da un riff duro come la pietra. Ci sono anche altri pezzi come questo… ovviamente poi ci sono anche tipici brani alla Stardust, proprio come le persone sono abituate a sentire da noi.
Dopo l’uscita del nostro primo Ep, volevo scrivere non solo sull’amore, ma anche su cose che sono importanti e che non possiamo ignorare. Ad esempio, la già citata “War” è incentrata sul notare cosa sta succedendo intorno a noi. Mentre abbiamo costantemente a che fare con le nostre vite, con i telefoni e mentre veniamo manipolati, c’è una guerra globale in corso nel mondo, di cui non siamo consapevoli.
L’altra canzone simile è “Heroes”, in cui mi riferisco ironicamente agli esseri umani come “eroi”, per come distruggono il mondo, dove siamo temporaneamente nati… insomma, roba del genere.
Con i miei testi, voglio dare alle persone una guida o semplicemente aprire loro gli occhi.
In merito alla tua domanda, dal momento che non siamo una tipica band aor, ecco perché anche il titolo e la copertina non rispecchiano i tratti tipici dell’aor. Gustavo Sazes, il creatore della cover dell’album, ci ha regalato un bellissimo dipinto, che, se guardato da vicino puoi rivelare piccoli dettagli che rimandano ai testi.
Onestamente l’Ungheria non è famosa per avere radici profonde in generi musicali quali AOR e rock melodico. Da dove proviene la tua passione per questo tipo di musica?
Sì, prima del cambio di regime, sfortunatamente, nessuna band ungherese era in grado di affermarsi sul mercato internazionale, e al momento non è nemmeno molto in voga.
Le mie radici musicali personali risiedono nel fatto che mio padre ha lavorato molto all’estero principalmente in scandinavia e in giro per il mondo come cantante e portava regolarmente a casa vinili e vhs registrati…tipo Mtv, Sky e simili. Ed ecco come gli anni ’80 mi hanno contagiato.
Ma più tardi, da adolescente, ho socializzato con la musica più dura, come il death e il thrash metal…quindi puoi già capire da dove vengono questi pazzi riff..haha!
Parlando di voi si citano spesso Journey e Def Leppard. Personalmente la trovo una descrizione troppo semplice. A mio parere c’è, da parte vostra, una conoscenza più approfondita del genere che non si ferma solo a qualche band molto famosa. Sbaglio? Chi vi ha influenzati maggiormente?
Parliamo di Journey o Def Leppard… chi è quel pazzo a cui non piacciono! Ovviamente hanno influenzato anche me.
Ma come fai notare … non è così semplice. Puoi sentire molti tipi di influenze nella nostra musica, perché mi piace ascoltare di tutto, dal jazz al pop passando per il metal moderno.
Non so mai cosa potrebbe influenzarmi quando scrivo musica.
Mi colpisce più di tutto il fatto che il vostro stile si rifaccia davvero molto all’AOR classico di radice anni ottanta. È una scelta coraggiosa: non temete che, dati i tempi, sia ormai improbabile fare successo suonando un genere che non ha più moltissimi ascoltatori come un tempo?
Sì, ecco perché consideriamo importante scrivere di tanto in tanto anche canzoni più pesanti e veloci.
Avresti preferito nascere negli Stati Uniti o in Scandinavia?
Pensi che vi avrebbe favoriti maggiormente nella vostra carriera?
Questa è una domanda difficile.
Penso che il successo dipenda da migliaia di cose e che non esista una ricetta.
Questo è un altro mondo ormai, con il web non ci sono limiti e se ci provi con tutte le tue forze, magari otterrai dei risultati…
Che esperienze hai avuto prima degli Stardust?
Ho provato molte cose prima degli Stardust: ero un chitarrista in una thrash band, avevo un trio fusion dove cantavo e suonavo la chitarra, avevo un album da solista uscito qui in Ungheria, e stavo per smettere… ma in qualche modo sono finito di nuovo in ballo e sono tornato alla musica. Sono nato per questo e non potevo fare molto altro.
C’è qualcun altro nel vostro paese d’origine che suona AOR?
Nessuno suona questo tipo di musica qui. Per lo meno, non che io sappia…
Che aspettative hai per gli Stardust?
Abbiamo una sola aspettativa, ovvero raggiungere il mercato internazionale, e questo è un obiettivo attualmente in corso. Come ho detto, abbiamo molti fan in tutta Europa e oltre, e vogliamo davvero suonare per loro.
Immagino che i vostri nomi siano pseudonimi. Come e perché li avete scelti?
Sai, questo è successo proprio perché i nostri nomi sono abbastanza difficili da pronunciare.
Ad esempio il mio nome originale è Akos Horvath… difficile anche scriverlo… haha.
Tuttavia i fan ormai lo conoscono e mi chiamano anche Akos… alla fine funzionano entrambi!
A proposito, sapete che cercando su Wikipedia risulta che come Stardust esiste solo un vecchio gruppo house francese legato ai Daft Punk? Non pensate sia arrivato il momento di provvedere?
Sì, buono a sapersi, grazie per avermelo detto amico!
So di quegli Stardust, non esistono più e hanno una canzone che non è esattamente un big bang…haha
Parteciperete a qualche evento dal vivo quest’estate?
Durante questa estate abbiamo concerti solo in Ungheria con una band headliner e faremo uno spettacolo per l’uscita dell’album il 27 ottobre sul palco del Barba Negra. Ci stiamo preparando per quello ora.
Bene, ti faccio i miei personali complimenti. Il vostro cd mi è sembrato senza dubbio gradevole e molto ben confezionato.
Mi auguro di sentire ancora molta altra musica da voi. A presto e in bocca al lupo per la vostra carriera!
https://www.facebook.com/stardustaor
Discografia:
- Highway to Heartbreak (2020)
- Kingdom of Illusion (2023)