Intervista Steve Hackett
Intervista a Steve Hackett da parte di Mickey E.Vil (The Mugshots, Radio Onda D’Urto FM). In fondo alla pagina è possibile ascoltare la stessa in versione audio con sottotitoli.
Buona fruizione.
Da qualche anno quello con Steve Hackett è un appuntamento telefonico annuale che in seguito si traduce in un saluto di persona prima di una delle date italiane. Steve è senza ombra di dubbio il musicista più umile che abbia mai conosciuto in vita mia. E ne ho conosciuti davvero tanti. Gli ultimi suoi due lavori, usciti per InsideOut Music, proiettano il pionere del Rock Progressivo in un futuro eccitante fatto di musica e sincretismo, caratterizzato da un grande amore per ciò che è altro in un triste presente in cui altro è spesso sinonimo di paura a causa di politiche del terrore purtroppo in atto ovunque. Steve lancia un messaggio di speranza, sia “in grande” per il genere umano che “in piccolo” per la musica che ci accompagna giorno dopo giorno.
Mickey dall’Italia! Ciao Mickey dall’Italia, come stai?
Abbastanza bene, grazie! Dunque, caro Steve, sta avendo luogo un tour de force! Cosa devono aspettarsi i fan dai tuoi show?
Beh, negli ultimi anni ho fatto un mix di roba solista e roba dei Genesis, le ho divise fifty-fifty! Credo che lo spirito di quello che faccio ora sia molto simile a quello dei Genesis del periodo classico. Mi riscalda il cuore sapere che gente che non conosce quella storia apprezzi il fatto che si tratta di musica atmosferica caratterizzata da molti cambi! Non vorrei dire che apprezzo l’etichetta Progressive perchè non è quello che facevamo quando lavoravamo insieme ai tempi dei Genesis, nessuno utilizzava il termine Progressive che è stato aggiunto in seguito. E credo che si rubi alla musica la sua sorpresa quando la si inserisce in un reparto “Progressive”! Quando lavoro a nuove cose mi ritrovo a lavorare con musicisti indiani e cantanti gospel e potrei ricadere in tale categoria ma credo che sia stato ai tempi dei Beatles che la gente abbia cominciato a sperimentare con ogni genere di musica. Musica che ti sorprende! E uno scontro di stili, fondamentalmente, è ciò che mi mette più a mio agio: mi piace pensare che sia come quando nei film le scene cambiano! Se ciò è Progressive mi sta bene ma mi piace che le mie influenze siano molto ampie, attingo a fonti molto diverse di questi tempi!
Cosa ci racconti del dvd Wind And Wuthering che hai fatto uscire in gennaio?
Sì, il disco è intitolato Wuthering Nights e celebra il fatto che erano passati 40 anni dall’uscita di Wind And Wuthering, l’anno scorso lo abbiamo suonato per il quarantesimo anniversario. La risposta al disco è stata incredibile, una delle vendite più grosse che ho mai fatto! Contiene molti brani di Wind And Wuthering e anche un brano che fu registrato in quel periodo, nel 1977: Inside And Out che avrebbe dovuto finire sul disco ma per limiti di tempo non potemmo includerla allora. Quando faccio cose simili cerco di aggiungere qualcosa che non sia necessariamente il disco intero, bensì i pezzi forti, una sorta di director’s cut con le scene tagliate che vengono incluse nel best of Wind And Wuthering!
Abbiamo letto sul tuo sito che sei parecchio avanti nella registrazione del nuovo album, cosa dobbiamo aspettarci?
Molti stili differenti, credo…ma quando sei nel mezzo della registrazione di un album non realizzi come sarà, hai a che fare con ogni canzone una volta pronta. Per esempio, l’altro giorno ho lavorato con due ragazze che hanno registrato con i Pink Floyd, due sorelle molto note perchè presenti sugli ultimi quattro dischi dei Pink Floyd oltre che in lunghi tour con loro: Durga e Lorelei McBroom, le sorelle McBroom! Hanno delle voci davvero potenti, che utilizzo in una sorta di stile gospel, sono state assolutamente fantastiche, è un vero concentrato di potenza ciò che ho ottenuto con loro. C’è un’altra signora con cui ho collaborato, Sheema, una virtuosa del sitar e abbiamo fatto qualcosa insieme. Sai, quei due aspetti…caratterizzano ciò che reputo preso in prestito dalla – diciamo – World Music e, nel progredire del disco, utilizzerò strumenti che hanno meno a che vedere col Rock And Roll e più con le influenze regionali. Quello che ho fatto è costruire canzoni e poi aggiungere colori una volta che avevo la “cornice”, è un processo molto eccitante quello di vedere le cose giungere alla loro fruizione! Ogni volta che registro un album penso che si tratti di una grossa montagna da scalare, perchè se la gente ama il disco precedente è una vera sfida! Poi giungo al punto in cui sono molto entusiasta del disco, perchè ci vuole un sacco di lavoro per fare un bell’album, una montagna di lavoro per mettere insieme le idee che scrivo insieme a mia moglie Jo – abbiamo scritto molte cose insieme. Quando poi inizio a registrare, lo faccio con Roger King che viene coinvolto anche nella composizione, insieme alle altre persone che coinvolgiamo. Naturalmente è una squadra quella che realizza ogni album! I dischi solisti non sono…come dire…beh, Cecil B. De Mille ha fatto il film, ma tutti gli attori? Grazie mille! La squadra, il cast, sono enormemente importanti per me.
In The Night Siren c’è un forte messaggio di pace nella canzone West To East, scritta insieme a tua moglie…
Sì, sì! Anche nella canzone Behind The Smoke, dato che entrambe caratterizzano l’album in un certo modo…e credo che anche il nuovo album abbia aspetti simili, questioni legate a commenti sociali…penso che essenzialmente parli di pace, ma anche spiritualità e lotta, tutto ciò è presente nelle canzoni sinora e una volta finito sono sicuro che si farà un altro paio di giri del mondo!
Che suggerimenti daresti a giovani musicisti che vogliono suonare musica Progressive in quest’epoca difficile?
Credo che se tu senti qualcosa che devi fare, devi farlo, devi rispondere alla chiamata! La Musa può essere molto esigente e arrivare in un momento davvero inopportuno, ci possono essere tante difficoltà ma se senti istintivamente che qualcosa è giusto, è importante che non ti convincano a lasciar perdere! Per seguire il vostro sentiero e i vostri obbiettivi dovete ricercare la qualità delle vostre idee e tirar fuori il meglio di voi, perchè credo che se tirerete fuori il meglio da voi stessi e dalle persone con cui collaborate, avrete buone speranze di arrivare al grande pubblico! La gente potrà dire: “E’ difficile per una nuova band perchè blah, blah, blah…” ma poi senti una band come gli inglesi Muse, che prendono alla lettera il concetto di Musa chiamando così la band: tutto quello che fanno lo fanno nello spirito della musica Progressive, con influenze che vanno da Chopin a Prince! Dovete abituarvi a ciò e nel costruire un seguito rendete la vostra presenza scenica sempre migliore. Non c’è ragione per la quale non dovreste viverci. Ricordatevi che ci sono sempre state persone come i Beatles che appena formati e alla ricerca di un contratto discografico sentivano gente dire di no a Brian Epstein dicendo: “Sono le band strumentali che hanno successo oggi, la gente non è più interessata a gruppi che cantano, quell’epoca è finita!”…se qualcuno avesse preso ciò alla lettera pensando che la partita fosse finita…sarebbe finita! Dovete sempre combattere contro le critiche e le avversità ma se c’è qualcuno che non potrà mai essere sconfitto, siete voi stessi! Voi avete il potere di qualificare o squalificare voi stessi e se getterete la spugna dicendo che non riuscite più a combattere, non vincerete mai! Dovrete essere tenaci e credere in quello che fate e solo allora potrete costringere la gente ad abbracciare le vostre idee, non importa quanto siano strane, fuori moda o non comuni!
Sei ancora in contatto con gli altri Genesis? Hai parlato con loro di recente?
L’ultima volta che li ho visti è stato per l’uscita del libro di Richard Macphail (My Book Of Genesis, n.d.M.) ed è stato molto interessante incontrarli. Sì, è stato qualche mese fa e non li vedevo da qualche tempo, eravamo in quattro su cinque e…sì, siamo in contatto, non usciamo insieme tutte le sere della settimana ed è improbabile che lavoreremo ancora insieme perchè tutti noi abbiamo tanta libertà nel fare le nostre cose…ma non si sa mai, potrebbe anche succedere un giorno, la domanda che la gente fa sempre è se ci sarà una reunion! Tutto è possibile nel futuro…ma nel frattempo vorrei tributare la musica che abbiamo fatto insieme e fare il meglio della musica dei Genesis senza alcuna politica intorno! In ottobre farò un tour nel Regno Unito con un’orchestra, non vedo l’ora anche se in effetti la mia band è una piccola orchestra, il sound è molto grande e glorioso ogni sera della settimana e amo lavorare con loro, una band prolifica!
Che invito vuoi mandare ai fan italiani perchè si uniscano al tuo tour de force in luglio?
L’invito è questo: il concerto vi sorprenderà, è pieno di ottime cose, tante canzoni meravigliose…qualcuna l’ho scritta io ma altre sono scritte dalle persone con cui lavoro, ribadisco la mia idea di squadra e credo che la squadra che ha scritto tutte queste canzoni sia prolifica! Credo che sarà un grande concerto, ho sempre amato venire in Italia, i fan italiani rendono sempre un evento imponente ogni concerto! L’entusiasmo sembra continuare a crescere ed è fantastico perchè faccio la musica che amo! Che sia nuova o vecchia, non c’è differenza per me…la grande musica è senza tempo!