Intervista Strident (Michael e Dmitri)
Parliamo con gli Israeliani Strident di ‘March of Plague’, il loro nuovo album pubblicato dalla Punishment 18 Records e di altro ancora.
Ciao Ragazzi, benvenuti sulle pagine di TrueMetal.it. Gli Strident nascono nel 2004 in Israele e ci mettono un po’ ad assestare la loro formazione. Volete raccontarci la vostra storia?
(Michael) Ciao a voi ed ai lettori! Sì, abbiamo iniziato alla fine del 2004, un anno dopo abbiamo pubblicato il primo singolo intitolato ‘Major Pain’ e nel 2008 è arrivato il primo demo con quattro canzoni registrate in più occasioni: ‘Insanity’, ‘Dark Reign’, ‘Fucking Army’ e ‘Major Pain’. Mentre registravamo il demo si è formata la prima line-up della band che ha registrato il primo album dal titolo ‘On The Aim’ che, all’epoca, è stato il primo thrash metal album in Israele. Eravamo in quattro: Dmitry Samoilov ad oggi ancora alla voce, Roman Briker al basso, Den Blacksmith alla batteria e Michael Shliapochny presente alla chitarra fino ad ora. La produzione non era molto buona, le canzoni erano semplici, corte e aggressive, tendenti al punk. L’album era carico di rabbia giovanile, di problemi sociali, di temi di alcool e sesso: le esperienze che vivevamo all’epoca, infatti, dietro ad ogni canzone c’era una storia reale. Lo raccomando agli amanti del punk e dell’hardcore. Subito dopo lo show di presentazione dell’album, due dei membri hanno lasciato la band, bassista e batterista, così siamo stati costretti a sostituirli. Andrey Shapira fu scelto per sostituire Denis alla batteria. Nel periodo tra il 2010 ed il 2015 non abbiamo avuto una formazione stabile, è stata davvero dura, ma il duro lavoro e grandi sogni hanno fatto muovere le cose e nel 2015 Artem Apekishev si è unito alla band come bassista, così che finimmo per aprire agli Overkill di fronte a centinaia di persone a Tel Aviv. Nel 2016 abbiamo suonato in Ucraina nel festival che si svolge ogni anno, chiamato ‘Black Metal Sea’ e nell’inverno dello stesso anno siamo tornati là per un altro show con le Nervosa. Nel 2017 siamo rientrati in studio per registrare ‘March Of Plague’ il nostro secondo e, fino ad ora, miglior album.
Tra lo stile del vostro album d’esordio, ‘On the Aim’ ed il nuovo Album, ‘March of Plague’ c’è un abisso. Cosa vi ha fatto cambiare direzione?
(Michael) Il primo fattore è il tempo, quasi dieci anni, che ci hanno visti crescere, migliorare ed evolvere, come si può notare nella maggior parte delle canzoni scritte in questo periodo, per esempio in ‘Final Warhead Blast’ e ‘No Faith, No War’. Questa volta abbiamo utilizzato uno studio professionale che lavora con la maggior parte delle band metal locali, alcune delle quali famose anche all’estero. Grazie al lavoro svolto insieme al produttore Alex Zvulun, l’ultimo album ha un suono di gran lunga migliore rispetto al precedente. Era molto interessato all’album, probabilmente perché pensa che abbiamo del potenziale. Ha fatto davvero un gran bel lavoro!
Oltre al sound, sono cambiati anche gli argomenti? Di cosa parlano gli Strident?
(Michael) Questo album è una sorta di avvertimento per la gente in merito alle avversità che possono incontrare. Viviamo in una bellissima terra in Medio Oriente, non abbiamo niente, ma abbiamo tutto e anche molti nemici. La guerra in Siria, il coinvolgimento di Stati Uniti e Russia nella regione, l’Iran che minaccia con le sue armi nucleari, tutte queste tensioni danno la percezione che qualcosa di terribile stia per accadere, ecco di cosa tratta l’album.
Avete in programma dei video da pubblicare su internet per promuovere il nuovo album?
(Michael) Sì! Abbiamo girato un videoclip che è in fase di editing al momento. Sono sicuro che mentre starai leggendo le risposte, il video sia già stato caricato su YouTube.
In nove anni lo stile di Dmitri è completamente cambiato, passando da un cantato quasi punk (che non era niente male a dirla tutta) ad uno ai limiti del Death. Possiamo dire che è, praticamente, un altro vocalist. Quanto e come si è esercitato per ottenere un risultato così eclatante?
(Dmitri) All’inizio del nostro viaggio nel thrash, ero principalmente attirato dal punk e dal thrash-punk, era come infondere dell’ulteriore aggressività alla musica, accelerandone notevolmente il ritmo e inserendo delle urla nelle nostre composizioni. Non volevo essere serio, volevo solo gridare alla gente, dare loro un calcio e distruggere tutto sul palco. Era il mio stile, annaffiato da alcool e da altre sostanze. Quando abbiamo lavorato sul nuovo materiale per l’album ‘March Of Plague’, ho sentito che le linee vocali non erano consistenti e pesanti, infatti cercando di riproporre le nuove canzoni dal vivo con il vecchio stile, non ero soddisfatto. Durante le prove, sperimentavo diversi tipi di voce e toni di voce, così alla fine sono riuscito ad ottenere il risultato che volevo e che mi ha dato il brivido giusto! Era una sensazione strana e sorprendente, qualcosa di completamente nuovo per me e per la band. Cantare è diventato più difficile, ma allo stesso tempo più interessante ed eccitante. La mia voce ha preso più volume e forza, e sì, anch’io sono diventato un’altra persona! La mia musica si è orientata verso sonorità più Death-Thrash. Vi consiglio di ascoltare le mie canzoni preferite che sono ‘Nuclear Winter’ e ‘No Faith, No War’ per capire di cosa sto parlando.
Parlando di alcune tracce, cosa ci dite di ‘Final Warhead Blast’ e di ‘Spitfire’ e cosa significa per voi ‘Thrash Till Death’?
(Michael) ‘Final Warhead Blast’ tratta della situazione nella regione Medio Orientale e del potenziale pericolo di una guerra nucleare che porterebbe sicuramente alla terza guerra mondiale. ‘Spitfire’ è un’immagine metaforica che rappresenta gli Strident come un aereo da battaglia che distrugge ogni nemico (ogni confine) sulla sua strada, rapido e carico di munizioni mortali. ‘Thrash Till Death’ è un inno metal dedicato ad ogni fan della musica thrash, che cerca di dare nuova vitalità al genere, alle radici Old School, restando fedeli alla musica che ci piace suonare.
Che esperienze avete tratto aprendo per gruppi del calibro di Overkill e Nervosa? Avete qualche aneddoto da raccontare?
(Dmitri) Suonare sullo stesso palco degli Overkill è stato fantastico! Abbiamo aspettatto questo concerto molto a lungo e abbiamo cercato di ripagare il pubblico locale degnamente. Ho avuto l’opportunità di fare quattro chiacchiere con Bobby Blitz: è un duro e un grande cantante, ma di poche parole. Abbiamo fatto un bel lavoro scaldando la platea locale. La cosa più importante è che abbiamo fatto un’esperienza e abbiamo avuto nuovi stimoli. Quando abbiamo suonato con le Nervosa è stato incredibilmente interessante! E’ stata una vera e propria nuova avventura per gli Strident, perché siamo volati fino in Ucraina, abbiamo suonato in un grande club e abbiamo conosciuto un sacco di nuovi amici e di fans. Al suono del nostro intro con sirene ed esplosioni siamo saliti sul palco ubriachi. Io ed il batterista siamo arrivati tardi “a causa del traffico” si dice per scherzare…
Non abbiamo avuto modo di comunicare con le ragazze delle Nervosa, sono arrivate in segreto e sono state portate direttamente sul palco. Dagli organizzatori abbiamo saputo che la chitarrista era febbricitante, ma che ha fatto lo sforzo di suonare tutto il programma al 100%! Non dovrei raccontarlo, ma voglio darvi un consiglio. Non trascinate il vostro bassista per i piedi lungo il corridoio dell’hotel o rischiate di dover calmare gli attacchi di risa del chitarrista per moooolto tempo! Ci vediamo ragazzi e Thrash Till Death!
In ‘March of Plague’ le sezioni di batteria sono state suonate sia da Andrey Shapira che da Shaked Furman, session man appartenente alla scena israeliana. Cos’ha comportato questa sostituzione ‘in corsa’ durante le registrazioni? Ci sono stati problemi da affrontare per via di eventuali differenze di stile?
(Michael) Andrey Shapira ha registrato quasi tutte le canzoni dell’album, ma a causa della mancanza di esercizio e del nervosismo, il produttore ha dovuto chiamare un session a completare le tracce. Shaked Furman è un batterista professionista ed un session man. Ha suonato i pezzi alla grande.
I vostri progetti per il futuro? Avete in programma delle attività live?
(Michael) Sembra che la fortuna ci stia sorridendo in questo momento, Strident hanno una line-up più solida che mai. Andremo in tour nel 2020. Sarà sicuramente fantastico! Il nostro primo tour, una nuova esperienza, non vediamo l’ora e siamo determinati a raggiungere lo status di band di successo e riconosciuta sia in Israele che all’estero.
Com’è la scena Metal in Israele? Come viene visto l’Heavy Metal in generale e qual è il genere che ‘tira’ di più?
(Michael) La scena metal qui è variegata. Israele è una piccola nazione e tutti gli eventi metal sono generalmente organizzati a Tel Aviv. Ci sono tante band e pochi fans, come dicevamo, per la poca popolazione. La gente di Tel Aviv segue le consuete gig di artisti locali ed esteri, i grandi nomi. Nelle altre città non c’è praticamente niente. Non è l’Europa, nemmeno lontanamente. La maggior parte della gente ascolta cantanti locali, dallo stile orientale/arabo. Se vuoi organizzare un evento devi stare molto attento a pianificare tutto con cura e nel giorno esatto, cercando di non farlo nello stesso giorno di altri eventi ed altri segreti… Cento persone al tuo evento possono essere un successo.
Chiudiamo così questa breve intervista. Ringraziamo i The Strident per la loro disponibilità, lasciando a loro i saluti finali ai lettori di TrueMetal.it. Grazie!
(Michael) Grazie per l’intervista! Il 29 novembre il nostro album ‘March Of Plague’ uscirà in tutto il mondo tramite la Punishment 18 Records, una grande etichetta italiana, così voi in Italia sarete I primi ad ascoltare l’album, a comprarlo e sicuramente ad apprezzarlo. Buona salute, buon umore metal e tutto il meglio! Un giorno, ci piacerebbe venire in Italia! Thrash Till Death!