Intervista The Big Deal (Ale DelVecchio)
In concomitanza con la pubblicazione del debut album dei melodic rocker serbi The Big Deal, abbiamo incontrato il tentacolare Alessandro Del Vecchio, questa volta coinvolto nell’insolito ruolo di bassista, per identificare al meglio questa novità dalla provenienza quasi esotica.
Intervista a cura di Fabio Vellata
Ciao Ale, qui è Fabio, benvenuto nuovamente su Truemetal.
Sono stato incuriosito da questo ennesimo nuovo progetto in cui sei coinvolto e non appena ho saputo che mi avresti risposto tu ho colto l’occasione al volo.
È sempre bello ritrovarti!
Ciao Fabio! Rieccoci ed è sempre un piacere ritrovarsi a parlare con te.
Mi racconti da dove arrivano questi The Big Deal e come è capitato che ci sei stato tirato dentro…tanto per cambiare?
In realtà io volevo solo fare da promotore della band e farli entrare nel roster di Frontiers.
Dopo un post di facebook, Srdjan Brankovic mi ha mandato alcuni brani e video e sono rimasto colpito dalla cura, la tecnica e la presentazione della band. In questi video il basso lo suonava lo stesso Srdjan. Alla firma del contratto con Frontiers, proprio la band mi ha chiesto di registrare il basso del disco per unirci ancora di più dopo averli scoperti, ed eccoci!
È una veste diversa per me, ho solo co-scritto un brano e masterizzato l’album, però il deus ex machina della band è Srdjan. Mi piace questa situazione dove mi rilasso e devo solo suonare questi grandissimi pezzi!
Al netto del tuo compito al basso (questo mancava!) quale è stato il tuo ruolo specifico nella band e come ti sei trovato a lavorare con loro? Ci sono state difficoltà o è filato tutto liscio dall’inizio alla fine?
Lavoriamo alla grandissima. Tutti sono professionisti affermati in Serbia, quindi si lavora a livelli di professionalità molto alti. Ovviamente durante la pandemia a volte spostarsi e volare a Belgrado ha creato qualche problema logistico, ma direi che ne siam venuti fuori benissimo.
Mi dicevi che sei stato tu a presentarli a Frontiers…
Come ti dicevo prima, sì, il tutto è nato da un post dove chiedevo se ci fossero songwriters sconosciuti che avrebbero avuto piacere di collaborare con me. Mi ritrovo questi brani fantastici e con Ana e Nevna che oltre alle grandissime doti musicali hanno un look killer! Non è stato difficile farli entrare in Frontiers con queste premesse.
Chi ha scelto la linea stilistica della band? Era qualcosa già pronto quando sei entrato a far parte del gruppo, oppure hai contribuito in modo determinante a forgiarne lo stile?
Quasi tutto era già pronto ma poi abbiamo collaborato con Frontiers per avere una linea che fosse definita e precisa. Anche la scelta delle cover per presentare la band è stata pianificata in team.
Ci sono molte influenze melodic rock anni ottanta che mi hanno fatto un po’ venire alla mente Vixen, Lee Aaron, Lita Ford, Phantom Blue ed in generale tutte quelle band female fronted che andavano molto bene qualche anno fa. Con tuttavia, qualche spunto più classicamente melodic power. Era proprio questo quello che cercavate?
Assolutamente sì. C’erano due elementi che volevamo fossero chiari. La virtuosità di Nevena alle tastiere e piano e di Sdrjan alla chitarra e le trame vocali intricate di Ana e Nevena.
L’idea che mi sono fatto, è che i Big Deal siano un gruppo adatto ad un pubblico non giovanissimo, ispirato agli anni ottanta. In un mercato affollatissimo come quello attuale, che risalto pensi possano ottenere produzioni in parte quasi nostalgiche come questa?
Sai, io invece lo vedo un prodotto fresco e per certi versi, nuovo sul mercato. Sono convinto che come formula possa interessare anche un pubblico più giovane…
Hai contribuito solo ad uno dei pezzi presenti nel cd dei The Big Deal?
Ho co-scritto un brano solo con Sdrjan, ma solo a fine lavori perché non eravamo convinti della melodia e ci ho lavorato io, ma il 99% è tutto di Srdjan.
Ne hai preferito qualcuno più di altri, che magari hai trovato più affine ai tuoi gusti personali? Ti dico il mio: “Rebel Lady”…anni ottanta a manetta!!!
Il mio preferito è “Sensational”, dal sapore pop ma con gli assoli intricati. Anche “Top Heaven”, bello tirato.
Che priorità hanno, nell’immenso mare dei tuoi impegni, i The Big Deal? Pensi che ci sarà un futuro con loro oppure hai solo prestato la tua grandissima esperienza per segnar loro la strada e poi li lascerai camminare da soli? Suonerai dal vivo assieme a loro qualche volta?
Spero la band guadagni notorietà e presenza sul mercato in modo che diventi un mio appuntamento fisso tra Hardline, Jorn e soprattutto Edge Of Forever, su cui punto più di tutti gli altri gruppi.
Tra tutti i ruoli che hai coperto sinora – cantante, produttore, musicista, corista, turnista – quale è quello in cui ti senti più a tuo agio?
Tutti. Onestamente tutti. Dovessi coprirne solo uno o due, finirei per annoiarmi, invece di questo modo sono continuamente in ricerca e lotta con me stesso per provare a tutti, ma a me stesso per primo, di avere più talenti ed essere in grado di accettare sempre sfide nuove.
Come sei sul lavoro? Preferisci avere tutto sotto controllo, guidando la creazione di un prodotto dall’inzio alla fine come fai molto spesso, oppure non ti disturba l’essere in qualche modo meno determinante e “padrone del vapore” come in questo caso preciso?
Mi piace essere il leader, il mentore, il side-man, la persona dietro le quinte. L’importante per me è la musica. In questo business in 25 anni di carriera ho fatto di tutto, a volte assolutamente fuori dalla ribalta, perché quello che mi interessa è li risultato finale, non il mio appagamento egocentrico.
Considerando tutto quello in cui sei coinvolto, quante ore dormi a notte…?
Sempre intorno alle 6, ma credo che chi non fa non crea, e chi non crea non vive. O almeno, mi giustifico così per l’insaziabile voglia di musica che ho!
Hai altre sorprese per il prossimo futuro? Jorn ha ormai ceduto definitivamente al tuo fascino (ahaha): puoi darmi qualche anticipazione sul suo nuovo cd?
Ahahah… è un disco molto profondo, impegnativo, a tratti prog ma uno dei migliori della carriera del nostro amato Jorn.
Sono sicuro che conquisterà tutti.
A proposito, visto che ormai hai collaborato con mezzo mondo, c’è qualcuno che ancora ti manca e che vorresti aggiungere alla lista?
Paul McCartney. Succedesse, forse, potrei anche calmarmi e rallentare…
Maaa…pensi ci sarà mai la possibilità di rivedere un festival della Frontiers?
Il tempo ce lo dirà, ma il cuore vorrebbe già dirti di sì!
Ti saluto Ale, è stato ancora una volta un piacere ritrovarti.
Spero di vederti dal vivo prima o poi…sono sicuro capiterà…
In bocca al lupo per tutto!
A presto Fabio, è sempre bello sentirci e spero ci si ribecchi presto!
Un abbraccio!