Intervista Tommy DeCarlo
In prossimità dell’uscita del suo primo album solista, abbiamo rivolto qualche domanda a Tommy DeCarlo, esperto e dotato singer che può vantare in curriculm il merito d’essere stato l’ultimo frontman dei leggendari Boston.
Una chiacchiera veloce e molto cortese da cui tuttavia traspare una certa insofferenza nell’essere troppo accostato ad un nome tanto mitico quanto, probabilmente, ingombrante per le velleità artistiche di un cantante alla ricerca definitiva del proprio spazio…
Intervista a cura di Fabio Vellata e Vito Ruta
Ciao Tommy, come stai? Che sensazioni provi in prossimità dell’uscita del tuo primo cd da solista?
Sto bene, grazie! È una combinazione di eccitazione e attesa…attesa in termini di come verrà accolto…
Il tuo nome è indissolubilmente associato ai Boston. Sei stato il protagonista di una favola rock: da fan a cantante. Come sei entrato a far parte di una delle band più conosciute al mondo?
Vorrei chiarire che la mia associazione con i Boston è quella di cantante nei tour dal 2008 al 2017, oltre ad aver interpretato 4 canzoni sull’album “Life Love & Hope”. Sono certamente orgoglioso di questi risultati, ma a tutti gli effetti Boston è Tom Scholz: sono però molto grato per l’opportunità che mi ha dato di essere una piccola parte della mia band preferita!
Parliamo del tuo album di debutto “Dancing In The Moonlight” per il quale ti facciamo i nostri complimenti. Come è nata la decisione di pubblicare un disco da solista in questo preciso momento della tua carriera?
Beh, non molto tempo dopo l’uscita di “Lightning Strikes Twice” dei DeCarlo, Frontiers mi ha contattato con l’idea di lavorare con alcuni dei loro scrittori su un progetto solista. La proposta mi ha incuriosito, anche se all’epoca avevo qualche altro progetto in cantiere. Fortunatamente mi hanno dato il tempo di cui avevo bisogno per finire gli altri miei impegni e non appena sono stato libero ci siamo messi subito al lavoro sull’album.
L’avventura dei De Carlo, gruppo familiare fondato da te e da tuo figlio Tommy Jr., continuerà parallelamente alla carriera solista appena inaugurata?
DeCarlo avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, ricordo il nostro primissimo spettacolo che era nel mezzo del parcheggio di un negozio di alimentari, non potevano esserci più di 15 o 20 persone presenti! Tommy Jr. e io siamo rimasti fedeli, tuttavia, e con l’aggiunta di due meravigliosi e straordinari musicisti Payton Velligan e Christian Sturt, abbiamo sviluppato un seguito meraviglioso con più offerte di spettacoli di quante ne possiamo effettivamente suonare!
L’album ha atmosfere assolutamente serene e gioiose e contenuti positivi. È questa la tua personale risposta alle difficoltà e ai drammi di questa epoca complicata, caratterizzata da pandemie e guerre?
Sono d’accordo sul fatto che i testi siano molto edificanti e certamente portino l’ascoltatore in un viaggio positivo, tuttavia, non posso prendermi il merito della scrittura poiché è stata fatta dallo staff di scrittura di Frontiers. Quando registravo la mia voce, speravo di essere in grado di “colpire nel segno” in termini di ciò che la loro visione avrebbe potuto essere quando hanno scritto queste fantastiche tracce!
Hai idea di come e quando sono state composte le canzoni di “Dancing in The Moonlight” e cosa ha ispirato di più l’album?
Purtroppo sarebbe una domanda migliore per gli autori delle canzoni, tutti musicisti affermati a pieno titolo. Ti incoraggerei a leggere le note di copertina e a metterti in contatto con loro con questa particolare domanda poiché potresti trovare le loro risposte molto più interessanti delle mie su questo!
Qual è la tua canzone preferita e perché?
La title track “Dancing In The Moonlight” è sicuramente una delle mie preferite, e subito dopo c’è “This Road Will Lead To You”. Sono la combinazione di tutto ciò di cui una grande canzone ha bisogno per farti appassionare… che è esattamente quello che hanno fatto a me!
Puoi usare tre aggettivi per descrivere “Dancing In the Moonlight”?
Melodia – Finezza – Potenza..
Ci sono alcuni brani in cui il suono di Boston è perfettamente riconoscibile. A tuo avviso, una consapevole decisione di continuità e familiarità con quelle sonorità o una scelta inconscia?
Ad essere sincero, le tracce di questo album non mi danno questa impressione. Ammetto però che il fatto di sentirle paragonare ad alcune delle migliori canzoni rock mai scritte è senza dubbio un grande complimento!
La macchina dei tour è tornata in carreggiata dopo la pausa forzata. Possiamo sperare di vedervi presto in Italia e immaginare la vostra formazione live composta dalle canzoni di “Dancing in The Moonlight”, di DeCarlo e Boston?
DeCarlo forse, Boston direi proprio di no…
Che rapporto hai con i fan? Come giudichi il “meet and greet” adottato da sempre più gruppi per racimolare qualche soldo in più?
I fan sono ciò che determinano l’esistenza dell’artista, senza fan non potremmo guadagnarci da vivere facendo ciò che amiamo. Personalmente non ho mai ricevuto “contanti” da un meet and greet, sono solo grato che abbiano acquistato un biglietto per lo spettacolo…e con un po’ di fortuna, magari, si fermeranno allo stand del merchandising!
In confidenza, pensi che ci sarà mai un nuovo album dei Boston?
L’unica persona che ti potrebbe rispondere a questa domanda è Tom Scholz…
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