Doom Gothic Heavy

Intervista Type O Negative (Peter Steele, 1992)

Di Stefano Ricetti - 21 Marzo 2023 - 14:33
Intervista Type O Negative (Peter Steele, 1992)

Intervista a Peter Steele dei Type O Negative tratta dalla rivista H/M numero 123 dell’aprile 1992. Il periodo è quello successivo all’uscita di Slow, Deep and Hard (1991) e precedente a The Origin of the Feces (Not Live at Brighton Beach). Peter Steele sarebbe poi mancato poco meno di quattro lustri dopo, il 14 aprile 2010, a soli 48 anni, mettendo di fatto la parola fine alla parabola artistica dei Type O Negative, contraddistinta da sette full length. L’ultimo, Dead Again, del 2007. Senza alcun dubbio una band speciale, quella di Peter Steele, benché controversa. Di certo irripetibile, un unicum all’interno della storia della musica dura, a cavallo fra doom, gothic, dark e heavy metal di stampo sabbathiano.   

Buona lettura

Steven Rich

 

 

Petrus T. Steele ha rappresentato, nel corso degli anni ’80, uno dei personaggi più discussi, criticati, fraintesi e bersagliati dal pubblico e dalla stampa ad emergere dalla scena underground di New York. La sua vecchia band, i Carnivore, sconvolse il mondo musicale, in un ormai lontano 1985, con il suo album d’esordio, a causa di un contenuto musicale e lirico ritenuto da molti altamente offensivo, razzista e maschilista. Il secondo lavoro della band, intitolato “Retaliation”, non fu da meno, e fruttò a Steele l’etichetta indelebile di fascista ed intollerante. Adesso Petrus è tornato con un nuovo progetto, i Type O Negative che, concettualmente parlando, riprende esattamente dove i Carnivore avevano precocemente abbandonato.

Sul piano musicale, i Type O Negative sono di difficile collocazione: il loro sound presenta inevitabilmente alcune caratteristiche dello stile Carnivore, arricchito però dall’uso di tastiere, sampling ed effetti svariati tanto cari al genere industrial. Ma il risultato è sempre quello, ossia un’aggressione sonora di rara intensità, determinata dalla rabbia irrefrenabile che Steele ed i suoi nuovi compagni portano in corpo. Una rabbia che traspare da ogni solco del loro vinile d’esordio, “Slow, Deep and Hard”; una rabbia che non ha nulla da invidiare alle death metal bands più avvelenate oppure ai gruppi hardcore più radicali.

Perché Peter Steele non ce l’ha con qualcuno in particolare, come egli stesso dichiara, bensì con l’umanità intera, con la vita stessa. In realtà, il leader dei Type O Negative, pur esponendo ed essendo sostenitore di alcuni concetti a dir poco discutibili, è vittima della sua stessa sincerità, di questo suo modo particolare ed inusuale, al giorno d’oggi, di esprimere senza timore e senza reverenza tutto ciò che si pensa, tutto ciò in cui si crede. Un personaggio complicato, controverso e, soprattutto, ‘negativo’, ma non per questo meno disponibile al colloquio, oppure meno propenso ad esporre a chiunque glielo chieda i propri pensieri. E poi, in fondo, siamo tutti d’accordo sul fatto che il mondo vada a rotoli e che le responsabilità siano da addebitare all’umanità stessa, o no? Petrus Steele è lo specchio di quella parte della società americana stanca di soffrire, stanca di tirare a campare, e non mi sorprenderebbe scoprire che molta gente negli States condivida le sue opinioni. Steele rappresenta quelle persone che, ogni giorno, vivono l’altra faccia del ‘sogno americano’, e la musica dei Type O Negative riflette in pieno lo stato d’animo pessimista ed angosciato del loro leader. Questo è quanto emerso nella chiacchierata con il “buon” Petrus…

 

 

Allora Pete, cominciamo parlando della tua vecchia band, i Carnivore, una delle bands più valide ad emergere dall’underground newyorkese nel corso degli anni ’80. Quali furono le ragioni che portarono allo scioglimento senz’altro precoce di questo gruppo?

– (Pete) Beh, innanzitutto sul piano musicale, io e Mark, il chitarrista, non eravamo più sulla stessa lunghezza d’onda. Il suo materiale non era in sintonia con il mio songwriting, di conseguenza Mark decise di lasciare il gruppo. Inoltre, Louie aveva deciso di sposarsi, quindi, a quel punto, non rimaneva che sciogliere i Carnivore.

Come si riflette, in questo tuo nuovo progetto, tutto ciò che avevi fatto con i Carnivore? Esistono, insomma, punti di contatto tra queste due bands?

– (Pete) Dai tempi della mia vecchia band è passato parecchio tempo, ed io, come persona, sono cambiato sotto molti aspetti, a causa di alcuni episodi accaduti nella mia vita. Il mio songwriting è rimasto fondamentalmente uguale, ma è comunque difficile autogiudicarmi, è difficile darti un’opinione di me stesso, perché è impossibile rimanere obiettivo.

Alcune tue recenti dichiarazioni mi hanno colpito particolarmente. Come il fatto che potresti commettere suicidio da un momento all’altro, per esempio…

– (Pete) Il fatto è che oggi come oggi si vede morire un sacco di gente di cancro, A.I.D.S. e cose del genere. lo non voglio morire lentamente, io non voglio aggrapparmi alla vita fino alla fine, e soprattutto, non voglio diventare un peso per le persone che mi circondano che mi vogliono bene. Quando mi renderò conto che avrò vissuto tutto ciò che c’era da vivere, e se dovessi contrarre una delle malattie menzionate, allora, a quel punto, non esiterei e togliermi la vita con le mie stesse mani…

Come ti è venuta l’idea per il nome del gruppo?

– (Pete) A dire la verità, mi piaceva come suonava, e mi sembrava uno di quei nomi che avrebbe attirato l’attenzione della gente, che avrebbe spinto il pubblico ad interessarsi ai Type O Negative ed alla nostra musica. Noi siamo una band ‘negativa”, non vediamo la vita come un fenomeno positivo. Sembra che questo modo di vedere le cose ci unisca e rappresenti la nostra formula. Abbiamo tutti e quattro il simbolo della band, il cerchio con il segno negativo in mezzo, tatuato sul corpo. Questo simbolo ce lo tatuammo ai tempi in cui ci chiamavamo ancora Repulsion, ma volevamo cambiare nome, per adottarne uno che si addicesse a questa nostra negatività.

 

 

Ed il tuo progetto di diventare poliziotto? Mi ricordo d’aver letto che ti sarebbe piaciuto ammazzare un po’ di gente legalmente…

– (Pete) lo ho dei problemi nell’esprimere me stesso, nell’esprimere quello che porto dentro, e la musica è uno dei pochi mezzi che ho a disposizione. Penso che, se avessi deciso di diventare un poliziotto, sarei diventato matto, perché è un mestiere che ti impegna 24 ore al giorno, sarebbe cambiata tutta la mia vita. Io non voglio rinunciare alla mia vita attuale, non voglio rinunciare alla musica, alla mia band, e non ho nessuna voglia di tagliarmi i capelli! Mi piace la mia vita così com’è adesso.

Ma come ti era venuta, in ogni modo, quest’idea se non altro originale?

– (Pece) Beh, i poliziotti di New York hanno attualmente un sacco di problemi, in quanto spesso accade che, nello svolgere il proprio lavoro, essi rischino di passare seri guai. Infatti, un poliziotto che ferisce o spara ad un malvivente spesso va in galera. Questa, secondo me, è una cosa assurda! Di qui la mia simpatia ed il mio rispetto per chi svolge questo mestiere. Comunque sono più soddisfatto nell’esprimermi attraverso la musica piuttosto che andando in giro ammazzando la gente.

Cosa ne pensi della censura? I tuoi testi dopotutto hanno rischiato grosso sotto questo aspetto…

– (Pete) Quando scrivo una canzone non penso mai a quelle che possano essere le reazioni della gente. Non mi importa di quello che pensano gli altri. Non mi importa se la metteranno alla radio; io scrivo canzoni dal mio cuore. Molta gente pensa che io sia una persona molto aggressiva ed offensiva a causa dei miei testi, ma questo non è vero. Tutti pensano che io odi le donne, ma io non le odio, le amo! E’ nei confronti di un paio di donne con le quali ho avuto a che fare in passato che è rivolto questo mio odio, poiché ho sofferto a causa loro. Attraverso la mia musica sprigiono questa rabbia, poiché per me la musica è una valvola di sfogo. Si può odiare soltanto chi si è amato.

Qual è il tuo motto nella vita?

– (Pete) Qualsiasi cosa fai, muori lo stesso…

Cosa ne pensi dei cosiddetti ‘straight edge’?

– (Pete) Ti riferisci a quei punk che non bevono e non si drogano?

Esattamente!

– (Pete) Secondo me fanno bene a comportarsi in questo modo se è realmente quello in cui credono. Onestamente, questo stile di vita non si addice alla mia personalità, ma non per questo lo ritengo sbagliato. lo non denigro le persone per il loro modo di vivere, basta che non lo facciano sulle mie spalle!

E della scena hardcore newyorkese, cosa mi dici?

– (Pete) la scena hardcore newyorkese qualche anno fa era davvero incredibile, bands come Agnostic Front, Murphys Law, Judge e tutte le altre mi piacevano un sacco all’inizio. Ma adesso l’hardcore sembra che si sia fuso con il rap, di conseguenza le bands originali hanno perso molta della loro popolarità, ma, secondo me, rimangono sempre attimi gruppi.

Ma tornando ai Type O Negative, non pensi che troppa gente si faccia idee sbagliate su di te e la tua band a causa dei tuoi comportamenti e attraverso il modo in cui sei abituato ad esprimere quello che pensi?

– (Pete) Beh, come dicevo prima, mi piace esprimere quello che penso e quello che sono attraverso la mia musica. Le uniche cose di cui riesco a parlare nei miei testi sono le idee ed i pensieri che ho in testa, e queste cose non posso semplicemente far finta di non pensarle. Io formulo le mie opinioni in base alle mie esperienze, e molte delle cose che vedo nella mia vita di tutti i giorni sono sbagliate. E’ inevitabile, quindi, che spesso quello che ho da dire non sia positivo. E se qualcuno mi vuole giudicare e condannare per tutte quelle cose che mi sono successe nella vita, cose che io non posso controllare, beh; allora possono mettere il mio pene nella loro bocca.

 

 

Cosa è rappresentato sulla copertina dell’album?

– (Pete) “Slow, Deep and Hard” ha molto a che fare sia con il nostro stile musicale che con il sesso. La copertina rappresenta un pene che sta entrando nella vagina, ma è un’immagine molto ingrandita, e quindi non si riesce a capire bene quali siano effettivamente gli elementi nella foto.

Cosa ne pensi della politica?

– (Pete) Secondo me la maggior parte dei politici sono pieni di merda. La maggior parte di loro è disposta o dire o fare qualsiasi cosa per ottenere quello che vuole. lo non mi fido assolutamente di loro. Sul piano personale, mi considero un conservatore; non sono lontanamente liberale, perché secondo me, i liberali sono comunisti. Il governo non dovrebbe occuparsi del popolo: la gente dovrebbe essere in grado di autogestirsi senza l’aiuto dei politici. Il comunismo è una merda, il socialismo è una merda, ed il liberalismo è una merda.

Ma tu leggi molto?

– (Pete) No, per niente. le uniche cose che mi piace leggere sono libri scientifici e cose del genere.

E la televisione?

– (Pete) Non la guardo mai. Ogni tanto guardo il telegiornale, tanto per vedere di quanto siano peggiorate le cose dalla volta precedente. Quindici minuti di quello mi basta per il resto del giorno.

Il sound dei Type O Negative rispecchia in pieno la tua personalità?

– (Pete) – Beh, diciamo che riflette una piccola parte della mia personalità. Io non credo di essere così crudele e violento come la gente potrebbe pensare ascoltando l’album. lo ho morale, ho dei valori, è solo che una buona parte di me prova rabbia verso il mondo e prova rabbia nei confronti di alcune persone. lo ho la possibilità di urlare quello che penso, e quindi lo faccio, perché questo mi fa sentire molto meglio. Per me suonare è una psicoterapia, ogni volta è come un orgasmo.

Pensi che farete un video?

– (Pete) Ci stavamo pensando, ma le canzoni sono tutte così lunghe che finirebbe per essere un film! Per il prossimo album ho già scritto delle canzoni più corte, adatte per un video. E’ comunque un progetto che ho in mente di realizzare.

Dove pensi che sarà Peter Steele tra dieci anni?

– (Pete) Spero isolato dal mondo. Conto di poter mettere insieme abbastanza soldi per andarmene da questa città di merda e trascorrere il resto della mia esistenza da solo. Quindi sarò o isolato oppure morto, probabilmente.

Che tipo di persone pensi di trovare ai tuoi concerti?

– (Pete) Persone che probabilmente non capiscono quello che sto cercando di dire. lo penso che la maggior parte delle persone che vengono ai nostri concerti leggano i miei testi in modo superficiale, e quindi pensano che a me piaccia violentare le donne e gonfiarle di botte, e che io sia uno stronzo impazzito che va in giro a menare la gente. Ma io non sono così. E poi c’è comunque una piccola minoranza che mi capisce, che comprende quello che sto cercando di dire, e che ha una mente aperta. Persone che ammettono di aver sofferto e che provano rabbia.

 

Peter Steele

 

Faresti da spalla ai Living Colour?

– (Pete) Per una somma adeguata, sì!

Mi sembra una risposta diplomatica…

– (Pete) Beh, allora diciamo che sarei disposto a fare da spalla ai Living Colour se loro fossero disposti a farla a noi. Comunque, non penso che sarebbe un’accoppiata molto azzeccata per un concerto, musicalmente parlando.

Come si riflette questo tuo negativismo ed atteggiamento pessimista nella vita di tutti i giorni?

– (Pete) Affrontare lo vita per una persona come me è molto difficile. Che io sia una persona negativa implica che io sia una persona vera, cerco di vedere la vita così com’è. La vita fa schifo, sai, perché ogni giorno sembra sorgere un problema in più. lo mi sono posto delle mete, e cerco di scavalcare gli ostacoli che mi si presentano, imparando dai miei errori. In realtà cerco sempre di perdonare quelle persone che mi fanno del male perché quando provi odio verso una persona, consumi molte energie. lo cerco di non sprecare le mie energie per persone che non sono degne di un tale spreco.

Chi metteresti al muro?

– (Pete) Tutti coloro che vivono sulle spalle della società. lo ed il resto del gruppo abbiamo degli impieghi e paghiamo le tasse, ma certa gente pensa che il paese le sia debitore e che lo stato le debba fornire casa e cibo. lo penso che queste persone siano uno spreco della vita e che dovrebbero essere sotterrate ed utilizzate come fertilizzatone perché almeno in quel modo servirebbero a qualcosa.

Ti riferisci a qualche razza in particolare?

– (Pete) Diciamo che la merda viene in tutti i colori. Chiunque se ne sta a cosa tutto il giorno a guardare la televisione ed a drogarsi con i soldi che io ho versato in tasse meriterebbe la morte.

Tu credi nella vita dopo la morte?

– (Pete) No, secondo me la vita che ti viene data è l’unica che hai a disposizione. Dopo non c’è più niente.

Tornando al discorso della politica, non mi hai ancora detto come ti identifichi politicamente.

– (Pete) Beh, diciamo che sono di destra, ma non mi considero fascista. lo non ce l’ho con una rozza in particolare, io odio tutte le razze in modo equo. E’ con l’umanità in generale, nell’insieme, che ce l’ho…

Vincenzo “Jamaica” Barone e Nicola Guglielmi

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti