Intervista Virgin Steele (David DeFeis) 2023
Amatissimi, in Italia, nonostante le ultime loro testimonianze su disco siano state fonte di parecchie discussioni fra gli appassionati, i Virgin Steele tornano sul mercato con l’atteso THE PASSION OF DIONYSUS, la cui uscita ufficiale è prevista per il prossimo 30 giugno 2023. L’album, il primo di inediti dopo otto anni, verrà pubblicato dalla label tedesca SPV/Steamhammer. Qui di seguito la cronaca della chiacchierata esclusiva con David DeFeis, il cantante e leader della band americana, avvenuta lo scorso mese di maggio, precedentemente all’uscita del singolo Spiritual Warfare, quindi ancora totalmente all’oscuro di tutto, a mo’ di anteprima generale.
Buona lettura
Steven Rich
Avete già fissato alcune date dal vivo in Europa a supporto del nuovo album, THE PASSION OF DIONYSUS, chi si occuperà di suonare la batteria?
Un gentleman chiamato Matt Mckasty. E’ una brava persona, si è inserito perfettamente nella chimica dei Virgin Steele attuali e le prove che stiamo effettuando in questi giorni confermano che abbiamo fatto la scelta giusta, sia a livello tecnico che di team.
THE PASSION OF DIONYSUS, 2023
Sempre rimanendo in tema concerti, è possibile sperare in qualche vostra data in Italia?
Certo che sì, stiamo pianificando la nostra calata dalle vostre parti per novembre 2023. Questo ovviamente secondo i piani attuali, spero ardentemente che la cosa poi si trasformi in realtà, “I am very excited about the possibility of visiting beautiful, Glorious Italia once again!”.
Il processo di lavorazione afferente THE PASSION OF DIONYSUS è avvenuto nel vostro studio o vi siete avvalsi di entità esterne?
E’ stato fatto tutto nei nostri studi personali, è impagabile poterne disporre e catturare così in qualsiasi momento tutto quanto ci viene in mente in fase di composizione.
Qual è il significato della copertina di THE PASSION OF DIONYSUS?
E’ tutto spiegato per bene all’interno del booklet che accompagnerà il disco. L’immagine ricorda quella di Gesù Cristo ma non è stata pensata riferendosi a lui. Uomini-dio come Dioniso, Adone, Osiride, ecc… sono antecedenti alla storia di Gesù. Quell’immagine sulla copertina è una rappresentazione di Dioniso. Nei tempi antichi si diceva che oltre ad essere stato fatto a pezzi poi fosse stato appeso all'”Albero”… in sostanza messo in “Croce”… dove morì nella sua natura inferiore per poi rinascere. Lo Ierofante dei Misteri di Dioniso che rappresentava lo stesso Dio-uomo veniva simbolicamente “crocifisso” durante maestose celebrazioni rituali. Esiste infatti un antichissimo amuleto precristiano che raffigura un Dio-uomo crocifisso e reca la scritta Orpheus/Bacchus… che sono gli altri due nomi di Dioniso…
Come procede la vostra relazione con la Spv/Steamhammer?
Direi bene, non mi posso lamentare.
Personalmente hai avuto modo di confrontarti, negli anni, con altri colleghi musicisti per collaborazioni o anche solo per qualche scambio di idee?
In realtà non molto. Se escludo le varie collaborazioni con chi mi chiede di cantare su questo o quel disco oppure se vengo convocato per produrne il materiale, non intrattengo altri rapporti in merito alla musica. Ovviamente, ho amici musicisti con i quali si parla, si discute e ci si confronta, ma quelle conversazioni, seppur talvolta arricchenti, poi generalmente non si traducono in influenze sul metodo di lavoro e l’ideologia che sta alla base dei Virgin Steele. Direi che siamo piuttosto radicati nella nostra metodologia.
Continui a dare lezioni di musica?
Ho dovuto ridurre il mio impegno in tal senso, sono stato troppo occupato in questi ultimi periodi ma mi sono ritagliato il tempo per seguire un bambino di nove anni, studente di pianoforte, che però fa già parte di una rock band, il che è piuttosto sorprendente. Io sono entrato a far parte del mio primo gruppo rock all’età di undici anni… lui addirittura due anni prima! È un tipo super cool, un entusiasta, per questo ho deciso di continuare a insegnargli al di là dei miei obblighi con la band.
Virgin Steele, line-up 2023. Matt Mckasty è il primo a sinistra.
So benissimo che per un artista ogni album è come un figlio ed è pressoché impossibile stabilire se uno sia meglio dell’altro. Precisato questo, riesci a fare uno sforzo ed elencare i tre migliori dei Virgin Steele, secondo te?
Come ho affermato molte volte in passato, mi piacciono tutti per motivi diversi e ognuno di loro è egualmente importante, per me, perché è il riflesso tradotto in musica del mio percorso umano e artistico. Una fotografia indelebile di quei diversi momenti. Non riesco a elencarne tre che prevalgano sugli altri. Chiaro che al momento mi senta particolarmente gasato per il nuovo disco, che uscirà il 30 giugno e la cosa sta assorbendo ogni momento della mia vita in questo periodo. E’ capitata la stessa cosa per NOCTURNES OF HELLFIRE & DAMNATION e si è ripetuta quando abbiamo fatto uscire tre album tutti in una volta: GHOST HARVEST Vintage 1 e GHOST HARVEST Vintage 2, & GOTHIC VOODOO ANTHEMS.
Ti è mai stato chiesto di unirti a qualche altra band?
E’ capitato più volte nel corso degli anni. Quando stavamo concludendo AGE OF CONSENT mi venne chiesto di entrare nella band dei Rondinelli Brothers: Bobby (già batterista di BLACK SABBATH e RAINBOW), suo fratello Teddy alla chitarra e la loro sorella Dorothy alle tastiere, con il futuro VIRGIN STEELE Rob DeMartino al basso. Mi sarebbe piaciuto molto lavorare con loro, ma la cosa non riuscì a incastrarsi con gli altri miei impegni assunti con i VIRGIN STEELE. Mai dire mai, comunque, potremmo finire a fare un album insieme in un futuro non troppo lontano. Virarono poi su Ray Gillen [cantante immenso, ndr] che in seguito si unì ai BADLANDS.
Quale la più grande soddisfazione professionale finora e quali i maggiori errori commessi?
Portare a compimento un album è sempre stato motivo di grande soddisfazione, anche perché ogni nuova uscita potenzialmente può allargare il numero di fan della band. E quando si acquisiscono nuovi fan sono soddisfazioni… Errori? Hmmm… direi aver lavorato con certe persone del settore che non avevano a cuore l’interesse dei Virgin Steele.
David “Dionysus” DeFeis, 2023
Conservi particolari ricordi dei vostri vari concerti in Italia nel tempo?
Certamente, ne possiedo parecchi. Quando siamo venuti in Italia per la prima volta abbiamo respirato a pieni polmoni l’amore del pubblico nei nostri confronti. E’ stato davvero travolgente, si percepiva la magia nell’aria. Ed era così forte che potevi quasi assaggiarla, come un vino di Dioniso. Ho adorato ogni mia visita nel vostro Paese, i momenti salienti permangono quelli vissuti all’Iron Fest, all’Agglutination, al concerto al Rainbow Club e tutti quelli vissuti durante gli spettacoli acustici che abbiamo fatto a Milano, Prato e altrove… quelle erano situazioni davvero molto, molto speciali. Comunque, in generale, dalle vostre parti posso dire di essermi goduto ogni minuto e ogni concerto.
Si può ancora parlare, oggi, di scena heavy metal a New York e dintorni?
Non è più come prima, ovviamente, ma permane l’interesse. Esistono club nei quali suonare e ci sono ancora band heavy metal là fuori che sgomitano, il che è fantastico.
Dato il momento non particolarmente felice dei Manowar e la fine dei Manilla Road (solo per nominare due dei capostipiti del genere) vi sentite come Virgin Steele in qualche modo addosso la responsabilità di essere i portabandiera dell’Epic Metal di questo particolare momento storico?
Non l’abbiamo mai intesa in questi termini, non abbiamo mai fatto riferimento ad altre band, in nessun modo, quindi mi riesce difficile fornire una risposta esaustiva. Abbiamo sempre fatto le nostre cose alle nostre condizioni. Tutto quello che posso fare, e tutto quello che possiamo fare, è trasmettere la nostra musica nei confronti dei fan come abbiamo sempre fatto, dal cuore, con passione e verità. Ogni band possiede il proprio percorso, fatto di alti e bassi, come è inevitabile cha accada, ma per quanto riguarda nello specifico i VIRGIN STEELE, se uno si prende il tempo di ascoltare, e intendo ascoltare per davvero… scoprirà che fra le nostre varie cose nel tempo esiste una connessione… una linea passante che collega il tutto. E più precisamente, riguardo la nostra responsabilità nei confronti dell’Epic Metal… beh, mi riesce difficile associare la nostra proposta ad un solo genere, perché all’interno dei Virgin Steele risiedono più anime, annodate fra loro da quel sottile fil rouge citato precedentemente, figlio delle nostre origini e delle nostre radici, affondate in quello che noi riconosciamo come Epic Metal ma che io chiamo “bones of the mountain sound “. Radici che per noi sono sempre state presenti, indipendentemente dalla strumentazione utilizzata o dal fatto che un pezzo sia soft, blues o Barbarico-Romantico… Quando compongo, il “Metallo” è incorporato nella musica che scrivo, fa parte della costruzione della canzone, non è un elemento artefatto aggiunto in seguito. È connaturato con noi.
Convieni con me che la carriera dei Virgin Steele si possa dividere in tre parti distinte? La prima, che si potrebbe definire sperimentale, una sorta di “work in progress”, che include i primi due album, la seconda, scintillante, over the top, full on heavy metal, da Noble Savage a Visions of Eden e la terza crepuscolare, intimista, da The Black Light Bacchanalia sino a oggi.
Non dividerei necessariamente le varie nostre uscite in quel modo, ma è altrettanto vero che non sono contrario a un tipo di visione come la tua. Abbiamo sempre riversato diversi stati d’animo o stili su ciascuno dei nostri album fin dai primi giorni. Ognuno di loro è caratterizzato da una determinata situazione. Il mio crescente interesse per cose più dark e oscure si è estrinsecato e materializzato pienamente nei solchi di VISIONS OF EDEN. L’album BLACK LIGHT BACCHANALIA si può considerare come una continuazione del discorso intrapreso all’interno dello stesso VISIONS OF EDEN. E negli album successivi ho tradotto sempre di più in musica le sensazioni e gli umori della vita che vivo realmente, riversandoli nel suono, nei testi e nella furia esecutiva.
Cosa ci dobbiamo attendere dal nuovo THE PASSION OF DIONYSUS?
Il disco sgorga da quella stessa natura violenta e aggressiva che poi diede alla luce INVICTUS e i due ATREUS, con in più la connotazione “classica” proveniente, per l’appunto, dalla musica classica, che si ritrova negli stessi ATREUS e nei due MARRIAGE. Non mancano poi gli ammiccamenti a cose che rimandano a VISIONS OF EDEN insieme con alcune novità. E’ il prodotto finale di una nostra evoluzione naturale ma sgombro il campo da eventuali dubbi: “this is most definitely a full on Barbaric-Romantic Epic Metal album!”
Ultima domanda: puoi fornire qualche informazione sulle prossime uscite di Virgin Steele?
Di già? Ma non è ancora uscito il nuovo disco! Ah,ah,ah! Comunque OK, dai, posso anticipare qualcosa. Abbiamo già parzialmente registrato il seguito dell’album THE PASSION OF DIONYSUS, non si sta mai fermi in casa Virgin Steele…
Cheers & a Loud BY THE GODS & GODDESSES,
David DeFeis
Stefano “Steven Rich” Ricetti