Death Gothic Thrash

Intervista Waldemar Sorychta

Di Mickey E.vil - 6 Gennaio 2025 - 8:00
Intervista Waldemar Sorychta

Intervista a Waldemar Sorychta da parte di Mickey E.Vil (The Mugshots, Radio Onda D’Urto FM). In fondo alla pagina è possibile ascoltare la stessa in versione audio con sottotitoli.

Gli anni Novanta. Gli anni della mia formazione musicale in ambito metal, i primi concerti, le prime trasmissioni radio, i primi tentativi di fare musica. Ogni volta che leggevo “Produced by Waldemar Sorychta” su un cd sapevo che sarei andato incontro a qualcosa che mi sarebbe entrato nell’anima per il resto dei miei giorni. Oggi è per me una grande emozione poter parlare con chi ha forgiato il sound che ha accompagnato i giorni più spensierati della mia vita. E Waldemar non è solo un grande produttore e musicista ma anche una persona con cui si desidera passare del tempo a parlare di musica ma non solo! Sentiamo cos’ha in serbo per noi herr Waldemar Sorychta!

Allora, caro Waldemar, come vanno le cose da quelle parti? Ho visto che sei piuttosto attivo in molti progetti diversi e ce n’è uno che mi ha incuriosito, si chiama QARINAH…

Oh sì, è con una cantante donna, ma ancora più importante da dire che è pure la batterista, è di Los Angeles e in realtà ci conoscevamo già da da molto tempo e una volta ho mixato una canzone per la sua precedente band, i Rusty Eyes. Ho anche suonato come musicista ospite da solista e quindi ci conosciamo da molti anni e sì, abbiamo provato qualcosa e stiamo andando avanti, ma non è facile ad essere onesti. Quando inizi qualcosa di nuovo, dico sempre così, quando guardi i poster di tutti i grandi festival, che si tratti del Graspop, del Wacken, di tutti i grandi festival, a volte hai una sensazione (almeno io ho questa sensazione): questo è un poster rifatto degli anni ’80 o ’90 con tutti gli headliner, sono band degli anni ’80 ed è molto, molto difficile iniziare con una nuova band, anche con un nuovo sound che non sia qualcosa di copiato! Sì, ti dico, a volte è davvero una rottura di scatole perché devi ricominciare dall’inizio e ci sono molte persone, quando sentono un nome che conoscono, che lo ascoltano subito ma quando non ne sanno niente, semplicemente non gliene frega niente, ho questa sensazione! Non importa, puoi fare il miglior disco ma quando non hai l’attenzione è così, specialmente in questo periodo in cui tutto passa attraverso i social media e, sai, la mia opinione è che a volte devi passare più tempo sui social media e su tutte queste cose promozionali che a fare musica. E io sono in primo luogo un musicista e per iniziare una nuova band non puoi permetterti di assumere due o tre persone che lo facciano, perché i gruppi normali devono farlo ogni giorno per farlo bene. E questo non è proprio possibile quando non hai il supporto finanziario per farlo. Sì, questo è un po’, sai, come un ciclo che, sì, non è facile da gestire. Ma ok, devi sempre provarci, devi sempre fare del tuo meglio perché non si sa mai, forse, FORSE domani potrebbe succedere qualcosa, o forse anche solo il mese prossimo. Quindi si va avanti e basta. Abbiamo fatto un video e due lyric video che penso funzionino molto, molto bene. Ed è musica molto originale. A volte penso anche che se si mettesse la voce di Gus (Chambers) in quelle canzoni, suonerebbero semplicemente come i Grip Inc. E Juliet ha una voce molto diversa, un po’ più punk, non la solita tipica voce femminile. E, come ho detto, la parte più interessante è anche che è una batterista, suona la batteria nelle canzoni. Non suonerà la batteria in tutte le canzoni, perché sono anche brani un po’ più complessi, per essere onesti, più stile Grip Inc. E a questo punto, avremo sicuramente un altro batterista. Finora, Jan dei… Come si chiamano? Quello che è… Sicuramente avremo un batterista esterno per suonare le canzoni in studio dal vivo, quindi Juliet si concentrerà di più sul canto. E su queste canzoni è davvero brava, non voglio dire che non sia brava, ma ci sono situazioni in cui le persone sono semplicemente migliori.

Per quanto riguarda la produzione, stai lavorando a qualcosa in questo momento?

Ho appena terminato una produzione con una band tedesca, si chiamano Crossplane. Non sono una band enorme, ma sono molto popolari da queste parti. Stanno già suonando in festival di piccole e medie dimensioni come headliner o co-headliner. Quindi hanno dei sostenitori piuttosto fedeli. E questo è stato il terzo album per il quale ho lavorato con loro. Abbiamo effettuato solo pochi giorni fa la sessione di ascolto di questo album perché il mastering e tutto il resto è fatto e questo disco uscirà l’anno prossimo, il 14 febbraio. E in questo momento, come sai, è periodo di Natale. Quindi me la sto prendendo più comoda e l’anno prossimo si ricomincerà con tutto ciò che voglio fare. Vorrei davvero, per essere onesto, continuare o iniziare di nuovo con i Grip Inc con Dave (Lombardo). Ma Dave è semplicemente troppo impegnato da anni. Sta facendo così tante cose diverse ed è difficile convincerlo a fare qualcos’altro. Ma beh, allora devo solo impegnarmi di più perché, sì, quello è sempre stato il mio amore. Mi hai chiesto anche per i Despair ma i Grip Inc erano come una specie di evoluzione dei Despair. In realtà qualche anno fa ho anche ricominciato a lavorare ai Despair ma l’idea non era di riunirci. Non mi piacciono davvero le reunion perché non so, a volte in queste sorta di reunion per lo più ci sono una o due persone. E dopo un anno, si lasciano di nuovo perchè non c’è più motivo di lavorare insieme. Coi Grip Inc è una cosa diversa. Semplicemente non potevamo andare avanti perché il nostro cantante Gus non è più in vita. E questo è il punto principale per i Grip Inc: è quasi impossibile trovare qualcuno. Non voglio nemmeno parlare di un sostituto perché non puoi sostituire Gus e trovare qualcuno che dia un’atmosfera simile alla musica con la voce ma anche con la performance dal vivo. Gus era davvero, davvero unico. Aveva questa attitudine punk, ma anche questo tipo di ruvidezza che spesso nel punk non c’è perché spesso nel punk rock non ci sono bravi cantanti. E la combinazione di Gus, questa ruvidezza, questo punk e questa potenza sul palco si adattavano così bene al modo di suonare di Dave e al mio modo di suonare la chitarra. Quindi, sai, questa è la parte più difficile. Ma torniamo ai Despair: qualche anno fa ho avuto l’idea perché c’è sempre gente che mi chiede dei tempi coi Despair, anche se è già passato tanto tempo ma non avevo voglia di fare niente. Tante volte quando la gente viene e mette su qualcosa da ascoltare, magari le cose vecchie dei Despair, mi viene da dire: «Oddio, non lo farò mai più in quel modo, come l’ho fatto quella volta!». E un giorno mi sono detto: «Ricominciamo con i Despair come li farei oggi»: le canzoni che abbiamo fatto suonano più simili ai Grip Inc che non ai Despair, suonano in modo fantastico! Il cantante è Marc Grewe, che era il cantante dei Morgoth. Il batterista è Markus, il mio batterista che suonava sempre nei Despair, ma era anche il batterista dei Kreator e dei Sodom. E il bassista è mio nipote, che è la versione giovane di me stesso (ride), per essere onesti! Mi piace molto, è un musicista molto talentuoso ed è una persona molto calma, semplicemente fantastico. E forse sai, tipo l’anno prossimo ci metterò più potenza perché abbiamo già registrato cinque canzoni completamente pronte, incluso il mixaggio e il mastering. Poi ce ne sono altre tre, sono già quasi pronte, ma dobbiamo ancora lavorarci.

Parlando del passato, chiunque mi conosca sa che sei il produttore dei miei sogni, il mio produttore preferito…

Davvero? Prendi delle droghe (ride)?

Talvolta! Ma non adesso! Sono cresciuto con la tua musica dato che ho 47 anni: gli anni ’90 sono stati così importanti per me e così lo è stata la musica che hai prodotto. Quali sono i tuoi ricordi più cari di quando lavoravi ai Woodhouse Studios e con la Century Media?

Beh, sai, il punto è che questo è ciò che la maggior parte delle persone pensa: non ho lavorato solo per Century Media e non ho lavorato solo nel Woodhouse Studio che non è il mio studio. La faccenda è che quello studio non è lontano da casa mia e soprattutto negli anni ’90, quando tutto è iniziato con Grip Inc. nel 1993, ero tante volte lontano da casa. Quindi preferivo, quando facevo una produzione, farla da qualche parte che non fosse lontano, così che dopo esser stato in studio potessi tornare a casa perché altrimenti non sarei mai stato a casa. La mia band era di Los Angeles e dunque quello era il posto in cui provavamo e registravamo sempre e tutto il resto. Perciò ho preso la decisione che fosse la cosa migliore trovare uno studio di grande qualità, ma in un posto che non fosse lontano, così potevo sempre essere a casa. Perché, sai, sono una persona molto familiare, amo la mia famiglia e amo i miei amici! E a volte quando sei via per due o tre mesi, fondamentalmente soffri a non vedere la tua famiglia e i tuoi amici. Quindi questo è stato uno dei motivi principali per scegliere il Woodhouse. Ma, per essere onesti, molte band e molte etichette vogliono che lavori lì perché gli piace il sound che si produce. Quindi questa formula fatta di studio, Dennis Koehne che ha lavorato con me alle produzioni e anche Siggi Bemm che era il proprietario dello studio creava una bella squadra. Siamo stati amici e abbiamo lavorato molto, molto bene insieme. Quindi questo intero pacchetto era solo un pacchetto molto emotivo e produttivo, non avevo bisogno di fare produzioni a Los Angeles o qualcosa del genere. Anche lì, lo studio era molto, molto costoso. Una volta, ricordo, siamo andati con i Grip Inc. per provare alcuni studi per fare delle prove ed erano semplicemente troppo costosi. E per dirla tutta, per esempio coi Lacuna Coil, ho registrato due o tre dischi anche in Italia. Quindi non era solo lo studio Woodhouse quello con cui lavoravo. O anche i Tristania, ho registrato anche in Norvegia. Perciò lavoravo anche in altri studi ma la mia priorità era soprattutto lo studio Woodhouse.

L’anno prossimo i The Gathering celebreranno il 30° anniversario di Mandylion. Come ricordi la produzione di tale capolavoro?

Ricordo che erano persone molto, molto giovani. E naturalmente la cosa più eccezionale che ho ancora in mente è sempre la voce incredibile di Anneke. Anche il sound era come dire unico, non era come quello che si sentiva in quei giorni. Intendo dire, quando ho lavorato coi Gathering, la scena metal non era così abituata alle voci femminili. Ricordo che quando è stato fatto questo disco molti altri manager e case discografiche hanno iniziato a chiedermi, pensi che succederà qualcosa? E poi dopo i Gathering è iniziata tutta questa follia: tutte queste band con voce femminile iniziavano a nascere, ogni mese una nuova band. Ed è diventata una specie di ossessione per questa cosa della cantante donna. Intendo dire, a volte era molto strano: ho iniziato, ovviamente, con la mia band Despair e già dal primo disco e da ogni disco successivo ero il produttore dell’album. E poi Robert della Century Media mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto produrre un’altra band, dunque la mia prima band esterna sono stati gli Unleashed. E già il primo disco ha avuto molto, molto successo. Quindi ho fatto il secondo e poi ho fatto i Samael. E da quel momento tutti hanno iniziato a chiamarmi “il produttore di death metal”. Poi è arrivato quello dei Tiamat, credo nel 1993 ed è iniziato questo stile gotico con i Moonspell. E tutti hanno iniziato a chiamarmi “Waldemar il produttore di gothic metal”! Poi sono arrivate sul mercato tutte le band con voce femminile e ho fatto The Gathering e i Lacuna Coil ma ho lavorato anche con altri. E tutti hanno iniziato a chiamarmi “Waldemar che lavora sempre con la voce femminile”. Non è vero perché ho fatto così tante cose! C’erano solo periodi… Forse tutte queste band death metal dal 1990 al 1993 volevano registrare con me, poi sono arrivate altre band, poi c’è stato un altro periodo, solo questo! Quando paragoni tutto questo alla mia musica, Grip Inc, è uno stile totalmente diverso. Non puoi paragonarlo alla mia musica. Ma sono un amante della musica, capisco e amo la musica. E amo lavorare con stili diversi perché il punto principale era, e l’ho detto a molte persone… Potresti ridere perché è divertente… La musica non ha confini! E mi piaceva, soprattutto in Europa, lavorare con tutte le diverse nazionalità: con italiani, finlandesi, inglesi, spagnoli, portoghesi, polacchi, con chiunque. Adoro questa cosa! Il cantante della mia band, Grip Inc, era inglese. Dave Lombardo era americano, ma in origine veniva da Cuba. Il nostro bassista, che all’inizio era Jason, era degli Stati Uniti ma il nostro secondo bassista, Stuart, era canadese e io tedesco. Quindi eravamo di quattro nazionalità diverse in una band. E comunichiamo attraverso la musica! Ma siamo anche stati tutti amici, davvero, ha funzionato molto bene. Ed è questo che voglio dire: ciò che ho amato dell’Europa è che dico sempre questa cosa… Sai, i finlandesi sono noti per non parlare molto, sono persone più silenziose laddove i ragazzi italiani, non riescono a smettere di parlare. Parlano e parlano e parlano. E ricordo, quando ero in studio in Italia, che a volte dovevo dare loro 10 minuti finché non si zittissero e poi chiedere: «Di cosa state parlando? Potete spiegarmi questa roba per favore?». Perciò ho sempre detto che quanto parlano i finlandesi nelle 24 ore del giorno equivale a quanto sono silenziosi gli italiani durante le stesse 24 ore (ride)!

È vero!

Sai, non intendo dire che è stupido. Voglio dire, è divertente perché sai… “vaffanculo, ecc. ecc.”, senza sosta, senza sosta! Ricordo anche di aver guardato molte volte partite di calcio coi Lacuna Coil che a volte parlavano senza sosta, senza sosta! Lo adoro di sicuro! Ma, sai, ogni nazione ha qualcosa di diverso e devi solo comprenderlo ed è questo che amo di più. Questa varietà tra diverse nazionalità, diversi tipi di musica. Ed è per questo che non ho mai lavorato solo su uno stile e basta, questa è la mia ricetta. Ed è così che farò anche con la prossima produzione. Questo è il punto: imparare sempre e provare sempre cose nuove. Questo è ciò che amo fare di più!

Sì, anche perché a quei tempi è vero che lavoravi con band death metal e così via, ma pure con band death metal che facevano qualcosa di diverso, sperimentale come Wildhoney dei Tiamat, Passage dei Samael, Irreligious dei Moonspell. Provavano strade diverse…

Sì. E io ero il produttore. Quindi, sai, è stata una buona combinazione di lavoro insieme a tutto questo. Anche i Lacuna Coil sono cambiati dall’inizio a, diciamo, Comalies. Sono cambiati parecchio anche nello stile: all’inizio suonavano in modo totalmente diverso rispetto a come suonavano con il mio ultimo disco che ho fatto con loro. E la cosa buona è che siamo ancora tutti amici! Non ho mai avuto problemi con nessuna di queste band. E capisco quando, sai, una band ha lavorato con me per 10 anni, poi vuole provare qualcosa di diverso! Le band sono poi diventate sempre più popolari, se sei più popolare allora più persone da fuori vengono da te e cercano di dirti che le cose si possono fare meglio, poi grandi nomi vengono da te. E sì, ho capito che le persone cercano di fare qualcosa di nuovo. Se funziona, non sempre ha funzionato! Ma questo è un processo che devi attraversare, sai…

Quale messaggio finale e saluto manderesti ai tuoi fan italiani?

Beh, sai, con le produzioni dei Lacuna Coil ho iniziato ad amare, ovviamente, il cibo! Ma non è che devi essere il produttore di una band per amare il cibo italiano… Mi piace molto, ho un cuoco molto bravo ma devo dire che anche Marco dei Lacuna Coil e Cristina (che sono stati anche a casa mia) sanno cucinare molto, molto bene. Quindi ovviamente mi piace il cibo italiano ma mi è sempre piaciuta anche l’emozione perché gli italiani vivono emozioni diverse rispetto, ad esempio, alle persone della Finlandia o del Portogallo, della Germania. Come ho detto, ogni nazione ha qualcosa di speciale, qualcosa di diverso. Ma mi è sempre piaciuta questa, questa follia (ride)! Anche quando a volte c’era un momento in cui era troppo e dicevo: «Per favore smettete di parlare! Facciamo solo musica e non parliamo solo di questa cosa!». Ma questa è una faccenda che ho sempre amato, amo davvero la loro natura, amo le persone e sì, mi mancano davvero tutti questi momenti! E ogni volta che ho la possibilità di lavorare con qualcuno in Italia ci sto, è meraviglioso! Voglio dire a tutti: grazie sempre per il supporto, perché anche con i Grip Inc siamo sempre stati molto, molto benvenuti in Italia. Mi è sempre piaciuto essere lì ed esibirmi, ma anche lavorare con le persone perché, sì, vedo molte persone come ottimi, ottimi amici!