Intervista Wrathchild (1983)
Intervista effettuata da Piergiorgio “PG” Brunelli agli inglesi Wrathchild, tratta da Rockerilla numero 33 uscito nell’aprile del 1983. Appena dopo è presente la recensione originale dell’album Stakk Attakk, il più famoso della discografia dei Glamster di Evesham, curata da Beppe Riva e relativa a Rockerilla numero 47/48 del luglio/agosto 1984.
I Wrathchild – ci fu un periodo nel quale vennero denominati dalla stampa come Wrathchild UK, a causa di un’omonimia con un gruppo USA – si formarono nel 1980, anticiparono l’ondata metallica colorata statunitense ma non riuscirono a riscuotere il successo dei colleghi americani. Dopo alcuni demo, tra i quali Mascara Massacre del 1982 uscì il primo disco ufficiale l’anno successivo, sotto forma di Ep, intitolato Stackheel Strutt. Stakk Attakk del 1984 li proiettò in alto tanto da farli partecipare come supporter al tour britannico degli W.A.S.P. Poi problemi di etichetta e di identità presero il sopravvento e il combo cadde nell’oblio, fra dischi misconosciuti e cause legali legate al monicker. Nel 1989 pretesero e ottennero il cambio del nome da parte di una band americana che divenne appunto Wrathchild America. Sì, proprio gli autori di Climbin’ The Walls!
Wrathchild: unici, sporchi ed esagerati. E irripetibili, proprio come la simpatica storiella che fa da corollario all’intervista di PG.
Buona lettura
Stefano “Steven Rich” Ricetti
MONSTERS OF SHOCK!
I camaleonti del Glam Metal si concedono al primo sole primaverile e il nostro corrispondente da Londra, Piergiorgio Brunelli, non si lascia sfuggire l’occasione per cogliere due atteggiamenti opposti nel “vivere” la New Shock Wave. Gli inglesi WRATHCHILD hanno finalmente sul mercato il 12″ Stackheel Strutt, posticipato a più riprese ma presentato in ultra-anteprima da Rockerilla. So hot!!!
I fatti erano chiari: una banda di oltraggiosi delinquenti dal nome Wrathchild si aggirava da qualche settimana nella zona sud di Londra. Dietro una immagine sarcasticamente agghiacciante c’era un malcelato desiderio di fare sensazione, il sesso era la loro bandiera e in nome di esso i più efferati crimini erano stati commessi. Manco a dirlo Scotland Yard brancolava nel buio; fu così che si decise di affidare il caso a me, agente Wigan Brunelli, assai noto nell’ambiente per i miei contatti con il mondo della malavita musicale organizzata. Grazie infatti a un torvo personaggio di nome Klaus riuscii a stabilire il contatto con la banda.
L’appuntamento era fissato per sabato 26/2 alle ore 15 alla stazione della metropolitana di Oval. La zona di Oval, famosa per lo stadio di cricket, è un vero covo di rifiuti umani e relitti, aggirarsi per questo quartiere è peggio che stabilire un patto di belligeranza con il diavolo in persona. Vengo condotto verso una casa popolare, vicino alla stazione.
Improvvisamente appaiono sulla soglia della porta: sono loro, sono in quattro, altissimi nei loro mega-boot kisseggianti, tutti vestiti in modo estremamente aggressivo con catene, make-up, coloranti nei capelli: uno shock! Gli sono simpatico per cui mi vengono concessi 40 minuti per cercare di capire le motivazioni della loro azione eversiva.
Wrathchild: una delle più belle foto apparse su Rockerilla nella storia…
Dopo aver vinto “The Battle Of The Bands” nel 1980 (anno della nascita del NWOBHM) siete ritornati alla macchia invece di sfondare. Perché?
– La formazione di allora era diversa da quella attuale e non era totalmente Glam. Il nucleo attuale è nato dalla nostra volontà di fare Glam-Rock; ognuno di noi infatti all’interno del proprio gruppo era considerato un diverso per questa connotazione stridente con il consueto cliché di jeans e maglietta degli altri membri. Cosi abbiamo deciso di unirci per formare una band totalmente aderente ai canoni del Glam-Rock.
C’è una tendenza ad un ritorno massivo del Glam anni ’70?
– No, soprattutto in Inghilterra non si può parlare di fenomeno di massa. La nostra intenzione non è di far rivivere un fenomeno legato al passato, è un fenomeno legato al trash-feeling (trash = rifiuto, in genere della società), e non vogliamo che appaia come un tentativo di inserirsi in un certo filone musicale comune ad altre generazioni. Legare ad esempio al carro Glam gruppi come i Cloven Hoof o i Silverwing è assai azzardato. Noi siamo i veri e unici Glam-Monsters!
Le pareti tremano per alcuni secondi mentre voci malvagie attraversano l’aere per alcuni istanti. Tornata la calma…
– È stato difficile farsi notare dai promoter e dalle case discografiche anche se sotto questo aspetto l’Inghilterra è più ben disposta che in USA, dove è veramente molto dura.
Perché ti spacci per americano allora?
– Canto con accento americano perché penso di avere un cervello Statunitense trapiantato su un corpo Inglese. Mi piace il feeling di quella musica, tutte le mie idee sono mega-idee americane che dobbiamo affermare qui per controvertire lo stereotipo che i gruppi Glam di successo sono solo Americani mentre gli Inglesi non riescono mai ad emergere, ad essere famosi.
Cosa intendi per famosi?
– Non vedo mai gruppi locali presentarsi con effetti speciali, flashing-bombs, fuochi, trucchi; anche se tutto ciò è molto costoso lo vogliamo portare sul palco.
Non è facile poterselo permettere economicamente.
– Certo, ma a noi non importa, pensa che ci rimettiamo soldi ad ogni concerto, ma se non ti esponi, se non fai clamore passi inosservato. A questo livello non possiamo essere paragonati ai Kiss per la varietà dei trucchi usati in concerto. A noi interessa suonare, la nostra immagine è questa, sul palco ci sono gabbie, fuochi artificiali, esplosioni, ci piace così e non fa differenza se il pubblico è di una, dieci o mille persone, il feeling è sempre quello e l’impegno non cambia. Può succedere tuttavia che in certi locali l’impianto non sia al massimo e la dislocazione degli amplificatori non consenta di esprimerci al meglio. Alla fine sembra colpa nostra, ma non è vero.
Non pensate che l’aspetto visuale sia eccessivo?
– Non vogliamo sembrare troppo concentrati su un immagine, cerchiamo di migliorarci sempre di più musicalmente, concerto dopo concerto.
Qual è il rapporto con i gruppi americani come Motley Crue, Twisted Sister?
– Non sopportiamo il fatto che la stampa inglese faccia tanto clamore per loro che vengono in tournee saltuariamente o addirittura non si sono ancora visti.
Come mai l’EP non è stato prodotto da Andy Scott (ex Sweet) come previsto?
– All’ultimo momento abbiamo avuto problemi con il suo manager (problemi economici), inoltre ci è sembrato così lontano dal mondo musicale da essere non sufficientemente aggiornato in fatto di Glam-Rock. Chiedeva un sacco di soldi per un lavoro ridicolo dal punto di vista qualitativo. Abbiamo così optato per una co-produzione con Darryl Johnston, che ci è sembrato molto più aggiornato di Andy. Il 12″ che abbiamo realizzato è uscito in ritardo rispetto alla campagna pubblicitaria di Kerrang!, ma sia la copertina che la produzione sono assai soddisfacenti.
Avete intenzione di fare riferimento al movimento giam degli anni ’70?
– A parte tutti i problemi che abbiamo avuto con Mr. Scott, noi preferiamo che il prodotto faccia sensazione per merito dei Wrathchild, non per merito degli Sweet; noi non siamo la loro copia, quello era un fenomeno degli anni ’70, noi siamo un gruppo Glam degli anni ‘80!
E un fulmine a ciel sereno si scaricò, centrando in pieno una quercia secolare nel giardino antistante la casa che neanche i bombardieri tedeschi nel ’43 erano riusciti a scalfire. Qual è il vero scopo del Glam?
– Lo facciamo per il divertimento, la musica è fatta per intrattenere non come certi gruppi considerati “progressivi”. I Marillion, i Pallas, i Pendragon sono veramente legati al passato. La loro musica è un rifacimento dei Genesis: questo sì che è un passo indietro.
Manco a dirlo un un’ennesima saetta piombò sul quartiere mandando a pezzi il 159 fermo a Oval Station. Avete cercato di legarvi come supporto per un tour con un gruppo più famoso?
— Le agenzie non si interessano a noi preferendo avvicinare gruppi che sanno non capaci di durare più di un anno. La ragione è che non si sa quanto il Glam-Rock possa durare e perciò non sanno quanto denaro investire o se riusciranno a vendere abbastanza biglietti; un po’ come succedeva all’inizio con la new-wave: stanno ad aspettare che qualcheduno esploda a livello nazionale per darsi da fare con la promozione.
A livello locale, invece, c’è da registrare l’ennesima esplosione nel circondario: un bidone dei rifiuti ha preso improvvisamente fuoco sul retro dell’edificio; la polizia parlerà poi di autocombustione, ma i dubbi in proposito ancora rimangono. Ci sono molti riferimenti al sesso nelle vostre performance, perché?
— Principalmente il motivo è che noi siamo molto perversi, soprattutto Rocky che scrive i testi. Per segnalarsi bisogna ottenere una reazione shockante, e al giorno d’oggi il mezzo per ottenerla è buttarsi pesantemente sul sesso.
Una ragazzina che in quel momento stava passando colà fu all’improvviso presa da un attacco di schizofrenia. I successivi rapporti medici esclusero ogni speranza di poterla curare efficacemente…
— Ci piace riuscire a stimolare le fantasie del, pubblico e così che lo facciamo partecipare al nostro spettacolo, lo facciamo divertire e lo shockiamo. NOI vogliamo superare tutti quei gruppi insignificanti che si somigliano fra di loro togliendo lo spazio ai gruppi intelligenti, che cercano di offrire qualcosa di diverso. Costoro occupano con i loro inutili concerti i club più importanti. Ma ti garantisco che, tempo sei mesi, ci saranno molti più gruppi che porteranno mascara e tacchi alti, e noi ne saremo la CREMA! Che piacciamo o no, tutti sono interessati e lo si può sentire molto bene dall’atmosfera pre-concerto che è sempre assai tesa. Quando vedi un gruppo “jeans e T-shirt” fai molta più fatica a ricordartene.
Il Glam-Rock non è un cliché, dunque?
— Presto lo sarà, perché tutti seguiranno il nostro esempio! Noi non vogliamo neanche chiamarlo più Glam-Rock, forse il termine più appropriato è Glam-Metal!, ma i giornali non lo accettano e pretendono di categorizzare noi, i Cilven Hoof e i Silverwing sotto lo stesso termine per spiegare più facilmente al pubblico di che cosa si tratta. Noi siamo già passati attraverso la fase delle giacche di pelle, o dei jeans e T-shirt progredendo successivamente e ovviamente trovandoci a disagio con artisti vestiti in modo diverso da noi. Eravamo il meglio dei nostri gruppi e così abbiamo deciso di unirci per formare i Wrathchild in un unico e potente ensemble. All’inizio è stata dura, perché ci siamo presi tutte le recensioni negative a causa delle nostra immagine provocatoria; non appena tutto ciò è finito sono apparsi all’orizzonte gli altri gruppi a trar vantaggio della migliorata situazione.
Qual è stata la molla che ha fatto scattare l’interesse?
— Ora che la scena musicale è così piatta, un gruppo come noi fa molta più sensazione e vale sicuramente la pena riempire due pagine a colori con nostre foto piuttosto che con i soliti visi puliti e ossessivamente noti. Noi vediamo la scena Glam divisa in 2 gruppi: la prima, cioè quella in cui noi ci riconosciamo, non porta troppo make-up e si caratterizza per l’immagine assai grezza e trashy, più concentrata sulla musica e quindi migliore qualitativamente; la seconda, quella dei Cloven Hoof è molto più teatrale, c’è tanto più trucco e ambiguità e perciò sembra uscire da un sogno, o, se preferisci, da un incubo. La nostra musica non si nasconde dietro una maschera di colore e per noi è molto più importante dell’immagine per cui tendiamo sempre di più ad un suo miglioramento progressivo. Butteremo acqua gelida sui nostri detrattori e li sconfiggeremo irrimediabilmente!
All’esplosione dell’ennesimo tombino un ufficiale della Salvation Army pensò bene di avvisare il locale comando di polizia. Fu così che i WRATHCHILD intimoriti dalle sirene si dileguarono nel nulla mandando in fumo il mio piano per smascherarli. Saranno ora necessari mesi di ricerche per ristabilire il contatto?
PIERGIORGIO BRUNELLI
STAKK ATTAKK
WRATHCHILD
RECENSIONE
Risorge dalle sue stesse ceneri la discussa Heavy Metal Records, con una serie di debut album: DI ANNO (ex Maiden), MONEY, FORCE, PET HATE (ex Silverwing), ma soprattutto il lungamente atteso “Stakk Attakk” dei Wrathchild, i più osceni performer del Regno Unito, i soli ad arginare l’avanzata degli Shock-Rocker di L.A. WASP e Motley Crue, a colpi di sesso e Rock’N’Roll.
Subito distintisi per l’innato talento nell’originare “glamthems” del tenore di Rock the city down e Do ya want my 1úv (dai precedenti EP e singolo su Bullet Records), i quattro mascara-men del Worchestershire non tardavano a focalizzare una personalità maturata nel calderone del glamour-Seventies, sia in senso Metal (Kiss, Sweet) che Bubblegum (Glitter, Mud), e l’LP procede nell’opera di affinamento del potenziale della band.
La bizzarra, creativa produzione del guitar hero Robin George, oltre a farcire il piatto di effetti speciali, ha conferito un suono industriale, quasi rumoristico alle fasi ritmiche della chitarra di Lance Rocket, uno strumentista realmente in orbita ascensionale, almeno a giudicare dai superbi assolo di Tonite e Too wild to tame. L’adescante guida vocale di Rocky Shades, la classe contagiosa dei cori a più gole, fanno di Law abuzer e Tonite autentiche gemme Metal-Pop, la prima applicata su un mid-tempo cingolato come un panzer, la seconda con più propellente nella dinamica del suono. Dal repertorio già noto, gli Stackheel Strutters attingono Trash Queen (dall’EP d’esordio), inno ruvido e spregiudicatamente sessuale, e Alrite with the boyz di Gary Glitter, in una versione ben più matura rispetto al demo Mascara Massacre.
Per finire cito l’insistente title-track più Shokker, semplicemente un must per Kissfanatici. Manca davvero poco, forse un maggior equilibrio compositivo, per fare di Stakk Attakk un’impareggiabile sequenza di uppercut vincenti sotto l’egida del Trash-Metal; ma da una band nata quasi per esibizionismo, che oggi sta valorizzando le sue qualità migliorandosi anche sotto il profilo strumentale, possiamo attenderci tutt’altro futuro nei confronti delle troppe Xerox-band che affliggono il Metalrama con la loro ripetitività. Scopriranno i Wrathchild il tesoro nascosto del Glam-Rock?
BEPPE RIVA
Articolo a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti