Heavy Rock

Iron Maiden: Adrian Smith, “Voglio scrivere musica memorabile e con un buon feeling, non mi interessa essere un virtuoso”

Di Davide Sciaky - 22 Novembre 2024 - 9:09
Iron Maiden: Adrian Smith, “Voglio scrivere musica memorabile e con un buon feeling, non mi interessa essere un virtuoso”

In una recente intervista con MusicRadar, Adrian Smith, chitarrista degli Iron Maiden, ha parlato dei suoi inizi e del suo rapporto con la tecnica chitarristica.
Per Smith la priorità è scrivere musica memorabile, melodica e con un buon feeling e non è attratto dallo shredding, pur rispettando i musicisti che si dedicano ad esecuzioni più tecniche.

Queste le parole del chitarrista:

Quando ho iniziato a suonare il mio idolo era Ritchie Blackmore, ma ovviamente non puoi suonare come lui quando hai iniziato da poco.

[Nella mia prima band] suonavamo musica dei Rolling Stones e dei Beatles e tante canzoni degli Status Quo. Con i Quo potevi cavartela senza grandi capacità tecniche. Così Dave [Murray] mi insegnò a fare i barré, che sono il fulcro dei Quo. Quando perfezionai quella tecnica pensai: “Ora se so suonare un accordo, li so suonare tutti”. Ma mio padre mi disse: “Devi imparare bene” e mi mandò da un insegnante di chitarra. L’insegnante mi disse: “Suona un Do maggiore”. Io non avevo la minima idea di come suonare un accordo maggiore. Le lezioni di chitarra non durarono. Ma gli Status Quo erano la cosa che mi piaceva di più quando ero ragazzo, perché potevi suonarli, potevi ottenere ottenere dei buoni risultati ed era molto semplice.

Ci sono ragazzi che suonano la chitarra da quando erano bambini, prendendo lezioni, esercitandosi tre o quattro ore al giorno. Io non l’ho mai fatto. Volevo far parte di una band. Volevo cantare, suonare, scrivere. Non volevo necessariamente essere un virtuoso. Per me, i chitarristi dei Thin Lizzy, Brian Robertson e Scott Gorham, non erano veri e propri shredder, ma avevano un ottimo gusto, quindi è a questo che ho sempre aspirato. Qualcosa di memorabile, un po’ di melodia e di feeling, piuttosto che la pura tecnica, che rispetto, ma per me è come la matematica o qualcosa del genere. Immagino che se la tecnica ti viene abbastanza facile, puoi lasciarti trasportare da essa perché fa scena. Puoi fare colpo sulla tua ragazza e poi andare a impressionare tutti gli altri! Ma uno come Eddie Van Halen era molto più di uno shredder. Aveva grandi canzoni, grandi riff, melodie, feeling. E c’è anche una questione fisica. Eddie Van Halen e Gary Moore erano musicisti molto fisici. Avevano mani enormi, erano ragazzi forti. Yngwie Malmsteen è alto un metro e ottanta ed è grosso! Quindi è come nello sport, sei guidato dai tuoi limiti fisici. Quindi devi solo fare il meglio con le tue possibilità.