Jeff Scott Soto
Personaggio unico, frontman straordinario, artista completo.
Jeff Scott Soto è a tutti gli effetti uno dei maggiori singer attualmente sulla piazza, tra i pochissimi in grado di sostenere, senza incertezze, una smisurata quantità di generi differenti.
Il nuovissimo album “Beautiful Mess”, è una dimostrazione di talento riservata a chi, al di là dei classici suoni rock, è in grado di lanciare uno sguardo altrove, saltando piè pari gli stereotipi che impongono “il bello” solo entro rigidi canoni prestabiliti.
Questo e molto altro, nelle parole del grande JSS.
Direi di iniziare subito dal nocciolo della questione, parlando di “Beautiful Mess”. Sono passati quasi cinque anni dal tuo precedente lavoro solista “Lost in the Translation”.
Come li riassumeresti in breve?
Sono successe un sacco di cose. In realtà ho iniziato a comporre il materiale per “Beautiful Mess” già nel 2005. Il disco avrebbe dovuto essere fuori in breve tempo, tuttavia si sono succeduti molti avvenimenti: un nuovo album con i Talisman, un tour con i Journey di undici mesi ed un altro tour con la Trans Siberian Orchestra. Insomma, per tagliare corto: sono stato impegnatissimo!
Il titolo del tuo nuovo disco è quantomeno curioso (Beautiful Mess = Bella confusione NdA). Che significato ne dai?
La mia vita, la mia carriera, questo album…tutto è sempre stato una “bella confusione”.
Sono uscito da poco da un divorzio, situazione, come puoi ben immaginare, incasinata…
Ma alla fine capitano sempre anche delle cose positive, non è detto che tutto vada sempre male.
La mia carriera è sempre stata un po’ confusionaria, nessuno, infatti, saprebbe dire con certezza cosa io sia.
Un cantante rock? Pop? Soul? La cosa bella però, è il poter mescolare tutte queste cose insieme. Insomma, questo disco ha un incasinatissimo mix di sound diversi, ma alla fine tutto va per il verso giusto e da origine a qualcosa di bello!
In effetti sono molto ben riconoscibili influenze Funky, R ‘n’ B, Soul e Blues…verrebbe da pensare che questo possa essere una sorta di addio all’hard rock che caratterizzava i tuoi esordi…
In realtà, questo è l’album che avrei sempre voluto incidere usando il moniker “JSS”, non Jeff Scott Soto. L’identità di questo tipo di sound, è da collegare esclusivamente alle mie iniziali, in modo da poter separare in modo distinto le mie due carriere, anche se il protagonista è in realtà uno solo.
Se ascolti bene ad ogni modo, l’unica cosa che manca veramente sono i riff rock e gli assolo di chitarra, qualcosa che, dopo tutto, non è necessario mettere sempre in evidenza, soprattutto in un album solista di un cantante.
Il motivo di questa tua evoluzione?
Vedi, la ragione è da ricercare nel fatto che non ho mai avuto un genere musicale davvero preferito. Mi interessa solo cantare belle canzoni, di quelle che ti restano in testa, siano esse rock o soul o di qualsiasi altro genere.
Vorrei essere conosciuto e ricordato come Freddie Mercury, un artista che poteva cantare perfettamente qualsiasi cosa, piuttosto che essere inserito in una categoria rigida…
Ascoltando il disco inoltre, non si può fare a meno di percepire un’atmosfera positiva ed in qualche modo “solare”. Posso supporre che questo rifletta il tuo attuale stato d’animo?
Credo proprio di sì. Si può proprio affermare che il feeling generale delle canzoni ed i testi, sono esatta testimonianza di ciò che ho nel mio animo attualmente.
Vuoi darmi qualche ragguaglio aggiuntivo su testi e canzoni di “Beautiful Mess” allora?
Sono semplicemente buone canzoni, molte delle quali scritte da Paulo Mendonça, il mio produttore e da altri songwriter di sua conoscenza.
Per ognuna ho prima ascoltato un demo: le ho amate ancor prima di cantare una singola nota su di esse. I testi sono molto semplici in realtà e facili da capire. Spesso partono da elementi oscuri ed ostili, per poi evolversi verso situazioni molto più positive e piacevoli. È insomma, un modo per descrivere come nella vita sia sempre possibile risollevarsi e migliorare, passando da qualcosa di negativo a qualcosa di molto più buono.
Cambiamo un attimo argomento, per una domanda un po’ più di carattere “commerciale”.
La Frontiers records pubblicherà, in contemporanea con “Beautiful Mess”, le ristampe in edizione “lusso” dei tuoi “Lost In The Translation” e “Prism”, arricchite da parecchie bonus.
Ti confesso che per me è una sorpresa, giacché non si tratta certo di dischi introvabili o particolarmente antichi.
Qual è la ragione di queste due reissue?
È semplice. Con i miei vecchi album solisti, la Frontiers è praticamente andata “fuori stock”, ovvero, ha finito tutte le scorte. Era il momento buono quindi, per provvedere ad una ristampa.
Con l’intento però, di poter offrire qualcosa in più, abbiamo deciso di arricchire la proposta con qualche bonus, così chi acquisterà il disco per la prima volta avrà qualcosa d’altro rispetto alla prima edizione.
Non dimenticare inoltre, che in giro ci sono sempre un sacco di “diehard” fan e collezionisti che amano parecchio cose simili, ed anche per loro la ristampa di questi miei cd potrà essere di un certo interesse!
Beh Jeff…ora se permetti avrei qualche curiosità da sottoporti…
Ad esempio, so che nel 2007 hai lavorato su di un album dei Redlist intitolato “Ignorance”. Un disco che mescola al rock, rap e suoni underground. Cosa mi racconti di quell’esperienza?
Si è trattato di uno dei miei tanti esperimenti, una cosa che risale già al 2001. Desideravo intraprendere, per una volta, una direzione un po’ “moderna” ed è stato naturale arrivare a quel disco. È stato divertentissimo inciderlo, tuttavia appena terminata la sua realizzazione, la scena si era già modificata di nuovo, al punto da considerarlo antiquato e con uno stile, come normale, di 4-5 anni prima.
Lo abbiamo tenuto chiuso nel cassetto e poi lo abbiamo messo a disposizione tramite download digitale così, solo per divertimento.
Ad ogni modo, credo che il materiale contenuto in quell’album sia parecchio buono e mi piace davvero tantissimo ancora adesso!
Questa è inevitabile. So che probabilmente avrai già dovuto rispondere ad una domanda simile un milione di volte, ma sarebbe comunque interessante sapere proprio da te cos’è successo con i Journey ed i motivi del vostro split dopo pochi mesi di collaborazione. Puoi non rispondermi se vuoi…
Nessun problema…
All’inizio, più o meno durante il primo mese, il mio impiego era semplicemente inteso come una sorta di rimpiazzo per portare i Journey al termine del tour del 2006.
Dopo un po’ però, pareva proprio che le cose andassero bene e che io fossi ciò che serviva anche per il futuro.
All’improvviso hanno cambiato idea, volevano qualcuno che si avvicinasse di più a Steve Perry, piuttosto che un singer che potesse portarli artisticamente da qualche altra parte, pur garantendo massimo rispetto al trademark loro e dello stesso Perry.
Sapevano che avrei potuto farlo, così come, io per primo, ne ero pienamente cosciente.
Eppure qualcosa al di là della mia comprensione, gli ha fatto cambiare idea. Spero davvero un giorno, di capire cosa…
Ci tengo a sottolineare questo però: non me ne sono andato, mi hanno letteralmente licenziato!
Beh, visto che hai collaborato con un sacco di artisti, non avrai di certo problemai a porti nuovi obiettivi! C’è qualcuno con cui vorresti creare qualcosa? Ad esempio, so che sei buon amico di Glenn Hughes. Hai mai pensato di mettere in piedi una sorta di Hughes-Soto project?
A dire il vero no…sono molto preso per le cose che ho già in programma, come ad esempio, una reunion con i Talisman, da mettere in pista quanto prima. Ho qualche contatto con Steve Lukather per fare qualcosa insieme, ma non so se ci saranno mai dei ragionamenti per un “Hughes-Soto”.
Però non si può mai dire…qualsiasi cosa può accadere eheheh!
Quindi i Talisman non sono da considerarsi un capitolo chiuso. Ci sarà un nuovo album con loro?
Assolutamente sì! Rifaremo qualcosa insieme…il più presto possibile!
Mi pare di capire che siano per te una parte importantissima della tua carriera. Di tutti i tuoi progetti, sono ciò a cui tieni di più?
Sì, certamente. I miei dischi solisti ed i lavori con i Talisman sono ciò a cui sono più legato. Mi sento completo con ambedue.
Altra curiosità. So che sei un grandissimo fan dei Queen. Da dove nasce questa tua passione?
Beh, è come chiedere perché i Beatles avevano così tanti fan…la loro musica è amata da tanti, il loro talento ha influenzato musicisti del passato e futuri. I Queen mi hanno insegnato a non porre alcun muro, limite o rigida categoria nella musica. Se ti piace e t’ispira, fallo!
Domanda a bruciapelo. Hai mai pensato di poter essere il loro attuale frontman al posto di Paul Rodgers?
Credimi, dopo l’esperienza con i Journey, prenderei in considerazione l’idea di assumere il posto di qualcun altro solo per i Queen. Sebbene oltretutto, non sia per nulla più interessato a raccogliere eredità scomode in grandi band.
Se me lo avessero chiesto ad ogni modo, la mia unica risposta sarebbe stata “Hey, ditemi quanto devo pagarvi per avere questo immenso onore!” Ahahahaha!
Ma tu il loro ultimo cd “The Cosmos Rocks” l’hai ascoltato?
Sì, e non mi ha fatto impazzire. Non suona abbastanza “Queen” per me. Non mi aspettavo certo qualcosa di simile ai dischi che avevano fatto con Freddie, ma non ci sono nemmeno elementi della performance, ben riconducibili ed identificabili con Brian e Roger. Mi sembra molto di più un solo album di Paul Rodgers…
La tua voce è straordinaria, ricca di passionalità e sfumature.
Qual è il tuo segreto?
Nessuno in particolare. Semplicemente apro la bocca e canto!
In realtà, cerco sempre di tenermi ancorato ad un limite ben preciso di cose che gradisco cantare ed entro cui so di potermi esprimere al meglio.
Succede così…è tutto nelle mani di Dio!
Com’è Mr. Soto nella vita di tutti i giorni?
Beh, molto impegnato. Sempre preso a fare qualcosa che riguarda il passato, il presente ed il futuro. Ogni giorno ha a che vedere con la mia carriera perché c’è sempre qualcosa da imbastire o da riprendere che la riguarda.
E poi, adoro la palestra e rilassarmi con un buon bicchiere di vino rosso quando non ho troppo da pensare per il giorno successivo.
Ho una vita felice, insomma!
Quindi, visto che sei così impegnato, cosa ci riservi per il futuro?
Andare in tour, registrare nuovi album, scrivere nuovi pezzi…andare in tour, registrare nuovi album, scrivere nuovi pezzi…ripetilo…e poi ripetilo ancora! Ahaha!
Ti vedremo presto anche in Italia…
Per ora ho tre show programmati dalle tue parti per il mese di aprile. Chiunque sia interessato, è invitato a dare uno sguardo al mio sito web per qualsiasi aggiornamento.
Abbiamo finito…a te la chiusura!
Grazie, grazie, grazie! Amo l’Italia e spero di rivederla presto! (detto in Italiano NdA)
Fabio Vellata
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