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Joe Satriani: “Giovani chitarristi che suonano meglio di me? Se non ci fossero sarebbe un problema”

Di Davide Sciaky - 7 Gennaio 2025 - 12:12
Joe Satriani: “Giovani chitarristi che suonano meglio di me? Se non ci fossero sarebbe un problema”

Il virtuoso della chitarra Joe Satriani ha recentemente parlato in un’intervista con Classic Rock delle nuove generazioni di chitarristi, sottolineando come non li veda come concorrenti.
Nello specifico, Satriani ha parlato di come alcuni lo abbiano superato in tecnica chitarristica:

È già successo! Ci sono un paio di temi di cui parlare. Primo: se non succedesse ci sarebbe un problema. Abbiamo bisogno di persone nuove e più intelligenti per migliorare la condizione umana, in ogni campo: scienziati, medici, scrittori. Abbiamo bisogno di persone migliori e più intelligenti, ogni giorno. È questo il punto.

Facciamo figli e cresciamo esseri umani che possano essere migliori di noi per aiutarci, in modo da non estinguerci. E se non siete entusiasti dei nuovi musicisti allora è piuttosto triste. Sono entusiasta di ogni musicista che sento. Li supporto ed è una cosa che ho sempre fatto. Avendo iniziato come insegnante sono abituato all’idea che uno Steve Vai possa saltare fuori e sconvolgermi completamente.

Satriani ha anche parlato della difficoltà di portare in campo i tour G3, tour in cui si fa affiancare da altri virtuosi della chitarra come Steve Vai, Eric Johnson, John Petrucci, Michael Schenker e tanti altri:

[All’epoca] tutti mi dicevano: ‘Non stare vicino a quel tizio, perché è un tuo concorrente’. Allo stesso tempo, i promoter dicevano: ‘Non possiamo farvi venire a un mese di distanza l’uno dall’altro? Così abbiamo avuto delle piccole discussioni con loro, dicendo: “Questa è una cosa diversa”. Era qualcosa che sentivo che il pubblico voleva davvero vedere, perché io volevo vederlo.
Se quando avevo quattordici anni avessi avuto la possibilità di vedere Jimi Hendrix, Jimmy Page e Jeff Beck insieme sullo stesso palco, avrei pensato che fosse la cosa più figa di sempre. Non avrei pensato come un promoter, ma come un fan.