Heavy

Judas Priest: Al Atkins, il racconto di come si sia formato il gruppo ormai 50 anni fa

Di Orso Comellini - 27 Aprile 2019 - 9:35
Judas Priest: Al Atkins, il racconto di come si sia formato il gruppo ormai 50 anni fa

Il primo cantante dei Judas Priest, Al Atkins, nel corso dell’intervista con MusicRealms, ha raccontato come sia nata la prima incarnazione della band, ormai 50 anni fa. 

La prima line-up si formò nel 1969, con il chitarrista diciottenne John Perry. Ma, dopo alcuni mesi di prove, una tragedia ci colpì duramente quando John si suicidò. Con John Partridge alla batteria e Bruno Stapenhill al basso, decidemmo di andare avanti e dedicare a lui la band. Alcune settimane dopo il suo funerale iniziammo le audizioni per trovare un nuovo chitarrista. Si presentò un giovanissimo Kenny ‘K.K.’ Downing, ma l’impressione fu che non aveva abbastanza esperienza e alla fine affidammo il posto a Ernie Chataway, proveniente da Birmingham. Era un ragazzo di bell’aspetto e un chitarrista ‘cattivo’. Se ne venne fuori citando gli Earth, una band con cui aveva provato, e che aveva cambiato il nome in Black Sabbath. Pensammo subito che fosse un gran bel nome e che dovevamo cercare qualcosa di simile. Bruno propose Judas Priest, un nome che tutti noi accettammo convinti che sarebbe rimasto impresso nella mente delle persone.

Erano tempi duri. Potevi sempre ottenere di suonare in un pub, ma noi volevamo qualcosa di più grande e migliore. Alan Eade della Ace Management vide in noi del potenziale e ci mise sotto la sua ala. Ci portò in studio e mi chiese di scrivere due brani commercialmente validi e fu ciò che feci, componendo ‘We’ll Stay Together’ e ‘Good Time Woman’. I due brani suscitarono l’interesse di un paio di etichette, che ci chiesero un’audizione dal vivo. La londinese Immediate Records ci fece firmare il contratto e così decidemmo di festeggiare con lo champagne a casa di Alan. Il passo successivo fu il tour scozzese, ma il batterista se ne tirò fuori e finii io per cantare e suonare la batteria. Al nostro ritorno lo licenziai. Poi però scoprimmo che l’etichetta era fallita e Bruno ricevette un’offerta da un’altra band per andare in tour in Danimarca e così fece. Quella fu la fine di Judas Priest “Mark One”. Breve e dolce. 

Incurante, decisi di andare avanti cercando una nuova line-up. Conobbi una giovane band chiamata Freight che provava presso l’oratorio di una scuola locale condotta da un grasso vicario chiamato Father Husband, anche conosciuto con il soprannome “Holy Joe”. Uno di loro era KK Downing, che avevo conosciuto precedentemente. Gli altri due erano John Ellis alla batteria e Ian ‘Skull’ Hill  al basso. Chiesi loro se avessero avuto bisogno di un cantante e loro risposero di sì. Proposi loro anche il nome della mia vecchia band, Judas Priest. Concordarono sul fatto che fosse un nome migliore e così nacque la “Mark Two”. Eravamo sul finire del 1970, quando entrammo in studio per registrare altri miei due brani  ‘Mind Conception’ e ‘Holy Is the Man’ e rimetterci così in pista. Riuscimmo a farci conoscere abbastanza velocemente, aprendo per band del calibro di Status Quo, Slade, Budgie e Thin Lizzy, giusto per nominarne alcune, suonando più di 150 concerti nel solo 1972. Ma quel maledetto elusivo contratto con un’etichetta non arrivò mai. A quel tempo io ero l’unico sposato e con una bambina piccola, per cui il denaro che potevamo guadagnare era per me fondamentale. Avevo bisogno di quel contratto e di coperture finanziarie e quindi alla fine decisi di lasciare la band nel 1973. 

 

Atkins è co-autore di varie canzoni contenute nei primi due album dei Judas Priest“Rocka Rolla” e “Sad Wings of Destiny”, che entrambi sarebbero diventati dischi d’oro. ‘Victim of Changes’, per esempio è una combinazione del brano scritto da Rob Halford ‘Red Light Lady’ e di ‘Whiskey Woman’ scritta da Atkins. A lui sono ascrivibili anche ‘Winter’, ‘Never Satisfied’, ‘Dreamer Deceiver’ e ‘Caviar and Meths’.