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Judas Priest: Richie Faulkner, “Non sono un clone di K.K. Downing, e l’avrei voluto nel tour”

Di Simone Volponi - 10 Ottobre 2019 - 1:26
Judas Priest: Richie Faulkner, “Non sono un clone di K.K. Downing, e l’avrei voluto nel tour”

Durante un’apparizione al podcast di Dean Delray s’ ‘Let There Be Talk’, il chitarrista dei Judas PriestRichie Faulkner, ha respinto le critiche ricevute per aver cercato di assomigliare troppo a Kenneth “KK” Downing.

Ovviamente, ci sono gli haters, i commenti sul fatto che io sia un clone. Ho lunghi capelli biondi, suono una flying V… come Michael SchenkerZakk WyldeKKRandy Rhoads etc. Dire che sono un clone di Ken vuol dire avere una mente piuttosto ristretta. Ci sono un sacco di ragazzi che hanno una flying V e i capelli lunghi.
Il fatto è che se avessi tinto i capelli di nero per essere diverso, sarei stato criticato lo stesso. Devi essere reale; devi essere quello che sei. E sono cresciuto con KK, sono cresciuto con Glenn Tipton e con i chitarristi di cui ho parlato. Quindi devi solo essere chi sei. E sono cresciuto con quei ragazzi, e non mi vergogno. Sono tutti mie influenze, e non ho paura di questo… Non ha senso cercare di nasconderlo. Ma deve anche essere naturale. E penso che abbia funzionato in modo organico. Non ho provato a copiarlo.
I Priest sono stati i pionieri – sono andati controcorrente; hanno fatto le loro cose e hanno difeso ciò in cui credevano. E sono sempre stato dell’idea che devi rispettare quello che è stato prima, devi rispettare KK Downing. E assumendo questa stessa etica, devi rispettare te stesso e fare le tue cose e creare il tuo proprio timbro. Perché se non lo fai, stai quasi mancando di rispetto a te stesso e a loro. Quindi devi provare a sembrare diverso e fare le tue cose andando avanti. È quello che ho cercato di fare.”
Con KK ci siamo sentiti su Twitter e in un paio di e-mail, ma non l’ho mai incontrato. È sempre stato cordiale. Ci sono un paio di cose su Twitter. un paio di incomprensioni e cose del genere, che è proprio la natura di Internet. Gli altri hanno un rapporto con lui da 40, 50 anni, ed è il loro affare, io non mi immischio.
Immagino che se Ken fosse parte del tour per il 50 anniversario non suonerebbe i miei pezzi. Immagino che suonerebbe le sue parti e io suonerei le mie parti e poi le parti di Glenn, il che mi andrebbe anche bene… Personalmente, avrei voluto che le cose fossero andate diversamente, che tutti andassero d’accordo, con Ken che poteva tornare ed essere tutti amici per l’ultimo tour, il 50° anniversario, uscire di scena con il botto con Glenn sul palco quando è in grado di esserci. Purtroppo non è andata così. Ma chi lo sa? Quel che sarà sarà. Ancora una volta, non è una decisione che spetta a me.