Judas Priest: Rob Halford, mi sono seduto e ho pianto per Dimebag
Sette anni. Amato, rispettato e celebrato, ha scritto la storia intrecciando dita, corde e passione. “Dimebag” Darrell Abbott (PANTERA, DAMAGEPLAN) moriva l’otto dicembre del 2004 e nelle parole di chi lo ricorda, in questi giorni in cui la sua scomparsa brucia con maggiore intensità, si sente ancora quel gelo, la coltre di silenzio che cala improvvisa e il senso di smarrimento che ti attanaglia quando un amico irrompe nel locale, e con un filo di voce, esclama : “Hanno ucciso Dimebag”.
Ecco come lo ricorda il cantante dei Judas Priest, Rob Halford, intervistato da Revolver magazine: ” Ero nella mia casa di Phoenix. Penso che qualcuno mi abbia mandato un messaggio, o telefonato, ricordo che le mie gambe hanno ceduto. Con un tonfo, mi sono aggrappato al tavolo. Non può essere vero, pensai. Ho acceso la TV, ne stavano davvero parlando sulla CNN. Me ne sono stato seduto là, increduto. E poi sono scoppiato in lacrime, come un bambino, come farebbe ciascuno di voi. Ho pianto fino allo sfinimento. Non sai cosa fare, in un momento simile. Sei in confusione totale, pieno di rabbia, vuoi fare in mille fottuti pezzi tutto quello che ti capita in mano.
Vuoi suonare; vuoi chiamare Phil (Anselmo, ex cantante dei PANTERA). Tutti questi pensieri ti si accavallano in testa. E ovviamente, Pat (Lachman, precedente chitarrista degli HALFORD) cantava nei DAMAGEPLAN all’epoca. Volevo chiamare Pat. Lo chiami, non lo chiami? Ma cosa cazzo sta succedendo… un fantastilione di cose ti si accavallano in mente nel medesimo istante. E’ stato terribile. Sembrava una cosa inconcepibile. Penso che finora, non sia successo a nessun’altro, vero? Intendo che perdiamo conoscenti per quello che si provocano, per il bere, per la droga. Abbiamo perso amici come Ronnie (James Dio), per questo tipo di malattia. Ma venire brutalmente assassinati non ha un fottuto minimo senso. E’ un’autentica follia. John Lennon mi viene in mente, è stato l’unico? Sono entrambi in buona compagnia, per quel che hanno significato le loro vite e per come continuano a vivere nelle nostre. Come Dimebag continuerà a vivere per sempre. Questa è l’unica, piccola consolazione che ti rimane. E’ quello che hanno realizzato che li farà vivere per sempre. Ecco dov’è il bene in questa storia”.