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Kamelot (Thomas Youngblood)

Di - 21 Novembre 2006 - 9:23
Kamelot (Thomas Youngblood)

Doppio disco da brividi One Cold Winter’s Night dei Kamelot. Thomas Youngblood, chitarrista e mastermind del gruppo, mi ha raggiunto telefonicamente dagli Stati Uniti d’America sfoggiando un accento americano che mi ha fatto penare non poco per la traduzione dell’intervista che andrete a leggere. Ringrazio Thomas per la sua proverbiale cordialità e disponibilità. Buona lettura.

Ciao Gaetano come stai?

Bene, tu?

Tutto ok, che dici iniziamo con l’intervista?

Certo, i Kamelot, a mio parere, sono esplosi con The Fourth Legacy. Non ho mai apprezzato i primi tre album, cosa pensi oggi di Eternity, Dominion e Siege Perilous? Non sono nemmeno citati sul nuovo live…

A dire il vero sono d’accordo con te, i primi tre album sono serviti ai Kamelot per trovare una loro dimensione, e possiamo far combaciare il vero inizio della nostra carriera proprio col disco che citi tu: The Fourth Legacy. Il genere proposto allora è molto diverso da quello che puoi sentire oggi.

Bene, siamo sulla stessa lunghezza d’onda, a proposito di live album invece, quali sono le principali differenza tra The Expedition e il nuovo One Cold Winter’s Night?

Beh, molte cose sono cambiate da allora, la prima differenza è che questo è un doppio cd e un doppio dvd, la scaletta odierna è più variegata ma, la differenza principale è data dalla produzione.

Esatto, la produzione. Sascha Paeth, è un produttore fantastico. Riguardo al sound finale, è riuscito a rendere One Cold Winter’s Night epico e boombastico, un lavoro di qualità sopraffina. Cosa ne pensi?

Non ti nascondo che il nostro modo di produrre dischi è cambiato proprio con l’arrivo di Sasha che, come hai detto tu, ha fatto un lavoro eccellente sotto tutti i punti di vista. Impossibile non essere soddisfatti.

Bene Thomas, torneremo dopo sul live, ora raccontami i segreti del prossimo disco!

Beh, comincio a dirti che praticamente è finito, la fase di missaggio è prevista per il periodo natalizio e l’album verrà pubblicato in aprile 2007. Suonerà più heavy di The Black Halo ma non mancheranno quei brani che contraddistinguono da molti anni i Kamelot. Possiamo definirlo un disco sulla scia di The Black Halo ma sicuramente più maturo.

Perfetto direi, e il titolo?

Ahahahaha, questo non posso ancora rivelartelo ma non è una cosa che ha a che fare col management, siamo semplicemente indecisi tra tre o quattro titoli. In pratica nemmeno noi sappiamo come si intitolerà il nuovo disco.

E riguardo al progetto con tua moglie? Tempo fa pareva a buon punto poi…

Poi i Kamelot sono diventati la priorità assoluta e mi sto concentrando totalmente su questa band. Il progetto con mia moglie è in fase di stallo e non so ancora quando uscirà, e non so nemmeno quando uscirà quello di Roy…

Beh, finchè i Kamelot vanno avanti per questa strada direi che non si sente il bisogno di entrambi i progetti. Sono un amante del periodo medievale e del fantasy Thomas, so perfettamente che anche tu e Casey Grillo (il batterista ndg) lo siete e avete deciso il nome della band proprio per questa vostra passione. Ci sarà la possibilità di ascoltare qualche passaggio medievale in più sul prossimo disco?

Si è vero, il nostro nome deriva dalla forte passione mia e di Casey per il filone medievale e più in generale per quello fiabesco, fantasy. In passato abbiamo attinto, musicalmente, da questo genere e poi l’abbiamo legato alle nostre tematiche espressamente letterarie, vedi il Faust di Goethe per esempio. Non vedo perché non dovremmo ripeterci in futuro, vedrai, ci saranno delle sorprese.

Bene, non vedo l’ora. Senti Thomas, una curiosità: avete utilizzato la nostra lingua, l’italiano, anche per intitolare una intro del vostro ultimo disco, Un Assassino Molto Silenzioso, mi domando perché tra le tante lingue disponibili sul sito ufficiale dei Kamelot, manca proprio l’italiano.

Ahahaahah Gaetano, in effetti hai ragione ma è presto detto: non c’è nessuno disponibile a tradurcelo e a lavorarci sopra periodicamente.

A proposito del nostro paese, cosa pensi della letteratura italiana?

Beh, non la conosco molto… mi viene in mente la Divina Commedia…

Dante Alighieri, esatto, troppo facile però… e se ti dico Alessandro Manzoni?

In tutta onestà, non so proprio chi sia, non lo conosco.

Ma come no, Manzoni, i Promessi Sposi, Renzo e Lucia, Fermo e Lucia…

Uhm… mi dispiace ma proprio non so di cosa parli…

L’anno scorso, ho chiesto ad un insegnante americano quale fosse la differenza tra l’Italia e gli Stati Uniti d’America e sai cosa mi ha risposto?

No, ma sono curioso…

Mi ha detto che la differenza è una sola: la storia . Da buon americano, cosa ne pensi Thomas?

Che aveva ragione…
Ma nel nostro campo la differenza è anche un’altra. Gli italiani hanno il sangue caldo e ai concerti si vede lontano un miglio. Mi ricordo l’ultimo che abbiamo tenuto a Milano, non c’era moltissimo pubblico ma i presenti non ne hanno fatto sentire la mancanza, cantavano tutte le canzoni insieme a noi e ci sostenevano come fossero dieci volte di più. In Germania non è esattamente così, in Giappone non ti dico. Gli italiani sono davvero calorosi!

E’ proprio così Thomas, insomma… One Cold Winter’s Night in Italia diventa One Hot Winter’s Night…

Ahahahahaah hai perfettamente ragione!

Hai per caso sentito il nuovo disco dei Rhapsody? Triumph Or Agony? E in generale cosa pensi dei Rhapsody?

Non l’ho ancora ascoltato perché sono impegnatissimo con la promozione del nuovo live e ci stiamo concentrando sul prossimo disco. Saranno dei mesi piuttosto duri. Ovviamente conosco bene la proposta dei Rhapsody e la apprezzo enormemente. I primi due dischi in particolar modo. Abbiamo anche lo stesso produttore…

Bene, la domanda di prima era per introdurre questa: dimmi la verità, il vostro sound è cambiato con l’avvento dei Rhapsody nel metal? Avete attinto dalla genialità della loro proposta per riuscire a produrre The Fourth Legacy, Karma, Epica e The Black Halo?

Bella domanda, ma non saprei darti una risposta precisa. I primi due album hanno influenzato il nostro modo di vedere le cose ma la proposta dei Kamelot rimane comunque personale e identificabile.

Beh, in fondo è quello che ho sempre pensato. Un paragone oggi tra i Kamelot e i Rhapsody è “quasi” improponibile, avevo quel dubbio proprio su quel passaggio del 1999. Bene, ci sarà un tour di supporto a One Cold Winter’s Night?
 
No, ci sarà invece un grosso tour dopo la pubblicazione del nuovo disco ma ancora non sappiamo quando comincerà e la scaletta precisa delle date che sosterremo.

Ok Thomas, l’ultima domanda: chi è il tuo chitarrista preferito?

Mah, i chitarristi neoclassici li preferisco e Yngwie Malmsteen li batte tutti. Se proprio devo fare un nome solo però ti dico David Shankle, lui è il mio preferito.

Bene, ti faccio i miei complimenti per lo splendido live album che state per pubblicare e che ho già avuto modo di consumare grazie alla SPV, ora ti lascio lo spazio per salutare i nostri lettori e ti do appuntamento alla data di Milano di supporto al prossimo disco!

Grazie a te Gaetano e grazie a tutti quelli che fino ad oggi ci hanno sostenuto. Saluto in particolar modo tutti quei ragazzi che sono venuti al Rainbow di Milano apposta per noi (si ricorda il nome del locale sbagliato ndg), non dimenticherò quel concerto e quel calore che ci avete riservato. Vi do appuntamento al prossimo tour per bissare quella splendida serata.

Gaetano Loffredo