Kayser (Spice)
Per chi avesse perso le speranze di potersi ancora sorprendere ed emozionare
di fronte all’avanzata del thrash metal “made in Sweden”, i Kayser giungono come
ancora di salvezza, grazie a un disco coi fiocchi,
Frame The
World…Hang It On the Wall, suonato e prodotto splendidamente, ma
soprattutto fresco, passionale, corposo, ricco di musica da ascoltare con il
massimo trasporto. Ecco le parole del frontman Spice. Buona lettura.
Ciao Spice come stai? Come sta procedendo la promozione di Frame The
World…Hang It On the Wall?
Spero che stia procedendo bene, non posso dirlo con esattezza.
Vi aspettate molto da Frame The World…Hang It On the Wall? Dopo un buon
disco come Kaiserhof le aspettative erano molto alte.
Si, abbiamo grandi aspettative. Noi sappiamo di aver fatto davvero un buon
disco e stiamo facendo di tutto per promuoverlo là fuori.
Ritengo che il vostro ultimo album sia tra le migliori produzioni uscite
recentemente in ambito thrash metal (e non solo), decisamente più maturo
rispetto a Kaiserhof. Che ne pensi?
Assolutamente! Il disco contiene molte variazioni, non procede solo in
un’unica direzione. Sebbene abbia dodici canzoni differenti, fanno tutte parte
del dipinto.
Per me la qualità migliore del disco è l’inserimento di diverse influenze
(anche estranee al mondo metal) come il rock, lo stoner, il thrash classico e la
sua evoluzione più moderna, il tutto con un gusto melodico molto buono,
equilibrando al meglio il sound. Quanto è difficile infondere un tocco personale
a un lavoro così variegato?
Noi avevamo una strategia per questo album, come l’avevamo per Kaiserhof. Con
quest’ultimo lavoro abbiamo aperto diverse porte… Non volevamo comporre un
Kaiserhof parte 2… Se Kaiserhof era uno spezzatino piccante, Frame The
World…Hang It On the Wall è un’intera cena con dessert. Volevamo inserire più
colori nelle nostre canzoni, incorporare diversi stili musicali… mantenendo il
metal come base. Abbiamo aggiunto semplicemente dei gusti differenti nei brani.
La musica non dovrebbe essere schematica… bianco o nero. Non mi piacciono solo
uno o due tipi di musica.
In sede di recensione avrei potuto citare qualsiasi brano, dal momento che
sono tutti molto belli, potenti e melodici, ma non ho potuto non citare Absence,
la canzone che più si distingue dalle altre. Puoi parlarci di come è nato questo
pezzo?
Ho scritto quel brano tra il 91 e il 92. L’ho registrata nella prima parte
del 93 con la band in cui militavo prima degli Spiritual Beggars. Il testo parla
di come mi sentivo all’epoca… sono passati molti anni, ma c’è ancora una parte
della canzone che posso relazionare ad oggi. Per quanto riguarda i riffs… Puoi
sentirci i Black Sabbath, Pink Floyd, i primi Metallica, e alcune strutture e
influenze di John Frusciante.
Mi è piaciuto molto anche l’inserto di organetto nella conclusiva Jake.
Potrebbe essere uno spunto da utilizzare anche in futuro?
Forse… Se sarà presente la persona giusta… Non puoi mai sapere.
Sono rimasto piacevolmente colpito dalla tua prova vocale, capace di
adattarsi bene ai vari frangenti del disco, dalle melodie dei ritornelli di
brani come Everlasting a un timbro rabbioso come in Not Dead…Yet o in Born
Into This. Come ti prendi cura della tua voce?
Ho imparato a prendere più cura di me stesso oggi, di quanto ho fatto in
passato. Non fumo più e non assumo più droghe… Difficilmente
bevo…Cazzo…Suono come un vecchio e noioso peto. Non vivo la stessa vita che
ho passato un paio di anni fa.
Puoi spiegarci il significato del titolo? Da quello che si può capire, ti
sei ispirato alla realtà che ci circonda per scrivere i testi… C’è un concept
dietro al disco?
Immagino il titolo come uno schermo di un televisore. La gente comune guarda
le news al sicuro nel proprio soggiorno. Molte persone vorrebbero poter ritrarre
tutto quello che capita nella propria vita. Inoltre… vedo anche degli uomini
ingordi… Cacciatori… Che guardano le azioni violente (guerra o qualsiasi
altra cosa) che accadono nel mondo come fossero trofei. Per quanto riguarda le
lyrics… Ho scritto di bugie, falsità, speranze, dubbi, sogni e madri. Il
consueto mondo di Spice. Se trovi un concept è solo nell’ordine dell’universo.
Non potrei scrivere in modo diverso, questo riflette come io vedo il mondo. So
di non scrivere in modo esplicito e ovvio. Cerco di scrivere in modo contorto,
da un diverso angolo (per donare un doppio significato), così ti puoi fare una
tua personale idea su cosa esprime la canzone. Il più delle volte c’è più di un
modo per leggere i miei testi, ho le mie parole preferite che spesso utilizzo
come metafore.
La copertina del disco è stata curata da Niklas Sundin. Come è nata
questa collaborazione e c’è qualche riferimento coi temi trattati nel disco?
Ci sono state mandati molti disegni, e quando abbiamo visto questa immagine,
abbiamo subito capito che si sarebbe accoppiata bene con il titolo.
Quanto hanno influenzato le esperienze fatte con le altre band in cui hai
militato per lo sviluppo del sound dei Kayser?
Si cerca sempre di imparare dai propri errori, e di conservare le cose buone.
Tutto quello che fai nella vita te lo porti dietro, e questo vale anche per la
musica. Ogni giorno è una nuova pagina… una nuova pagina di una storia che
continua.
Intraprenderete un tour per il supporto di The World…Hang It On the
Wall? Passerete in Italia?
Ci stiamo lavorando sodo. Stiamo dando tutti noi stessi per far mostrare al
mondo chi siamo.
Vi ho visto all’Evolution Festival questa estate e credo che siate stati
un po’ penalizzati dal vostro orario di esibizione… Siete rimasti soddisfatti
del pubblico italiano?
Prima di tutto… 10.55 del mattino… Troppo presto per un “metal attack”…
Noi non siamo arrivati al nostro hotel prima delle tre di notte a causa di
problemi all’aeroporto. E non ci è piaciuto dover tagliare il nostro set di
venti minuti. Ma a parte questo ci siamo sentiti bene. E’ stato bello tornare
ancora in Italia, e spero di venirvi a trovare ancora con un nostro tour e
suonare un intero set.
Avete intenzione di girare un videoclip estratto dal nuovo disco?
Non abbiamo ancora deciso se farlo e quale canzone scegliere eventualmente.
Dovete aspettare.
Ti ringrazio molto per il tempo dedicato per questa intervista. Puoi
concludere come preferisici.
Zlatan ha la mentalità di un bambino viziato di 8 anni (questa dovrebbe
proprio spiegarla… nda). Supportate i Kayser! Ciao, Spice.
Stefano Risso