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Keel (Ron Keel)

Di Fabio Vellata - 18 Febbraio 2010 - 0:05
Keel (Ron Keel)

Avere a che fare con personaggi del calibro di Ron Keel, fondatore e leader indiscusso degli americani KEEL, è sempre un piacere.
Il gruppo, particolarmente celebre nel corso dei grandi anni ottanta, proprio in queste settimane è tornato alla ribalta dopo un silenzio durato qualche tempo. Disquisire con il singer americano a riguardo della ristampa del seminale “The Right To Rock” – uscito originariamente nel 1985 – e del freschissimo “Streets Of Rock’n’Roll”, nuovo album che riporta in auge tutte le caratteristiche peculiari tipiche del “Keel sound”, ci ha permesso di scoprire un gentleman autentico ed un musicista, ancora oggi, a distanza di tanti anni, profondamente innamorato del proprio lavoro.

Buona lettura!

Ciao Ron! È davvero un piacere ospitarti sulle nostre pagine!
Orbene, Frontiers records poche settimane fa, si è occupata della realizzazione di ben due vostri album. L’inedito “Streets Of Rock’n’Roll” e la reissue dello storico “The Right To Rock”. Da chi è partita l’idea di questa nuova ristampa e quali sono le sue motivazioni?

Per noi, il fatto che Frontiers abbia deciso di pubblicare questi due album in contemporanea – il nostro nuovo disco da studio e la reissue celebrativa dei venticinque anni di “The Right To Rock” – è stato un evento a dir poco speciale.
Abbiamo cercato a lungo di acquisire i diritti del nostro ellepì del 1985, ed alla fine ci siamo riusciti proprio lo scorso anno, cosa che ci ha poi messi nella condizione di poterlo “offrire” alla nostra nuova label.
Era stato prodotto in CD solo in Giappone – tutte le altre edizioni sono bootleg non autorizzati – e credo quindi, sia davvero una gran cosa poterlo avere finalmente inciso in una rimasterizzazione digitale a disposizione veramente di tutti!

Mi pare di ricordare che all’epoca il disco, ed ancor più la title track, vennero descritti come una reazione netta nei confronti della crociata censoria attuata contro il rock, da parte delle mogli di  alcuni membri del congresso americano…dico bene?

In realtà “The Right To Rock” fu scritto come sfogo e diretta conseguenza di tutti i momenti negativi in cui ho tentato di avere successo in qualità di cantante rock. La questione della censura è arrivata un attimo dopo l’uscita del disco e la canzone è divenuta in breve uno degli inni preferiti della libertà d’espressione, ottenendo grande successo e risonanza mediatica.
È un pezzo incentrato sullo spirito di ribellione che si identifica perfettamente con il rock’n’roll, uno spirito di cui tutti hanno il diritto di godere!

Avrai ricordi speciali di quesi tempi…

Eh sì, ho davvero molti bei ricordi di quell’epoca: dal vivere per strada, sino a provare realmente cosa sia il classico “sogno del rock’n’roll” di cui si favoleggiava soprattutto in quel peridodo. Furono esperienze del tutto incredibili: improvvisamente ci trovammo in tour, sulle radio, in TV, sui giornali. Tutto era accaduto molto in fretta!
Al momento, t’illudi che sia una cosa che può durare per sempre, ma come normale, non è così.
Permettimi di dire quindi, per ricollegare le due cose, che ora siamo davvero in grado di apprezzare ogni opportunità che la vita ci offre e siamo felici di poter tornare sulle “strade del rock’n’roll”!!!

Facciamo ancora un attimo un salto indietro nel tempo. Ai vostri esordi, avete ottenuto l’appoggio niente meno che di un personaggio sopra le righe come Gene Simmons, vostro mentore e sponsor principale.
Com’era lavorare con un tipo del genere?

Come ovvio, Gene è una vera icona del rock e gli saremo sempre grati dell’aiuto e del suo immenso contributo alla nostra carriera.
Era straordinario sia in studio, sia negli affari: ci ha insegnato moltissimo e ci ha dato grandi spunti anche durante le registrazioni. C’era sempre qualche grosso nome che capitava a trovarlo: Ted Nugent, piuttosto che Edward Van Halen, ed era parecchio difficile per noi suonare di fronte a gente di quel calibro! Ah, e naturalmente, aveva sempre intorno un sacco di belle donne per avere le migliori ispirazioni!!! Ah ah ah!

Cosa mi dici invece di questa reunion? Da chi è partita l’idea?

La reunion è stata una conseguenza naturale del fatto che siamo amici da sempre e lo siamo rimasti anche in tutto questo tempo.
Abbiamo lavorato insieme nel music business nel corso degli anni ed allo scadere del nostro venticinquesimo anniversario nel 2009, ci è sembrato perfetto celebrare la ricorrenza con qualche show in giro per gli Stati Uniti..
L’Europa nel frattempo, era riuscita a mantenere viva l’attenzione sulla musica rock soprattutto con i grandi festival e, poco alla volta, anche gli States hanno seguito l’esempio con i vari Rocklahoma, M3, South Texas Rock Festival ed altri ancora.
Questi eventi hanno permesso a gruppi come i KEEL di ritornare a calcare le migliori scene, consentendo loro di suonare e di essere visti nel modo necessario e vitale per questo tipo di musica.
Mentre la reunion prendeva quota, l’eccitazione di lavorare e suonare di nuovo gomito a gomito si è trasformata in breve tempo in canzoni ed idee. A quel punto abbiamo deciso di andare avanti e scrivere un nuovo album che poi è diventato “Streets of Rock’n’Roll”.

Com’è stato registrare un disco nuovo a distanza di anni? Hai notato grosse differenze?

Una delle cose principali nel costruire un buon disco è l’equilibrio. Devi lavorare duro ed essere preparato, ma allo stesso tempo, devi avere la giusta flessibilità e non farti spaventare dagli esperimenti e dall’improvvisazione. Ce lo ha insegnato proprio Gene Simmons.
E con il nostro nuovo produttore, Pat Regan, abbiamo trovato un bilanciamento perfetto tra il nostro approccio old school di fare le cose ed il suo modo di lavorare molto tecnico e moderno,  miscela che ha trasmesso al disco un feeling “classico”, con una qualità di suono che compete con chiunque sulla piazza.
Dopo le sessioni iniziali a Los Angeles dove abbiamo registrato le tracce base, sono tornato a casa a Las Vegas per incidere la voce nello studio di Paul Shortino. Nel frattempo Bryan e Marc lavoravano sulle chitarre e gli assolo ad L.A.. Incidere con Paul è stato sensazionale: si tratta davvero di un grandissimo singer, un artista capace di capire al volo l’importanza degli aspetti legati alla creazione di grandi linee vocali, dell’intensità, delle atmosfere e dei toni, e con il suo mixer monitor abbiamo potuto sperimentare varie melodie ed approcci al cantato differenti. A volte ho dovuto eseguire un brano due o tre volte, prima di arrivare ad un risultato di cui essere davvero orgoglioso.
E alla fine, assemblare tutti i componenti nel mix conclusivo è stato incredibile. Stavo facendo il mio tour solista di supporto agli Y&T nel Regno Unito, proprio mentre Pat ultimava il missaggio delle tracce.
Così mi hanno dovuto spedire via internet i vari progressi, a cui io ho risposto con i miei commenti ed indicazioni. Questo filo diretto continuo, ci ha permesso di lavorare a stretto contatto anche in giro per il mondo.
Insomma, l’intera esperienza è stata per me, una delle recording session più particolari e significative di tutta la mia carriera!
 

 

A nostro modo di vedere, “Streets” potrebbe essere classificato come una sorta di riassunto di tutti quelli che sono i vostri diversi stili ed approcci musicali.
Dal rock più schietto e veloce, al mood “hair metal” dell’omonimo Keel. Nonostante ciò, sembra evidente il vostro desiderio di rimanere quanto più ancorati possibile alle vostre radici musicali.
Ti pare una disamina adeguata?
 

Abbiamo solo tentato di fare un buon disco hard rock da poter presentare con orgoglio alla nostra label ed ai nostri fan. Non abbiamo mai parlato o discusso della direzione musicale: non ci abbiamo proprio mai pensato!
Ci siamo impegnati a scrivere canzoni che potessero piacere a noi, seguendo il nostro cuore e la nostra voglia di divertirci facendo musica.
Sicuramente hai ragione quando dici che i brani ed il sound di “Streets” sono un po’ un riassunto di tutto ciò che hanno rappresentato i KEEL: uno stile solido ed una direzione definita, comunque abbastanza peculiare e caratteristica da coinvolgere l’ascoltatore in un viaggio di puro rock and roll, con qualche “salto”, qua e la, lungo il percorso.
E sì, confermo anche quanto dici sulle nostre radici: è stato importante mantenerle intatte.
Sebbene molti di noi abbiano avuto esperienze con forme musicali diverse, dal country al thrash, c’è solo uno modo per essere i KEEL ed è esattamente quello che crediamo tutti si aspettino da noi!
 
Curiosità: in passato eravate soliti onorare il classico rock con qualche cover famosa, cosa che questa volta non è avvenuta…motivo?

Abbiamo deciso di non metterne nessuna questa volta. Ne avevamo un paio in mente, ma ci sentivamo talmente forti con il nuovo materiale da pensare che rubargli spazio con altro sarebbe stato un vero peccato. Abbiamo preferito, per una volta, interrompere la tradizione.

Come interpreti dal tuo punto di vista, questo rinnovato interesse per il rock in generale che si sta verificando in questo ultimo periodo?

Beh, credo ci siano essenzialmente un paio di ragioni. Molti dei fan originali, quelli degli anni ottanta per intenderci, sono cresciuti ed hanno avuto dei figli a cui hanno insegnato l’amore per questa musica. Stiamo infatti ricevendo un grande numero di messaggi da un pubblico di giovanissimi che ha imparato ad apprezzarci grazie ai loro genitori.
In più, credo che video games, come Guitar Hero e Rock Band, abbiano presentato alle nuove generazioni i gruppi che hanno ispirato le nostre epoche, gruppi come AC/DC, Aerosmith, Van Halen e Judas Priest, per citarne qualcuno…

Parliamo però ancora un attimo del vostro come back.
Come lo dobbiamo intendere? Come una cosa estemporanea, o avete intenzione di dare continuità alla reunion?

Questa è decisamente una nuova era ed un nuovo capitolo della nostra storia. Ma per ora, stiamo pensando solo a goderci il momento senza pensare al futuro.
Promuovere “Streets of Rock’n’Roll” e “The Right To Rock” è la nostra priorità attuale, seguita dalla preparazione dei live show che terremo nel corso della prossima estate.
La vita è un viaggio e nessuno sa cosa possa riservare il futuro: io sono convinto che i KEEL siano tornati per restare e fintanto che ci sarà un’opportunità per noi di suonare, divertirci ed intrattenere il pubblico, non ce la faremo sfuggire!

Hai ancora degli obiettivi precisi in carriera?

Direi che sono stati tutti realizzati. Abbiamo creato ed inciso un album molto speciale e nonostante quello che potrà essere nella realtà, nel mio cuore è già un disco di platino.
Il mio lavoro adesso, è quello di promuoverlo attraverso le interviste, sui siti web, sulle radio, sul palco. Poi lasceremo giudicare il pubblico.
Io non sono solo un cantante, un musicista ed un compositore: io sono prima di tutto, un fan dei KEEL e voglio ascoltare questo disco ancora ed ancora, sparandolo a tutto volume!!!

Pensi ci saranno altre ristampe di vostri vecchi LP?
 

La Universal ha appena realizzato “The Final Frontier” e “Keel” per il download digitale. Questi album e le rimasterizzazioni digitali del nostro debut “Lay Down The Law” ,sono tutte disponibili presso il nostro sito web http://keelnation.com.
Speriamo che i nostri fan siano lieti di poterli avere a portata di mano, tuttavia io suggerisco caldamente di dare la precedenza a “Streets Of Rock’n’Roll”…
 
L’immediato futuro vi vedrà on stage immagino…

Tra i vari impegni, stiamo cercando di organizzare qualche concerto di grande profilo per quest’estate. Torneremo in Europa tra gli headliner dello Stockholm Rock Out Festival il prossimo 30 aprile, e speriamo di confermare la presenza a qualche altro festival di richiamo a breve.
Siamo sul punto di fare qualche annuncio importante e spero quindi che i fan mantengano sotto controllo il nostro sito web.
Per quanto mi riguarda personalmente invece, non faccio piani precisi: canterò, scriverò, suonerò, inciderò, seguirò i cambiamenti e le avventure che la vita mi presenterà.
Voglio godermi ogni giorno, lavorare sodo e divertirmi un sacco!
 
Molto bene, direi che siamo arrivati al dunque. Non mi resta altro che invitarti a salutare i nostri lettori ed i tuoi fan in Italia come meglio preferisci…

Oh ma certo!
Come alcuni forse sapranno, ho vissuto per un intero anno, tra il 1999 ed il 2000, nel vostro bel paese, vicino a Catania in Sicilia. Ho un posto molto speciale nel mio cuore per quei luoghi e quelle persone.
So che in Italia apprezzate ed avete grande amore per la buona musica e spero possiate godervi questo nuovo album dei KEEL insieme a me!

Ti ringrazio molto Ron e ti auguro ogni bene per il futuro!
 
Fabio, grazie a te. Perdonami se sono stato prolisso: ho voluto rendere questa chiacchierata un po’ speciale, garantendo a te ed ai tuoi lettori tutta la mia attenzione!
Ciao e rock on!!!


Fabio Vellata
(Ha collaborato: Francesco Maraglino)

Discografia:

·    1984 – Lay Down the Law
·    1985 – The Right to Rock
·    1986 – The Final Frontier
·    1987 – Keel
·    1989 – Larger than Live
·    2010 – Streets of Rock ‘N’ Roll


Sito ufficiale: http://keelnation.com/