Kenòs (Marcello Fachin)
Non si preoccupano certo di fare tanti complimenti i nostrani Kenòs, né su disco né tantomeno in sede di intervista. Abbiamo rivolto qualche domanda al bassista della band, Marcello Fachin, che a chiare lettere ha risposto esponendo senza troppi giri di parole la propria linea di pensiero. Bando alle ciance, a lui la parola!
Ciao ragazzi, volete presentarvi ai lettori di Truemetal che ancora non conoscono i Kenòs?
Ciao Riccardo, sinceramente spero non esistano lettori di truemetal che ancora non ci conoscano, ahaha! A parte gli scherzi, i KENOS sono una death metal band italiana, non credo interessi sapere altro.
Potete darci un primo bilancio del responso di pubblico e critica dopo l’uscita di “The Carving”?
Straordinario. In Italia hanno definito il nostro ultimo disco come una delle uscite più di rilievo del panorama Death Metal, all’estero la cosa è stata ulteriormente ribadita. Siamo molto soddisfatti di tutto questo…
Metal estremo e sperimentazione: quanto incide ciascuno di questi due elementi nel vostro modo di comporre?
Difficile a dirsi, suoniamo un po’ quel cavolo che ci pare, senza grosse limitazioni o tendenze particolari… ci divertiamo a scrivere i nostri brani, penso che molte band più blasonate dovrebbero imparare a fare la stessa cosa… la mia filosofia è suonare al meglio delle mie potenzialità e soprattutto musica che piaccia a me, sinceramente degli altri non me ne può fregar di meno!
E quale importanza rivestono le liriche nella vostra musica? Ritenete che debbano essere un elemento essenziale o che possano limitarsi a rivestire un ruolo di contorno?
Importanza?! Da quando le liriche per una band Death Metal (italiana poi!) hanno importanza?…per noi ce l’hanno, eccome. Sono fondamentali. Spesso è la musica a far da contorno a questo aspetto, raramente il contrario.
Se non vado errato, è ormai passata una decina di anni dalla nascita dei Kenòs: quali sono gli ostacoli più significativi che avete incontrato sul vostro cammino finora? Quali i momenti più duri e quali le maggiori soddisfazioni?
Guarda, in quasi otto anni dalla nascita della band ne abbiamo passate di tutti i colori e la maggior parte delle volte grazie a una valanga di teste di cazzo che hanno sempre cercato di metterci i bastoni tra le ruote. Queste sono state le principali complicazioni. Le maggiori soddisfazioni? Averlo messo nel culo a quella famosa valanga di teste di cazzo.
Restringendo il focus sugli ultimi anni, come sono cambiati i Kenòs dai tempo di “Intersection” a oggi?
Siamo cresciuti e probabilmente anche maturati. Certo è che la band è sempre la stessa, la voglia di fare musica anche. Probabilmente l’esperienza accumulata ci ha reso molto più spietati rispetto a un tempo; il nostro è un mondo in cui le cose te le devi prendere con la forza, senza aspettarti mai niente da nessuno… spesso anche se te le meriti qualche stronzo fa in modo che non arrivino mai. E li scatta il death metal amico mio, nel vero senso della parola!
Parliamo di concerti: come valutate la situazione in Italia? Avete notato qualche cambiamento, in meglio o in peggio, negli ultimi tempi?
Nessun cambiamento in meglio o in peggio. Da una parte le cose migliorano giorno dopo giorno, dall’altra peggiorano nello stesso modo… l’Italia è un paese bizzarro, anche dal punto di vista della musica estrema, ma noi siamo italiani e probabilmente è anche colpa nostra se la situazione è questa…
Quanto a voi, che importanza ha l’attività dal vivo per la vostra band?
Molta. Cerchiamo sempre di prendere parte al maggior numero di eventi live, è davvero il massimo suonare davanti al tuo pubblico. Purtroppo nel nostro amato paese esistono delle organizzazioni di booking che si divertono a fare quel cazzo che vogliono loro, sbattendosene ampiamente di tutto e di tutti. Sono fermamente convinto che ci si stia avvicinando sempre di più al racket mafioso della musica dal vivo. Dal canto nostro ci troviamo quindi spesso tagliati fuori dai grossi eventi, probabilmente non interessiamo come band, oppure non siamo disponibili a pagare abbastanza per aprire il Gods Of Metal con un’esibizione di 7 minuti… e allora meglio farci suonare gli stessi gruppi di sempre, gli stessi cazzo di gruppi che da vent’anni rompono le palle a tutti quanti…
Quali sono a vostro avviso i problemi maggiori della scena metal italiana? Avete in mente qualche soluzione praticabile che potrebbe aiutare a risolverli?
Problemi? Personalmente non mi interesso dei problemi della scena metal italiana, che si interessi lei ai nostri una volta tanto!
Un recente provvedimento del governo francese ha dato un secco giro di vite al download illegale di mp3. Qual è la vostra opinione in merito?
Ti dirò, non scarico tutto il giorno musica da Internet per il semplice fatto che non ho un computer che mi permetta di farlo. Il 99% dei metallari italiani (compreso i musicisti!) scarica musica a go-go… mi fanno incazzare, non sai quanto, gli stessi che invece professano totale fedeltà all’acquisto nei negozi di dischi… ma per favore! Se la gente non si scaricasse dischi giorno e notte, probabilmente sarebbe ancora convinta che i Venom suonino black metal e che i Metallica siano la band migliore di tutti i tempi…
Volete parlarci dei vostri piani e dei vostri obiettivi per il futuro?
Stiamo terminando gli arrangiamenti di X-Torsion, il nostro prossimo album, uscirà nel novembre 2008… poi, forse, qualche concertino qua e la giusto per non perdere il vizio,ahaha!!
Era l’ultima domanda, vi ringrazio per la disponibilità e per il tempo che ci avete dedicato. A voi l’ultima parola.
Grazie a te Rick e a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere questa intervista… ciao canaglie!
Riccardo Angelini