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King’s X (Doug Pinnick)

Di Angelo D'Acunto - 25 Maggio 2008 - 17:51
King’s X (Doug Pinnick)

È da poco uscito XV, nuovo capitolo che festeggia i vent’anni
di carriera dei King’s X. Abbiamo raggiunto un Doug Pinnick
visibilmente stanco delle troppe interviste concesse nelle giornata, che ha
risposto in modo secco e (fin troppo) conciso alle nostre domande. Ecco tutti i
dettagli della breve chiacchierata telefonica. Buona lettura.



Ciao Doug, benvenuto sulle pagine di TrueMetal.it. Sono passati tre anni
dalla release di Ogre Tones, avete passato tutto questo tempo a comporre il
materiale per il nuovo album?

Non esattamente. Abbiamo scritto i nuovi pezzi fra una data e l’altra del
lunghissimo tour di supporto al precedente album.

Il titolo inizialmente doveva essere Go Tell Somebody. Come mai avete deciso
di cambiarlo in XV?

Semplice, se contiamo anche i live e best of, questo è il nostro quindicesimo
album. Al momento ci sembrava il titolo più appropriato.

Che ne dici di parlarmi dei testi che compongono il nuovo album?

I testi sono incentrati come sempre su religione e spiritualità.

Da dove arriva l’ispirazione?

Arriva dal profondo della mia anima.

Pray e Alright sono sicuramente i brani che hanno catturato maggiormente la
mia attenzione, specialmente per via di quel refrain semplice e immediato che si
stampa subito in mente. Ci sono tracce che preferisci rispetto ad altre?

Direi di no. Sono soddisfatto di come è uscito fuori l’intero lavoro.

La produzione è perfetta, sei soddisfatto di questo?

Sì, è venuto fuori il sound che volevamo. Veramente perfetto.

Ti risulta difficile continuare a comporre brani dopo tutte queste release?

Per niente, sopratutto adesso che mi sento in forma come non mai.

Come suona il nuovo album rispetto ad Ogre Tones?

Segue la stessa scia del disco precedente; un hard rock moderno condito da
passaggi funk e blues.

Nel 2007 hai dato alla luce Strum Sum Up, il tuo nuovo disco solista. Ti risulta difficile
muoverti su progetti paralleli?

Non mi risulta per niente difficile, anzi, è divertentissimo muoversi su
progetti differenti l’uno dall’altro.

Parlando sempre di Strum Sum Up; sul disco sono presenti ospiti del
calibro di Wally Farkas e Steve Stevens. Come ti sei trovato a lavorare con
questi artisti?

Oh, benissimo! È sempre un grande piacere lavorare con artisti di questo
calibro.

I King’s X si differenziano maggiormente dagli altri gruppi per le tantissime date
effettutate durante i lunghi
tour. Non siete stanchi della frenetica vita on the road?

Se ci sentissimo stanchi di fare quel che più ci appaga e che ci rende felici
direi che sarebbe ora di andare in pensione. Continueremo a suonare il più
possibile, fin quando ne avremo la forza ovviamente.

Come si comportano i King’s X quando salgono on stage?

I nostri show sono energici, semplici e senza troppi effetti di scena, quel che
contano sono solo le emozioni che riusciamo a trasmettere al nostro pubblico.

Come vedi la scena musicale attuale? Ci sono band che preferisci rispetto ad
altre?

Non seguo tantissimo la scena musicale odierna.

Avete già programmato le date per il tour di supporto ad XV?

Ci stiamo lavorando, per ora aspettiamo prima la pubblicazione del disco e i
relativi riscontri da parte della critica.

Che reazioni ti aspetti da parte del pubblico e della critica?

Sono sicuro che XV farà parlare molto bene di sé sia in America che in Europa. È
un ottimo disco, forse fra i migliori che potevamo registrare di questi tempi.

Quali sono le tue influenze come musicista?

Se devo citare qualche gruppo, direi Beatles e Black Sabbath su di tutti. È
grazie a queste due band se mi sono avvicinato al fantastico mondo della
musica.

Cosa vedi nel tuo futuro?

Spero di poter continuare a suonare e comporre la mia musica il più a lungo
possibile.

Ho finito le domande. A te l’onore di chiudere l’intervista.

Grazie per l’intervista e per il supporto che ci date. Grazie di cuore.





Angelo ‘KK’ D’Acunto