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Kiss: Gene Simmons “Il rock è morto. Non c’è ricambio e i giovani indossano le magliette delle band senza conoscerle”

Di Manuel Gregorin - 2 Dicembre 2024 - 18:47
Kiss: Gene Simmons “Il rock è morto. Non c’è ricambio e i giovani indossano le magliette delle band senza conoscerle”

Il rock è morto? Una domanda che accende ancora oggi numerosi dibattiti. Da una parte chi ritiene di sì, dall’altra invece, chi crede che, nonostante negli ultimi anni soffra la concorrenza di generi come il pop, l’hip-hop ed altre cose più contemporanee, sia un fondo ancora vivo. Gene Simmons rientra nella categoria di quelli che ritengo il rock ormai defunto. Durante un’ apparizione al The Zak Kuhn Show, Simmons ha parlato di questa sua convinzione:

“Il rock è morto già un po’ di tempo fa, e lo è ancora oggi. Certa gente non se ne rende conto perché abbiamo tutti le nostre canzoni preferite e le nostre band preferite. Ma proviamo a fare una specie di gioco. Dal 1958 al 1988, sono passati 30 anni. Cosa è successo durante quel periodo? Beh, abbiamo avuto Elvis Presley, i Beatles, i Rolling Stones, Jimi Hendrix, i Pink Floyd, David Bowie e tutta quella musica che ci piace pensare che duri per sempre. Nel mondo della disco pop c’erano Prince e Madonna. C’erano le chitarre pesanti degli AC/DC, gli Aerosmith e così via. Era un menù musicale molto, molto ricco. C’erano le band prog, c’erano gli Yes, i Genesis, i Gentle Giant, e c’erano le band heavy, i Led Zeppelin e così via. E dal 1988 a oggi, sono passati quasi 40 anni. Chi sono i nuovi Beatles ?”

Una situazione tutt’altro che buona per la nostra musica preferita, secondo Simmons, che continua con il suo ragionamento:

“Successivamente ci sono stati i Nirvana, ma se tu camminassi per strada e chiedessi a un ventenne: ‘Chi era il bassista dei Nirvana?’ oppure ‘Prova a cantare una canzone dei Nirvana?’ non saprebbe di cosa stai parlando. I Beatles, gli Stones ed Elvis, tutti li conoscevano, anche quelli che odiavano la musica rock. Oggi invece non è più così, i giovani non conoscono questi nomi. Lo so perché mio figlio Nick, quando aveva poco più di 20 anni. Ha visto una ragazza carina con una maglietta dei Rolling Stones, quella con la lingua sopra. Quindi cerca di aprire la conversazione, si avvicina e la sua prima battuta è ‘Oh, quindi sei una fan, eh?’ E lei risponde, ‘Di cosa?’. E Nick dice, ‘I Rolling Stones’. Lei fa, ‘Rolling Stones? Che cosa sono? Una band?’ Nick allora dice, ‘Stai scherzando? Indossi la loro maglietta.’ E lei fa, ‘Oh sì, mi piace solo la maglietta’. E Nick ha detto, ‘Devi conoscere i Rolling Stones. Non puoi non aver mai sentito Satisfaction.’ e canticchia il riff. ‘No. Non l’ho mai sentito.’ Poi mio figlio ha continuato ‘Non hai mai sentito parlare di Mick Jagger?’ E lei risponde -e quello che sto per dirti è vero. Nessuna esagerazione- ‘Mick Jagger. Oh, sì, il serial killer’. Dai per scontato che la gente conosca certe cose, ma al giorno d’oggi invece, con molte persone non è più così.”