Korpiklaani (Jarkko)
Dalla Finlandia con furore: il Clan Della Foresta è la solita ventata d’aria fresca nel metal odierno, e Korven Kuningas un disco ermetico, un album che non riuscirete a togliere dal vostro lettore. Il bassista della band, Jarkko, ci parlerà della nuova release e… di birra: poteva essere altrimenti? Buona lettura.
Servizio a cura di Gaetano Loffredo
Ciao Jarkko, innanzitutto vorrei complimentarmi per il vostro nuovo album “Korven Kuningas”. Al termine dell’ascolto di questa “colonna sonora folk” mi sono detto: “Bene, ora sono pronto per bermi una bella birra, non prima di aver nuovamente premuto il tasto play”. E da qui che prendo spunto per la prima domanda: ho un amico finlandese che mi ha pregato di chiederti se ti piace la “Karhu Beer”, una birra finlandese.
Ciao Gaetano. Si, certo, piace a tutti quella birra (ride, ndg).
Oppure la “Lapin Kulta”, è corretta la mia pronuncia?
Ah sì conosco anche quella, si pronuncia così però, se devo essere sincero, non ne vado pazzo: ha un sapore molto particolare, è una specie di versione finlandese della Budweiser.
E se parlassimo di birra italiana?
Guarda, ho certamente bevuto birra in Italia, ma sinceramente non me ne ricordo il nome.
Le più note sono la birra Moretti e la Peroni.
Moretti… si mi ricorda qualcosa, mi sa proprio che ho bevuto anche quella (risate, ndg).
Ok, tolta questa curiosità direi di iniziare con l’intervista vera e propria. Partiamo dal nuovo contratto, che avete firmato con una delle etichette più importanti al mondo: la Nuclear Blast. Quali sono le principali differenze tra Nuclear Blast e la vostra precedente etichetta la Napalm Record?
Beh, ci sono tantissime differenze tra le due case discografiche. La prima, senza dubbio, è la capacità in fase promozionale. Pensa che quando uscì il nostro primo disco feci giusto un paio di interviste e ora, grazie al servizio della Nuclear Blast, me ne sono dovute “sorbire” dodici in due giorni (ride, ndg). Un’altra differenza, molto importante, è dovuta all’organizzazione interna delle due etichette: con Napalm Records entravamo spesso in contatto, ma non ho mai visto, per esempio, nessun rappresentante ai nostri concerti, ma oggi, abbiamo riferimenti costanti: quelli di Nuclear Blast sono sempre presenti e ci seguono in ogni nostro spostamento affinché tutto si svolga nel migliore dei modi.
Credo che le differenze, tra l’altro, ci siano anche a livello economico…
Sinceramente, viste le piccole dimensioni e le contenute risorse a disposizione della Napalm, ogni nostra richiesta portava ad un contenzioso, basta pensare a tutti i problemi legati alla pubblicazione del nostro esordio e all’organizzazione di quel tour per rendersene conto. Con Nuclear Blast, per ora, non abbiamo avuto nessun problema e la loro programmazione è curata e precisa.
Volevo spendere qualche parola sulla produzione di cui gode il vostro nuovo lavoro, è tutta “farina del vostro sacco” oppure è un discorso legato alle possibilità economiche della Nuclear Blast?
Senza dubbio è stata la miglior produzione che abbiamo mai avuto, e ciò è dovuto sia alla nostra nuova etichetta, sia alla maturazione della band. Abbiamo registrato Korven Kuningas nel nostro solito studio e la produzione è stata affidata alle stesse persone del passato. La maturazione a cui ho accennato era “palpabile” durante le varie fasi di registrazione: a differenza del passato siamo entrati in studio con idee molto chiare e sapevamo esattamente che sound avremmo dovuto conferire ai nuovi pezzi. Ad esempio, per ciò che concerne i suoni della batteria, è stato fatto un lavoro attento, scrupoloso, e ci abbiamo lavorato tutti. Questo metodo è stato applicato ad ogni strumento: l’album ne ha certamente giovato.
Jarkko, mi pare che i primi due album dei Korpiklaani fossero molto più aggressivi rispetto ai tre successivi. In tale ottica mi sembra che “Korven Kuningas” sia una perfetta sintesi dei vostri primi quattro lavori, non troppo pesante e non troppo folk, cosa ne pensi?
Il nuovo disco è una evoluzione naturale della nostra musica, esattamente com’era successo per i lavori precedenti, e credo che questa sia la ricetta migliore per fare un buon lavoro. Se pianificassimo la direzione musicale perderemmo in creatività, e le nostre composizioni risulterebbero di una qualità inferiore.
“Korven Kuningas” è il titolo che avete scelto per il vostro nuovo album: qual è il suo esatto significato?
Letteralmente vuol dire “Re della Foresta”.
Che si affianca al termine Korpiklaani tradotto è “Clan della Foresta”…
Esattamente, le parole “Korven” e “Korpi” hanno la stessa matrice ed indicano la foresta.
A differenza di tanti altri, ho apprezzato parecchio la scelta del singolo “Keep On Galloping” che rappresenta al meglio lo spirito del nuovo album. Ci sono pezzi sul nuovo lavoro che ti piacciono particolarmente?
Di canzoni che adoro ce ne sono tante, ma se devo limitarmi alle mie preferite in assoluto ti dico “Kipumylly”, soprattutto per quanto riguarda i testi di cui mi sono sorpreso io stesso quando li ho tradotti in inglese per il booklet. Altri pezzi che voglio menzionare sono “Suden Joiku” e “Runamoine” .
E mi hai citato i brani conclusivi… l’elevata qualità del disco è anche confermata dall’assenza di filler…
Si, lo penso anch’io e questo lo si evince dall’elevato numero di pezzi presenti nel disco. Se alcune canzoni non fossero state particolarmente ispirate, sicuramente non le avremmo inserite nell’album, anche perchè il materiale scritto e presentato era comunque sufficiente.
Parliamo dei testi: il filo conduttore delle canzoni penso sia riferito, come in passato, a temi a voi cari quali la birra e le donne, è corretto?
Ovviamente si, ma più in generale direi che in questo lavoro mancano, a differenza di quanto fatto in passato, momenti più riflessivi, ma si rifanno spesso a poemi legati al folklore finlandese con riferimenti alla natura e alle foreste, abbiamo voluto tributare i boscaioli finlandesi che per noi scandinavi rappresentano quello che erano i cowboy per gli americani.
Una curiosità: come decidete quali canzoni interpretare in finlandese e quali invece scrivere in inglese?
Diciamo che generalmente i testi in finlandese non li scriviamo noi, ma attingiamo al lavoro di persone che ci aiutano in tal senso e che ci scrivono i testi in lingua madre.
Avrei detto il contrario, è così difficile scrivere un testo in finlandese?
Difficilissimo, almeno per quanto mi riguarda. Non riuscirei mai a scrivere un testo in finlandese perché, essendo la lingua madre, si diventa molto più critici e tutto sembra banale, non all’altezza delle proprie idee. Invece la semplicità della lingua inglese permette di dare significati più mirati, e che suonano comunque meglio rispetto ad altre lingue: l’inglese è un po’ la lingua ufficiale del rock.
Parlando di bassisti, so che i tuoi idoli di sempre sono Steve Harris, Geddy Lee, ma parlando di musica più in generale, quali sono state le band o i personaggi che ti hanno maggiormente influenzato?
Beh i nomi dei bassisti che hai fatto corrispondo anche alle mie band preferite, come ad esempio gli Iron Maiden del periodo “Powerslave”, o meglio, gli Iron Maiden fino alla metà degli anni ottanta. Poi sicuramente i primi Black Sabbath e gli Accept.
Mi sorprende che tu abbia nominato solo band del panorama metal e nessuna influenza, invece, di matrice folk…
I miei gusti e i miei interessi nel campo folk non sono nati da influenze specifiche, ma da un qualcosa di personale, quindi se vogliamo parlare di influenze musicali non posso che citarti il metal degli anni ottanta di cui ho una grande collezione di vinili.
Nei tuoi testi fai rivivere le tradizioni della tua terra e la sua storia, ma ci puoi raccontare velocemente com’è oggi la Finlandia? I tuoi connazionali sono orgogliosi della loro storia e delle tradizioni folcloristiche?
Non saprei. I più giovani non danno molta importanza alla storia e alle tradizioni della loro terra, e credo che questa sia una caratteristica comune alla maggior parte dei paesi del mondo, e soprattutto in Europa. Ai giorni nostri, questi temi non interessano alla “MTV Generation”. In ogni caso, trovo interessante il moltiplicarsi di band folk metal che vengono da paesi diversi, e quindi da tradizioni folcloristiche diverse, e questo non può che essere che un ottimo stimolo per far sì che la gente si interessi alla propria storia e alle proprie tradizioni.
C’è qualche possibilità che venga pubblicato un dvd live dei Korpiklaani, Jarkko?
Ne abbiamo parlato a lungo, anche con Napalm Records. Volevamo produrre un DVD registrando la data del Bloodstock Rock Festival ma, visti i problemi legati al cambio di casa discografica, abbiamo accantonato il progetto. Per quanto riguarda nuove registrazioni, beh, dovete chiedere alla Nuclear Blast in quanto, fino ad ora, non abbiamo avuto modo di toccare questo argomento.
Una piccola curiosità Jarkko: c’è qualcuno di voi che ha un progetto solista?
Io al momento non ne ho, ma ad esempio il nostro batterista (Matti Johansson, ndg) ha una propria band, i Falchion, con i quali ha anche pubblicato un disco un paio di anni fa ed è in procinto di entrare in studio per le registrazioni del secondo.
E per quanto riguarda i prossimi impegni dei Korpiklaani? Avete programmato un tour di supporto al vostro ultimo album?
Inizieremo partecipando ad alcuni festival estivi, tra cui la Pagan Fest in Svizzera, ma purtroppo non so darti dettagli su di una eventuale data in Italia. Devo ammettere che amo particolarmente i festival in quanto, vivendo in Finlandia, sono molto impegnativi e ci vogliono circa tre giorni tra lavoro e spostamento per poi suonare un numero limitato di pezzi. I tour, invece, credo siano la parte più bella e gratificante di questo lavoro.
Siamo giunti alla fine Jarkko, e nel ringraziarti per la tua disponibilità voglio lasciare a te l’ultima parola mentre ti auguro un “happy new beer”…
Mi spiace ma non ho cose molto interessanti da dire, anche perché non sto morendo e non saprei quali potranno essere le mie “ultime parole” (risate, ndg).
Gaetano Loffredo