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Korpiklaani (Jarkko Aaltonen)

Di - 25 Giugno 2009 - 20:38
Korpiklaani (Jarkko Aaltonen)

Strano personaggio questo Jarkko Aaltonen. Abituato ad avere a che fare con il vulcanico Jonne Järvelä, la chiaccherata con Jarkko mi ha messo di fronte all’altro lato dei Korpiklaani, quelli calmi e riflessivi, meno interessati al lato rock-star della vita. Non comunque privi di interesse: risposte vere e piene di un’invidiabile oggettività per quella che alla fine si è rivelata un’interessante chiaccherata, fortunatamente priva di quelle risposte preconfezionate per far contenti tutti…

Buona lettura.

Ciao Jarkko come va?

Ciao Alessandro non c’è male, tu?

Abbastanza bene grazie. Partiamo subito parlando del nuovo album, ‘Karkelo’. Soddisfatti?

Sì, siamo soddisfatti. Si tratta di un disco a nostro parere piuttosto buono, con brani tutti di buon livello. Dopo tre dischi registrati con lo stesso produttore abbiamo cambiato e siamo molto felici della maniera in cui abbiamo lavorato: abbiamo speso più tempo in studio, anche in fase di perfezionamento dei brani, e il nuovo staff ci ha aiutato con diverse idee importanti. Siamo arrivati al momento di registrare che avevamo parecchio materiale, più di 20 tracce demo già pronte e complete da cui abbiamo poi scelto quelle che sono andare a comporre il disco.

Come giudicheresti Karkelo rispetto al suoi predecessori? Poi ti dirò la mia…

Rispetto al passato credo che, grazie anche ai cambiamenti di cui parlavamo prima, abbiamo speso più tempo su alcuni dettagli. Rimane un disco tradizionale nello stile dei Korpiklaani, ma credo alcune parti della nostra musica si siano arricchite.

Guarda, sinceramente ho trovato la linea ritmica decisamente più piena e potente che in passato. I Korpiklaani hanno sempre avuto uno schema preciso: canzone veloce e bevereccia in apertura, poi il brano che inizia con i riff di chitarra, poi un momento più lento e riflessivo… stavolta invece mi pare che ci siano molte più composizioni in cui la chitarra emerge in primo piano… e anche i suoni mi sembrano più compatti del solito.

Finalmente qualcuno che se ne accorge. Sì è vero , assolutamente. Il suono delle chitarre è molto diverso e sia batteria che ritmiche sono molto più presenti che in passato. Sai, per noi è facile sentire il disco ed essere consapevoli dei cambiamenti, ma è poi il riscontro degli ascoltatori esterni alla band che fa la differenza.

C’è qualche canzone che ti ha colpito particolarmente?

No, direi che ogni traccia rappresenti l’album abbastanza bene.

Cosa mi puoi dire di Vaari, il personaggio che popola le vostre copertine ormai da qualche album…

Quel signore sui 60 e che si chiama Vaari non è altro che la trasposizione “viva” del logo che fu degli degli Shaman e che ora è dei Korpiklaani. La versione in carne e ossa di quel disegno tribale che vedi su tutti gli album, oltre al logo a lettere.

Rimanendo in tema copertine, come mai una scelta così diversa tra singolo e copertina del full-lenght?

Non mi sono occupato direttamente della scelta degll’artista e del tema, non saprei nemmeno dirti chi l’ha disegnata. Se non ricordo male è un tributo all’artista finlandese di cui abbiamo inserito una cover nel singolo. Si chiama Hector e bene o male anche lui ha la passione per le canzoni da festa e da baldoria come noi.

Avete sempre alternato brani in inglese ad altri in finalndese, questa volta però i brani in lingua inglese sono solo due – le due canzoni alcoliche – mentre il resto è tutto in finlandese? Come mai? Una scelta voluta o puro caso?

Non pensiamo mai a quante canzoni in inglese ci saranno. Scriviamo i pezzi e vediamo quello che salta fuori. Quindi direi puro caso…

 

 

Come decidete se una canzone avrà il testo in finlandese o meno?

Di solito la cosa è molto semplice: se si tratta di canzoni che parlano di bere, di birra e di festa le scriviamo e cantiamo in inglese. Se si tratta invece di temi diversi, legati al folklore, allora le scriviamo in finlandese.

A proposito di Finlandia: di questi tempi la vostra nazione è vista come la terra promessa del metal. Quello che l’Inghilterra è stata durante i 70′ o la Germania durante gli 80′. La situazione è davvero così felice?

No, direi di no. Non credo ci sia una situazione migliore che in Germania o in Italia. Non ci sono spazi su radio e tv, giusto qualche show sparso a orari improponibili. Abbiamo tante band perchè la gente lavora molto duro e con passione. C’è una scena viva ma credo sia tutta questione di passione e niente più. È chiaro che quando c’è una scena viva e popolata le cose non possono che migliorare a livello di numeri, e più band ci sono più possibilità ci sono che escano nomi importanti. Con il metal comunque non si guadagna abbastanza perchè fare il musicista venga considerato un vero e proprio lavoro.

Di certo non sarà un lavoro vero dal punto di vista retributivo, ma da quando tu sei entrato nella band, cioè dal 2003, avete pubblicato almeno un disco all’anno. A cui si aggiungono tour, festival estivi e sessioni per la stesura e registrazione del disco successivo. Insomma gli impegni non mancano. Come fate a conciliare tutti questi impegni con i Korpiklaani alle vostre vite private, tra cui un lavoro “ordinario”?

Non è facile, l’unico modo è mettere le cose nel corretto ordine e darsi delle priorità. Tutti cerchiamo di stare più tempo possibile con le nostre famiglie, di bilanciare tutto nel modo migliore possibile. Ora le cose vanno abbastanza bene ma non posso nascondere ci siano stati alcuni problemi e sacrifici da fare. Per esempio io non vedo i miei amici così spesso come una volta e sono passati anche diversi mesi senza che potessi passare un po’ di tempo con mia madre.

Uno dei membri della band, non ti dirò quale, aveva deciso di abbandonare per passare più tempo con la famiglia. Sono passati tre giorni e la moglie lo ha convinto a ritornare parte dei Korpiklaani. Gli ha detto che non era giusto rinunciare a una cosa a cui teneva così tanto, che questa era l’unica possibilità della sua vita per fare parte di una band e vivere uno dei suoi sogni. Così, tre giorni dopo, si è riunito ai Korpiklaani…

Wow, possiamo dire quasi la donna ideale, o quantomeno sicuramente una compagna con un altruismo invidiabile.

Sì, quello che lei ha fatto è stato bellissimo.

Rimaniamo sugli impegni: qualche settimana fa siete stati negli Stati Uniti con il vostro primo tour al di là dell’oceano, com’è andata?

Benissimo. Non ci aspettavamo di essere così amati nè tanto meno di essere headliner del tour. Stando ai numeri il nostro disco ha venduto 4-5000 copie tra US e Canada, ma tutte le sere c’era moltissima gente a vederci. Poi quando sei in tour con gente come Moonsorrow e Primordial è impossibile non divertirsi.

Quali sono state le maggiori differenze con i vostri tour in Europa?

Sicuramente le distanze: abbiamo passato un sacco di tempo in viaggio, fermandoci e dormendo in posti decisamente bizzarri. Poi l’organizzazione e i locali: in America sono molto più disorganizzati e i posti in cui abbiamo suonato non erano granchè. Gli spazi sono piccoli, non ci sono camerini, non esiste il backstage, non esiste il catering… è molto diverso dall’Europa.

Avete in mente di fare qualche video per il nuovo album? I vecchi sono tutti molto interessanti e direi anche piuttosto divertenti…

Abbiamo girato un video per Vodka. Lo abbiamo fatto in mezza giornata prima di partire per gli Stati Uniti. Non l’ho ancora visto ma credo sarà del tutto differente dagli altri. Abbiamo utilizzato un sistema digitale e lo abbiamo girato tutto in studio.

Per il futuro che programmi ci sono?

Ci riposeremo un po’ a giugno, poi saremo impegnati in diversi festival estivi, saremo in giro con il PaganFest in Europa e poi chissà, credo cominceremo a pensare a un nuovo album.

Bene Jarrko io ti ringrazio della telefonata, del tempo a disposizione e ti auguro una buona serata…

Speriamo… al momento è parecchio rumoroso, c’è Bruce Springsteen che suona nello stadio a 300 metri da casa mia e lo posso sentire come se fossi all’arena.

Poteva andarti peggio, ti piace Bruce Sringsteen?

Mi piace quello che ha fatto prima di Born in the USA, dopo di che davvero nulla di decente. A te piace?

Non sono un fan, conosco qualche sua canzone ma credo sia comunque un miglior sottofondo di quello che solitamente passano oggi…

Su questo non ci sono dubbi.

Bene Jarkko, ti lascio il finale, puoi aggiungere ciò che vuoi e chiudere come preferisci.

Mah… in realtà non è che abbia grandi cose da dire… grazie per l’intervista e il supporto e buona serata anche a te.

Alessandro ‘Zac’ Zaccarini