Kreator (Mille Petrozza)
A due anni di distanza dalla pubblicazione di Hordes of Chaos, dodicesimo full length targato Kreator dato alle stampe nel corso del 2009 da SPV Records, abbiamo approfittato della calata bolognese del quartetto di Essen per raggiungere un febbricitante Mille Petrozza e scambiare quattro chiacchiere a proposito dell’accoglienza ricevuta da quest’ultimo lavoro, del passato e del futuro della band tedesca. Buona lettura!
Ciao Mille e benvenuto sulle pagine di Truemetal.it. I Kreator sono attivi da ben venticinque anni: come stanno andando le cose negli ultimi tempi?
Le cose stanno andando piuttosto bene, non ci si può lamentare. La band negli ultimi tempi ha vissuto un periodo di alti e bassi, ma direi che si tratta di una cosa piuttosto normale dal punto di vista fisiologico, specialmente se teniamo conto della nostra lunga carriera. Sono cose che capitano a tutti, non c’è niente di cui preoccuparsi.
Dopo tutti questi anni passati con la band, c’è un momento o una data in particolare che potresti inequivocabilmente indicare come l’apice assoluto della carriera dei Kreator?
Non c’è un momento in particolare, per me ogni giorno vissuto con i Kreator è speciale. E’ una cosa piuttosto scontata da dire, me ne rendo conto, eppure per me è esattamente così. Guardo indietro e vedo tutto quello che abbiamo fatto, il nostro stile, la nostra discografia, i nostri fan, tutto mi sembra ancora così incredibile. E’ davvero fantastico.
Ormai sei sulle scene da davvero molto tempo, continuamente in tour in giro per il mondo e sempre disponibile a rilasciare interviste. Non inizi ad essere un po’ stanco della vita da musicista? Non avverti un po’ di stress per tutte queste cose?
No, assolutamente no. Magari per altri musicisti queste cose sono diventate di routine, degli impegni noiosi a cui dover sottostare per obblighi contrattuali, ma per me è sempre un piacere andare in tour, salire sul palco, scambiare quattro chiacchiere con i fan. Provo sempre lo stesso entusiasmo degli esordi, tutto è rimasto uguale sotto questo punto di vista.
In questo momento state girando l’Europa con il carrozzone del Thrashfest: come sta andando il tour?
Sta andando molto bene, varie date hanno fatto registrare il tutto esaurito, i fan nel complesso sono eccezionali ed estremamente calorosi, tutti noi ci stiamo divertendo moltissimo. Difficilmente potrebbe andare meglio di così.
Cosa ne pensi di Suicidal Angels, Death Angel e Exodus… le band che vi affiancano in questo Thrashfest 2010?
Tre band fantastiche, estremamente trascinanti, eccezionali da veder suonare. Sono davvero felice di trovarmi in tour con loro.
Dall’alto di una discografia così ampia come quella dei Kreator, quanto è difficile per voi scegliere ogni volta quali pezzi proporre durante i concerti?
Come puoi ben immaginare, la scelta dei pezzi è davvero difficile, quasi una lotteria. Il pubblico richiede a gran voce una vasta gamma di canzoni, dai classici immancabili ai brani che solitamente trovano meno spazio in sede live; dal canto nostro, per quanto ci è possibile, proviamo ad adeguarci alle richieste, anche se sappiamo che non riusciremo mai a soddisfare tutti quanti i nostri fan, ciò sarebbe impossibile. Tuttavia non possiamo proprio lamentarci di questa situazione: non avere tutto questo materiale da riproporre ai concerti sarebbe senz’altro una cosa peggiore, non credi?
Parliamo un attimo del vostro ultimo album, Hordes of Chaos. Puoi svelarci brevemente il significato di questo titolo?
Il titolo Hordes of Chaos si riferisce semplicemente alla situazione in cui è sprofondata la società odierna, letteralmente dominata dal caos e da sentimenti estremamente oscuri e contraddittori. Ciò è quanto il titolo vuole rappresentare, non ha altri significati.
Da dove avete tratto ispirazione per i testi di questo album?
Per la stesura delle liriche abbiamo consultato numerosi libri e, soprattutto, quotidiani. I testi affrontano tematiche di stretta attualità, in piena tradizione Kreator.
Che giudizio hai a proposito di questo disco, ora che sono passati più di due anni dalla sua pubblicazione?
Hordes of Chaos è stato, almeno dal punto di vista commerciale, uno dei maggiori successi di tutta la nostra carriera. A livello di incassi è andato molto meglio di Enemy of God, giusto per farti un paragone concreto, e di fronte a questi risultati non possiamo che essere estremamente soddisfatti. Con il prossimo album cercheremo di migliorarci ulteriormente, ma sappiamo che non sarà affatto facile.
Uno dei punti di forza dei Kreator risiede soprattutto nella carica degli spettacoli dal vivo, un’esplosività che è facilmente percepibile in ogni singola traccia di Hordes of Chaos. Puoi spiegarci brevemente che tipo di registrazione avete usato per questo disco?
Per questo disco abbiamo optato per una registrazione in presa diretta, è stata un’idea del nostro produttore. Tutti gli strumenti sono stati registrati contemporaneamente, niente sovraincisioni né modifiche di sorta, semplicemente ci siamo chiusi tutti insieme in una stanza e abbiamo cercato di suonare i nostri pezzi nella maniera migliore possibile. L’obiettivo era di dare alla luce un disco ruvido, caloroso, capace di sprigionare le stessa carica dei nostri spettacoli dal vivo; non volevamo “accontentarci” di una produzione sicuramente perfetta a livello di suoni ma fin troppo fredda e laccata.
Hordes of Chaos è stato recentemente ripubblicato dalla vostra etichetta in una nuova versione, con un artwork differente e vari contenuti speciali. Qual è il tuo giudizio a proposito di questa nuova edizione?
Trovo sia solo una sfacciata operazione commerciale voluta dall’etichetta per spillare qualche soldo in più ai nostri fan. Noi non abbiamo assolutamente nulla a che vedere con questa uscita, siamo contrari a operazioni di questo genere.
Cosa dobbiamo aspettarci invece da un eventuale nuovo disco?
Al punto in cui si trovano oggi i Kreator, dopo tutti questi anni di attività, l’unica cosa che possiamo fare è chiuderci in studio, imbracciare gli strumenti e cercare di scrivere il disco più duro e potente di tutta la nostra carriera. Non ci sono mezze misure, nessun compromesso.
Sono sempre di più, all’interno del panorama thrash metal internazionale, le band emergenti che guardano al sound dei Kreator come principale fonte d’ispirazione. Come vi sentite a questo proposito?
Non possiamo che esserne orgogliosi, dal nostro punto di vista è una cosa eccezionale.
Che cosa possiamo aspettarci dai Kreator per il prossimo futuro? Come vedi la band, musicalmente parlando, da qui a cinque anni?
Continueremo a fare quello che ci riesce meglio: pubblicare dischi thrash metal. Questo è poco ma sicuro!
Negli ultimi due anni c’è stato un vero e proprio revival per quanto riguarda la scena Thrash Metal internazionale. C’è qualche band tra le nuove leve che hai ascoltato e che apprezzi particolarmente?
Beh, su tutti direi i Warbringer, oppure i brasiliani Violator. Un altro gruppo che apprezzo moltissimo sono i Suicidal Angels, che al momento ci stanno accompagnando in questa edizione del Thrashfest.
Ok, questa era la mia ultima domanda. Grazie Mille per il tempo che ci hai concesso, a te un’ultima battuta per salutare i fans e chiudere quest’intervista come preferisci.
Grazie a te per l’intervista, a presto.
Lorenzo “KaiHansen85” Bacega