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Labyrinth (Roberto Tiranti e Olaf Thorsen)

Di - 8 Settembre 2010 - 11:00
Labyrinth (Roberto Tiranti e Olaf Thorsen)

I Labyrinth hanno pubblicato a giugno Return To Heaven Denied Pt 2 – A Midnight Autumn’s Dream, Truemetal ha colto l’occasione per fare una lunghissima chiacchierata con Roberto Tiranti e Olaf Thorsen. Buona lettura!

Intervista a cura di Stefano “Elrond” Vianello e Mauro Gelsomini.

 

Dopo tre anni di silenzio, l’annuncio della reunion dei Labyrinth e la pubblicazione del seguito di return to heaven denied sono state due notizie che hanno fatto breccia nei cuori di tutti i fans della band. Come mai la decisione di tornare insieme e uscire con un album che in fin dei conti è una scommessa non da poco visto il successo del primo capitolo?

Rob: Parto già con un bel “boh”, perché come in tutte le cose che abbiamo fatto fino ad oggi non c’è stata nessuna pianificazione e come è già accaduto nella nostra storia, non ci è mai piaciuta la strada più breve e quindi più semplice e più comoda, come ho già avuto modo di raccontare in altre interviste. È tutto nato veramente in maniera casuale, ad un concerto della Metal Gang ad aprile 2008, dove io mi sono ritrovato a suonare sul palco con Olaf dopo 6 anni che non suonavamo insieme, conta che non ci siamo mai persi di vista in questi anni e ci siamo sempre tenuti in contatto. Ci siamo trovati a suonare, è stato molto gradevole, alla fine della serata con la classica birrozza in mano, salta su Olaf e fa: “Perché non facciamo Return parte seconda?”. Io lo guardo un po’ come per dire “ma questo è fuori!”, poi ho visto che non scherzava e allora ho detto “Eh cazzo si, facciamolo!”. Erano le undici e mezza di sera e ho immediatamente chiamato Andrea Cantarelli, il quale mi ha detto “parliamone”. I Labyrinth hanno i loro tempi eh, ci siamo rivisti dopo un mesetto e ne abbiamo parlato via mail nel frattempo e da lì, fine… anzi inizio, da lì è partito tutto e abbiamo poi cominciato a settembre del 2008 piano piano a buttare giù le varie idee.

Return parte 2, porta lo stile della band a fare un mezzo passo indietro per quanto riguarda il sound, che con Labyrinth e Freeman era uscito dai tipici canoni del power metal. Anche se qualche sfumatura che li ricorda vagamente rimane, siamo di fronte a una sorta di, permettimi il termine, “involuzione” del suono. Tu come la vedi?

Rob: Io in realtà non lo trovo assolutamente distante dall’omonimo Labyrinth, poi è tutto abbastanza relativo. È vero quel che dici, ma se decidi di fare un’ipotetica eventuale parte seconda, deve essere davvero una parte seconda. Se avessimo fatto una parte seconda rimanendo sullo stile di Freeman e 6 Days To Nowhere ci arrivavano tante di quelle pietre in testa… (ndr. Ride) . Il concetto è in un certo senso quello di andare a ricalcare delle ambientazioni musicali e uno stile che tutto sommato è nostro e ci appartiene e ai fan è sempre rimasto nel cuore. È logico che se tu compari i due dischi ci sono tante differenze, anche perché dodici anni di distanza si sentono. Nella scrittura e nelle esecuzioni ci sono volutamente delle analogie essendo una parte seconda, però allo stesso tempo c’è un modo diverso di vedere determinati aspetti compositivi secondo me, tutto lì.

Olaf, tempo fa, durante la tua partecipazione alla puntata di School of Rock ci avevi fatto sentire la versione demo di the shooting star. Qui hai rivelato che il riff iniziale che molti avevano confuso con l’incipit di moonlight, era in realtà il finale di Die for freedom suonato al contrario. …ma perché al contrario e non uguale per dare una sorta di continuità?

Olaf: Forse perché se io comincio una seconda parte, dovendo scegliere, prendo il finale della prima e non l’inizio, non credi? AHAH A noi quello che interessava principalmente, visto il titolo, era dare una continuità già dalle prime tre note del nuovo lavoro, poi che uno lo consideri l’intro di Moonlight o l’outro di Die For Freedom, fondamentalmente non è poi così importante. L’importante è che i due dischi siano assolutamente collegati. Una delle cose che mi han sempre dato un po’ noia delle parti due, tre o quattro è quando poi queste parti non hanno più niente a che vedere con la parte uno. Noi volevamo fin da subito che questa cosa fosse chiara. Poi la domanda che mi hai fatto è fin troppo tecnica perché poi in realtà non aveva poi più di tanto senso ragionare su questa cosa… Mi arrendo (ndr. ride)
 

Nella vostra carriera avete realizzato sia concept album sia album normali, tra i due, quale tra questi vi ha dato maggiori risultati e soddisfazioni in questi anni?

Rob: Ogni album ha una storia a sé, ogni album è figlio di un nostro periodo di vita particolare, ciò che da Labyrinth fino a 6 Days To Nowhere ho scritto nei testi faceva parte di un particolare momento della vita, quindi non me la sento di dire che mi piace o sono affezionato più a questo o a quell’album. Tutti nascono da nostre idee, dal nostro modo di vedere la musica in quel momento. Io personalmente non mi sono mai preso la briga di scrivere un concept, questo lo ha sempre fatto Olaf, e anche in questo caso giustamente lo ha rifatto Olaf, nel senso che io mi assumo la paternità di un solo testo che è In This Void che comunque fa sempre parte del concept. Ma ti dico, non escludo a priori il fatto che un domani possa anche io scrivere un concept o che mi piace più un concept o un album con brani slegati. Forse tutto sommato a livello di concetto di senso di canzone talvolta è più semplice estrapolare una canzone che fa parte di un album non concept e metterla qui e là all’nterno di un concerto, che non un brano che fa parte di un concept per una questione di senso, ma anche lì è tutto piuttosto opinabile, perché anche ultimamente stiamo suonando brani da diversi dischi e abbiamo in previsione per il tour di avere una scaletta variegata con brani da tutti e sette i dischi.

Parlando di concept, dato che anche Return parte 2 lo è, vorrei capire se l’abitudine di scrivere questo tipo di album possa essere una moda per mettersi più in mostra. Tu non ti accorgi che ultimamente chi suona musica di un certo livello (chi tende a darsi un tono per intenderci), anche nella scena underground, non punta piuttosto al concept che al disco tradizionale?

Rob: Si ci sta quello che dici, per quanto ci riguarda, essendo la parte seconda di un concept non poteva che essere un concept…

Certo, io dico negli anni Novanta e forse anche inizio Duemila, di concept di band famose, penso che si possano contare sulla punta delle dita. Adesso c’è chi dice: “suono prog metal o power-prog metal” e allora fa un concept…

Rob: Ma si comunque il genere tutto sommato tende a volere il concept. Diciamo che il concept è un po’ figlio del prog e quindi, voglio dire, se parliamo di quello che facciamo noi, che potrebbe essere più o meno etichettabile come power-prog, tutto sommato ci sta.

Quindi secondo te qual è il nocciolo della questione? Le band tendono a compone un concept perché il genere che propongono ci calza a pennello oppure perché (altro lato della medaglia), siccome ci si vuole dare un tono e si vuole suonare prog va fatto? Ovviamente sto facendo un discorso generale, non parlo per te.

Rob: Potrebbe anche essere che tu abbia ragione, nel senso che il gruppo che si affaccia al primo disco, al primo demo, l’autoproduzione e fa parte di questo genere ci sta che voglia darsi quel tono in più facendo anche lui il concept. Forse ci sta quasi che diventi una moda il fatto di associare il genere al concept album. Sì, è un rischio, sai qual è il problema? Il concept è veramente un terreno scivoloso, cioè alla fine della fiaba, deve essere riuscito bene, deve avere delle fondamenta solide, perché se no scrivi la storiella e “auguri”. Da questo punto di vista devo dire che Olaf, già da No Limits in su, ha curato questo aspetto e lui meglio di me ti potrà spiegare cosa significa il nostro concept e con quale complessità, nonostante poi alla fine sia una storia d’amore, sia stato costruito. Non è stato partorito a mo’ di “Toh lo faccio e via… Ti amo, non ti amo… Ci vogliono dividere… ah che cazzo…!” (ride ndr) . Il discorso è che se fai il concept, devi farlo bene. Per me, il concept in assoluto è “Operation: Mindcrime”, lì siamo veramente nell’Olimpo dei concept album, noi nel nostro piccolo, non mi voglio assolutamente comparare ai Queensrÿche ci mancherebbe, a nostro modo e grazie alle idee di Olaf, abbiamo fatto dei buoni concept. Ti dico tutto sommato nella nostra carriera su sette dischi, quattro sono concept e tre no. A me piacciono moltissimo, anche perché tutto sommato io vedo il disco come un film.

Quanti, secondo te vedono il disco come un film?

Rob: Secondo me sono in pochi. Guarda, il discorso è questo, e mi spiace dire sempre le solite cose, il problema è un po’ nostro italiano. Nel senso che, siamo pochi in Italia, cioè non è che siamo pochissimi, però non siamo in molti quelli che negli anni si sono presi i dischi e, non conoscendo una parola d’inglese, se li sono tradotti per capire che cazzo dicessero quando non c’era internet, per il semplice gusto di capire quel che parlava il disco, qual’era il concetto di fondo e qual’era la storia. Io mi sono sentito dire una cosa agghiacciante; io ho scritto i testi per tre dischi, mi sono sentito dire da un ragazzo, massimo rispetto per questo ragazzo ci mancherebbe, che non gliene frega un cazzo dei testi, che tanto lui si fa il suo film, la sua storia ogni volta che ascolta la canzone. Cioè tu ti fai, non dico il culo, perché il culo se lo fanno quelli che vanno in fabbrica la mattina alle cinque, però ti sbatti per fare dei buoni testi, per cercare di non scrivere le solite ovvietà, per dare un senso, e alcuni sono anche testi, non dico impegnati, ma con un fondo abbastanza forte e poi ti senti dire una cosa del genere. Purtroppo sono in molti in questo paese a cui non frega un cazzo di quello che viene cantato dal punto di vista dei testi, anche all’estero è così e un po’ la cosa mi consola, ma è già diverso, perché in paesi come la Germania o l’Olanda l’inglese lo parlano. Comunque ti dico, se scrivi un concept devi scrivere qualcosa che abbia un senso se no è inutile.

Nei vostri recenti live, le setlist erano composte solo da brani dell’era “Thorsen”, lasciando da parte episodi tratti da Labyrinth, Freeman e 6 days to nowhere. Con il ritorno di Olaf in lineup brani di questi lavori verranno sempre scartati o avete in previsione di inserirne qualcuno nel futuro?

Rob: Ma guarda il discorso è così fatto: il gruppo dopo qualche anno di silenzio torna fuori con Olaf, quindi per forza di cose abbiamo scelto, ma senza nessuna imposizione, è stata una scelta naturale, ci piaceva semplicemente il fatto che essendo rientrato Olaf ci fosse una scaletta di questo genere per quanto riguarda i festival, perché per ora stiamo solo facendo apparizioni da trenta minuti. In trenta minuti non puoi, secondo me, mischiare troppo le acque: è tornato lui, facciamo tutto ciò che concerne il periodo in cui c’era lui. Ovviamente come ti anticipavo già prima, nel concerto dell’eventuale tour in date nostre italiane, laddove suoneremo più di un’ora ovviamente includeremo pezzi da tutti gli album. Ne abbiamo già provati, abbiamo provato L.Y.A.F.H., Freeman, Livin’ In A Maze… non abbiamo ancora provato pezzi da 6 Days ma sicuramente metteremo dentro anche un pezzo di quell’album, minimo un paio di brani da ogni disco ecco. Comunque non ti nego che certi brani dell’epoca “non Thorsen” piacciano anche al Thorsen (ride ndr). All’epoca ci ascoltavamo a vicenda e quindi poi ci facevamo i nostri ragionamenti fra di noi, pur non suonando insieme, e Olaf mi diceva che c’erano brani che gli piacevano molto e uno di questi era Freeman per esempio. Quindi Freeman sicuramente la eseguiremo.

Siccome tu hai parlato di concerti che stanno prendendo forma per il futuro, concerti solo Labyrinth, non festival, puoi dirci qualcosa in proposito?

Rob: Non sappiamo ancora nulla di preciso, sappiamo che ci stanno lavorando, in questo caso la Live ci sta lavorando, ma non sappiamo esattamente come verrà impostato il lavoro. Loro tendono molto a fare un’azione molto capillare suonando il più possibile nelle grandi città e non solo, però ovviamente non abbiamo ancora tutti i dettagli.

Sempre parlando di lineup, ormai è chiaro che Alessandro Bissa è entrato in pianta stabile nella band. Invece Sergio rimarrà nei Labyrinth solo come turnista oppure c’è la volontà di integrarlo a tutti gli effetti?

Rob: Questo non lo sappiamo ancora, per quanto ci riguarda sì, sarà integrato a tutti gli effetti; non abbiamo ancora deciso bene cosa succederà se lo diventerà, io gradirei che fosse il bassista ufficiale anche perché non ho ancora capito se dovrò suonare io il prossimo disco o se se lo farà lui! Ti ripeto, a me fa piacere suonare nel prossimo disco come mi ha fatto piacere suonare in questo, se lo farà lui mi farà altrettanto piacere. Io mi auspico che a breve entri a far parte in pianta stabile del gruppo, anche perché è veramente un’ottima persona e un valido musicista. A quasi cinquant’anni è contento come un bambino perché sta facendo dei palchi della madonna (ride ndr) quindi è troppo forte!
 

Mattia Stancioiu come mai è stato sostituito da Bissa e non ha fatto parte della reunion? A molti è dispiaciuto non rivederlo in formazione.

Rob: Mah, non è stato sostituito, non ha proprio voluto far parte della situazione, tutto lì. In pratica Mattia nel 2008, prima che si parlasse di reunion, aveva già deciso di non suonare più. Fra l’altro avevamo anche un progettino parallelo io, lui e il Cantarelli di pezzi sempre abbastanza rock tendenti al metal in italiano, avevo già scritto i testi, avevamo quattro o cinque brani, tra l’altro molto belli, e lui sembrava entusiasta, poi a inizio 2008, boh, ha iniziato a dire “ma non lo so” , “non mi interessa” e da lì ci disse proprio che non gli interessava più suonare, non con noi, ma proprio suonare. Infatti lui dal vivo non suona più, non gliene frega niente. Lo abbiamo contattato ovviamente alcuni mesi dopo, ma abbiamo ricevuto una gentile ma ferma risposta negativa. Quindi siamo andati avanti.

Ti abbiamo spesso visto partecipare alla vita del nostro forum e portale, rispondendo signorilmente anche alle polemiche più accese. Che idea ti sei fatto delle comunità virtuali e quanto ritieni importante partecipare in prima persona alle discussioni che riguardano la band?

Rob: A me, come avrete visto anche voi, piace intervenire nel momento in cui vengono dette delle cose che non sono conformi alla realtà. L’unica cosa che talvolta mi può dare un po’ fastidio,se vogliamo, è il fatto che a volte pare che ne sappiano più i ragazzi (del forum ndr.) che noi che siamo dentro. Allora è per quello che mi piace intervenire.

Ma quella non è una cosa proprio solo dei Labyrinth, è una cosa generale, tutti sanno esattamente come vanno le cose in Italia…

Rob: Ma infatti, per quel motivo non mi sono mai incazzato, cioè nel senso, mi fa piacere intervenire per dare delle spiegazioni, perché credo sia giusto che chi segue la band o chi dice certe cosa sappia qual è la realtà tutto lì. Trovo che sia una cosa giusta.

Sembra che, ma questo non parlo né dei Labyrinth, né della musica, né del metal, parlo proprio in generale, ci sia qualcuno che faccia polemica per il gusto di far polemica, perché è proprio così di carattere. Mi sono sempre domandato, ma a rispondere oppure a ribattere con la polemica oppure a mettere in ridicolo il polemico eccetera, si fa il suo gioco oppure no?

Rob: Ah guarda si, si fa il gioco suo spesso, infatti come vedi anche il mio numero di post è piuttosto ridotto, dal 2005 ho non so quanti post, ma non tantissimi… comunque è vero rischi di alimentare appunto le polemiche. A me piace scrivere sempre in maniera educata e pacata solo per dare una spiegazione eventuale, non per continuare la polemica o per scendere all’insulto gratuito, non mi interessa. Però si ci sta che a volte non sia eticamente corretto rispondere nei forum.

No ma non era questo quello che intendevo dire, a me fa piacere se Roberto Tiranti o xyz anonimo parli sul forum di Truemetal, però mi dispiace se Roberto Tiranti, come Roberto Tiranti, si sente in dovere di rispondere a tutte le polemiche che ci sono sul forum di Truemetal.

Rob: No no, ci mancherebbe, a parte che divento vecchio (ride ndr), ti incancrenisci dietro una roba del genere e non va bene, però sì se è una cosa molto sporadica. Mi è capitato di rispondere anche, non mi ricordo su quale altro portale, perché alla notizia che avrei doppiato I’m In The Band della Disney, un “cretinetti” ha scritto una roba pesante del tipo “sì, tanto lui sono anni che mette il pisello nella figlia di Zucchero”, e allora lì rispondo. Ha fatto poi una retromarcia clamorosa e si è anche scusato, nel senso che se tocchi la mia vita privata, stai un po’ bravino. Io non metto i cartelli però sono fidanzato con questa persona da sette anni e quello che faccio, lo faccio comunque sempre con le mie forze e grazie alla band, non certo perché sto con la figlia di Zucchero, è questo il concetto. Quindi lì mi sono girati parecchio i coglioni, c’è sempre il rischio di fare il gioco dell’avversario, in questo caso questa persona si è scusata in un paio di post successivi.

Questo è un caso in cui forse l’intervento era dovuto, perché c’era anche una terza persona in mezzo no, però secondo me, tanti gruppi, parlo anche dei singoli musicisti, ne approfittano. Quando si parla di loro entrano in gioco a far polemica di qua e di là.

Rob: Ah beh lì ciao, ce ne sono tanti tanti tanti. Sono d’accordo con te, quella è una cosa brutta, nel senso che purtroppo esistono queste persone che quando si parla di loro entrano in scena per farsi ulteriore promozione inveendo e facendo scenate. Quello non va bene. La promozione te la fai suonando bene, cantando bene e facendo dei buoni dischi.

Cambiando discorso, siete stati soddisfatti della vostra partecipazione al Gods of Metal di quest’anno e ritenete di aver avuto una posizione in scaletta e tempi di esibizione adeguati alla vostra importanza?

Rob: Ma sicuramente sì, nel senso che, per l’ennesima volta nella storia della nostra band è un inizio, quindi ci sta di suonare a quell’ora lì. Tanti ragazzi che ci seguono hanno detto “Eh ma suonate troppo presto”, ho capito, i Sabaton suonavano prima di noi. Probabilmente i Sabaton non hanno il stesso nostro numero di dischi alle spalle, ma sono sempre i Sabaton e al momento stanno avendo una certa risonanza, hanno accettato di suonare ad un’ora infame, noi immediatamente dopo, va benissimo così. Avremo tempo, se le cose continuano ad andare come vanno, di poter avere orari decisamente migliori. Chiaro è che due anni fa quando ci fu il discorso Italian Gods Of Metal noi rifiutammo invece, perché non ci interessava suonare a quell’ora sul palco B, insomma ci furono tante problematiche con Live. Quindi decidemmo di tirarci indietro, ma in maniera molto tranquilla. Ora che c’è in ballo il discorso del disco nuovo, e che comunque ci è stata data la possibilità di suonare al Gods of Metal, andava benissimo anche quell’orario lì, ci mancherebbe altro, non abbiamo voglia di fare piagnistei per una cosa del genere. Avremo, spero, il nostro momento.

Chi reggerà i detrattori di Olaf, dei Vision Divine, e ora per forza dei cose dei Labyrinth dopo questo ennesimo omaggio da parte di Truemetal, ovvero la webzine che fa favoritismi al punto da abbassare il voto di Send Me An Angel dopo la pubblicazione?
 

Olaf: I detrattori sinceramente non so chi siano e quanti siano, ma sono veramente pochi, se partiamo dal concetto che sui forum purtroppo ha molto più tempo da perdere la gente che parla male e quindi apro una parentesi e mi pongo una domanda: ma se a una persona un gruppo fa così schifo e non li sopporta e tutto quello che fanno è merda, com’è che hanno sempre il tempo di entrare nei topic di questo gruppo e di parlar male di questo gruppo (nrd. Ride)? A me gli Immortal non piacciono, non aprirei mai un topic riguardante gli Immortal per esempio. E questo è il più grande dilemma a cui vorrei avere una risposta.

Si, è un po’ la mentalità italiana quella di voler andare a far polemica su qualsiasi cosa…

Olaf: Si ma fa parte anche del gioco, ho sempre ritenuto che sia anche giusto così in fondo, facendo una differenza tra il 2010 e il 1998, faccio un po’ mente locale, anche all’epoca c’era una rubrica che si chiamava “Argh” su una forse delle più autorevoli testate giornalistiche dell’epoca, dove la gente si lamentava di Labyrinth e di questo spazio dato a Return To Heaven Denied, perché secondo queste persone era un disco poco significativo. E quindi mi sembra che la storia sia uguale, chiaramente riportata su dei media differenti, cioè adeguati al tempo in cui viviamo. Non c’è più Argh su Metal Hammer, lo possiamo anche dire, e c’è Truemetal, ci sono altri siti dove qualcuno si diverte a parlar bene e qualcuno si diverte a parlare male. Ma fa parte del gioco, forse l’unica cosa che è diventata un po’ più difficile nel tempo da parte dei giornalisti, è quello di rimanere giornalisti, nel senso è l’unica critica, è l’unica opinione che posso esprimere in materia di recensioni, è molto difficile rimanere oggettivi. Ho letto molte recensioni sul nostro disco e in alcuni casi mi sembrano veramente opinioni personali a tutti gli effetti. Esordire parlando solo del disco di dieci, undici anni fa e non dire nulla del disco nuovo e alla fine dare un voto, qualunque esso sia, esprime un’opinione secondo me personale che va un po’ al di fuori da quello che sarebbe lo scopo dei giornalisti. Chi mi conosce sa che per me tutto ciò che ha a che fare con giornali o webzine, da parte mia mi vede molto neutrale e un bel po’ distaccato, come è giusto che sia, perché se io dovessi passare le mie giornate ad aprire siti e leggere cosa dice ciascun singolo nickname, il problema è che cambierei idea ogni trenta secondi. Quindi per fortuna ho un carattere discretamente forte, fondamentalmente faccio musica per me stesso, poi chi mi ama mi segua la frase vale sempre (Ride ndr).

Al di là del gossip che probabilmente fa godere solo alcuni addetti ai lavori, sono molti secondo te gli artisti che non sanno gestirsi? Mi riferisco a chi, con parole fuori posto anche dette “fuori onda”, si scava la fossa da solo… Sono solo problemi italiani o succede la stessa cosa anche all’estero?

Olaf: Ma, diventa difficile risponderti, intanto i giornalisti sono tantissimi se li consideriamo veramente tutti giornalisti, tantissime sono le persone che suonano e che hanno a che fare con i giornalisti. Io non so come parlino, come interagiscano gli altri, posso parlare per me stesso. Credo che in Italia ci sia sempre questa abitudine alla polemica, alla battuta fuori luogo, all’autocelebrazione in alcuni casi, alla critica gratuita in altri. E’ tutto un grande circo di cui bene o male dobbiamo accettare i lati positivi e quelli negativi ecco, io non ci vedo niente di particolarmente drammatico.

E’ possibile, anche solo per una volta, sapere quale versione è quella vera? Luppi se n’è andato da solo dai Vision Divine come dice oppure è stato allontanato?

Olaf: Non so di cosa tu stia parlando perché non mi risulta ci sia mai stato nessuno con quel nome nei Labyrinth (ride ndr). Ti dico che la verità è sempre stata dichiarata ufficialmente dal sito ufficiale della band, quindi quella è. Se la vuoi più completa, eccotela: E’ stato buttato fuori la notte prima che uscisse la notizia, dopo una mia telefonata, per la precisione fatta a mezzanotte e mezzo circa, e durata oltre un’ora. Non era la prima volta che prendevo quella decisione, sulla quale però ero rientrato già un paio di volte all’ultimo (come quando lo chiamai per estrometterlo quando rischiava di farmi saltare l’intero tour in Asia per cantare due canzoni da ospite non ricordo nemmeno se fosse con Ian Paice o Glenn Huges (massimo rispetto per entrambi i nomi, però se sei il cantante di una band e questa band ha un tour, tu parti, anche se il Papa, Osama Bin Laden e Obama hanno deciso di fare colazione a casa tua, di regalarti un miliardo di dollari, di svelarti il segreto sugli alieni etc etc). Ovviamente non potevamo andare avanti così, perché tutti gli anni ero costretto a subire stress per ogni cosa: per ogni uscita di un album “non al suo livello” o che “gli rovinava la reputazione” (quale, quella che ha ottenuto grazie ai miei album? Ne aveva una prima?), per far combaciare un tour in Sud America con una data della sua cover band a Brescia, etc etc… Alla fine non ce la facevo più ed oggi sono ancora più convinto di avere fatto la scelta giusta, per entrambi. A fine telefonata, vista l’ora tarda, eravamo d’accordo sul sentirci il giorno dopo e scegliere insieme la notizia giusta per entrambi, in modo da evitare altre inutili polemiche, ma mi sono alzato a suon di telefonate fatte da persone che mi chiedevano della news, che lui si era affrettato a pubblicare secondo il suo personalissimo punto di vista. Un ultimo regalo da parte sua, che in fondo non mi ha sorpreso e che non ha mai nemmeno meritato una mia replica. Chiudo chiarendo anche un ultimo gossip: a suo avviso noi avevamo già preso accordi da quasi un anno con Fabio per il suo rientro, e questo mi fa dispiacere per lui, perché sono sì convinto che qualcuno gli abbia riferito la notizia, ma mi fa anche capire come sia completamente circondato da povere teste di cazzo, che in fondo avevano tutto l’interesse di montare questo casino. La verità? Fabio non era in preavviso da mesi, ma solo da giorni, al massimo un paio di settimane. Prima di lui avevo anche raggiunto un accordo (nel caso non avessi trovato nessuno di adeguato) per far eventualmente cantare l’album da un mio caro amico straniero, molto conosciuto e brasiliano ( non è Cavalera ed oggi fa il solista…eheheh), solo che ovviamente alla fine ho scelto l’amico Fabio perché ritengo che fosse la scelta più giusta per la band a livello di continuità. Qualcuno si domanderà: e’ tutto veramente qui? Ovviamente NO, ma il resto sono cose personali e credo di poco conto, oltretutto non ho voglia di parlare di sta cosa per un’ora e mezza! Invidia mia per uno che mi stava rubando il ruolo? E de che? Scrivo musica dal ’95, ho suonato con musicisti e cantanti sempre eccezionali, sono stato il primo ad insistere perché lui fin da subito prendesse un’immagine centrale nella band perché di certo io non voglio fare il Malmsteen di turno…di cosa dovrei essere geloso? Non ho 20 anni, non ho fatto un solo disco, e chi mi conosce sa che l’invidia o la gelosia non fa parte di casa mia…suvvia. Per quello che dice ciascuno singolarmente non mi interessa e non ho mai fatto neanche un’intervista su questo argomento perché ritengo che sia un argomento talmente minoritario a livello di importanza che è già stato speso fin troppo fiato per parlare di questa cosa e non intendo tornarci sopra, anche perché parliamo proprio di preistoria ormai. Parliamo di Luppi e Vision Divine, non di Ozzy e Black Sabbath (per una volta dò ragione alle teste di cazzo anonime dei vostri forum, ahah)

Ho sentito in giro che non è tua la totale paternità dei pezzi dei Vision Divine. Ci sono dei coautori non accreditati per caso? Se sì, perché non sono stati citati? Se no, sono in corso dei procedimenti legali?

Olaf: Di nuovo… in Italia sono tutti allenatori! I Vision Divine sono una mia creatura dal 1998, tutto quello che è scritto sui libretti corrisponde a cose che tutti hanno firmato. Cosa dovrei avere rubato, a chi? Suono dal 1995, credo (ARROGANT MODE ON) che dovunque io abbia suonato, si senta la mia mano, e credo si senta altrettanto bene che chi ha suonato con me, una volta cambiate le cose, abbia cambiato anche il suo sound. Si può criticare, ben venga, che magari ho pure rotto le palle (ok dal prossimo album suonerò Jazz, scusate se io sono uno stronzo e magari i crucchi di turno sono sempre fighi con lo stesso pezzo da 39 anni), ma dire che io rubo pezzi agli altri, che non accredito autori, ahah, cazzo che fantasia! Sai cosa credo? Che al contrario, ho regalato anche troppo a gente che in fondo non meritava un cazzo. TUTTI i brani che ho scritto (specialmente per Vision Divine e solo con qualche rara eccezione per Labyrinth) sono nati SEMPRE e SOLTANTO dalla mia musica, sulla quale poi ho spesso lasciato i cantanti liberi di scrivere le loro melodie (ma non sempre. Alcuni esempi di cantati miei, anche se NON ACCREDITATI SU LIBRETTO PERCHE’ A ME DI STE COSE NON ME NE FREGA UN CAZZO? Ok leggi: LADY LOST IN TIME, THUNDER, svariate parti del primo Vision Divine, HERE IN 6048, MY ANGEL DIED ed una marea di parti qua e là che per l’appunto non sentendone il bisogno non mi sono nemmeno mai sognato di appuntarmi e di farmici bello) e gli altri strumentisti liberi di suonare come cazzo sanno suonare (e ci mancherebbe: se uno suona con me è perché amo il modo in cui lo fa, sennò lo caccerei, come dimostra la mia storia). Ogni qualvolta qualcuno ha scritto qualcosa, ha sempre preso la sua parte di SIAE e firmato i documenti richiesti. Non trovi ridicolo che dopo se ne vada in giro a frignare dicendo che io rubo chissà cosa? Al massimo ti rubo la sorella, se e’ figa… E’ tutto scritto: se la gente invece di scaricare mp3 si comprasse un disco originale ed aprisse il libretto, noterebbe che lì ci sono gli autori che a seconda degli anni sono Magnani-Tordiglione, Magnani-Luppi, Magnani Smirnoff eccetera, se poi qualcuno in più, se lo sgabuzziniere dello studio dove abbiamo registrato o chissà chi cazzo altro dice di aver scritto dei pezzi questo non mi riguarda (ride ndr). Ci sono delle voci di persone che non fanno più parte della band che nel momento in cui dovevano ricostruirsi un’immagine hanno fatto giustamente il gioco che gli tornava più comodo parlando di sé come autori eccetera eccetera in maniera molto più imponente di quel che era. Auguri, e arrivederci tra 15 anni e 21 dischi realizzati tra compositore-autore-turnista-esecutore-contrabbandiere. Da un po’ di tempo ho cambiato atteggiamento, e prima di parlare di me preferisco parlare di quelli che ho davanti, perché oggi tutti si danno arie e si fanno più importanti di quello che sono in realtà, quindi GIU’ I FATTI, e se non bastano non aprire manco la bocca e vattene a fare in culo. Grazie

E’ diventata comunque una moda, in Italia, per le band che riescono a farsi pubblicare mezzo album, di auto-proclamarsi Dei del Metal, mentre una volta c’erano band che hanno venduto veramente ed hanno fatto qualcosa di cui si parla ancora oggi. Tu personalmente hai interesse a far capire la differenza a queste persone, per migliorare la scena, oppure cammini solo per la tua strada? E in caso ti interessi, come pensi che sia possibile aiutare la scena in questo senso?

Olaf: Ma io vado assolutamente per la mia strada. Sono d’accordissimo con l’introduzione che è stata fatta a questa domanda, oggi sono tutti fenomeni con mezzo disco prodotto in casa e si parla di tutto meno che magari di dati reali. I dati reali dicono che band, come Labyrinth addirittura (che ultimamente sembra stia andando un po’ di moda da parte di qualche sito minore spararci sopra per fare qualche accesso in più…): i dati dicono che noi abbiamo fatto molto in passato e stiamo anche facendo molto in questo presente. Io sono di quelli che dicono “i fatti contano più delle parole”, su di noi ci sono quindici anni di fatti e agli altri gli auguro altri quindici anni di parole (ride ndr.). Ogni tanto leggo curriculum di band o di artisti che mentre leggo penso “azzo, manco i Deep Purple”, poi apro MySpace, sento 2 note, e capisco già tutto. Oggi tutti fanno TOUR MONDIALI (2 date con il van a proprie spese in un Paese dell’Est), ottengono contratti MONDIALI (disco autoprodotto e regalato ad uno che ha aperto un’improbabile etichetta giusto ieri, che gli ha fatto pagare tutto e che si inculerà la band in ogni modo possibile), o addirittura ottengono ENDORSEMENTS INTERNAZIONALI (una marca sconosciuta, oppure uno strumento di marca comprato con il 10% di sconto, in gergo “artist price”). C’è questa fame di voler sembrare più di quello che è, ed io proprio non la capisco. E’ anche vero però che in fondo ognuno deve fare il suo, e questo vale non solo per le band italiane ma anche per le estere: il fatto di vendere se stessi come più di quello che si è, funziona per tutti anche nella creazione di un curriculum vitae per una ricerca di lavoro, non ci trovo neanche niente di male, sarei sorpreso di vedere qualcuno che parla della propria band come di una merda insomma, è normale che ognuno venda se stesso nella miglior maniera possibile, ma qui ritorna di nuovo in campo l’obiettività dei giornalisti che in alcuni casi dovrebbero evitare di andare solo a simpatia, perché la simpatia ci sarà sempre però un po’ di obiettività forse…. perché se non lo fanno i giornalisti non lo fa più nessuno e saltano le regole basilari di quello che è la musica. C’è chi la fa e chi la recensisce e nel mezzo ci sono quelli che la dovrebbero ascoltare che dovrebbero usufruire di un servizio, e più il servizio è giusto e neutrale e più forse ne guadagnamo tutti. A proposito, ti sei dimenticato di menzionare (ma lo faccio io) tutte quelle pseudo agenzie del cazzo che nascono in una settimana e si atteggiano già come una LIVE NATION, che chiedono soldi ai gruppi per cercargli date (e purtroppo trovano pure chi glieli dà, pur di sperare), e che alla fine si rivelano anche loro per quello che sono: bufale.

Siete stati tra le prime band a firmare per Live Global, mi dici un po’ com’è nata questa realtà e cosa può offrire ad una band come i Labyrinth? Si tratta di una concessionaria di esclusiva per caso? Non mi è chiara la coesistenza tra Live Global e Scarlet.

Olaf: Live Global che è poi l’agenzia per cui noi abbiamo deciso di firmare, non è altro che un marchio che si occupa a 360 gradi dell’attività di una band, quindi nel nostro caso si occupa dell’organizzazione di eventi live, della promozione dell’immagine della band, della pubblicità della band e chiaramente anche della distribuzione della licenza, laddove è necessario, di un album. Quindi Live Global è teoricamente anche un’etichetta che stampa dischi, anche se non di genere magari metal prettamente e allo stesso tempo fa quello che nel calcio potremmo chiamare manager o procuratore, cioè quindi cerca anche tutti quei contatti e contratti che sono vantaggiosi per l’artista. In questo specifico caso per esempio, è stata scelta Scarlet come etichetta di distribuzione perché a tutti gli effetti è in Italia l’etichetta che offre le migliori garanzie di distribuzione e di attenzione e di cura nei confronti di un album. Se fosse una squadra di calcio, Scarlet è l’attaccante che deve fare gol con il disco, quindi venderlo, e Live Global è un po’ l’allenatore che gestisce tutti gli altri aspetti inerenti la band fra cui giust’appunto il fatto di farci suonare dal vivo che in questo momento sta funzionando molto bene nel nostro caso.

I più maligni, pensando alla suddetta esclusiva, sostengono che le band italiane, anche quelle più titolate come i Labyrinth, siano bollite a tal punto da cedere tutti i diritti discografici (passati, presenti e futuri) pur di assicurarsi un posto in prima fila ai concerti che contano. Cosa hai da dire a riguardo?

Olaf: Intanto bollito a chi? E chi è che dal del bollito a chi? Come dicevo prima, chi parla si deve sempre qualificare prima, perché altrimenti per me vale il motto del Marchese del Grillo secondo il quale “io so’ io,e voi non siete un cazzo”… Ma chi è sto pazzo che fa ste domande (ride ndr)? Non avrebbe senso dire che una band cede tutti i diritti presenti, passati e futuri a un’agenzia per suonare dal vivo. E’ vero il contrario che una band viene pagata per suonare dal vivo quindi non ha veramente senso quello che si dice. So che ci sono delle discussioni inerenti il fatto che a volte delle band paghino per suonare, ma anche lì c’è molta confusione secondo me in materia. Il pagare per suonare che viene così millantato in giro per i forum, non è altro che, in gergo tecnico, il tour support e che entra normalmente in campo non per una data singola, ma quando si ha a che fare con una tournè di trenta o quaranta date, dove nelle spese ci sono anche gli spostamenti in tour bus o in albergo. Ti spiego meglio, così se qualche pazzo ha avuto la voglia di seguirci fino qui capirà (speriamo). Quando una band va in tour, ci sono dei costi: questi costi riguardano cose che rientrano nella logica, come Tour Bus, crew che monta e smonta il palco, fonico, luci etc. etc… questi sono costi che esistono comunque, a prescindere da una band d’apertura, ed è logico che se una band si aggiunge come support si paghi i propri costi per le sue necessità (beh, normalmente dovrebbero essere le etichette a coprire il tour support). Potremmo discutere del fatto che magari qualche band headliner faccia un po’ la cresta sul totale spese, ma sarebbe troppo lunga e complessa, ma in ogni caso non sta in terra che una band (se è intelligente) paghi per suonare, come noi non so con Ozzy Osbourne o i Megadeth. Oltretutto ripeto che è vero semmai il contrario, questo grazie all’ottimo lavoro di Live Global. Mi ci vedi a firmare un assegno a Steve Harris subito dopo il concerto e lui che lo guarda e mi chiede “sarà mica scoperto come una cabriolet?”, ahahah!

Mi riferivo in particolare, e probabilmente lo si è capito, alle selezioni per suonare di spalla al concerto degli Iron Maiden, viste anche le polemiche che si sono scatenate nel vedere il vostro nome in scaletta, che vi hanno indicato come “raccomandati” dalla Live. Ci volete spiegare come sono avvenute le selezioni con riferimento alle considerazioni precedenti?

Olaf: Assolutamente, poi ognuno è libero di crederci o meno, chiudiamo questa cosa con un’unica risposta globale. Intanto considerare bollita una band che ha alle spalle quindici anni di palchi e di dischi e di concerti mi sembra quanto meno strano no? Cioè, semmai una band dopo quindici anni è più rodata che mai, è più probabile fare figure di merda il primo concerto della tua vita ad un certo livello. Il fatto delle raccomandazioni mi fa molto sorridere perché Live Global è un’agenzia che teoricamente lavora con tutti ma che a conti fatti non lavora con tutti. Cos’è che fa la differenza fra il tutti e nessuno? Sono i dati. Come parlavamo prima, il fatto è che tutti ormai si licenziano come i nuovi eroi del metal tricolore, ma poi dietro ci sono dei dati di vendita. Io posso vendere la mia band come la più grande band di questo pianeta, ma se poi le mie vendite sono di dieci copie… Un’agenzia che di mestiere fa questo, si occupa di artisti in cambio di una percentuale, ma questo lo fanno i procuratori di calcio, lo fanno gli avvocati, i commercialisti, lo fa anche chi va a fare la spesa a sua mamma e poi si tiene il resto: lo fa chiunque, è business! Un’agenzia che ha degli addetti ai lavori, che ha delle persone in ufficio, delle segretarie, che si occupa della tua promozione e che fa di tutto per il tuo meglio e che guadagna in base a una percentuale sulle band delle quali decide di occuparsi, in cosa sbaglia? Ed in cosa sbaglia una band che ha la fortuna di lavorare con questa agenzia? Piuttosto domandiamoci cos’è che fa la differenza tra occuparsi di tutto, occuparsi di nessuno od occuparsi solo dei soliti nomi? Sono i FATTI REALI. Noi forse abbaiamo meno di altri, cioè ci auto-licenziamo meno di altri, ma chi poi addetto ai lavori deve scegliere cosa fa? Attraverso i canali giusti, legge i dati di vendita, cerca i fatti e vede che le band che sono in cima ai dati di vendita sono queste (chiariamo che non parliamo di cifre mostruose, però oh, lì stiamo, qualunque siano i numeri) Allora se parliamo del perché ci sono sempre le solite band diventa un discorso filosofico al quale non so rispondere: cioè perché vendono sempre gli Iron Maiden da quarant’anni? Non lo so, probabilmente perché se lo meritano o perché hanno creato un tipo di musica che alla maggior parte della gente piace. Però non posso sentirmi responsabile del fatto di essere una band che nel mio piccolo interessa alla gente, cioè sarebbe assurdo, è un problema che io non mi pongo. Il fatto che poi qualcuno si possa lamentare ripeto, purtroppo parliamo di forum dove ci sono nickname e gente nascosta, io sono convinto che se li tiriamo fuori come le paperelle dal luna park, stiamo parlando di batteristi, chitarristi, tastieristi e quant’altro (ride ndr). Non ha senso, sfido chiunque a dirmi che io dovrei essere dispiaciuto del fatto di essere stato scelto. Riguardo a questa polemica io purtroppo non sono autorizzato a farti i nomi, però per l’apertura del concerto degli Iron Maiden il management ha espressamente richiesto informazioni, dati, materiale audio non solo di noi, ma anche di altre (mi sembra fossero sei band), e ti dico che delle sei band che conosco noi eravamo gli unici italiani, qualcuno è anche molto famoso e uno di questi tra l’altro ultimamente è stato anche al centro di una polemica per un certo disco uscito nel momento sbagliato. Di più non posso dire. Il management dopo aver ascoltato e valutato tutto ha scelto noi. Ora che io mi debba sentire di nuovo una merda o un raccomandato perché hanno scelto noi e dire “no grazie non suono”…ahahah! Forse la gente si dimentica che noi suoniamo perché ci piace suonare, se mi chiamano a suonare io vado SEMPRE, se mi chiamano a suonare con gli Iron Maiden ci vado anche a piedi! Poi perché avremmo dovuto inventare sta puttanata? A me non sarebbe nemmeno mai venuta in mente, sinceramente. Non era già abbastanza dire “suoneremo con i Maiden”? Ho anche ricevuto delle mail private di qualcuno che mi dice “perché non si dà la possibilità a delle band emergenti?”: questo diventa secondo me un discorso addirittura ridicolo, cioè, sono d’accordo con l’idea di base, diventa difficile pensare veramente che ad un concerto da quindicimila persone si faccia suonare un gruppo di ragazzi di diciotto anni magari senza la strumentazione o senza anche l’idea di come funzionino le tempistiche di un concerto del genere, perché tu devi affrontare tutto quello che riguarda la strumentazione, il line-check, il rispetto di una certa scaletta di tempi determinati. È normale che occasioni del genere vengano date a band che di solito hanno un minimo di esperienza. È una cosa che viene richiesta proprio dal management principale che non siamo noi ma sono gli Iron Maiden o chi per essi insomma. E poi scusami, ma se c’è qualcuno che ha sempre dato spazio a band in apertura (e senza chiedere soldi) sono proprio io, nella maggior parte dei concerti che ho suonato in questi anni in Italia, quindi con me si sfonda una porta aperta, riguardo la possibilità di dare spazio ai giovani esordienti.
 

Al di là di tutto, come vi sentite ad inaugurare il palco di un gruppo così importante?

Rob: Suonare ad un evento del genere è veramente qualcosa di stupendo ed è probabilmente una delle cose più grosse che abbiamo mai fatto, perché suonare immediatamente prima di un artista (e che artista!) di cotanta grandezza, fa un po’ tremar le gambe. Però ti dico, come sta succedendo da un anno e mezzo a questa parte , siamo motivati soprattutto dalla voglia di divertirci e quindi non ci facciamo troppe seghe mentali: si va, si suona, abbiamo anche qui una mezz’ora, faremo su cinque pezzi di cui tre del disco nuovo e chi vivrà vedrà. Cioè non ci poniamo più nessun limite o nessun problema, dobbiamo cercare di fare al meglio quello che sappiamo fare meglio, sperando che vada tutto bene.

Sono oramai innumerevoli le volte in cui avete calcato i palchi a fianco di altri gruppi italiani. Per quella che è stata la vostra esperienza c’è più competitività tra band italiane o solidarietà?

Rob: Mah… è una bella domanda questa… molto “Marzulliana” (ride ndr.). Io ti posso dire che per quanto mi riguarda ho ottimi amici nella scena metal italiana, persone e gruppi che ricordo con piacere che se dovesse mai capitare di nuovo di avere concerti insieme, calcare di nuovo lo stesso palco, sarebbe solo un piacere. A partire dai White Skull, ricordo quando facemmo l’Italian Attak con i Centurion, i bravissimi Novembre, sono molto amico di Cristina e stimo molto i Lacuna Coil, insomma ce ne sono di gruppi. Sinceramente io non ho mai avuto problemi di invidie, non me ne frega nulla, nel senso che io faccio il mio, canto e poi me ne vado a casa mia. Se poi c’è la possibilità di fare “vita di quartiere” la faccio anche volentieri, il mio non è un essere snob, è che proprio se vengo chiamato in causa e c’è possibilità di collaborare lo faccio molto volentieri. So che per altre band non è così, so che ci sono sempre problemi e se la vivono male. Siamo sempre lì, pensiamo tutti a scrivere buoni dischi senza cercare di guardare l’erba del vicino, e se veramente avremo fatto buoni dischi, avremo allora qualcosa da dire e avremo il nostro spazio, tutto lì.

Secondo te in Italia esistono dei gruppi sopravvalutati che suonano “immeritatamente” più degli altri?

Rob: Ma questo non lo so, io credo sinceramente che in Italia tutti i gruppi abbiano un po’ quello che si meritano tutto sommato, nel bene e nel male. Poi magari ci sono gruppi che hanno più “possibilità”, e possono spendere qualche soldino in più per autopromuoversi e per fare tour. Non è mai stato il nostro caso quello di autopromuoverci o di poter spendere un sacco di soldi per fare tour.

Grazie mille ragazzi, questa era l’ultima domanda, a voi la conclusione per questa intervista.

Rob: Cazzo la frase ai posteri!….Eh…… boh! (ride ndr.) Che cosa posso dire? Posso dire semplicemente di “viverci” e che tutti si vivano serenamente la vita, la musica, che poi alla fine della fiaba vedo spesso delle polemiche strane, in realtà noi stiamo facendo musica e ci stiamo divertendo e bisogna imparare a prendersi un po’ meno sul serio, tutto lì. Grazie a tutti e a presto!

Olaf: Questo è un disco che è uscito con un titolo particolare, per il quale si poteva, già dal momento dell’uscita del titolo, fare delle critiche di un certo tipo solo appunto per il titolo. Io credo che di questo disco qualcuno ne continui a parlare un po’ a prescindere dalla musica e in alcuni casi mi posso domandare se la musica è stata ascoltata o meno. A me che ci siano polemiche fa anche piacere perché quando c’è dibattito intorno al disco significa che quel disco qualcosa ha fatto, se no i dischi scivolano via come niente. Io spero che si possa rimanere su toni civili sia che si tifi per noi, sia che si tifi contro di noi. Posso solo dire a qualcuno che magari a volte esce un po’ dalle righe che un pochino più di rispetto e di riconoscenza verso persone che fanno questo mestiere da quindici anni forse non guasterebbe. Io sono abbastanza sorpreso di aver vissuto questa cosa come Labyrinth, perché forse come Vision Divine c’ero un pochino più abituato alle polemiche dell’ultima ora, come Labyrinth io credo che qualche polemica sia un po’ stata gratuita e forse importata inopportunamente da altre situazioni perché sfido chiunque a trovare un punto nero nella carriera di questo gruppo che al di là dei cambi di line-up, di me o senza di me, credo abbia sempre dato molto a questo genere per questo Paese e che sia stata sempre fedele a se stessa, e se dopo 15 anni abbiamo deciso di rimetterci insieme e di rifare un parte due credo che siamo una di quelle poche band che forse, arrogantemente parlando, se lo potevano anche permettere (ride ndr). Che poi la gente lo apprezzi o non lo apprezzi questo fa parte del gioco e noi lo accettiamo quindi buon divertimento, ma magari non vi scannate!