Lacuna Coil: Cristina Scabbia risponde all’odio online, “Se uno ti offende, perché devi stare zitto?”
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Nella recente tavola rotonda condotta da TrueMetal.it insieme a colleghi di altre testate italiane, i cantanti dei Lacuna Coil, Cristina Scabbia e Andrea Ferro, hanno parlato del fenomeno dell'”hating” online.
Cristina Scabbia ha raccontato della propria esperienza con i commenti sulle pagine social di TrueMetal.it rivelando di divertirsi a rispondere a chi insulta gratuitamente:
In Italia siamo tutti esterofili e, stranamente, tutte le band italiane fanno sempre cagare. Vi siete mai chiesti se foste nati in Svezia come sareste considerati? Notate questo odio nei vostri confronti? Perché ogni volta che si pubblica qualcosa ci sono sempre una sfilza di commenti negativi…
[Cristina Scabbia ] Ma io mi gaso tantissimo, cioè io li amo gli haters perché sono i nostri followers più accaniti.
Ogni tanto ho visto che rispondi ai commenti da noi su TrueMetal.
[CS] Con TrueMetal io mi diverto un casino, cioè, è proprio il mio pane. No, io mi gaso da morire. Io impazzisco. Impazzisco perché poi li fai impazzire perché non possono tollerare che tu sia lì a leggere… Perché non si aspettano mai che tu dia una risposta, no? Si aspettano sempre di rimanere impuniti, di mettere lì la loro opinione, per fare i fighi al momento, e poi nel momento in cui scrivi o cancellano o ti dicono, “Ah, stavo scherzando”. Ultimamente c’è stata una persona che così mi aveva offeso, no? E sono andata sotto al commento uccidendola con la gentilezza. Perché io non rispondo mai all’offesa con un’altra offesa, che è ancora peggio. Perché se uno ce l’ha su con te, si incazza per il fatto che tu non ti inviperisca. E se invece sei carino e gentile, rimangono spiazzati perché dicono, “Come contrattacco questa cosa qui?”. E poi saltano i “cani”, che sono gli altri fan che distruggono questa persona. Perché secondo me non è giusto: una persona che spreca tempo per andare su un social a parlare male di una persona, di una band, gratuitamente, non deve rimanere impunita. Se scrivi, “Non mi piace il disco dei Lacuna Coil”, non me ne frega niente perché sei liberissimo di amare la nostra musica, di odiarla, non me ne frega niente. Però se tu lasci un messaggio in cui attacchi la persona, inventandoti cazzate, toccando il personale, non avendo neanche idea di quello che hai letto… perché non lo leggi, no? Leggono direttamente il nome e vanno contro perché, non lo so, sembra che abbiamo rubato il posto a qualcuno. Come se il mondo musicale non avesse spazio per tutti. Di base è veramente il modo o di fare fighi o il fastidio perché una band riuscita a fare qualcosa che tu avresti voluto fare, perché nove volte su dieci hanno una band che suona nello scantinato che non farà mai un cazzo e quindi la colpa è nostra, no? E quindi è dove scaricare la frustrazione. Ma io mi diverto da morire con gli haters.
[Andrea Ferro] Però diciamo che l’hating… sono due discorsi un po’ separati, nel senso che l’Italia è vero che non è mai orgogliosa delle proprie band, vale sempre meno il gruppo italiano del gruppo estero. Un po’ perché in effetti l’Italia non ha mai avuto, come dicevamo prima, band che storicamente hanno fatto una carriera e quindi non si è costruita quella cosa che anche in Italia può essere come in Svezia, come negli altri paesi e avere delle band che fanno la carriera, lo fanno di professione, eccetera. E quindi manca la credibilità della struttura proprio, non solo della band. È un po’ quello. Invece l’hating online c’è un po’ dappertutto alla fine, anche se vai su Blabbermouth o da altre parti, certi gruppi sono sempre massacrati e verranno sempre massacrati. Perché è così che funziona internet. Vale uguale se vai su una pagina di calcio o di qualunque altra cosa. E poi quello che fa ridere è che la maggior parte delle volte che cercano di spiegarti come funzionano le cose, in realtà non hanno la minima idea di come funzionano le cose o di come sono andate veramente.
[CS] No, io mi diverto da matti. Mi diverto da matti perché è anche un segno positivo: nel momento in cui dai fastidio a qualcuno vuol dire che stai facendo qualcosa di buono. Poi sanno tutto gli hater, sanno tutto, cazzo! Ti odiano però sanno quando esce il disco, che canzoni ci sono, cosa hai fatto, cosa hai detto, si vanno vedere tutte le interviste per estrapolare quello che vogliono loro, però sono presentissimi.
[AF] Ma poi c’è da dire che se non c’è una sorta di successo non c’è neanche l’invidia. Se sei un piccolo gruppo underground nessuno ti scrive “Stronzo”.
[CS] C’è stato un tour tanti anni fa, c’era questo ragazzo che continuava a parlare male di noi. Ma male, proprio, “Fan cagare” eccetera. Abbiamo fatto tre date in Italia e a due era in prima fila. Date headliner! E questo scriveva sempre, però la sua intenzione era farsi notare, praticamente. Era farsi notare, perché nel momento in cui comunichi cominciano a diventare tutti più buonini, o rimangono comunque imbarazzati, non sanno come rispondere. Perché non si aspettano che tu sia lì a dire, “Ah ok, ho letto questa cosa, parliamone”.
Volevate mettere i video nel prossimo tour, potete mettere una raccolta di screenshot di commenti di haters.
[AF] Su una canzone, tipo “I Wish You Were Dead”. Potremmo mettere tutte le critiche.
[CS] Come Ronnie Radke. “Pezzo di merda!”, “Che cazzo vuoi?!” Ronnie è proprio…
Screenshotta le foto. Tagga la gente.
[CS] Però il principio è giusto. Cioè, lui forse esagera nel senso che… Però il discorso di base è giusto. Cioè, se uno ti offende, perché tu devi stare zitto? Solo perché sei un personaggio pubblico e ti devi prendere la merda da uno che non ti conosce e che non conosci. Non è giusto. Non è giusto. Cioè, io intanto rispondo, ti rimetto al tuo posto.
[AF] Ma il solito discorso che in faccia non te lo direbbe mai perché poi in faccia c’è la dimensione vera.
È quello che ha detto Mike Tyson, che internet ha normalizzato il tirare merda alla gente senza prendersi uno schiaffo.
[AF] Esatto. Ma è così. Ma poi è vero anche che… Io mi rendo anche conto che molte persone non si rendono conto della potenza del social media. Quando tu lasci un commento o tu pensi che l’hai scritto sulla pagina dei quattro tuoi amici… invece quella è una cosa che vede, tra virgolette, tutto il mondo. Quindi un commento su un social è molto più forte che un commento detto al pub alla sera con i miei amici. “Ah, lui è lo stronzo, fa cagare”. Non succede niente. Però se lo scrivi e rimane scritto ha una potenza e molte persone non si rendono conto del mezzo che stanno usando, no?