Laethora (Niklas Sundin)
Breve ma interessante chiacchierata con il chitarrista Niklas Sundin,
mente dei Dark Tranquillity ma ora membro dei sorprendenti Laethora: il
musicista/pittore/disegnatore si conferma persona di spessore, con una capacità
innata di evitare le banalità.
Niklas, prima di tutto vorrei chiarire le ragioni che stanno alla base di una band
come la vostra: mi sembra di capire che volevate scrivere qualcosa di più
pesante rispetto a quanto fate normalmente con le vostre band, sbaglio?
“Certo, questa è la ragione principale: in altre parole è la
procedura standard per i side projects, hahaha! Stavamo parlando da un po’ di
tempo della possibilità di suonare qualcosa di davvero estremo insieme, così
dopo qualche prova decisamente ben riuscita abbiamo deciso di procedere in quel
senso. Per me è una grande possibilità, mi permette di esprimere un altro lato
della mia cratività, qualcosa che con i Dark Tranquillity non posso
trasmettere.”
Devo allora supporre che tu sia il principale compositore alle spalle della
band?
“No, ti sbagli: ed è terribile che tutti lo pensino. Sembra che
siccome sono il musicista più prolifico nel gruppo io debba essere la mente dei
Laethora, e invece mi occupo al massimo del 25% della musica che puoi sentire
sull’album. Ognuno di noi contribuisce alla band, ma se proprio ci dev’essere un
leader, allora quello è Joakim (Rosén, chitarrista anche nei The
Provenance, Nda), dato che ha scritto comunque la parte più grossa del
materiale e si è occupato sia della produzione sia del mixaggio.”
Che cos’è la ‘Laethora’? È davvero un nome strano per un gruppo estremo
come il vostro…
“Il significato del nostro nome risale a molto lontano ed è
incerto. Penso che lo spiegheremo sul prossimo album.”
‘March of the Parasite’ presenta un pugno di canzoni molto old style ed
estremamente ispirate, con qualche influenza anche dal grindcore dei primi anni,
Terrorizer su tutti. Quali sono state secondo te le vostre maggiori influenze?
“Credo siano state le centinaia di ottimi old style album che
abbiamo ascoltato nel corso degli anni. È nel nostro sangue (insieme ad un
sacco di altre cose a dire il vero, non è che voglio farci sembrare ‘über-true’!)
(dice proprio così, Nda), per cui non ci siamodovuti sforzare per
trovare qualcosa da scrivere. Se dovessi nominarne solo qualcuno direi Napalm
Death, Morbid Angel, Brutal Truth, Bolt Thrower e Autopsy.”
E a proposito di Asphyx, dire che la doomy ‘Facing Earth’, a conclusione del
disco, li richiama parecchio, ma in chiave moderna…
“Sì, gli Asphyx sono un’altra ottima band! Era abbastanza ovvio
chiudere il disco con ‘Facing Earth’, dato che si tratta di una canzone
decisamente diversa dalle altre, più lunga e molto più epica. Non ho mai
suonato un pezzo così intensamente lento, per cui si è trattato di
un’esperienza nuova per me. Sono molto coinvolto dal doom come genere, c’è
così tanto quanto a sensazioni quando le note sono così distanziate le une
dalle altre…”
Puoi presentarmi il vostro cantante, Jonatan? Ha una voce molto intensa e
potente, ha già esperienza con altri gruppi?
“No, in realtà questa è la sua prima band, il che è decisamente
strano se consideri la qualità della sua voce. Originariamente è un
chitarrista e ha suonato in gruppi locali di generi molto diversi tra loro, ma
quando ha detto di voler provare a cantare siamo stati travolti dalla sua
capacità. Come hai detto, ha una voce intensa e potente, e quasi tutte le
recensioni sinora lo hanno citato come punto di forza del gruppo.”
L’artwork realizzato da te è come sempre affascinante, devo dirlo
onestamente: direi che è quasi ‘surreale’ in qualche modo… Ha un significato
particolare?
“Abbiamo deciso sin dall’inizio che volevamo avere una presentazione
visuale diversa dallo standard, dato che non avrebbe avuto senso seguire
l’immaginario che viene usato di solito. Nessuno di noi appare troppo meta tra
l’altro, per cui meglio separarci dal resto della massa. Per quanto riguarda l’artwork,
ho semplicemente ascoltato le registrazioni delle nostre prime prove per qualche
ora con in mano penna e carta, e quello che ne è uscito era la base della cover
definitiva: malata, surreale e morbosa!”
Se non erro avete raggiunto il contratto con la Osmose dopo le registrazioni
dell’album: come mai avete scelto proprio loro, e come stanno andando le cose
con la label francese?
“Beh, ci hanno offerto un ottimo contratto, e dato che ho solo
esperienze positive con loro, tramite i Dark Tranquillity, abbiamo deciso di
fidarci e firmare. Per ora è tutto ok, e non conta il fatto ch sia la The End
Records ad occuparsi della release negli Stati Uniti.”
I Laethora sono quindi solo uno studio project o state programmando anche dei
concerti?
“No, siamo una vera e propria band, e sono sicuro che suoneremo
dal vivo presto o tardi. Il problema è che ognuno di noi è molto occupato, che
sia per la sua band principale o per lavori e studi a tempo pieno, per cui in
questo momento non è realistico organizzare molti concerti. Ma appena le
circostanze lo permetteranno porteremo la nostra follia sui palchi, puoi starne
sicuro: credo che inizieremo con un basso profilo, supportando alcuni gruppi
già conosciuti, e poi vedremo come regolarci.”
Più in generale, quali sono i vostri piani per il futuro? C’è quindi la
possibilità di vedere presto un nuovo disco dei Laethora o passeranno in
secondo piano rispetto ai vostri gruppi principali?
“Abbiamo iniziato i lavori su alcuni nuovi pezzi, ma è troppo
presto per sapere quando ci metteremo a registrarli. Spero che accadrà il più
presto possibile, ma c’è un sacco di lavoro da fare ed è impossibile
programmare le cose con così largo anticipo. Torneremo sicuramente,
però!”
Alberto Fittarelli