Lamb of God (John Campbell)
A un anno di distanza dalla pubblicazione di Wrath, quinto full length targato Lamb of God dato alle stampe nel corso del 2009 da Roadrunner Records, abbiamo approfittato della calata bolognese del quintetto di Richmond per raggiungere il bassista John Campbell e scambiare quattro chiacchiere a proposito dell’accoglienza ricevuta da quest’ultimo lavoro, del passato e del futuro della band statunitense. Buona lettura!
Ciao John e benvenuto sulle pagine di TrueMetal.it. Che ne diresti come prima cosa di introdurre la band ai lettori che ancora non la conoscono?
Certamente! Noi siamo i Lamb of God, una metal band proveniente da Richmond negli Stati Uniti. Il nostro ultimo disco, intitolato Wrath, è stato pubblicato nel febbraio del 2009 sotto Roadrunner Records, e in questo periodo siamo impegnati in un lungo tour europeo, assieme a band del calibro di Between the Buried and Me, Job For a Cowboy e August Burns Red.
Come prima cosa, puoi dirci come sta procedendo il tour?
Sta andando bene, abbiamo avuto ottimi riscontri da parte del pubblico e in questo senso non ci possiamo proprio lamentare. Siamo arrivati più o meno a metà di questo tour europeo e tutto sommato possiamo dirci estremamente soddisfatti. Ora siamo impegnati qui in Italia, vediamo come andranno le cose stasera. Mi aspetto di trovare un bel po’ di casino. E della grappa, ovviamente. (ndr ride)
Che tipo di accoglienza avete ricevuto dal pubblico qui in Europa?
Davvero un’ottima accoglienza, il pubblico qui in Europa è sempre molto caloroso e partecipe, estremamente reattivo, per certi versi pure troppo. Certo, anche a noi fa enormemente piacere vedere questa gente fare casino ed esaltarsi con la nostra musica, ma a volte sembra quasi che si prendano a pugni in faccia a vicenda! (ndr ride) Avevamo già notato questa cosa quando eravamo venuti in Europa in occasione del tour di supporto ai Metallica, e adesso stiamo avendo un’ulteriore conferma a questo proposito!
Trovi che ci siano delle differenze tra il pubblico europeo e il pubblico statunitense?
Penso che ci siano sia degli aspetti in comune che delle differenze, come in fondo è normale che sia. Ogni popolo, ogni paese ha una propria identità specifica, una propria cultura radicata nelle tradizioni: è comprensibile che finiscano per esserci, anche in un ambiente abbastanza circoscritto come quello di un concerto metal, delle differenze tra di loro, talvolta anche piuttosto marcate. Allo stesso tempo però dei metallari presenteranno sempre alcuni tratti in comune tra di loro, e questo indipendentemente dal paese d’origine, sia che provengano dagli Stati Uniti, dall’Australia o dall’Europa.
C’è da dire che la popolarità dei Lamb Of God è piuttosto aumentata negli ultimi anni, e che ormai siete considerati fra i portabandiera di un intero genere musicale. Come sono cambiate le cose per il gruppo, dai primi tempi ad ora?
Sono enormemente cambiate. Prima non eravamo nessuno e dovevamo suonare in posti molto piccoli, davanti a poche persone; ora invece siamo sotto contratto con un vero e proprio colosso discografico come la Roadrunner Records, forse l’etichetta più prestigiosa in assoluto per quanto riguarda le uscite in ambito metal, abbiamo la possibilità di fare dei tour che vanno a toccare praticamente tutto il mondo e inoltre ci esibiamo in location molto grandi. E’ stato davvero un cambiamento non da poco!
Ora siete impegnati in un tour con gruppi come Job For a Cowboy, August Burns Red e Between the Buried and Me: in che rapporti siete con queste band?
Con i Job For a Cowboy siamo in ottimi rapporti. Ci conosciamo già da tempo, siamo già stati in tour insieme in passato, e per questo motivo abbiamo pensato a loro come uno dei gruppi da portarci dietro qui in Europa. Loro hanno acconsentito subito e, anzi, si sono dimostrati davvero molto entusiasti a riguardo. Devo invece confessarti che, personalmente, le altre due band non le conoscevo affatto prima di questo tour. Gli August Burns Red si sono rivelati una graditissima sorpresa, sono davvero un ottimo gruppo. Per quanto riguarda i Between the Buried and Me sono rimasto stupefatto invece dalla tecnica che riescono a esprimere sul palco, i loro pezzi sono davvero molto intricati ma allo stesso tempo estremamente potenti. Non mi aspettavo un gruppo d’apertura di questa caratura, sono rimasto molto impressionato.
Per quanto riguarda la vostra ultima fatica in studio Wrath, già rispetto ai dischi precedenti si nota che qualcosa è cambiato: a volte i refrain sembrano essere più melodici che in passato, e il sound è divenuto molto più diretto e quasi di fattura più “rock”. Sei d’accordo?
Penso che sia la diretta conseguenza di quindici anni di duro lavoro con la band. E’ cambiato il modo di comporre i pezzi, sono cambiati gli arrangiamenti, è una cosa naturale quando passi così tanto tempo a scrivere musica. Non c’è mai stata una direzione presa a tavolino, tutto quello che i Lamb of God hanno prodotto nel corso della carriera deriva dall’impegno dei singoli nella stesura delle canzoni. L’evoluzione che c’è stata a livello di sound, come puoi sicuramente sentire dai primi giorni ad oggi, si è concretizzata nella maniera più naturale possibile.
E pensi che questa evoluzione a livello di sound continuerà anche in futuro?
Sicuramente, il nostro obiettivo è proprio quello di far progredire la nostra musica il più possibile, e certamente continueremo in questo senso anche in futuro. Non ci interessa diventare delle celebrità oppure fare molti soldi, tutto quello che ci importa è dare alla luce della buona musica, delle canzoni che siano valide.
Sappiamo che parteciperete alla colonna sonora del videogioco “Iron Man 2” con un pezzo intitolato Hit The Wall. Ti va di parlarcene?
Contrariamente a quanto si è detto in giro, questo brano non è stato composto appositamente per questa occasione. Si tratta di un pezzo che in origine doveva comparire su Wrath, ma che alla fine abbiamo deciso di escludere dalla tracklist definitiva in quanto non ancora completo. Quando ci hanno proposto di partecipare alla colonna sonora di questo videogioco ci siamo guardati in faccia e abbiamo pensato che fosse il momento giusto per tirarlo fuori dal cassetto: una parte della canzone è stata completamente riscritta, alcuni arrangiamenti sono stati modificati e qualche nuova linea melodica è stata aggiunta.
Al momento siete sotto contratto con la Roadrunner Records: come stanno andando le cose con la vostra etichetta?
Sono degli ottimi partner, hanno fatto un lavoro eccezionale in fase di promozione, soprattutto per quello che riguarda l’Europa, dove non avevamo mai avuto così tanta visibilità. Hanno svolto un lavoro assolutamente impeccabile, siamo molto grati alla Roadrunner Records.
Siete stati recentemente in tour con i Metallica: puoi dirci qualcosa di più a proposito di questa esperienza?
E’ stata un’esperienza incredibile, assolutamente. Condividere il palco con un gruppo del calibro dei Metallica è stato davvero molto emozionante. Posso assicurarti che non sono quelle rockstar capricciose e montate come vengono talvolta dipinti oggigiorno. Sono delle persone assolutamente normali, molto alla mano, gente che si diverte un mondo a suonare sul palco e a bere in compagnia. Parlando invece a proposito dell’aspetto puramente tecnico c’è da dire che durante i concerti, dal momento che non potevamo utilizzare la nostra attrezzatura, è capitato spesso di avere dei problemi per quanto riguarda i suoni, ad esempio di ritrovarci con i volumi bilanciati molto male. Sapevamo di essere solamente un gruppo di supporto, per cui c’era ben poco da fare. Questo è stato per certi versi abbastanza frustrante, ma c’è da dire che ora abbiamo la possibilità di rifarci con un lunghissimo tour da headliner, e questi problemi non dovrebbero ripetersi.
Che programmi avete in mente per il prossimo futuro?
Resteremo in tour praticamente fino al 2011. Fino a metà marzo circa gireremo per l’Europa, mentre verso aprile ci sposteremo nell’estremo oriente, con tappe in Cina, Taiwan, Thailandia, Giappone, Indonesia e Singapore. Per maggio saremo invece impegnati in Turchia e Israele, prima di spostarci in Grecia ad Atene. A giugno dovremmo prendere parte ad un paio di festival metal estivi qui in Europa, prima di lanciarci in un lungo tour americano che ci terrà occupati praticamente tutto luglio e agosto. Infine a chiudere il tutto a settembre e ottobre suoneremo in Sud America. Per il resto non c’è nient’altro di deciso, vedremo una volta terminato questo tour.
Ok, questa era la mia ultima domanda. Vuoi lasciare un saluto per i lettori di TrueMetal.it?
Fuck yeah!