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Leverage (Tuomas Heikkinen)

Di Fabio Vellata - 27 Gennaio 2008 - 0:00
Leverage (Tuomas Heikkinen)

Tra le realtà più promettenti del panorama heavy power, i finlandesi Leverage sono protagonisti in questi giorni con l’uscita di ben due album a cura della Frontiers Records: la ristampa del debut “Tides” ed il nuovo, fiammante (è il caso di dirlo!) “Blind Fire”.
Il punto della situazione è affidato al chitarrista e leader del gruppo Tuomas Heikkinen, nostro interlocutore in questa breve chiacchierata.




Partiamo dall’inizio. Vorresti raccontarmi qualcosa sulla storia della band?

Molto brevemente, io e Torsti Spoof decidemmo, nel 2003, di iniziare a lavorare su qualche demo che avevo nel frattempo realizzato con un altro singer. Nel 2003 incontrai per caso Pekka Heino, e con lui registrammo il demo di sette pezzi che ci fruttò il nostro primissimo contratto: con questi membri abbiamo poi inciso “Tides”, il nostro primo album, uscito originariamente nel 2006 con discreto successo nelle charts finlandesi.
Il tour di “Tides” è stato poi il momento topico, grazie al quale la band si è veramente compattata, riuscendo ad ottenere, poco dopo, un importante deal con la Frontiers Records.

Come siete venuti in contatto con la Frontiers?

Abbiamo avuto i primi incontri molto presto! Sembravano interessati a noi sin da subito e ci siamo mantenuti in contatto sino a raggiungere un buon accordo.
E ne sono davvero molto felice!

Passiamo ad introdurre il vostro nuovo disco. Anzitutto, mi sembra doveroso sottolineare come il vostro songwriting risulti ora molto più maturo ed evoluto: vorresti darmi una definizione veloce di “Blind Fire”?

Beh, è un disco decisamente più oscuro e molto più profondo di quanto fosse “Tides”.
Siamo cresciuti molto, e questo credo sia ben evidente sul disco…

Sono solo queste le differenze di maggior spicco tra i due dischi?

A parte ciò che ti ho riferito poco fa, c’è da aggiungere anche una questione di tempistica. “Tides”, è stato inciso velocemente, con arrangiamenti non troppo elaborati, mentre per “Blind Fire” il lavoro è stato molto più curato.
I nuovi brani, infatti, sono nati provando in studio, ed affinati poco alla volta.



Cosa vi influenzava nelle vostre jam sessions, e quali sono i vostri ispiratori al momento?

Nulla di nuovo o contemporaneo a dirti la verità.
Non ho voluto prendere molto in considerazione uscite recenti proprio per non farmi troppo influenzare. Pensa che ultimamente ho ascoltato molta “classica” e roba degli anni ’50 e ’60…cose buone per un momento di relax, molto al di fuori di ciò che suoniamo abitualmente.

La prossima domanda allora si fa difficile, ma voglio comunque provare a fartela.
Conosci i tuoi conterranei Sonata Arctica immagino…

Certamente!

Il vostro stile ha sicuramente qualche punto in comune e volevo domandarti, alla luce dei giudizi contraddittori che il loro ultimo cd ha ricevuto, una tua opinione, se lo hai ascoltato, su “Unia”…

Apprezzo molto i Sonata e li reputo grandi per quello che hanno fatto ed ottenuto.
Ovviamente sono molto bravi ed ho potuto apprezzare le loro qualità di grande affiatamento quando, la scorsa estate, abbiamo suonato insieme in alcuni festivals.
Ti confesso però, che quanto ho sentito non mi convince e non fa per me. Non voglio però espormi troppo, dando un giudizio eccessivamente negativo o, al contrario, lusinghiero…devo prima approfondire con più calma…

Chiusa parentesi…parliamo di testi!
Non ho nessuna informazione al riguardo, e non mi spiacerebbe saperne di più su i pezzi che ho apprezzato maggiormente: “King Of The Night”, “Mister Universe”, “Hellhorn” e “Don’t Touch The Sun”…

“King Of The Night” è un pezzo che parla del fascino che esercita su alcuni il mondo del crimine, sai, cose tipo far parte di una gang e simili, mentre “Mister Universe” tratta del guardarsi alle spalle e rendersi conto che, quello che hai fatto e raggiunto nella vita non è in fondo molto importante o di grande utilità, se questo ti ha portato ad essere un uomo solo al mondo.
“Hellhorn” invece, ha come soggetto i leaders politici che fanno proclami e poi conducono il proprio popolo alla guerra, mentre “Don’t Touch The Sun” è una canzone sull’amore perduto.
Soggetti molto vari insomma!

“Sentenced”? Questa mi sembra una canzone molto drammatica…ha a che fare con la fragilità umana e la morte per caso?

Per quel brano, ho pensato ad una situazione in cui sei costretto dalla vita a compiere qualcosa che come conseguenza ti porta alla galera.
Il tono è molto “grave” per enfatizzare l’atmosfera: naturalmente, l’idea di passare il resto dei tuoi giorni in una cella è terrificante, soprattutto se questo accade solo perché hai cercato di difenderti!



Ancora una domanda sulle canzoni…
Probabilmente te lo ha già detto qualcun altro, ma “Run Down To The Hill” sembra essere, almeno nel titolo, una sorta di omaggio ai Maiden…

Davvero? Di certo non ho nessuna obiezione verso qualsiasi tipo di lode o omaggio nei confronti dei grandi Iron, ma ti confesso che non ci avevo proprio pensato!
Però, adesso che me lo fai notare, devo dire che la tua osservazione non è sbagliata…in effetti potrebbe sembrare!

Parlando ancora un po’ del disco in generale, c’è un aspetto che ho gradito molto.
Nei vostri nuovi pezzi avete inserito molti assolo, lunghi ed articolati.
Sembra quasi che abbiate cercato di far rivivere una vecchia tradizione della musica anni ottanta: è una mia impressione o c’è un fondo di realtà?

Dici bene: Torsti sicuramente ci dà dentro con la chitarra e, sia io che lui in effetti, suoniamo molti assolo lungo tutto il disco.
Il nostro approccio probabilmente, deriva dalle nostre radici…ambedue, infatti, siamo cresciuti ascoltando i grandi chitarristi heavy attivi soprattutto in quegli anni.

Siamo arrivati quasi alla fine, giusto il tempo per le domande conclusive di rito:
Quali sono gli obiettivi che vi ponete con la vostra musica e le aspettative per “Blind Fire”?

Abbiamo già avuto grandi soddisfazioni con la nostra musica e vogliamo fare di tutto per tirare fuori il meglio da questa band.
Il nostro desiderio e di suonare in più posti possibili, scrivendo ancora tante canzoni.
“Blind Fire”, ci auguriamo sia il disco della “svolta”, quello che ci porterà ad un nuovo livello, un po’ più in alto nella “classifica” dei migliori gruppi heavy!



Mi parli di suonare dal vivo. Impossibile non chiederti se capiterete in Italia in futuro…

Iniziamo il nostro tour il 25 gennaio e sino a primavera saremo in giro per la Finlandia.
Probabilmente parteciperemo a qualche festival estivo che, speriamo, ci consentirà di suonare al di fuori dei nostri confini.
E’ una cosa che abbiamo in progetto di fare, prima o poi, così come di venire dalle vostre parti.
Ci terremmo parecchio…

Come sempre, a te la parola per una battuta finale.

Grazie per il supporto a tutti i lettori! Have a great rocking year!!!

Fabio Vellata