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Lifend (Sara)

Di Alessandro Calvi - 30 Novembre 2004 - 12:22
Lifend (Sara)

È recentemente uscito presso la Cruz del Sur Music, il debut album dei milanesi Lifend intitolato “Innerscars”. I musicisti milanesi sono portavoci di uno stile musicale decisamente personale e molto originale, frutto di anni di sperimentazioni e di militanza nell’ambiente dell’underground, ora finalmente tutto questo lavoro ha dato i suoi meritati frutti.

Engash-Krul: Il vostro album di debutto è appena uscito, quindi mi pare decisamente d’obbligo partire proprio da lì per questa intervista. Come è nato il disco? Mi riferisco sia a come siete entrati in contatto con la Cruz del Sur sia a cosa vi ha spinto a comporre un album praticamente da zero. Al contrario per esempio di molte band che di solito per il proprio album di esordio ripropongono gran parte dei propri brani presenti prima sui demo.

Sara: I Lifend di oggi, la nostra odierna proposta, poco condividono sia con “Entwined Emotions”, sia con “Shattering -Reality”; i brani d’ “Innerscars”, rappresenta(va)no invece appieno quello che siamo, ed era quindi per noi ovvio, l’album dovesse contenere proprio quelli. Con Enrico e la sua Cruz, è andata nel più naturale dei modi: noi cercavamo un contratto, ed a lui è piaciuto il nostro lavoro: tutto qui. Non potevamo sperare in niente di meglio, come prima uscita ed in assoluto.

Engash-Krul: Rispetto anche all’immediato passato, mi riferisco in particolare al miniCD “Shattering: Reality”, c’è stata una evoluzione anche piuttosto netta nel vostro sound, in particolare nel disco sono comparsi un paio di elementi come il cantato in italiano e il sax, che risultano essere due degli esperimenti meglio riusciti del disco, cosa vi ha spinto in questa direzione?

Sara: Come sempre accade per i Lifend in fase compositiva, nulla delle nostre soluzioni è premeditata. Abbiamo semplicemente delle intuizioni artistiche riguardo ciò che, all’interno d’ogni singolo brano, potrebbe star bene, e lo sperimentiamo. L’utilizzo del sax, dell’italiano, così come degl’inserti elettronici, piuttosto che degli stacchi acustici, abbiamo visto aderire perfettamente ad ogni nostro pezzo, confermando ogni nostro sospetto, ed offrendoci la possibilità di giocare quest’insolita carta.

Engash-Krul: Beh, direi che la voglia di sperimentare e di cercare nuove soluzioni non vi è del tutto estranea, potremmo quasi dire che è iscritta nel DNA di questa band. A tal proposito, cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Avete già un contratto e delle idee per il vostro prossimo disco oppure è ancora troppo presto per pensarci?

Sara: Saremo ancora con la Cruz Del Sur, per il prossimo album. Molti brani ne sono stati già scritti, cui mancano soltanto linee vocali ed arrangiamenti melodici. Stiamo suonando moltissimo dal vivo, e questo sottrae tempo alla composizione; pensiamo di ritagliarci doverosamente del tempo per andare avanti con le strutture e le pre-registrazioni, all’inizio del 2005.

Engash-Krul: Facciamo un passo indietro, parliamo un po’ della storia della band, come vi siete formati, come è nata la decisione di suonare questo genere. Insomma, facciamo sapere un po’ ai nostri lettori la vostra storia.

Sara: Un gruppo d’amici che si trovano inizialmente a suonare cover metal, ed in cui presto nasce il desiderio d’esprimersi attraverso una proposta propria: quello che accade insomma, per la maggior parte delle band. Nel nostro caso, la svolta radicale è avvenuta credo, con Roberto al basso prima, e con Andrea alla chitarra solista poco dopo: soltanto con loro infatti, i Lifend sono riusciti a musicare pensieri ed emozioni, come effettivamente s’immaginavano dovessero corrispondere alle intenzioni.

Engash-Krul: La vostra è una band giovane e so che alcuni di voi scrivono su webzine, cosa ne pensate di internet? Sia in generale che per quanto riguarda soprattutto la questione del file-sharing. Quanto secondo voi il peer-to-peer può aiutare una band giovane come la vostra a farsi conoscere ovunque e quanto al contrario può danneggiarla?

Sara: Credo sinceramente, che ai nostri livelli il fatto che il nome giri, possa essere soltanto d’aiuto. Anche perchè, nonostante l’acquisto d’un CD oggigiorno possa considerarsi un vero e proprio investimento, io per prima sono molto legata alla fisicità che questo comporta, al poter godere visivamente e tattilmente d’un artwork o d’una serigrafia. Enrico la penserà magari in tutt’altro modo… Tutta la mia più sincera stima alle webzine, unico veicolo d’informazione pulita e svincolata da interessi, perlomeno nella maggior parte dei casi.

Engash-Krul: Per finire vi lascio carta bianca nel caso voleste dire qualcosa ai lettori di TrueMetal.it, questo è il vostro spazio.

Sara: Abbiamo parecchie date in giro, specialmente qui al Nord: speriamo qualcuno di Voi lettori sia presente, in occasione d’un nostro concerto! Qualora possediate una mentalità musicale piuttosto… fortemente aperta, potremmo magari fare per voi. Ci vediamo in tour!

Engash-Krul: Vi ringrazio ancora per l’intervista e spero di sentire quanto prima del vostro nuovo materiale.

Sara: Grazie a te Alex, dello spazio che, anche questa volta, hai voluto dedicarci. Sempre carino…

 

Alex “Engash-Krul” Calvi