L’importanza dei 7″ nel metal

Di - 23 Luglio 2002 - 9:58
L’importanza dei 7″ nel metal

Il metal, si sa, vive non solo dei grandi nomi, ma anche dell’underground: se c’è una cosa che contraddistingue gli appassionati di musica, è proprio il continuo ricercare nella “bassa scena” i nomi emergenti, o quei gruppi che per un motivo o per l’altro sono rimasti sempre un po’ in ombra nonostante i meriti effettivi. Ma in troppi ignorano il maggior mezzo di diffusione della musica underground, ossia il formato 7″: per i meno informati, trattasi di un formato di vinile della dimensione di un 45 giri, che però solitamente va ascoltato in modalità 33 giri. Consultate qualunque distro underground ben rifornita, e non potrete fare a meno di osservare una ben fornita lista di suddetti oggetti…

Fondamentalmente si danno ai 7″ i nomi della scena estrema, in particolar modo Black o Grindcore. Non solo nomi dell’underground, anche monicker di una certa fama, ma questi ultimi solitamente per aggiungere un pezzo da collezione alla loro discografia: basti pensare allo stupendo “He’s Turning Blue / Ghoul” pubblicato dai Carpathian Forest (Avantgarde Rec, 2000), “Hung” dei Napalm Death (Earache Rec, 1994) o al meno noto “Throbbing Black Werebeast” ad opera degli Abscess (Relapse Rec, 1997).

Più interessante è andare a spulciare magari i vari mercatini dell’usato alla ricerca dei 7″ pubblicati da gruppi più o meno famosi ai loro esordi, quando la disponibilità economica era quella che era: potreste avere la fortuna di trovare “Nordisk Vinter” dei Grimm, risalente al 1993 e nel quale militarono per la prima volta Nattefrost e Nordavind dei Carpathian Forest. Oppure “Carnivoracity”, che segnò l’ingresso sulla scena degli spagnoli Avulsed, e che venne in breve stampato in versione Mcd. Quasi introvabile poi “The Temple Of Offal”, datato 1992 e appartenente alla discografia degli Absu. O per fare un ultimo esempio, il demo del 1991, stampato appunto su 7″, dei Dark Tranquillity, dal titolo “Trail Of Life Decayed”.

A parte questa parentesi sui nomi famosi, devo appunto ricordare che esistono band che vivono praticamente di 7″. Gli Agathocles, famosissima formazione belga, conta oramai più di 90 uscite nella propria discografia, di cui quasi tutti 7″ split: in tale modo si da la possibilità a gruppi meno famosi di farsi ascoltare, godendo del supporto di un nome più noto. Mi viene da pensare allo split Agathocles / Kontatto, che vide la band belga affiancare una band (i Kontatto) assolutamente sconociuta della mia zona. E non pensate che in questo ambito la qualità sia necessariamente bassa, perchè per esempio ogni appassionato di grindcore dovrà ammettere che split come Impaled / Engorged, Nasum / Abstain o Retaliation / Exhumed sono imperdibili proprio per la loro bellezza.

Il vantaggio del 7″ è che, essendo fondamentalmente uno strumento di promozione, può essere acquistato senza troppi problemi a scatola chiusa: i prezzi si aggirano tutti tra i 2 e i 4 euro, quindi un eventuale acquisto “sbagliato” non significa di certo una tragedia. E poi un vinile da sempre una certa soddisfazione… Ovviamente l’acquisto è precluso a tutti coloro che non dispongono di un giradischi, che tutt’oggi è sempre più difficile da reperire. Se invece il vostro babbo ne possiede ancora uno e voi per qualsivoglia motivo non avete ancora avuto occasione di acquistare nessuno di questi aggeggi, andate subito sulla prima distro che vi capita e ordinate qualcosa!!! L’underground va supportato, perchè tutti, anche i più grandi arrivano da lì: inutile parlare di metal che sta morendo se poi siamo noi i primi ad ucciderlo.
Matteo “TruzzKiller” Bovio