Live In Italy e i biglietti dei concerti (Andrea Pieroni)
Queste le risposte di Andrea Pieroni alle domande formulate dai nostri utenti sul forum riguardo alla nuova politica della Live In Italy sui prezzi di prevendita dei biglietti.
È vero che al botteghino, il prezzo dei biglietti è maggiore di quello della prevendita? Non dovrebbe essere il contrario? Come si giustifica, nel caso, questo fatto?
In realtà in tutto il mondo il prezzo in prevendita è inferiore al prezzo al botteghino. Quella di avere un prezzo maggiore in prevendita è una prassi tutta italiana che noi abbiamo cercato di cambiare adeguandoci agli standard europei. Avevamo già cominciato con offerte sporadiche, quando per esempio al GOM abbiamo offerto il Xmas package a prezzo nettamente inferiore rispetto al prezzo al botteghino. E’ stata un’iniziativa che ha riscosso un successo enorme, e abbiamo pensato di estenderla a tutti i concerti. Ormai siamo arrivati al punto in cui i biglietti venduti in prevendita sono il 90% del totale per cui abbiamo voluto premiare gli acquirenti che decidono di darci fiducia e acquistano il tagliando con mesi di anticipo. Non mi sembra corretto che chi decide di acquistare il biglietto molto tempo prima debba pagarlo diversi euro in più rispetto a chi aspetta l’ultimo momento. La logica deve essere esattamente l’opposto. Prima compri, meno spendi. Si tratta di marketing, non c’è niente di strano ed è in linea con il mercato europeo ed americano. Non appena sarà possibile, la strategia che intendo attuare sarà quella della vendita dei biglietti sullo stile della biglietteria aerea low cost. Per cui biglietto bassissimo quando tutti i posti sono disponibili, con incremento del prezzo via via che i posti disponibili diminuiscono.
Come viene stabilito il prezzo di un concerto? Dipende dalla qualità della proposta, dal numero previsto di spettatori o da qualche altro parametro forse troppo “commerciale”?
Il prezzo viene concordato con l’artista. E ovviamente tiene conto di vari parametri, costo dell’artista, spese di produzione, spese di promozione ecc…Ci tengo a sottolineare poi che l’artista è garantito, ciò significa che non rischia mai. I suoi soldi li prende sempre anche in caso di concerto con scarso afflusso di pubblico. E molto spesso li prende con svariati mesi di anticipo
Come funzionano i servizi-bar, ai concerti? Vengono gestiti direttamente, affidati a terzi, oppure si tratta di attività indipendenti? In ogni caso, come si spiega il fatto che prezzi siano decisamente più alti rispetto alla media del settore?
Sono sempre a beneficio del locale / palazzetto o di aziende ad esso collegate. Noi organizzatori paghiamo un affitto e non abbiamo beneficio alcuno dalle vendite dei bar
I prezzi dei biglietti relativamente ad un gruppo variano a seconda dei luoghi ove esso si esibisce. Ciò dipende da Live In Italy, oppure dal locale?
Come ho spiegato prima il prezzo viene concordato con l’artista. Per quanto riguarda Live cerchiamo di mantenere lo stesso prezzo ovunque, ma può succedere che per ragioni di spese più o meno alte, si concordi con l’artista un prezzo differente a seconda della città in cui si va a suonare
Spesso Live In Italy viene accusata di badare solo e soltanto al profitto, non curandosi di avere un rapporto “umano” con i clienti. In un campo dove la passione è la principale caratteristica, non si dovrebbe cercare di avere un approccio meno asettico e formale?
Innanzitutto Live è un’azienda e come tale deve produrre degli utili, altrimenti a fine anno non sta in piedi. Detto questo, non credo proprio che ci possa venir mosso l’appunto di lavorare con scarsa passione. Live è un’azienda che produce concerti di ogni genere musicale, ma ha nel metal il proprio piatto forte. E se lo ha è perché tutti noi che lavoriamo in Live siamo nati metallari e moriremo metallari. Questa era la musica che ascoltavamo da ragazzini e che ascoltiamo ancora oggi. Siamo riusciti nel sogno di produrre i concerti italiani dei nostri idoli e questa è una fortuna, e non c’è dubbio alcuno che lo facciamo con passione. Altrimenti non si spiega come mai saremmo ancora qui a far il Gods Of Metal, un festival che nonostante il numero impressionante di biglietti venduti, chiude quasi sempre in perdita il bilancio. Su 13 edizioni del GOM, tre sono quelle andate in positivo, due in pareggio e ben 8 in perdita. Se non mettessimo passione in quello che facciamo, ma avessimo solo un approccio asettico, questo festival sarebbe morto e sepolto da anni. Invece siamo qua tutti gli anni a cercare di dipanare la matassa per offrire al nostro pubblico e agli artisti un festival metal di grande livello come accade negli altri paesi europei.
In particolare, Live In Italy viene vista come una Società che mira ad ottenere il monopolio del mercato obbligando, in sostanza, gli appassionati a non poter fare le proprie scelte: “o così, o niente” . È un obiettivo premeditato, oppure è una conseguenza naturale derivante dall’aver intrapreso l’attività in maniera rigorosamente professionale?
Anche questa è una imprecisione dovuta probabilmente a una visione distorta della realtà. Live non è una multinazionale, come invece altre aziende che operano sul nostro territorio. E’ un’azienda italiana, con una struttura tutto sommato artigianale e se riusciamo ad ottenere i tour dei maggiori artisti metal mondiali è solo grazie alla professionalità che abbiamo e che gli artisti hanno dimostrato di apprezzare. Non ci sono logiche monopoliste, il monopolio fine a e stesso non paga, perché basato esclusivamente sul fatto di pagare gli artisti cifre fuori mercato, cosa che noi non possiamo né vogliamo fare. Sia perché appunto non abbiamo una multinazionale quotata in borsa sul mercato americano alle spalle che ti permette di investire sconsideratamente somme di denaro enormi, sia perché gli artisti li vogliamo pagare per quello che valgono sul mercato italiano. Noi facciamo le nostre offerte agli artisti, poi sono loro che scelgono da chi farsi rappresentare in Italia. E’ chiaro che noi sul piatto abbiamo molte cose da offrire, oltre al cachet, forniamo piani promozionali dettagliati, rispettiamo alla lettera i contratti e i rider che le bands ci inviano, soddisfacendo ogni richiesta, anche la più strana, forniamo loro il miglior personale disponibile e mettiamo a disposizione degli artisti un festival che ormai ha raggiunto una certa importanza nel panorama mondiale. Ma tutto ciò si chiama appunto professionalità. Non ci interessa il monopolio, che non abbiamo in nessun modo, visto che ci sono molti altri operatori che propongono metal. Ci interessa offrire un servizio professionale agli artisti, fare in modo che loro si trovino bene con noi e che ci scelgano per essere rappresentati in Italia.
All’interno della Società, esiste un settore specificamente dedicato alla comunicazione? La lamentela più comune degli utenti è quella di trovarsi di fronte ad un “muro di gomma”, insensibile a richieste e chiarimenti…
Se intendi un settore dedicato alle lamentele, in effetti al momento non è previsto. Cerchiamo comunque di rispondere a tutte le email che ci arrivano. Credo che, per esempio, per quanto riguarda il Gods abbiamo sempre dato ascolto ai suggerimenti che ci pervenivano dal pubblico e anno dopo anno abbiamo cercato di apportare le migliorie richieste. E’ chiaro che poi sul campo dobbiamo raffrontarci anche con i mille cavilli che le leggi dello stato italiano impongono, per cui non sempre è possibile fare tutto ciò che si vorrebbe.