Hard Rock

Live Report: Alice Cooper @ Pordenone Blues & Co. Festival, Parco San Valentino, Pordenone 10/07/2024

Di Marco Donè - 17 Luglio 2024 - 13:00
Live Report: Alice Cooper @ Pordenone Blues & Co. Festival, Parco San Valentino, Pordenone 10/07/2024

Live Report: Alice Cooper @ Pordenone Blues & Co. Festival, Parco San Valentino, Pordenone 10/07/2024

Mercoledì 10 luglio 2024: Alice Cooper, il padre dello shock rock, torna in Italia per un’unica imperdibile data, per promuovere il suo ultimo lavoro “Road”. A ospitare l’artista americano ci pensa il Pordenone Blues & Co. Festival, con un’edizione 2024 dalle forti tinte rock, vista la presenza dei Rival Sons lunedì 8 luglio e Placebo martedì 9 luglio.
Per festeggiare a dovere la presenza in Italia del circo dell’orrore griffato Alice Cooper, il Pordenone Blues & Co. Festival ha inoltre creato un Nightmare Party, con vari show a tema per impreziosire la serata. Noi di Truemetal.it non potevamo certo mancare, eccovi quindi il nostro racconto.

 

 

Live Report a cura di Marco Donè

 

Entriamo in Parco San Valentino, l’area che ospita il Pordenone Blues & Co. Festival, verso le 20:00. Considerando che il concerto inizierà alle 21:30, rimaniamo colpiti dalla già numerosissima affluenza. Osserviamo sbalorditi – e un po’ intimiditi – code chilometriche per accaparrarsi una birra e qualcosa da mangiare. È come se una vera e propria marea umana avesse preso d’assalto il Parco San Valentino. Notiamo subito una serie di teatranti, protagonisti del Nightmare Party, girare liberamente tra la folla, rendendosi disponibili a vari scatti e, soprattutto, facendo prendere qualche bello spavento ai più distratti. I costumi scelti traggono ispirazione dall’universo horror, in particolare quello cinematografico, con presenze di vampiri, Freddy Krueger, Leatherface e compagnia bella. Il tempo scorre in fretta, tra una birra e quattro chiacchiere. Incontriamo una serie di metalhead che non vedevamo da tempo e che ritroviamo con piacere in questa occasione. Abbiamo anche il piacere di scambiare qualche battuta con Michele Luppi, qui in formato fan.

Sono le 21:30 quando le luci si spengono e sul palco si accendono due riflettori che inquadrano dei medici della peste, che entrano in scena suonando un campanaccio. Dietro di loro un telone nero, che viene lasciato cadere quando i due attori rientrano nel backstage: ha inizio lo spettacolo! La band attacca con ‘Lock me Up’ e al centro del palco possiamo ammirare un telo enorme, le cui fattezze richiamano quelle di un quotidiano dal nome “The Italian Gazzette”. La prima pagina riporta il titolo: “Banned in Italy: Alice Cooper”. Alice entra in scena e inizia a cantare, contemporaneamente viene fatta cadere la pagina del giornale e lo show può finalmente esplodere in tutta la sua irruenza. Nita appare in forma strepitosa: aggredisce il palco con esperienza e tanta voglia di divertirsi. La vedremo correre in lungo e in largo per tutto lo stage, regalando pose plastiche, headbanging e, soprattutto, un tocco elegantissimo sulle corde. La scaletta scelta per la data italiana ha l’intento di coprire buona parte della discografia del buon Alice, anche se, ovviamente, pesca a piene mani dai dischi di maggior successo del musicista americano. Ma a fare la differenza in un live di Alice Cooper è lo spettacolo, tanto che un suo concerto può essere definito come un’opera teatrale rock. Uno show colmo di provocazioni, alcune nate negli anni Settanta, altre di più recente concezione. Sorprende come tali provocazioni fossero scomode e fastidiose all’epoca, quanto irriverenti e attuali per il mondo contemporaneo. Basti pensare a ‘Cold Ethyl’, al suo testo, allo spettacolo sul palco, dove un indemoniato Alice Cooper si presenta in compagnia di una bambola dalle dimensioni umane, maltrattandola. La bambola, per la gioia del movimento femminista 2.0, rappresenta proprio la “fredda Ethyl”. E cosa dire di ‘Snakebite’, quando Alice entra in scena avvolto da un boa, con il serpente pronto ad accarezzargli il viso durante l’esibizione. Molti saranno gli attori a salire sul palco, come un fotografo molesto accoltellato da Alice durante ‘Hey Stoopid’, fino ad arrivare al classico passaggio introduttivo di ‘Ballad of Dwight Fry’, con il cantante in camicia di forza e, a fine canzone, l’ingresso della ghigliottina per la consueta decapitazione di Alice. La testa della rockstar americana viene poi mostrata al pubblico dai vari attori presenti sullo stage. Il protagonista dello show è ovviamente Alice ma la sua band offre una prestazione al fulmicotone, dove precisione, groove e un gran tiro sono le caratteristiche principali. Certo, spicca la prova della talentuosa Nita Strauss alla chitarra, ma è tutta la formazione a sfoderare una prova magistrale. Bellissimo vedere le tre chitarre alternarsi a centro palco durante gli assoli, sentire un basso martellante pulsare in pieno petto e ammirare le legnate assestate da Glen Sobel alle pelli. E il pubblico? Beh, risponde alla grande, incitando Alice, la band, cantando a gran voce tutti i classici proposti, pezzi che hanno fatto la storia della musica rock. Canzoni come ‘No More Mr. Nice Guy’, ‘Bed of Nails’, ‘Billion Dollar Baby’ e ‘Lost in America’ sanno scuotere a dovere un pubblico caldissimo. ‘Poison’, come da copione, è il momento di maggior partecipazione, con il ritornello intonato dall’intero Parco San Valentino. Ci stiamo avvicinando alle battute conclusive. Giusto il tempo di una magistrale ‘Black Widow’ e, subito dopo lo spettacolo della ghigliottina, una ‘I Love the Dead’ apprezzatissima dalla folla, seguita da una ‘Elected’ che calza a pennello con la campagna elettorale d’oltreoceano. Alice recita alla perfezione la parte del candidato premier: sale su un pulpito stracolmo di bandiere americane e, tra una promessa e l’altra, chiede di essere eletto presidente. A fine canzone esplodono una serie di fuochi che liberano una miriade di coriandoli sul pubblico. Alice chiede al Pordenone Blues Festival se desidera ancora una canzone: la risposta è unanime. Le luci si spengono di nuovo e viene fatta risuonare la classica campana di fine lezione. È un indizio inequivocabile ed ecco quindi arrivare l’immortale ‘School’s Out’, con tanto di enormi palloni lanciati sulla folla. Nel finale viene inserito il ritornello di ‘Another Brick in the Wall’ dei Pink Floyd, dando vita a un medley riuscito ed efficace. Il pubblico è in estasi. Sono le 23.00 quando Alice Cooper, accompagnato da tutta la band e dagli attori che hanno movimentato lo show, riceve il meritato plauso del Pordenone Blues Festival. Serata riuscitissima!

Setlist:

Lock Me Up
Welcome to the Show
No More Mr. Nice Guy
I’m Eighteen
Under My Wheels
Bed of Nails
Billion Dollar Babies
Snakebite
Be My Lover
Lost in America
Hey Stoopid
Welcome to My Nightmare
Cold Ethyl
Go to Hell
Poison
Feed My Frankenstein
Black Widow Jam
Ballad of Dwight Fry
I Love the Dead
Elected
School’s Out

 

CONCLUSIONI

Serata indimenticabile quella vissuta al Pordenone Blues & Co. Festival, con un Alice Cooper che, all’invidiabile età di 76 anni, regala una performance carica di adrenalina. Il cantante americano dimostra di non aver nulla da invidiare ai colleghi più giovani, anzi. Bellissima la location del Parco San Valentino, ormai casa della manifestazione friulana. Buoni i suoni, che hanno sorretto a dovere la prova di Alice e i suoi. Da sottolineare la grande affluenza di pubblico, un’autentica marea umana che ha risposto con entusiasmo al richiamo di Alice Cooper. Unica nota stonata le eccessive code per poter ordinare da bere, ma con la folla presente era quasi inevitabile si formassero. L’appuntamento è per il 2025, nella speranza che il Pordenone Blues & Co. Festival possa continuare a puntare sul rock’n’roll! Horns up!

Marco Donè