Live Report: Architects, Spiritbox, Loathe – Alcatraz, 06/02/2024
Live Report: Architects, Spiritbox, Loathe – Alcatraz, Milano – 06/02/2024
A cura di Valentina Rappazzo
Photo report completo: clicca qui
In un nebbioso martedì 6 febbraio 2024 mi avventuro dal remoto Veneto alla volta della caotica Milano.
Si sa che nella città meneghina dopo le 18 è già piena ora di punta , ma il traffico non mi spaventa. Nonostante questo non sono poche le peripezie automobilistiche che ho affrontato per arrivare in tempo al ben conosciuto Alcatraz per l’inizio del concerto che vede scendere in campo Loathe, Spiritbox e Architects.
Il locale è già gremitissimo quando arrivo, segno che la serata che mi aspetta sarà sicuramente vissuta con molto hype dal pubblico che lo ha riempito.
Puntualissime, alle 18:58 si abbassano le luci e la prima band, i Loathe, ci si presenta davanti.
LOATHE
La band metalcore inglese non è di quelle che si risparmia, con il ‘Nessun dorma’ che echeggia per la sala già prima che prenda posto sul palco. È il preludio della serata e il pubblico italiano non si lascia desiderare: tutti ci lasciamo andare e facciamo vibrare il Pavarotti che è in ognuno di noi. Anzi, l’intro è solo il primo di una serie di brani durante i quali i fans dimostreranno la loro partecipazione.
I ragazzi si danno molto da fare sul palco e la scaletta è serrata e concisa. Purtroppo, nota di demerito per i suoni che escono un po’ troppo ovattati, totalmente assenti i toni medi, almeno da quello che si sente al centro della sala. Nel complesso la prestazione è comunque buona, riesce a trasmettere calore e si iniziano già a vedere i primi circle pit. Per questa prima mezz’oretta i presenti si divertono molto.
Tracklist:
1) Gored
2) New faces in the dark
3) Aggressive Evolution
4) Screaming
5) Dance on my skin
6) Is it really you?
7) Heavy is the head that falls with the weight of a thousand thoughts
SPIRITBOX
Grandi vincitori della serata e gruppo più atteso dalla sottoscritta, gli Spiritbox dominano il palco e si confermano ancora una volta la grande band che troppe persone ancora sottovalutano. Come sempre impeccabile la prestazione di Courtney che rapisce e coinvolge. La band tira come una locomotiva e apre con uno dei pezzi più attesi. Iniziamo quindi questo viaggio sulle note di ‘Cellar Door’, seguita subito dopo da ‘Jaded’. Tornati all’Alcatraz dopo la data del 2023, i nostri ci regalano una prestazione che viene estremamente sentita dal pubblico presente: anche qui non manca il coinvolgimento, tutti saltano e vivono la musica in un tutt’uno con la band. I suoni sono nettamente migliorati rispetto ai Loathe e la voce di Courtney risuona calda e cristallina come non mai. La scaletta, 10 pezzi in tutto, culmina con 2 grandi hit e gli stessi che pogavano in ‘Holy Roller’, che si rivela sempre una mazzata di potenza live, si abbracciano subito dopo sulle note di ‘Hysteria’; i canadesi ci lasciano carichi e ansiosi di rivederli presto.
Tracklist
1) Cellar door
2) Jaded
3) Angel eyes
4) The void
5) Rotoscope
6) Hurt you
7) Yellowjacket
8) Circle with me
9) Holy roller
10) Hysteria
ARCHITECTS
Dopo un velocissimo cambio palco sulle note di ‘Don’t stop me now’ (anche qui il Freddy che è in ognuno di noi non si è fatto pregare) ci troviamo di fronte uno stage che svela altri 2 livelli superiori: sul primo e sul secondo, partendo dal basso, verranno proiettate durante tutta la durata della performance una sincronia di luci e immagini che daranno ulteriore risalto e contesto ai pezzi presentati.
Si parte con la marcia giusta: ‘Seeing red’, rilasciato come singolo all’inizio di dicembre 2023 e pezzo che rappresenta perfettamente la “nuova” piega che la band ha preso ormai da parecchi anni. La performance di Sam Carter è travolgente, equilibrando perfettamente la parte melodica pulita con un pizzico di pesantezza che ci ricorda vagamente i primi lavori della band. Si riconferma anche qui il pieno sostegno della platea che la canta a squarciagola dalla prima all’ultima nota e così sarà per il resto della serata. Il pubblico è veramente ed estremamente coinvolto, più volte infatti lo stesso Sam ha ripetutamente ringraziato i presenti perché piacevolmente stupito, quasi esterrefatto, dal calore e dalla loro partecipazione. Si va avanti veloci, i pezzi da fare sono tanti e il pubblico ne chiede sempre di più. Seguono a ruota ‘Giving blood’, ‘Deep Fake’ e ‘Impermanence’.
Molti sono i pezzi estratti dall’ultimo album del 2022, ‘The Classic Simptoms of a Broken Spirit’, come è giusto che sia anche se, personalmente, avrei preferito qualche pezzo in più dei lavori precedenti che avevano, rispetto alle ultime uscite, un’allure di pesantezza nettamente superiore. La mia personale opinione è che il gruppo coinvolge sì tutto il pubblico presente ma gli intermezzi melodici sono un po’ troppi, il suono ahimè è molto confuso, è come se ci fosse un onnipresente rumore di fondo che copre completamente le chitarre e fa risaltare esclusivamente la voce pazzesca del cantante e la batteria e manca quella radice brutal che tanto caratterizzava la band ai suoi esordi. Evidentemente, però, questo punto di vista rimane solo mio perché l’Alcatraz fa casino fino all’ultima nota. Anzi, qualcuno dalle prime file ha persino chiesto, venendo pure esaudito, che il cantante gli firmasse un braccio per poterne poi ricavare un tatuaggio. A tal proposito ne è nato un piccolo intermezzo comico su quella che Sam ha definito una “really bad decision“, chiedendo al fan di scusarsi con la madre per lui.
Tra le farfalline di carta lanciate durante ‘Dead Butterflies’ e un pogo qui e uno lì c’è spazio per tutti i tipi di fan, vecchi e nuovi e cantiamo tutti sulle note di ‘Animals’.
La serata si conclude e un pubblico soddisfatto esce afono dall’Alcatraz. Non ci resta che aspettare i nuovi lavori della band per vedere se manterrà questa direzione o se, la speranza non è mai vana, si ritorni alla cattiveria e pazzia degli inizi.
Tracklist:
1) Seeing red
2) Giving blood
3) deep fake
4) Impermanence
5) Deathwish
6) Black Lungs
7) Discourse Is Dead
8) Hereafter
9) Gravedigger
10) Dead Butterflies
11) Little Wonder
12) Doomsday
13) Royal Beggars
14) These Colours Don’t Run (con Kadeem France)
15) A new moral low ground
16) Meteor
17) when we were young
18) Nihilist
19) Animals