Live Report: Bloodfeast24 – Part 1 @ KM 298, Lodi – 07/09/2024

Di Jennifer Carminati - 8 Settembre 2024 - 21:41
Live Report: Bloodfeast24 – Part 1 @ KM 298, Lodi – 07/09/2024

Live Report: Bloodfeast24 – Part 1 @ KM 298, Lodi – 07/09/2024
a cura di Jennifer Carminati

Bloodfeast atto terzo, sabato 7 settembre 2024 si torna al KM 298 di Lodi, per la prima delle due serate di questo piccolo festival underground di musica estrema con cinque band nostrane a calcare il piccolo palco di questo locale. Facilmente raggiungibile dalla Strada Stradale, possibilità di cenare con panini e piadine, e per l’occasione, nell’area esterna, era possibile trovare anche pane e salamella. Immancabile e fondamentale, per la sottoscritta e non solo, ampia selezione di birre alla spina. Atmosfera da pub del paese, con amici che si incontrano in compagnia per fare due chiacchiere e ascoltare della buona musica, e, aspetto da non sottovalutare affatto, ingresso gratuito.

“Amici del metallo pesante”, cosa volevate sapere di più per convincervi a muovere le chiappe dal vostro divano in questo primo sabato di settembre e venire qui a supportare l’underground italiano? Nulla, infatti, con molto piacere stasera posso scrivere finalmente che l’affluenza è stata tanta, per la soddisfazione di Giancarlo Capra che ha organizzato come sempre tutto alla perfezione, e delle band, che riceveranno il giusto e meritato plauso.

Ad infuocare il palco del Km 298 di Lodi in questa prima serata del Bloodfeast 2024 ci penseranno cinque band validissime del nostro underground, una più meritevole dell’altra: Splattergoat, A Place for Murder, Infection Code, Warmblood e The Modern Age Slavery.

Se non c’eravate siete dei “barlafus e balabiott” e vi siete persi una bellissima serata, e sono certa che dopo aver letto questo mio live report, ve ne pentirete. Ma avrete ancora modo di recuperare, leggetelo fino alla fine e scoprirete come.

 

Splattergoat

Apertura locale h 19 e circa una quarantina di minuti dopo salgono sul palco gli Splattergoat, band molto giovane con l’album di debutto, Goatpocalypse, uscito lo scorso dicembre che ci presenteranno quasi interamente questa sera. Un death metal farcito di grind core, senza troppi fronzoli, sanno fare il loro e sono un’ottima band con cui dare inizio a questa terza edizione del Bloodfeast. Quando entrano in scena il pubblico presente al KM298 è ancora esiguo, ma per nulla intimoriti da questo iniziano con Absolute Destruction, dando subito prova di che pasta son fatti. La prossima mezz’ora è pura aggressione sonora e cattiveria: dalla chitarra di Leader escono riff spietati, che si combinano alle ruvide linee di basso di Bomber, e a dare un’ulteriore accelerata ci pensa il martellante LKT dietro alle pelli. A completare il quadro, il growl del frontman Drugo. Una performance breve ma intensa, gli applausi ricevuti sono più che meritati, e hanno dato certamente alla serata la giusta spinta iniziale. C’è anche spazio per un momento divertente, quando in sottofondo sentiamo le parole, diventati virali parecchi anni fa, di un contadino che vinse, con la sua capra, il premio nella “categoria becchi e corna lunghe”. A chiudere, la sua massima “la capra è l’animale più bello, dopo la donna”, e le risate si sprecano ovviamente.

Un perfetto inizio quindi, e vi anticipo che da qui in poi, la qualità della proposta, che spazia nei vari generi del metal estremo come leggerete, sarà un continuo crescendo, e non aggiungo altro.

 

Line-up
  • Drugo – voce
  • Bomber – basso
  • Leader – chitarra
  • LKT – batteria
Setlist
  1. Absolute Destruction
  2. Flesh Ripper
  3. Human Flesh Discount
  4. Myxomatosis
  5. Bura Hara
  6. Extirpate
  7. All you can Hate
  8. Headshot Solution
  9. Hellrotik Flatulence

 

A Place for Murder

Subito dopo di loro, A Place for Murder, gruppo molto interessante, dedito a un death metal classico, dal groove accattivante con rallentamenti alternati a parti più veloci, davvero ben studiati. Un death metal estremamente tecnico in molti frangenti ed un bellissimo growl quasi brutal, che emerge tutto nei setti pezzi in scaletta, uno più violento e aggressivo dell’altro. La loro potenza e ferocia esecutiva trova pane per i suoi denti nel pubblico del KM298, che si lancia in un headbanging e pogo spietato. Con due album all’attivo, ci faranno ascoltare brani presi principalmente dall’ultimo Swallowed bt the Oceans del 2016 ed un paio di nuovi brani, che, se sono l’antipasto del materiale in arrivo all’inizio del prossimo anno, non vedo l’ora di mangiarne in abbondanza.

Menzione d’onore alla mamma di Marcello, che dopo vent’anni ha visto finalmente il figlio esibirsi su di un palco, e penso ne rimarrà scioccata per tutto il resto della sua vita. Battute a parte, è stato bellissimo vedere questa sera tra il pubblico Sciure molto coinvolte nell’esibizione come tanti piccoli metalheads che si facevano strada tra le prime fila. Una bellissima sensazione di fratellanza e amicizia, anche tra sconosciuti, che è stato bellissimo respirare tra queste sempre, seppure caldissime oggi, mura del KM 298 di Lodi.

Bravi davvero ragazzi, mi siete piaciuti moltissimo, e ora ve lo vengo a dire, che tanto qui ci si becca subito, non mi scappate via mi raccomando!

Line-up
  • Marcello – voce
  • Pietro – chitarra
  • Alessandro – chitarra
  • Ennio – batteria
  • Walter (Wally Ache) – basso fretless
Setlist
  1. The Engine of Vengeance
  2. Inferno
  3. Light of 10000 Suns
  4. Dimension Zero
  5. I, Devastation
  6. Darkened World
  7. Soulless

Siamo soltanto all’inizio di serata ma mi sembra doveroso sottolineare che i suoni sono pressoché perfetti ed ogni strumento è distintamente riconoscibile nonostante il locale sia di dimensioni ridotte. Questo è sicuramente un valore aggiunto che va ad impreziosire questo festival underground che deve, di anno in anno, riscuotere sempre più successo e ampliare i suoi orizzonti, e con Giancarlo Capra al comando, siamo sicuri che riuscirà nell’intento. Non pensiamo al futuro ora però e godiamoci il presente, dove altre tre band ci aspettano. Parte esterna con tavoli e panche presa d’assalto visto l’orario di cena che ci stiamo alternando vicendevolmente per permettere a tutti di sedersi e riposare le stanche membra un attimo, ed è un piacere davvero vedete tanti volti, amici e conoscenti e non solo, scambiarsi sorrisi compiaciuti e parere su di una band piuttosto che un’altra ed esprimere in totale libertà il proprio gusto personale. Quello che ci accumuna tutti è sicuramente il senso di gratitudine verso Giancarlo che ha permesso tutto questo, organizzando un festival underground davvero eccellente che merita assolutamente di essere tra le pagine di “TrueMetal”, perché di questo si tratta.

 

Infection Code

I terzi ad arrivare sul palco sono gli Infection Code: finalmente a Lodi, all’attivo 9 album che spaziano tra vari generi, death, industrial, trash, sperimentali, siamo tutti curiosi di vederli e sentirli live. Band alessandrina fondata nel 1999 da Gabriele Oltracqua e Ricky Porzio, storici membri tutt’oggi presenti e attivi più che mai nel voler traguardare nel migliore dei modi la soglia dei 25 anni di carriera. La lineup attuale della band vede tra le sue fila, oltre ai già gitati Gabriele e Ricky, Chris Perosino alla chitarra e Andrea Rasore al basso, che gironzoleranno spesso e volentieri tra il pubblico durante la loro esibizione, senza perdere affatto di precisione e tecnica. Carichi ed entusiasti più che mai i nostri fanno il loro ingresso sul piccolo palco e, dopo un invito di Gabriele ad entrare nel locale ed occupare le prime fila, iniziano il massacro con Evil Side Of Mercy.

Il timbro vocale di Gabriele, uno dei migliori frontman in circolazione nel metal nostrano, e la tecnica precisa e impeccabile nel suonare la batteria di Ricky, rappresentano il marchio di fabbrica imprescindibile dei nostri.

Pur mantenendo sempre certi toni vicini all’industrial, le maggiori influenze death e thrash metal si sentono eccome nei nuovi brani, The Final Act e Cursed Breed, proposti questa sera, dove il growl e lo scream di Gabriele vengono supportati egregiamente dalla sezione ritmica impeccabile di Andrea e Ricky, in equilibrio perfetto con il groove veloce e preciso di Chris, tecnicamente inattaccabile.

The Colour Out of the Space e Deleted Errors sono tra i miei brani preferiti della nona fatica in studio dei nostri, di cui potete leggere qui la mia recensione, e riprodotti in sede live si confermano essere delle vere e proprie mazzate in stile thrash/death, perfette per dar luogo ad uno scapocciamento forsennato e un pogo degno di tale nome, anche se fatto tra le quattro mura di un piccolo pub.

A chiudere la setlist ci pensa Blinded By Fear, cover degli At The Gates, e chi mi legge e conosce lo sa, non amo le cover a prescindere, ma questa versione mi piace, gli Infection Code sono stati bravi nel renderla propria, non snaturando completamente l’originale.

La compagine alessandrina continua a diffondere il proprio verbo in maniera indomita e senza compromesso alcuno, confermando questa sera, qualora ce ne fosse bisogno, che sono a tutti gli effetti una delle migliori realtà del metal estremo di casa nostra.

Per oggi si chiude qui con loro e, come dice sempre Gabriele, Stay Infected.

 Line-up
  • Gabriele Oltracqua – voce
  • Andrea Rasore – basso
  • Chris Perosino – chitarra
  • Ricky Porzio – batteria
Setlist
  1. Intro
  2. Evil Side Of Mercy
  3. Inner Infernus
  4. Colour out of Space
  5. The Final Act
  6. Cursed Breed
  7. Deleted Error
  8. Nail In The Wall
  9. Something Wicked This Way Comes
  10. Blinded By Fear

 

Warmblood

Finalmente ci siamo, tocca ai padroni di casa, i Warmblood di Giancarlo Capra, chitarra e voce, Elena Carnevali alla batteria e Davide Mazzoletti alla chitarra: fanno il loro ingresso sul palco con Demonopathy Case ed è subito delirio. Non mi sono scordata nessuno, il basso in questa formazione non c’è, almeno per ora. Il rodatissimo trio lodigiano, in questi 40 minuti tiratissimi ci scaricherà addosso sassate senza soluzione di continuità alcuna. I nostri hanno cinque album all’attivo da cui poter attingere, ultimo dei quali Master of the Dead del 2022, concepito per onorare ampiamente i loro vent’anni di carriera e celebrato nella prima edizione di questo Bloodfeast. Per chi li conosce, e credo questa sera sia per tutti così, non stupiscono i titoli delle loro canzoni, da Master of the Dead part II Putrefaction Idiosincrasy, che i nostri ci proporranno con furia esecutiva senza mai peccare nella tecnica e precisione. Abbiamo anche il piacere questa sera di ascoltare in anteprima, oltre all’opener, anche Nihilistic Delirium, e la cifra stilistica dei nostri è facilmente riconoscibile.

Nelle loro setlist non manca mai Profondo Rosso, cover del brano del 1974 dei Goblin, che, riproposta in veste Warmblood, ha tutto un altro sapore, sempre rosso sangue ovviamente.

È impossibile rimanere pietrificati ad un loro concerto, i loro riff sono aggressivi, brutali e coinvolgenti al tempo stesso, portando inevitabilmente il pubblico ad un headbanging sfrenato, e, per quanto possibile qui dentro, persino moshpit e pogo.

Scorre troppo velocemente il tempo in loro compagnia, che ci salutano con Vatican Delirio, brano dal riff trascinante nella sua ferocia e potenza.

Mi auguro di rivedervi presto in sede live, magari con del nuovo materiale da farci ascoltare, chi lo sa cosa riserva il futuro, io ci spero.

Line-up
  • Giancarlo Capra – voce e chitarra
  • Davide Mazzoletti – chitarra
  • Elena Carnevali – batteria
Setlist
  1. Demonopathy Case
  2. Master of the Dead part II
  3. Intro + Ritual of Petrification
  4. Nihilistic Delirium
  5. Blood Resurrection
  6. Profondo Rosso
  7. Putrefaction Idiosyncrasy
  8. Vatican Delirio

 

The Modern Age Slavery

E siamo giunti così, tra una birra e un’altra, e soprattutto la buona compagnia, all’esibizione dei The Modern Age Slavery. Passiamo da Lodi a Reggio Emilia ma, soprattutto, dal metal oldschool a quello moderno. In attività dal 2007, i The Modern Age Slavery presentano sonorità deathcore che non disdegnano affatto l’uso di basi elettroniche, creando sonorità interessantii e piuttosto originali. A livello di resa live c’è poco da dire se non bravissimi: il frontman Giovanni lo è in tutti i sensi. Carismatico, energico, carichissimo nonostante stessimo tutti quanti sudando ormai anche l’acqua del battesimo, ci ha regalato un’esibizione impeccabile, riuscendo a coinvolgere il pubblico accorso numerosissimo questa sera, ed è un piacere ribadirlo.

Questa sera, il batterista della band, Federico Leone, è stato sostituito dall’amico Davide Tomadini, ma senza intoppo alcuno: anche lui, come gli altri musicisti della band, Bennati al basso e la coppia Cocconi-Cioffi alle chitarre, hanno dimostrato un’ottima tecnica, e hanno pestato per tutti i 60 sudatissimi minuti a loro disposizione.  Un groove accattivante il loro, delle vere e proprie macchine tritaossa, con il loro deathmetal velocissimo farcito di deathcore, che ci farà sputare fino all’ultima goccia di sangue rimasta in corpo quest’oggi.

La scaletta di questa sera pesca sapientemente da tutta la loro discografia, singoli compresi: Pro Patria Mori, KLLD, Oxygen e l’ultimo Irradiate all the Earth, e vi assicuro che vederli in azione anche su questo piccolo palco è uno spettacolo dalla potenza disarmante. Ritmiche serrate e blast beat come se piovesse, e in effetti così è fuori dalle mura del KM 298.

I The Modern Age Slavery sono un gruppo che, con tanta passione e gavetta live, si è creato ormai una solida reputazione nel giro death del nostro paese e non solo: sono una garanzia per gli amanti del genere e ho poco altro da dire se non che ne consiglio la visione live.

Gli emiliani hanno mostrato ancora una volta di che pasta sono fatti, e, qualora ce ne fosse stato bisogno, confermano la loro posizione ben salda nelle posizioni alte della classifica nel panorama metal nostrano, rappresentato, in minima parte si intende, egregiamente questa sera.

Line-up
  • Giovanni Berselli – voce
  • Luca Cocconi – chitarra
  • Ludovico Cioffi – chitarra
  • Mirco Bennati – basso
  • Davide Tomadini – batteria
Setlist
  1. Pro Patria Mori
  2. KLLD
  3. Irradiate all the Earth
  4. Oxygen
  5. The Hip
  6. Damned to Blindness
  7. Vile Mother Earth
  8. The Reprisal Whitin
  9. Miles Apart
  10. Obedience
  11. Icon of a Dead World

 

Si conclude così la prima parte del Bloodfeast 2024. Una serata devastante che ha visto salire sul palco musicisti bravissimi, professionisti veri e propri, che hanno dato il meglio nonostante il caldo all’interno del locale. Ma un metallaro che si rispetti “beve e suda, in egual misura”, e con la nostra musica preferita esibita su di un palco, lo si fa ancora più volentieri.

Complimenti davvero a Giancarlo per l’organizzazione impeccabile, alle band tutte per le esibizioni davvero eccellenti e ovviamente, al KM 298, al fonico e al tecnico delle luci e fumo, per averlo reso possibile; ma non avevo alcun dubbio avrei terminato il report in questo modo. Combinate dell’ottimo metal underground con una birra in mano e la giusta compagnia, aggiungete una più che buona qualità di acustica del locale e avete tutti gli ingredienti per una serata riuscita alla grande, come quella appena trascorsa. Cosa chiedere di più ad un piccolo festival come quello di oggi se non chiuderlo con un sorriso stampato in faccia e tanta soddisfazione per esserci stati, in una location e in un contesto, dove siamo stati proprio bene.

Questo è lo spirito giusto che dovrebbe esserci sempre ad un concerto, dovremmo ricordarcelo tutti quanti più spesso.

Vi aspetto alla seconda parte del Bloodfeast 2024, sabato 28 settembre al Centrale Rock Pub di Erba; cambia la location quindi, ma non tutto il resto, ci saranno altre bravissime band italiane ad aspettarvi: Rise of Turants, Crowdead, ritroveremo ben volentieri i Warmblood, Mechanical God Creation e Ira.

L’ingresso sarà sempre gratuito, e la devastazione nuovamente garantita: non potete mancare!

Finché saranno in circolazione band come tutte quelle viste questa sera, e persone come Giancarlo Capra, il metal underground non morirà mai, garantito dalla sottoscritta che continuerà a supportarlo come meglio posso, sempre e comunque, nonostante tutto e tutti.

Stay Tuned and Stay Metal.