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Live Report: Bloodfeast24 – Part 2 @ Centrale Rock Pub, Erba (CO) – 28/09/2024

Di Jennifer Carminati - 30 Settembre 2024 - 17:26
Live Report: Bloodfeast24 – Part 2 @ Centrale Rock Pub, Erba (CO) – 28/09/2024

Live Report: Bloodfeast24 – Part 2 @ Centrale Rock Pub, Erba (CO) – 28/09/2024
a cura di Jennifer Carminati

Seconda serata del Bloodfeast atto terzo, sabato 28 settembre 2024 si torna al Centrale Rock Pub di Erba (CO), con altre cinque band nostrane a calcare il palco: Rise of Tyrants, Crowdead, Warmblood, Mechanical God Creation e gli headliner Ira, una band che manca dai palchi da più di 6 anni.

Questo storico locale della provincia di Como offre un’ampia e ottima selezione di birre alla spina e possibilità di cenare in loco con una sezione dedicata a vegetariani e vegani, ingresso gratuito, i live iniziano presto è vero ma siamo nel weekend, non ci sono scusanti per non essere qui a celebrare ancora una volta il nostro metal underground. Il Centrale Rock Pub ospita spesso eventi di questo genere per cui lo staff e il fonico sanno bene cosa fare e come va fatto: suoni pressoché perfetti come lo è stata tutta l’organizzazione a cura del buon Giancarlo Capra, anche sponsor ufficiale con il suo Tattoo Studio Il Pellerossa.

Fortunatamente anche questa sera l’invito di Giancarlo a partecipare numerosi e non arrivare tardi, perché le scapocciate iniziano presto e non bisogna perderne una, è stato accolto, e l’affluenza numerosa sin da subito è stata un buon auspicio per il proseguo poi della serata; bene così, son proprio contenta di poterlo scrivere nuovamente, ogni tanto il nostro underground riceve i giusti tributi e io sono sempre felice di supportarlo scrivendone su TrueMetal.

L’atmosfera è quella giusta, da pub del paese dove si ascolta della buona musica e si beve una birra in compagnia di amici che si incontrano o nuove conoscenze che si fanno qui, e quanto è bello tutto questo? Grazie di nuovo a chi lo ha reso possibile e alle band che saliranno sul palco quest’oggi, ma andiamo con ordine e iniziamo.

Apertura locale h 19 e inizio delle ostilità alle 19.30 per una serata all’insegna del death metal underground nelle sue varie sfaccettature come piace alla sottoscritta.

Rise of Tyrants

Ci faranno divertire parecchio i bergamaschi Rise of Tyrants, una band giovane, che non si prende troppo sul serio, basta leggere i titoli delle loro canzoni per rendersene conto. Ci propongono un death metal coinvolgente, che, pur non essendo molto innovativo, è ben congegnato e, soprattutto, suonato in maniera impeccabile. Davide, Federico, Luca e Virgilio, sono ben affiatati e vanno spediti nel proporci la loro scaletta fatta di sette brani, spesso introdotti da uno spassoso siparietto a spiegarne la genesi. Un ritmo serrato, il drumming prende spesso la via dei blast-beats prediligendo quell’approccio tipico del thrash, e il modo di fare dei miei compaesani fa il resto, nell’offrirci un ottimo inizio di serata.

Nell’attesa dei prossimi gruppi, che, come leggerete, ci proporranno varie sfumature di questo metal dalle tinte più o meno estreme, mi appresto a bere la prima e “udite udite” ultima birra della serata, accompagnata da un ottimo hamburger e dai sorrisi dei gestori del Centrale, che non mancano mai di gentilezza e professionalità.

Line-up
  • Davide Cantamessa – voce
  • Federico Visini – chitarra
  • Luca Mairati – basso
  • Virgilio Breda – batteria
Setlist
  1. Colle de la Croix de Fèr (intro)
  2. Parigi-Napoli
  3. Don Mario Pederasta
  4. Sylvester Stazione
  5. Gerry Smashed Table
  6. Armando the Preacher
  7. How can I fuck capitalism if I’m stuck on the state road of Seriana Valley?

Crowdead

E le ostilità continuano con un’altra band giovane, i Crowdead, che girano sui palchi italiani in maniera piuttosto continuativa negli ultimi anni, come meritano di fare. I nostri, capitanati da Roberto “Rob” Renoffio sanno fare un death metal interessante, ricco di groove e con un bel tiro, che dal vivo rende ancora di più. Una scaletta che ripercorre i due album all’attivo, Malphas del 2020 e Tearing Your Soul Apart dello scorso anno. Pezzi tiratissimi, senza pause se non per ringraziare gli organizzatori del Bloodfeast, i gestori del locale e i presenti, che dimostrano di apprezzare la proposta dei nostri. A dare l’inizio all’headbanging ci pensa la titletrack dell’ultima uscita e a chiudere invece ci pensa In Search of my Demon dal loro debut album. Brani che filano via lisci, spediti, con cambi di tempo ben piazzati, ottimi ritornelli ed un growl micidiale di Roberto.

I Crowdead ci sanno fare, il loro groove/death metal è davvero ben fatto.

Bravi ragazzi, e ora ve lo vengo a dire di persona, cosi diamo anche un volto a queste “amicizie” nate sui social.

Line-up
  • Roberto “Rob” Renoffio – voce
  • Andrea “Bisso” Bissolati – basso
  • Matteo Usberti – chitarra
  • Stefano “Bonzo” Bertozzi – batteria
Setlist
  1. Tearing Your Soul Apart
  2. Overload
  3. Human Deceit
  4. Everything Ends
  5. Deadcrow
  6. Paralyzed
  7. Poem of Lies
  8. Serpent Specter
  9. Pray and Burn
  10. Salvation
  11. In Search of my Demon

 

Warmblood

E in un festival organizzato da Giancarlo Capra non potevano certo mancare i suoi Warmblood, band di cui ho già parlato più volte su TrueMetal e non mi stancherò mai di farlo. In questa serata porteranno altro sangue sul palco del Centrale, con uno show che lascerà spazio anche a qualche brano inedito.

Il rodatissimo trio lodigiano ha cinque album all’attivo da cui poter attingere, ultimo dei quali Master of the Dead del 2022, concepito per onorare ampiamente i loro vent’anni di carriera e celebrato nella prima edizione del Bloodfeast. Non stupiscono di certo i titoli delle loro canzoni, dall’opener Demonopathy Case a Master of the Dead part II e Putrefaction Idiosincrasy, che i nostri ci proporranno con furia esecutiva senza mai peccare nella tecnica e precisione. Nella loro setlist non manca Profondo Rosso, cover del brano del 1974 dei Goblin, che, riproposta in veste Warmblood, ha tutto un altro sapore, sempre rosso sangue ovviamente.

Ci salutano con Vatican Delirio, brano dal riff trascinante nella sua ferocia e cattiveria. Che altro posso dirvi su di loro, se non, andatevi a leggere i miei altri live report sempre qui tra queste righe di TM e soprattutto, se non ancora fatto, andate ad ascoltarli e non ve ne pentirete.

Dal prossimo anno i Warmblood non suoneranno in entrambe le serate del Bloodfeast, lasciando il posto libero a una delle tante band che vogliono partecipare. Atteggiamento e modo di pensare di Giancarlo che davvero merita un applauso, non è da tutti farsi da parte e dare spazio ad altri, in un festival proprio poi ancora meno. “Chapeau Giancarlo”, sono davvero felice di conoscere persone come te, grazie alle quali il nostro underground ha ancora speranze.

Line-up
  • Giancarlo Capra – voce e chitarra
  • Davide Mazzoletti – chitarra
  • Elena Carnevali – batteria
Setlist
  1. Demonopathy Case
  2. Master of the Dead part II
  3. Intro + Ritual of Petrification
  4. Nihilistic Delirium
  5. Blood Resurrection
  6. Profondo Rosso
  7. Putrefaction Idiosyncrasy
  8. Vatican Delirio

Mechanical God Creation

Il massacro continua imperterrito con i bravissimi Mechanical God Creation che ci faranno sputare sangue con il loro death metal moderno e tritaossa. Non hanno bisogno di presentazioni: i nostri si sono ritagliati il loro spazio nel panorama metal italiano e non solo, grazie alla loro bravura fuori discussione.

Delle vere e proprie macchine da guerra, rodatissimi, sanno tenere il palco, davvero convincenti e coinvolgenti, con il loro technical death metal granitico impreziosito ulteriormente dalla presenza scenica e dalle doti vocali della bella e aggressiva Lucy. La band lombarda non tentenna un secondo nel colpire in piena faccia i numerosissimi astanti che hanno ormai colmato il Centrale Rock Pub, entusiasti e partecipi per tutta la durata di questa riuscitissima seconda serata di Bloodfeast.

Con Walking Dead non ci sono zombie che ci assalgono fortunatamente ma tra queste quattro mura regna lo sfacelo più assoluto, tra pogo e headbanging delle prime file. Siamo immersi in atmosfere più cupe con Till the Sun is not longer black mentre veniamo assaliti da una vera e propria tempesta di blast-beats in I Am the Godless Man, dal loro ultimo lavoro in studio, il tutto governato sempre e comunque, dall’impeccabile growling di Lucy.

Mi auguro davvero che proseguano senza sosta a produrre il loro death metal senza compromessi e che possano essere sempre portavoce della bandiera nostrana, a dimostrazione che anche noi sappiamo fare dell’ottimo metal e che non bisogna per forza spostarsi oltralpe per ascoltare un’eccellente voce femminile nella variante più estrema.

Prova ampiamente superata anche per i Mechanical God Creation quindi, di cui attendiamo con ansia il nuovo album, non fateci aspettare ancora tanto mi raccomando.

Corna al cielo e applausi meritatissimi anche per loro.

Line-up
  • Lucy – voce
  • Jesus – basso
  • Fra – chitarra
  • Ema – chitarra
  • Carlo – batteria
Setlist
  1. Illusion
  2. Walking Dead
  3. Daylight Dies
  4. Till the Sun is no Longer Black
  5. Black Faith
  6. I am the Godless Man
  7. Overlord

 

Ira

Finalmente ci siamo, dopo 6 lunghi anni, tornano a suonare dal vivo gli Ira, molto attesi dalle decine di metallari accorsi per supportare Giuseppe “Rex” Caruso e soci. Una band che ha certamente a cuore i dettami di band come Carcass o Death, facendoli propri e proponendoli dal vivo questa sera con grande entusiasmo e voglia di esserci su questo palco.

Scaletta principalmente composta da brani inediti che andranno a comporre il loro secondo album di prossima uscita, dove trova spazio una riuscitissima cover dei Death per l’appunto, Spirit Crusher e tutto quello che ne consegue il riproporre questo brano di fronte a tanti metalheads lo potete immaginare.

Chiudono con il finale di Deliverance degli Opeth, a dimostrare ulteriormente la loro cultura musicale nonché innegabili doti tecniche dei nostri.

Gli Ira sono una technical melodic death metal che nei loro pezzi mischia sapientemente le accelerazioni tipiche del thrash alle ritmiche più death, ma non mancano arpeggi e parti melodiche, che rendono la loro proposta molto interessante e di facile presa in sede live, dove spaccano letteralmente il culo a tutti. E chissenefrega se c’è stato qualche errore o dei piccoli problemi tecnici, l’importante è la resa finale ed il fatto che ci si diverta suonando insieme.

Personalmente, ho percepito un grande entusiasmo e fermento in questi ritrovati Ira, e spero di non sbagliarmi. Recuperate il tempo perduto, continuate a lavorare sul nuovo materiale e soprattutto, non mollate, continuate a distribuire legnate sui denti ragazzi, vi prego, ne abbiamo e avremo sempre più bisogno.

Line-up
  • Giuseppe “Rex” Caruso – chitarra, voce
  • Christian Scorziello – chitarra
  • Gigi Corinto – basso
  • Alessandro Caruso – batteria
Setlist
  1. Obsessive
  2. Phobos Realm
  3. Social Deathwork
  4. Emotionless
  5. Cynic
  6. The Darkside
  7. Other Dimension
  8. Spirit Crusher (cover dei Death)
  9. Occult Doctrine pt.4
  10. No Hope

 

Si conclude così la terza edizione del Bloodfeast. Due serate devastanti che hanno visto salire sul palco musicisti bravissimi, che hanno dato il meglio con la voglia di esserci, creando un’atmosfera unica di fratellanza e amicizia, che è raro vedere.

Combinate dell’ottimo metal underground con una birra in mano e la giusta compagnia, aggiungete una più che buona qualità di acustica dei locali e avete tutti gli ingredienti per un festival riuscito alla grande. Cosa chiedere di più, se non salutarci con un sorriso stampato in faccia e tanta soddisfazione per esserci stati, in questo contesto, dove siamo stati proprio bene.

Complimenti di nuovo a Giancarlo per l’organizzazione impeccabile di questo Bloodfeast, alle band per le esibizioni davvero eccellenti e un grazie di cuore a tutti quelli che come me hanno supportato il nostro underground.

 

Splattergoat, A Place for Murder, Infection Code, The Modern Age Slavery, Rise of Tyrants, Crowdead, Mechanical God Creation, Ira e ovviamente Warmblood, sono la dimostrazione che nell’immenso sottobosco del metal underground nostrano ci sono tante band valide che vanno “solo” trovate, come i funghi più buoni che non si trovano girovagando a caso.

C’è stata tanta allegria, tanta voglia di divertirsi, tanta energia positiva e soprattutto tanta ma tanta buona musica; questo è lo spirito giusto che dovrebbe esserci sempre ad un concerto, dovremmo ricordarcelo tutti quanti più spesso.

Finché saranno in circolazione band come tutte quelle viste in questi 2 giorni, e persone come Giancarlo Capra, il metal underground non morirà mai, garantito dalla sottoscritta che continuerà a supportarlo come meglio posso, sempre e comunque, nonostante tutto e tutti.

Non mi resta altro che darvi appuntamento al Bloodfeast 2025, dove sono certa non mancherete.

L’ingresso sarà sempre gratuito, come la devastazione.

Stay metal, always.