Death

Live Report: Death In Summer Festival @ Legend Club (MI) 29/07/2023

Di Jennifer Carminati - 31 Luglio 2023 - 18:32
Live Report: Death In Summer Festival @ Legend Club (MI) 29/07/2023

Live Report: Death In Summer Festival @ Legend Club, Milano 29/07/2023
a cura di Jennifer Carminati

 

Sabato 29 luglio 2023 al Legend Club di Milano, questa è la data e la location scelta per il Death in Summer Festival, tradotto, evento dedicato alle sonorità estreme italiane finalmente, con 4 tra le migliori realtà nostrane a calcare le assi del palco di quello che ormai è diventato un vero e proprio luogo di culto per gli amanti del metal: i bresciani Cadaveric Crematorium, i brianzoli Husqwarnah, i milanesi Abbinormal e i veneti Family Devotion Murder.

Giornata dal clima decisamente estivo, con quell’afa persistente che attanaglia Milano da maggio a settembre ormai, con solo qualche pausa data da eventi climatici più dannosi che altro, e quale miglior modo di trascorre l’ultimo sabato di luglio se non in questa location, circondata dal verde, dove poter bere della buona birra e possibilità di cenare o anche solo fare quello che una volta in quel di Milan era definito l’happy hour, e nel mentre fare due chiacchiere con gli amici? Se ci aggiungiamo che dentro il locale, al fresco quindi, si alterneranno sul palco valangate di metal estremo nostrano di ottima caratura, ecco che il gioco è fatto.

E iniziamo a giocare quindi, con la prima birra della serata in mano mi appresto ad entrare nel locale e constato purtroppo che la gente all’interno è pochina, speravo che aumentassero un po’ col passare delle ore, ma non credo che i numeri dei biglietti staccati siano andati oltre il centinaio; un vero peccato, la scelta giusta ragazzi miei sarebbe stata investire 10 euro per entrare qui e supportare il nostro underground anziché bere l’ennesimo cocktail annacquato sui Navigli o nel peggiore dei bar di Milano.

Come dico sempre, peggio per chi non c’era, vi siete persi una grande serata che ora potete almeno leggere qui com’è andata.

 

FAMILY DEVOTION  MURDER

Ad aprire le danze di questo Death in Summer Festival ci pensano i veneti Family Devotion Murder, band nata nel 2020 con l’intento di dar voce, attraverso dei suoni feroci e pieni di aggressività, a fatti di cronaca nera, criminalità e mafia realmente accaduti dagli anni 70 ad oggi.

I componenti della band, con maschere di pelle a coprire il volto, sono tutti veterani della scena metal tricolore, ma, come vuole il codice mafioso, i loro nomi sono ignoti, ci limiteremo quindi ad utilizzare i loro pseudonimi con cui si son fatti conoscere sui palchi che stanno calcando negli ultimi anni, covid permettendo ovviamente.

Il loro è un grind-death metal duro e rabbioso, vuoi per i temi forti trattati nei loro testi, vuoi perché l’attitudine loro è proprio quella, ed è davvero palpabile la cattiveria che ci mette Baron alla voce, frontman davvero convincente, come lo sono anche tutti gli altri componenti della band: Malguajo alla chitarra e seconda voce, Canaja al basso, e Salvego alla batteria.

Senza troppi fronzoli ci scaricano addosso con tutta la rabbia che hanno in corpo, dal loro full-lenght Tentacles uscito nel 2021, 5 pezzi, uno più violento dell’altro, che scatenano un inevitabile head-banging per tutta la durata della loro esibizione a cui è impossibile rimanere indifferenti. Prima di salutarci c’è tempo anche per il loro nuovo singolo Days of Glory, micidiale come tutto il materiale sentito in questi 35 tiratissimi minuti in loro compagnia.

I Family Devotion Murder non fanno nulla di particolarmente innovativo, diciamocelo, ma hanno definito un proprio stile grazie alla loro personale attitudine grezza e brutale, oltre che alla grinta, con le quali portano sul palco i frutti della loro sudata fatica in studio.

Bravi ragazzi, davvero, mi avete positivamente colpito già ad un primo ascolto ed ammetto non è cosa facile; a presto spero per ascoltare live il vostro nuovo lavoro e poterlo raccontare tra queste righe.

Lineup:
  • Baron – voce e chitarra ritmica
  • Malguajo – chitarra solista e seconda voce
  • Canaja – basso
  • Salvego – batteria
Setlist:
  1. Warrior Satanico
  2. Kraken
  3. Banditismo
  4. Mr Junker Fuck Off
  5. Worl Decline
  6. Days of Glory

 

ABBINORMAL

Rapidissimo cambio palco, giusto il tempo di prendermi un’altra birra, ed ecco salire sul palco gli Abbinormal, gruppo meneghino con due album all’attivo, 1996 del 2019 e Grind Hotel, uscito la scorsa primavera.

Il loro è un grindcore classico con incursioni nel death e nel thrash metal, e un’attitudine sicuramente old-school, ma modernizzata con l’utilizzo di tastiere, suonate dal frontman Eric Vieni, opportunamente inserite in molti loro brani, nel cercare di interpretare in maniera personale un genere, per certi versi, trito e ritrito. Ho già avuto varie occasioni di vedere i ragazzi e vi garantisco che un loro live, come un loro album, è un concentrato di potenza in pochissimo tempo: una ventina di pezzi in trenta minuti di show, una raffica di proiettili sparati addosso ad altissima velocità insomma.

Si parte a picchiare duro con Discrimination, un bel pezzo con blast beat devastanti e cambi di registro molto azzeccati, con un finale di tastiere disorientanti forse per la loro epicità, ma che sicuramente rendono il tutto più fruibile all’ascolto e ammorbidiscono un po’ i nostri timpani già belli che massacrati.

Mi piacciono praticamente tutte le loro canzoni, ma ho gradito particolarmente Grind Hotel e Be Sick, tiratissime oltre ogni limite di umana comprensione, come anche il loro personalissimo minuto di silenzio One Minute Silence, dedicata a tutte le persone che non sono più tra noi e che dura davvero 60 secondi netti.

E come non trovare nella loro scaletta altri 38 secondi per Gli Esclusi, brano hardcore cantato in italiano dal buon Eric, ottima la sua prestazione in tutti i registri vocali che utilizza e molto apprezzata, dalla sottoscritta in primis ma non solo, anche la sua continua divertente interazione con il pubblico, che risponde con moshpit e head-banging praticamente continui tra le prime file di questo Legend non abbastanza assiepato di gente.

All’interno di un festival chiamato Death in Summer non poteva certo mancare il loro brano dal titolo The Summer is Tragic, che rappresenta a mio parere in pieno lo spirito del gruppo, ovvero divertire divertendosi facendo quello che gli riesce meglio. Gli Abbinormal sono davvero Bullet-proof, come la canzone con la quale ci salutano, tra gli applausi di tutti i presenti, e il tempo mi darà ragione, ne sono certa.

Il grindcore non è per tutti lo sappiamo, bisogna saperlo fare per non far sembrare tutte le canzoni uguali tra loro, e gli Abbinormal ci riescono alla grande, distinguendosi come detto oltre che per l’utilizzo di tastiere, anche per l’ottimo lavoro di Max Maestrelli e Marco Comini, rispettivamente alla chitarra e al basso, e quel martello pneumatico di Luca Cacciatore alla batteria che riescono a creare suoni potenti e ben amalgamati che caratterizzano in pieno la loro proposta mai scontata.

Gli Abbinormal, carichi di potenza, passione, tecnica e di auto ironia, ancora una volta mi son piaciuti molto e hanno contribuito a scaldare ulteriormente l’atmosfera in attesa dei prossimo gruppo di amici che stanno per salire sul palco.

Lineup:
  • Eric Vieni – voce
  • Max Maestrelli – chitarra
  • Marco Comini – basso
  • Luca Cacciatore – batteria
Setlist:
  1. Intro
  2. Discrimination
  3. Ho Chi Minh Trail
  4. Brutalized
  5. Negative Vibes
  6. Grind Hotel
  7. Be Sick
  8. Hexakosioihexekontahexafobia
  9. Hellcore
  10. Epileptic Fit
  11. Medley (Gunkan/Traumatic State of Cirrhosis/Valzheimer)
  12. The Lonely Funeral
  13. Don’t you worry about the Song
  14. GLi Esclusi
  15. Gux
  16. One Minute Silence
  17. The Summer Is Tragic
  18. Cynicism at 52Hz
  19. Bullet-Proof

 

HUSQWARNAH

Son da poco passate le 22.30 quando i brianzoli Husqwarnah, salgono sul palco e per i prossimi 40 minuti ci sbatteranno in faccia il loro death metal aggressivo di ottima fattura made in Italy.

Questa sera ci proporranno interamente il loro disco d’esordio Front Toward Enemy uscito del 2021 che personalmente ho ascoltato più volte sempre con piacere e vi assicuro che in sede live acquista la dimensione migliore, con una prestazione sopra le righe di Maurizio Caverzan alla voce, per nulla intimorito dai problemi tecnici nelle prime canzoni, si è dimostrato un frontman di primo livello davvero (vi consiglio caldamente anche l’altro suo progetto chiamato Ghostheart Nebula), supportato egregiamente da Riccardo Rjillo dietro le pelli, Lorenzo Corno al basso e i due chitarristi JP Lisi e Alessio Capatti a tirare le fila di questo loro death metal pesante, aggressivo e violento, nonché tecnicamente ineccepibile.

Si parte con Melting Face e Reincarnation Of Sin, veloci e cattive, che fan subito capire di che pasta son fatti i nostri e a dare il via a un po’ di devastazione, di un pubblico troppo statico per i miei gusti, ci pensano le sferzate cattivissime di Death Proof, mentre nelle atmosfere doom di Screams From The Cellar è il growl lancinante di Maurizio a farla da padrona nel creare un senso claustrofobico tra queste quattro mura del Legend diventato una bolgia infernale, a ricordarci la copertina dell’album dove dei soldati non morti avanzano con il loro carro armato verso di noi.

Sul finale ci propongono un antipasto di quello che sarò il loro prossimo lavoro con Wheel of torture e To protect and severe, e se queste sono le premesse ragazzi non vedo l’ora di sentire tutto il resto. Gl Husqwarnah, sono un assalto implacabile al death metal vecchio stile riproposto alla loro maniera, che con passione e genuina violenza, han dato luogo a un’esibizione potente e di qualità, che colpisce duro chi ha di fronte e spinge davvero a volerne ancora; è un vero peccato che dobbiate salutarci qui, non vedo già l’ora di rivedervi sappiatelo.

Questa sera al Legend non ne abbiamo mai abbastanza di pugni in faccia e nell’attesa della prossima raffica da parte degli headliner della serata, esco a farmi un’altra birra in compagnia, che non fa mai male, ma non prima di essere passata dal banco del merch ad acquistare una loro maglietta, edizione limitata con la scritta color cerume per la precisione, e quando vi ricapita di trovare una musicassetta? Doppia versione pure, verde con scritta nera o viceversa, Venghino Signori Venghino!

Ah, dimenticavo, ragazzi scusate la domanda, ma come cazzo si pronuncia il vostro nome lo possiamo chiarire una volta per tutte?! Ve ne sarei grata, così eviterò in futuro di rispondere: “ah boh, so solo che in qualche modo centrano le motoseghe”.

Lineup:
  • Maurizio Caverzan – voce
  • Lorenzo Corno – basso
  • JP Lisi – chitarra
  • Alessio Capatti – chitarra
  • Riccardo Rjillo – batteria
Setlist:
  1. Melting Face
  2. Reincarnation of Sin
  3. Death Proof
  4. Ignoto 1
  5. Screams from the Cellar
  6. Vigo
  7. Lived Once Buried Twice
  8. Infernal Loop
  9. Wheel of torture
  10. To protect and severe

 

CADAVERIC CREMATORIUM

E siamo giunti così quasi alla fine di questa giornata a tinte estreme, con l’esibizione dell’ultima band in programma quest’oggi, i bresciani Cadaveric Crematorium, che non ho mai avuto il piacere di sentire in sede live, e quale miglior occasione di questo Death in Summer Festival per farlo, dopo essermi già trapanata i timpani con i precedenti gruppi, questa è la degna conclusione.

I lombardi, ricordo che la sottoscritta è bergamasca, ma sorvoliamo sulle ostilità BS-BG oggi, ci presenteranno principalmente i brani presi dalla loro ultima fatica in studio, Zombology, che proposti in sede live sono capaci di mettere a tacere chi li dava per morti, musicalmente parlando si intende, ma si sa, non è facile ammazzare i non morti. Son passati ben 11 anni, infatti, dal loro precedente lavoro, One of Them, non contemplato quest’oggi, ma il loro grindcore intriso di brutal death metal è sempre vivo e vegeto e i nostri danno luogo ad uno show infuocato, davvero devastante la scaletta proposta, con il “Dr” Venturi spesso a cantare tra il pubblico nel tentativo di animare e popolare questo pit al limite della desolazione.

Sono le 23.35 quando il combo bresciano sale sul palco e da inizio alle ostilità con Zombology – God Save the Dead, titolo geniale direi, e brano dove ritroviamo subito i grugniti growl del Dr, i riff frenetici tritaossa di Willi e Ciulaz alle chitarre, le ritmiche schizofreniche di Necrom al basso (vogliamo parlare delle sue corde giallo fluo?) e il drumming forsennato del Parla alla batteria (articolo davanti al nome usato appositamente come noi orobici facciamo sempre). Sempre dall’ultimo full-lengh,

Alien Composting Putris e Cataclysm Caelestia, dove come sempre nel loro stile, brutalità e ironia si mischiano dando luogo a qualcosa di davvero personale oltre che originale. La loro attitudine fuori dagli schemi li porta a divertirsi in primis su quel palco e automaticamente divertono chi sta dall’altra parte, non tralasciando una tecnica ineccepibile, evidente nella serratissima Freak Tok, di cui esiste pure un videoclip per gli interessati.

Chi li conosce lo sa, i Cadaveric Crematorium amano prendersi e prendere in giro, ed è evidente nella rivisitazione del classico dei Guns N’ Roses, Dont’ Cry, con un testo in italiano improntato su una certa “troia che piange”, e ho detto tutto. Assolutamente più fedele all’originale invece, You Suffer, cover dei Napalm Death, e menomale direi, non si scherza un cazzo coi mostri sacri del metal.

A chiudere il tempo a loro disposizione ci pensa Nessun Muoia, da Grindpeace (2008), che miscela sapientemente il loro grind death metal ai richiami lirici della famosa romanza dell’opera lirica “Turandot” di Giacomo Puccini, Nessun Dorma, con un finale in crescendo storpiato in “all’alba ucciderò” da “all’alba vincerò”, strappando non poche risate ai presenti.

Bentornati Cadaveric Crematorium e che la Zombologia sia sempre con voi.

Lineup:
  • Paolo “Dr” Venturi – voce
  • Giovanni “Willi” Biloni – chitarra
  • Alessio “Ciulaz” Fassoli – chitarra
  • Marco “Necrom” Pennacchio – basso
  • Francesco “Parla” Parlatore – batteria
Setlist:
  1. Zombology – God Save the Dead
  2. Vegan Cannibal World
  3. Quad Damage
  4. Zombie 2
  5. Alzati e Cammina
  6. Alien Composting Putris
  7. Emorragia
  8. Don’t Cry (Guns N’ Roses Cover)
  9. You Suffer (Napalm Death Cover)
  10. Cataclysm Caelestia
  11. Big Show
  12. Freak Tok
  13. Plan Ten
  14. Consumed
  15. Intro Valloggia 250
  16. Jesus
  17. Nessun Muoia

Cosa chiedere di più a un Festival come quello di oggi del Death In Summer se non chiuderlo con un sorriso stampato in faccia e tanta soddisfazione in corpo per esserci stati nonostante il caldo di questi giorni di fine luglio e l’imminente partenza di molti per le ferie. E se la location è come quella del Legend, ancora meglio, tra queste quattro mura, ma anche fuori quando non suonavano dentro, oggi siamo stati proprio bene. Peccato solo per la poca affluenza, le band avrebbero meritato molto più supporto e non mi stancherò mai di dirlo.

Se i miei timpani erano già poco sani prima, ora, dopo tutta questa dose massiccia di death/brutal grindcore sono andati definitivamente a farsi benedire e quando mi deciderò ad usare i tappi per le orecchie sarà sempre troppo tardi.

Il massacro di oggi è definitivamente compiuto, una pagina importante del metal estremo italiano è stata girata nel mio personalissimo album dei ricordi, e non vedo già ’ora di sfogliarne di altre.

A tal proposito, vi aspetto al BLOODFEAST 2023, due serate all’insegna dell’underground di spessore, il 9 settembre al km298 di Lodi e sabato 30 settembre al Centrale Rock Pub di Erba, festival a ingresso gratuito organizzato dagli amici Warmblood per condividere ancora una volta la passione che ci unisce per il metal, e qui ragazzi miei, non avete scuse, non potete mancare!

Ci vediamo quindi alle prossime ostilità, e saranno prima di settembre per quanto mi riguarda.

Stay tuned.