Black Death

Live Report: Desecration of the Grave Fest @ Slaughter Club, Paderno Dugnano (MI) – 12/11/2023

Di Jennifer Carminati - 12 Novembre 2023 - 18:11
Live Report: Desecration of the Grave Fest @ Slaughter Club, Paderno Dugnano (MI) – 12/11/2023

Live Report: Desecration of the Grave Fest @ Slaughter Club, Paderno Dugnano (MI) – 12/11/2023
a cura di Jennifer Carminati

Sabato 11 novembre allo Slaughter Club di Paderno Dugnano, questa è la data scelta da Grave Sin Bookings in collaborazione con Terror From Hell Record e Unholy per il Desecration of the Grave Fest, un evento che unisce varie sfaccettature di metal estremo aventi come trait d’union una radice death metal ben piantata nel terreno.

Una line up di tutto rispetto che vede oltre ai gruppi stranieri Corpsessed, Wombbath, Embrace of Thorns, Rebaelliun, una buona rappresentanza nostrana con Dead Chasm e Exitium in apertura.

Quello di stasera è un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di musica estrema e il buon numero di astanti accorso al locale della periferia milanese, ormai mia personale meta quantomeno mensile, sembra confermarlo.

Un festival che segue una linea piuttosto omogenea all’interno del proprio bill, con proposte sicuramente estreme, quasi tutte improntate sul death metal e alcune viranti più verso il black, come piace alla sottoscritta, senza nomi troppo altisonanti come headliner, ma che han comunque attirato un centinaio di persone in questo sabato di novembre freddo e nebbioso, nella migliore delle tradizioni del capoluogo lombardo.

Apriamo dunque i cancelli del cimitero metaforico in cui lo Slaughter si è trasformato quest’oggi e addentriamoci all’interno di questo viaggio tra tombe, lapidi, teschi e chi lo sa cosa troveremo sul nostro cammino…che la profanazione abbia inizio.

I più attenti di voi che avevano visto la locandina del Festival sicuramente avranno notato che non ho menzionato i Repulsive Vision; la band inglese, infatti, non ha potuto presenziare a causa di un incidente accorso in giornata ad uno dei componenti.

Pertanto, visto i tempi ridotti, il buon Gigi non è riuscito a rimpiazzarli con nessun’altra band e la serata inizia alle 18.45, con i primi due gruppi di casa nostra, a cui spetta l’arduo compito di scaldare gli animi, e non solo, dei pochi astanti al momento presenti.

Exitium

I primi a calcare le assi del palco dello Slaughter questa sera sono quindi i veneti Exitium, giunti all’ultima data del tour europeo condiviso con gli amici brasiliani di cui vi parlerò dopo.

Band fondata nel 2021 e composta da T. (voce), N. (basso), M. ed M. (chitarre) e O. (batteria), salgono sul palco con i corpi sporchi di nero con il frontman che, solo per un pezzo, tiene il suo mantello incappucciato di scena.

Un solo album all’attivo per loro, ‘Imperitous March for Abysmal Glory’ uscito la scorsa primavera, da cui ci proporranno cinque estratti questa sera; i nostri sono artefici di un blackened death metal di ottima fattura.

Avevo già avuto il piacere di vedere gli Exitium dal vivo come supporto agli Imperial Triumphant e Suffocation negli scorsi mesi, e devo ammettere che han confermato quello che già pensavo di loro, a dimostrazione che la prima impressione è sempre quella che conta, almeno nella musica.

Le loro identità non sono note come avrete intuito dalle sole iniziali riportate, ma vi assicuro che la loro musica parla e ci dice chiaramente chi sono questi cinque ragazzi che sul palco ci sanno fare eccome: il loro sound intriso di death e black metal, è violento e cattivo, senza mai tralasciare la tecnica, sempre precisa, a dimostrazione che anche se si è giovani, con la passione e la voglia di fare si ottengono i risultati.

Le dinamiche scaturite dai loro strumenti non sono né banali né prevedibili, non è un rumore confuso il loro come spesso accade per questo genere, ma c’è una ritmica ben studiata che dà luogo ad una proposta ferale e aggressiva, valorizzata da una prestazione sopra le righe del frontman, incredibilmente incisivo e impattante, con un growl davvero molto espressivo e un’interpretazione di quel che canta che personalmente mi piace sempre vedere.

Sono più che certa che gli Exitium oltre al mio conquisteranno molti altri cuori neri e spero che questa sera sia stata l’occasione per altri di conoscere un valido gruppo nostrano a cui auguro il meglio, perché se lo meritano davvero.

Lineup

T. – voce

M. – chitarra

M. – chitarra

N. – basso

G. – batteria

Setlist

Abyss Wolf

Hammering the Walls of Grace

The Sinister Sedition

Spoils of Defilement

Dieu II Veut!

 

Dead Chasm

Una breve pausa, giusto il tempo di un veloce cambio palco, ed ecco l’altro gruppo rappresentante il nostro paese, ovvero i milanesi Dead Chasm, che vedo per la prima volta in sede live.

Band fondata nel 2020 da veterani della scena underground italiana che suonano in altri progetti, con all’attivo un EP omonimo uscito nel 2022 e il primo full length, ‘Sublimis Ignotum Omni‘, lo scorso maggio.

Gigi Corinto (booking agent di questo tour) al basso, Lorenza De Rossi alla chitarra e voce, e Davide Bacchetta dietro le pelli, danno prova di un suono mai caotico, potente, che oggi molti amano definire “nuovo death metal old school” che decine di band ormai fanno, o almeno ci provano.

Ai Dead Chasm va sicuramente riconosciuta identità e una certa dose di personalità, essendo tutti e tre del mestiere sanno bene come rendere proprie le sonorità che spesso rischiano invece di finire nel calderone del “già sentito”.

Nessuna parola tra un pezzo e l’altro, anche loro preferiscono lasciare spazio alla musica visto il poco tempo a disposizione e, in questi 40 minuti, ci fanno ascoltare brani dal tiro trascinante, con una doppia cassa a farla spesso da padrona e con riff dinamici e taglienti.

Finalmente un accenno di headbanging si intravede tra il pubblico, che sta via via aumentando col passare del tempo, grazie alle loro accelerazioni fulminee che sfociano spesso in blast-beat furiosi, su cui è impossibile rimanere fermi.

I Dead Chasm sono compatti e coesi sul palco, e la resa finale ne risente, impressionando in maniera positiva ovviamente anche chi come me li vedeva per la prima volta.

Avrei solo preferito un po’ di freddezza in meno, siete comunque a casa vostra e un minimo di interazione col pubblico è sempre cosa gradita, almeno io la vedo così.

Buonissima performance comunque anche per loro, e ora ve lo vengo a dire, così ci si conosce finalmente di persona.

Lineup

Lorenza – voce, chitarra

Gigi – basso

Davide – batteria

Setlist

Apparitions

In Abhorrent Obscurity

Spawned in Desolation

Perpetual Realm of Light

Innumerable Dimensions

Impious Embrace

Left Unknown

Ethereal Fragments

Rebaelliun

Allo Slaughter sono ormai presenti un centinaio di persone che si aggirano sorridenti, con una birra in mano i più e l’entusiasmo, grazie alle prove delle band finora salite sul palco, e a quelle che devono ancora arrivare, è in continuo crescendo.

Con i deathster brasiliani Rebaelliun cominciamo ad entrare nel vivo della serata, fosse anche solo per l’orario vicino a quello usuale di inizio dei concerti e per il fatto che questi ragazzi vincono a pieni mani il premio di top performer di questo festival, a mio parere.

Band non proprio fortunata, scioltasi per 13 anni dopo la pubblicazione del secondo album, che ha subito purtroppo anche la morte di due componenti storici ricordati con affetto oggi e conseguenti cambi di formazione che hanno inficiato sulla loro carriera discografica, ora impegnata nella promozione dell’album ‘Under the Sign of Rebellion‘, uscito a settembre 2023.

Purtroppo, o per fortuna, la sottoscritta non ha un termine di paragone per giudicare se quanto successo alla formazione abbia inciso o meno sulla resa live dei Rebaelliun, ma quello che posso dirvi è che la performance di questa sera è stata senza dubbio di alto livello.

Evandro Passos alla chitarra e Bruno Añaña al basso, oltre che impegnato alla voce, e Sandro Moreira alle loro spalle che non perde un colpo dietro le pelli, hanno portato a casa l’arduo compito di salire su di un palco dopo tutto e nonostante tutto direi.

La forza di volontà e la passione di Moreira, unico superstite della formazione originaria, hanno permesso a me e molti altri di poter ancora ascoltare questo gruppo, cult della scena death metal brasiliana e poco conosciuto dalle nostri parti.

In questi tre quarti d’ora infiammano lo Slaughter con la loro musica, un death metal che definirei irruento, e quell’aggressività passionale tipica dei gruppi che vogliono far sentire a gran voce la propria musica senza lasciare nulla di intentato e trovando il tempo di interagire molto con gli astanti.

Brano dopo brano, il pubblico appagato dallo show e infervorato dal frontman, accenna ad un sempre più consistente pogo e headbanging che accompagnano l’esibizione dei nostri, precisa e senza sbavatura alcuna, con l’aggiunta di tanta carica emotiva, calda e passionale, che certe nazionalità hanno in corpo dalla nascita.

A colpirmi particolarmente è la furia con cui ci schiaffano addosso la loro setlist, che attinge a piene mani dall’ultima release ovviamente: riff tirati e veloci, che spesso strizzano l’occhiolino al thrash metal, sempre proposto in maniera genuina e senza troppi fronzoli.

Con la loro performance, veramente sentita, i Rebaelliun lasciano il segno tra queste quattro mura, e non solo.

Lineup

Bruno Añaña – voce, basso

Evandro Passos – chitarra

Sandro Moreira – batteria

Setlist

All Hail the Regicide

Legion

Bringer of War (The Last Stand)

The Path of the Wolf

The Messiah

In Heresy We Trust

Annihilation

Affronting the Gods

At War

Spawning the Rebellion

Embrace Of Thorns

Dopo aver mangiato un panino al volo accompagnato ovviamente dall’ennesima birra della serata (a proposito…grazie Carlo) sia mai che patisco la disidratazione, mi appresto dopo anni a rivedere finalmente dal vivo gli Embrace Of Thorns, storico gruppo ellenico in giro dal lontano 1998 che passa davvero pochissimo dalle nostre parti, purtroppo.

In questi 45 minuti ci vomitano addosso le loro furiose blasfemie con una tale cattiveria e violenza, che quasi si rimane senza fiato di fronte a tale impeto, o almeno questo è l’effetto che hanno sulla sottoscritta.

Abbigliamento tipico del metallaro che sta sotto il palco e non sopra, con maglie e gilet di pelle colme di toppe dei gruppi che sicuramente li hanno ispirati, gli Embrace Of Thorns fanno il loro ingresso sul palco tra luci rosse e fumo di scena.

Sei per loro gli album da cui attingere, di cui l’ultimo ‘Entropy Dynamics‘ del 2022, dove ritroviamo uno stile mai troppo codificato, con radici saldamente piantate nel black/death metal più old school.

Il loro è un vero e proprio assalto all’arma bianca, non c’è pausa alcuna tra un brano e l’altro, se non per i primi problemi tecnici che purtroppo ci accompagneranno poi per tutta la serata; un’onda d’urto blasfema che ci viene scaraventata addosso a velocità disumane con un’interpretazione piena della giusta attitudine e varia negli stili vocali del frontman Archfiend DevilPig.

Gli altri componenti, devo ammettere, mi hanno un po’ deluso, sembrava stessero nel posto sbagliato al momento sbagliato, soprattutto uno dei due chitarristi, totalmente spaesato povero, quasi mi faceva tenerezza nascosto da quel cappuccio.

Nel complesso, la performance che ho trovato più sottotono della serata e che certamente ha deluso le mie aspettative, menomale mi rifarò a brevissimo con gli ultimi due gruppi, che ti attitudine ne hanno da vendere.

Lineup

Archfiend DevilPig – voce

Herald of Demonic Pestilence – chitarra

Fallen Angel of Fornication – chitarra

Serpent ov Styx – basso

Maelstrom – batteria

Setlist

Entropy Dynamics

Tombs of the Desecrated Zealots

Mutter Aller Leiden

Origin of Scourge

Tyrant Goat

Blackest Orthodoxy

Scorn Aesthetics

Breath of the Beast

Ancient Waters

Wombbath

Saliamo sempre più in alto nella lineup di oggi, e arriviamo a quella che è la prima esibizione in suolo italico per i Wombbath, band svedese che nel 1993 con l’album di debutto ‘Internal Caustic Torments‘ ha inciso il loro nome nei libri di storia del death metal e su questo non si discute.

Anche per loro vicissitudini varie, tra cambi di nome, scioglimenti durati anni e numerosi movimenti che hanno stravolto la line up originale, ma oggi nel 2023 i Wombbath sono più attivi che mai, con un ultimo album, ‘Agma‘ dello scorso anno, che stanno ancora portando in giro, nei festival di metal estremo di tutto il mondo e, finalmente, oggi anche qui da noi.

La loro proposta abbina sapientemente uno stile compositivo piuttosto intricato al gusto per la melodia per cui i gruppi provenienti dalla Svezia son famosi; un death metal old-school e senza compromessi che si viene schiaffato addosso con ferocia. Ecco appunto, attenzione a quale parte della nazione nordica ci si riferisce: qui non si parla della scuola di Göteborg, sia chiaro, ma ci si sposta verso Stoccolma, come ci ricorda spesso durante lo show il frontman Jonny Pettersson, con le sonorità più grezze e potenti di band quali Entombed, tanto per dire il mio gruppo preferito in assoluto in questo genere.

Certo, l’originalità non è il loro forte, ma questo, almeno in sede live, non costituisce affatto un problema: i 45 minuti in loro compagnia scorrono via veloci che è un piacere, i nostri sanno coinvolgere il pubblico, ora presente in maniera ancora più cospicua, in moshpit e pogo travolgenti. Pettersson, una volta tolti gli occhialini con cui l’ho visto in giro per il locale e al banco del merch, si trasforma letteralmente, mi ha impressionato la sua capacità interpretativa e di tenere il palco, bravo davvero, così si fa!

I loro riff poderosi e accelerati, con midtempo piazzati nei punti giusti e i non troppo stucchevoli momenti di melodia, permettono ai Wombbath di portare a casa egregiamente il risultato, grazie anche alla formazione attuale costituita da ottimi musicisti, di grande esperienza, che non ne vogliono sapere di far finire il nome della loro band nel dimenticatoio.

Il caro e vecchio death metal scandinavo, grezzo e fottutamente old school, di cui i Wombbath sono certamente ancora tra i principali artefici, non è per nulla morto anzi, è più vivo che mai, e loro, con una semplicità disarmante, questa sera ce lo hanno dimostrato.

Lineup

Jonny Pettersson – voce

Thomas von Wachenfeldt – chitarra

Håkan Stuvemark – chitarra

Matt Davidson – basso

Antti Silventoinen – batteria

Corpsessed

In questo sabato di metà novembre, fuori c’è la prima nebbia mista ad umidità della pioggia copiosa degli scorsi giorni, ma dentro le mura dello Slaughter Club vi posso assicurare che regna ormai la bolgia infernale, con atmosfera e temperatura tipiche annesse.

E’ quasi mezzanotte e sul palco stanno per salire i finlandesi Corpsessed, inspiegabilmente bistrattati ai più e mai passata in suolo italico, andarne a capire il motivo! A me son sempre piaciuti molto. Per fortuna in questi giorni fanno altre due tappe, oltre oggi qui a Milano, anche a Bologna e Roma, non vedevamo davvero l’ora di vedere il combo finnico esibirsi su di un palco di casa nostra, e le aspettative annesse son state ampiamente soddisfatte, già ve lo anticipo.

Un’altra band che può essere certamente eletta tra i Maestri indiscussi del death metal, tanto amato quanto inflazionato negli ultimi anni soprattutto, non è facile quindi mantenere salda la rotta e continuare dopo oltre 15 anni a fare bene la propria musica, restando coerenti col proprio stile e attitudine, ma i Corpsessed ci riescono alla grande.

Forti di un trittico di album davvero di pregevole fattura, sfornati in pochissimi anni, i nostri dal vivo sono una garanzia di intransigenza e precisione, non c’è nulla da fare, l’esperienza si vede e si sente, eccome se si sente.

Anche loro, come praticamente tutti i loro predecessori sul palco in questo Desecration of the Grave Fest ormai in dirittura d’arrivo, non sono di molte parole, tra una canzone e un problema tecnico solo qualche sguardo di ringraziamento verso il pubblico ma nulla di più.

Preferiscono suonare la loro musica, maligna e ferina, piuttosto che parlare, dando spazio nella scaletta proposta nell’ora a loro disposizione, a tutta la loro discografia, con un filo logico tra un pezzo e l’altro, intervallando parti più veloci e cadenzate, a momenti dove è possibile riprendere fiato un attimo, per noi, ma soprattutto per Niko Matilainen: il piccolo frontman tutto muscoli e tatuaggi, un animale irrequieto chiuso in gabbia che ha un grugno e un’espressione cattiva stampato in faccia non proprio amichevoli.

Una prova irruenta e aggressiva sopra le righe, quello che i Corpsessed ci scaraventano addosso è un suono pesante, con chitarre distorte, una sezione ritmica di basso e batteria rocciosa, mentre il growling profondissimo di Matilainen è perfetto per i passaggi corposi e potenti che ci scaraventano per 60 minuti davvero intensi. Quando poi alla voce si aggiunge il chitarrista Matti Mäkelä, ecco che l’efficace cattiveria dei nostri si eleva all’ennesima potenza con un risultato finale davvero sorprendente.

Come avrete notato, anche per loro, non cito alcun titolo in particolare, perché vi assicuro che risulta davvero difficile se non impossibile riconoscere i brani, che i nostri, tra l’altro, non ci tengono affatto a presentare. Per cui, abbiate pietà di me, e prendetevi il Live Report così com’è, senza alcun titolo di brano, dove sono riuscita a recuperarla, potete leggere la setlist.

I Corpsessed hanno un impatto e una presenza scenica semplicemente, si fa per dire, devastanti, non ho altro da aggiungere.

Chi già li conosceva certamente sarà, come me, rimasto sbalordito dalla loro esibizione questa sera, mentre chi non li conosceva ancora, son abbastanza sicura che rimedierà presto, una volta tornati a casa, e nel frattempo, facendo un giro al banco del merch.

Perfetto finale per questa serata all’insegna del metal estremo fatto con tutti i crismi.

Non li avevo mai visti, ma non vedo già l’ora di rivederli, spero ci sarà occasione in qualche festival di metal estremo della prossima estate a cui certamente presenzierò, e magari chi lo sa, ne leggerete il Live Report tra queste pagine.

Lineup

Niko Matilainen – voce

Matti Mäkelä – chitarra, voce

Jyri Lustig – chitarra

Tuomas Kulmala – basso

Jussi-Pekka Manner – batteria

 

Rimettiamo il coperchio sulla bara e torniamo in superficie, ben contenti di aver riesumato nelle ultime ore una dose massiccia di metal grezzo e senza compromesso alcuno, poche parole e tanta sostanza, come sempre dovrebbe essere un concerto di questo genere.

È quasi l’1 di notte quando il Desecration of the Grave Fest, iniziato ieri alle 18, giunge al termine e mi avvio verso casa sicuramente contenta per questa serata che è stata stancante per le tante band viste in poche ore, ma pienamente soddisfacente in termini di organizzazione e qualità della proposta, una conferma dopo l’altra di band che hanno assolutamente il loro perché all’interno della scena metal estrema.

Mi auguro che il Desecration of the Grave Fest possa ripetersi, magari iniziando nel primo pomeriggio e permettere così alle band di esibirsi per più tempo, oltre che avere qualche minuto di pausa ulteriore per prendersi una birra e scambiare quattro chiacchiere con gli amici che si ritrovano volentieri ai concerti, il che non guasta mai e aggiunge solo valore ad un evento davvero riuscito sotto tutti i punti di vista.

Gigi&co, che avete organizzato tutto questo, prendetelo come un consiglio da parte di chi ne vede tanti di concerti e festival, e penso ormai di sapere cosa la gente preferisce e cosa meno, e un metalheads soddisfatto, si sa, è un biglietto assicurato alla prossima edizione.

Si torna sempre dove si è stati bene, e noi quest’oggi lo siamo stati davvero parecchio.