Thrash

Live Report: Destruction @ Slaughter Club, Paderno Dugnano (MI) – 28/10/2023

Di Jennifer Carminati - 30 Ottobre 2023 - 8:30
Live Report: Destruction @ Slaughter Club, Paderno Dugnano (MI) – 28/10/2023

In questo 2023 ormai alle porte i Destruction compiono quarant’anni di carriera, e hanno deciso di festeggiare questo compleanno speciale come si deve, invitando alla loro festa tre amici di lunga data che vanno sotto il nome di Whiplash, Enforcer e Crisix, per quello che sarà l’evento thrash metal dell’anno.

Era il 1984 quando, con il seminale Sentence of Death, gettarono le basi per quello che sarebbe diventato più di un genere musicale, ma un vero e proprio movimento. Negli anni successivi, con la pubblicazione di Infernal Overkill e Eternal Devastation contribuirono in maniera decisiva alla crescita e diffusione del thrash metal in tutto il mondo fino alla pubblicazione, nel 1987, dell’iconico EP Mad Butcher, il “macellaio cattivo” che troneggia sulle locandine di questo tour europeo.

L’appuntamento italiano con la band teutonica è fissato per oggi, 28 ottobre 2023, allo Slaughter Club di Milano, grazie all’organizzazione di Cerberus Booking del buon Saverio Mollica e BAM Booking.

Live Report a cura di Jennifer ‘Jenny’ Carminati

40 anni di storia, fatta di passione e dedizione per la musica metal, ma soprattutto verso i propri fan accorsi in maniera copiosa in questo sabato di fine ottobre per celebrare questo importante traguardo di Schmier e soci. La setlist di questo tour ripercorre tutta la loro carriera e discografia, fatta di sedici album, dagli immortali classici del passato fino ai brani del nuovo Diabolical, primo disco con la nuova formazione a quattro elementi.

Insieme a qualche altro centinaio di persone che hanno stipato il locale abbiamo accolto con piacere l’invito a questa festa di compleanno dei Destruction, ma questa volta i ruoli sono invertiti, siamo noi a ricevere un pacchetto regalo fatto di quattro band strepitose che non vediamo l’ora di scartare, oops! volevo dire, vedere e ascoltare live.

La buona compagnia c’è, la birra anche, della musica vi ho già parlato, insomma, ci sono tutti gli ingredienti per una festa di compleanno metallica di successo, non ci resta che entrare tra le mura dello Slaughter e dare inizio alle ostilità.

Quando arrivo al locale mi è subito evidente che sarà una gran serata, ci sono tantissimi metalheads old school, giubbini e gilet di jeans tappezzati di toppe e alcuni completamente calati nel look anni ’80 che tanto faceva metallaro già ad una prima occhiata, non come oggi che ci si identifica tali solo con la maglietta di un gruppo ed esagerando indossando un chiodo. Che va benissimo eh! cosa che peraltro faccio spesso pure io, però era tutt’altra cosa dai, siamo sinceri, e stasera ci immergiamo totalmente lì per qualche ora; sarà bellissimo questo viaggio indietro nel tempo che ora vi racconto, dai, partiamo, che non vedo l’ora.

CRISIX

A dare inizio alla serata, alle 19 in punto, tocca agli spagnoli Crisix, a cui spetta l’arduo compito di scaldare gli animi dei già numerosi spettatori presenti, e, piccolo spoiler, ci riusciranno alla grande con il loro “Ultra Fuckin Thrash” scritto sul retro delle loro magliette.

I ragazzi sono giovani e probabilmente qui pochi li conoscevano, ma sul palco hanno dato libero sfogo al loro originale temperamento, casinista e allegro, che ha travolto da subito il pubblico; il chitarrista Marc Busqué durante l’ultimo pezzo, Ultra Thrash, scende addirittura tra la folla e intorno a lui si scatena un circle pit dalle dimensioni non indifferenti visto che siamo al chiuso in un locale tutto sommato piccolo.

Il loro è un thrash metal puro, fatto divertendosi sul palco, con una presenza scenica che nulla ha da invidiare a chi ci salirà dopo e divertendo chi sta sotto; son dei veri e propri cazzoni questi ragazzi e Macarena Mosh ne è un esempio lampante, con un titolo improbabile per il genere ma dalla dinamica tanto efficace quanto spassosa, perché i catalani, se vogliono, sanno pestare, eccome.

E lo dimostrano nella cattiva e velocissima Full Hate Definition, dove uniscono un testo, in cui il piccolo frontman dal gran carisma Juliàn Baz elenca tutte o quasi le cose che odia nella vita, da Babbo Natale ai Beatles, ad un thrash metal tiratissimo, con riff serrati e urla aggressive.

Ci offrono anche un originale e veloce medley di classici metal cantato dal chitarrista, che comprende, tra le altre, Walk dei Pantera, fatto in maniera tanto simpatica quanto rispettosa degli originali; un intermezzo originale che non intacca la fluidità del loro set, anzi, ottiene un’ottima risposta dei metalheads che continuano a scapocciare e darsele di santa ragione tra le prime file e non solo.

Nei 30 minuti a loro disposizione son riusciti persino a scatenare persino un wall of death che difficilmente si vede, eppure, anche questo è successo tra queste mura dove l’atmosfera è già bella calda, e siamo solo alle 19.30, ed è tutto merito dei Crisix.

La loro irriverenza scherzosa è il perfetto mood che ci serviva per iniziare questa serata festosa all’insegna prevalentemente del thrash metal, fatto in maniera più o meno intransigente e seriosa, perché World Needs Mosh come diceva la loro canzone in apertura e noi siamo qui per questo.

Lineup

Julián Baz – voce

Marc Busqué – chitarra

Albert Requena – chitarra

Pla Vinseiro – basso

Javi Carrión – batteria

Setlist

World Needs Mosh

Macarena Mosh

Leech Breeder

G.M.M. (The Great Metal Motherfucker)

Full HD

Hit the Lights / Walk / Antisocial

Ultra Thrash

 

ENFORCER

Tocca ora agli svedesi Enforcer impossessarsi delle assi di legno dello Slaughter, e lo fanno nel migliore dei modi, scatenando in brevissimo tempo un mood completamente anni ’80 alla Skid Row misto Motley Crue che la metà basta. Immaginatevi quattro ragazzi dal capello lungo biondo, uno coi baffi gli altri dal viso pulito, pantaloni in pelle attillatissimi e gilet a dorso nudo col pelo in bella vista: ecco, questi sono gli Enforcer stasera sul palco, e cosa può esserci di più tamarro? Nel senso buono del termine eh, sia chiaro.

Loro forse sono l’unica vera eccezione di genere stasera, nel senso che hanno un approccio classico all’heavy metal, quello di matrice ottantiana per l’appunto, dando il giusto spazio anche alla melodia, con canzoni devo dire molto simili l’una alle altre, ma lo fanno talmente bene che questo aspetto passa in secondo piano e li ascolti e guardi anche volentieri (son pur sempre una donna eh!).

Era il 2008 quando questi ragazzi, guidati dai fratelli Wikstrand, debuttarono con Into the Night, a cui son seguiti altri quattro album, fino all’ultimo Nostalgia uscito la scorsa primavera, dal quale ci proporranno questa sera la title track, ovvero il “momento limone” della serata essendo una classica ballad dagli accendini accesi e lingue che roteano nelle bocche altrui.

Il loro set fatto di dieci pezzi inizia mettendo subito a ferro e fuoco gli astanti con l’intransigente Destroyer seguita a ruota da Undying Evil e la titletrack From Beyond, cantate nel ritornello dai presenti, a dimostrazione che gli Enforcer son ben conosciuti qui dalle nostre parti e molti erano qui per loro, a ragion veduta, visto che hanno dato vita a uno show sopra le righe, davvero, dove non si risparmiano un secondo correndo da una parte all’altra del palco come forsennati.

Nonostante suonino solo 45 minuti, decidono comunque di inserire gli immancabili momenti di assolo di chitarra e batteria, per fortuna entrambi brevi e ben inseriti nella scaletta, riuscendo ampiamente a coinvolgere il pubblico che nel mentre si è sempre scatenato in pogo e mosh pit selvaggi, davvero continui in questa incandescente e riuscitissima serata.

La chiusura viene affidata alle più robuste note di Midnight Vice, una scaletta abbastanza prevedibile per chi li ha già visti in sede live, che inserisce pezzi imprescindibili del loro repertorio a discapito magari delle nuove realizzazioni, ma con la certezza di accontentare così i propri fan e le proprie fan in questo caso. Questi biondoni irriverenti avevano un buon seguito di ragazze, poi, quando son scesi dal palco e son stati in giro per il locale, buon per loro che avranno sicuramente passato la nottata divertendosi, tutta la mia invidia.

Una prestazione solida e senza sbavatura, quella degli Enforcer, che dal vivo sono una garanzia di attitudine piena, ci credono davvero questi ragazzi che l’heavy metal anni ’80 deve essere portato avanti ancora ai giorni nostri, e dimostrano di conoscere alla grande il mestiere del musicista pur essendo giovani, confermando di meritare il successo avuto con onore e merito negli anni, album dopo album.

Gli Enforcer suonano con così tanto entusiasmo coinvolgente il loro thrash/speed metal old school che più old school non si può che il pubblico appena giunto al locale si unisce rapidamente al clima di festa che si è venuto davvero a creare tra queste quattro mura, e sicuramente si è pentito di non essere arrivato prima.

Lineup

Olof Wikstrand – voce

Jonathan Nordwall – chitarra

Garth Condit – basso

Fabio Alessandrini – batteria

Setlist

Destroyer

Undying Evil

From Beyond

Coming Alive

Zenith of the Black Sun

Nostalgia

Mesmerized by Fire

Live for the Night

Take Me Out of This Nightmare

Midnight Vice

Sono le 21 e la baldoria ha ufficialmente inizio; bambini tutti a nanna, metallari tutti qui, che c’è da divertirsi. E dopo aver preso l’ennesima birra e aver scambiato fuori due chiacchiere con i tanti amici qui ritrovati rientro dentro al locale, che ora si inizia a fare fottutamente sul serio.

WHIPLASH

Per chi come me attendeva questa data da molto tempo, sa bene che ora sarebbe stato il turno dei leggendari canadesi Razor, che purtroppo hanno invece annullato il tour a causa di problemi di infortunio.

Al loro posto vengono chiamati direttamente dal New Jersey i thrashers Whiplash che tra le loro fila annoverano ora il loro ex batterista Rider Ripperson che ha lasciato i Razor qualche mese fa.

Un altro grandissimo nome che difficilmente passa dalle nostre parti, per cui personalmente, son contenta anche così, son dei più che degni sostituti, che nei loro 45 minuti infiammano gli animi dei metalheads presenti che ora davvero hanno riempito completamente ogni angolo dello Slaughter Club.

I Whiplash sono una band americana diventata leggenda dal 1985 con Power and Pain, un concentrato di speed thrash metal che sicuramente si trova nella collezione di tutti i metalheads puristi dell’old school, da cui questa sera prenderanno ben 5 dei 10 pezzi proposti in scaletta. Dall’opener Last Man Alive alla conclusive Power Thrashing Death passando per Stage Dive, Red Bomb e Spit On Your Grave, assoli e riff si susseguono brano dopo brano per i nostri che sul palco possiedono una furia indomabile e invidiabile davvero, vista anche la non proprio giovane età.

Il loro è un thrash dalla marcata influenza speed: duro, serrato, tecnico e preciso allo stesso tempo e ho finito gli aggettivi da utilizzare per descrivere questi brani sparatici addosso come una raffica di proiettili, uno di seguito all’altro senza soluzione di continuità.

Tony Portaro è sempre una garanzia, con una voce malleabile, roca e aggressiva, che mi ha ricordato molto quella di Lemmy, e un carisma trascinante, pur dicendo poco o nulla al suo pubblico, riesce a dar vita ad un pogo e headbanging sfrenati tra le prime file e non solo. Sezione ritmica impeccabile di Will Winton al basso ed un Rider Ripperson alla batteria che non perde un colpo.

Alla fine di questi 45 minuti tiratissimi ci rendiamo tutti conto che la scaletta proposto è intrisa di tutti i loro grandi classici, riproposti questa sera in maniera esemplare, dimostrando che Tony Portaro e soci, con il loro thrash metal senza fronzoli, sono ancora una forza dirompente da non sottovalutare assolutamente.

Welcome back Whiplash, non ci resta che attendere un nuovo album ora, che segua Unborn Again uscito nel 2009.

Dopo la prematura morte nel 2002 del bassista storico Tony Bono, la band ha subito uno stop forzato e successi vari cambi di formazione che non hanno certo facilitato loro il lavoro, ma oggi i Whiplash sono tornati alla grande, e il concerto di questa sera ne è la prova.

Velocità, impatto e potenza, e non chiedevamo altro.

Lineup

Tony Portaro – voce e chitarra

Will Winton – basso

Rider Ripperson – batteria

Setlist

Last Man Alive

Killing on Monroe Street

The Burning of Atlanta

Insult to Injury

Sword Meet Skull, Skull Meet Sword

Stage Dive

Walk the Plank

Red Bomb

Spit On Your Grave

Power Thrashing Death

 

DESTRUCTION

Non vedevo l’ora di vedere gli headliner della serata, perché conoscevo la loro nomea di essere delle macchine da guerra distruttive in sede live, Destuction di nome e di fatto, insomma, e ancora non c’ero riuscita, o forse sì, anni fa, ma non me lo ricordo, quindi occorre un ripasso.

Per scatenare per bene la furia dei tantissimi fan accorsi in questa occasione così speciali per loro iniziano il set direttamente con tre grandi classici: Curse the Gods, Deathtrap e la sentitissima oltre che cantata a squarciagola da tutti, Nailed to the Cross, offrendo così un’ottima prima selezione dell’impressionante loro discografia, e dando il via a pogo e moshpit che non mancheranno per tutta la durata del loro set.

Ma siamo solo all’inizio di quelli che saranno poi 90 minuti di puro e devastante thrash metal: i Destruction sono davvero devastanti, rabbia e potenza, e riff eseguiti con precisione e cattiveria, sono da sempre il marchio di fabbrica della formazione teutonica guidata dal gigantesco Schmier, che resta ormai l’unico membro storico della formazione.

In Mad Butcher si dimostrano come sempre micidiali sia per impatto che precisione d’esecuzione dei pezzi, con finalmente due chitarristi Damir Eskić e Martin Furia che insieme rendono ancora più potente la resa finale dei loro riff velocissimi, e in questo pezzo, vero e proprio emblema della band, ci volevano eccome.

Schmier, oltre a essere impegnato al basso è artefice di una prestazione vocale sopra le righe, pur spostandosi continuamente da una parte all’altra del palco e cantando dai vari microfoni presenti, riesce a farsi vedere e sentire da tutti, anche quelli posti in fondo al locale. Supportato egregiamente nella sezione ritmica dal buon Randy Black che martella incessantemente dietro le pelli, con un drumworking potente e viscerale.

Lo scopo primario di chi fa thrash metal, per quanto mi riguarda, è aizzare la folla, trascinarla in pogo e mosh pit irrefrenabili, sconvolgere il pubblico, e questa monumentale band teutonica ci riesca alla grande, con un inarrestabile assalto di cattivissime bordate velocissime perfetto allo scopo, come Eternal Ban.

Con tracce come Tormentor e Bestial Invasion è impossibile restare fermi, ci facciamo tutti trascinare dal delirio e sopraffare dalla rabbia, scuotendo la testa a tempo, tra sfuriate fini a se stesse e mirati stop and go utili per riprendere fiato, anche se per solo pochi secondi, e i cori dal pubblico si alzano copiosi su queste vere e proprie pietre miliari del genere.

Quando il suono inconfondibile della motosega annuncia The Butcher Strikes Back non c’è modo di trattenere il pubblico che si scatena definitivamente nella baldoria totale sull’incitamento inimitabile di Schmier, che, tra une bestemmia e un “grazie mille Italia” si dimostra ancora una volta un grande istigatore di folle, a conferma che “Il macellaio colpisce ancora“, eccome.

Dall’ultima loro fatica in studio, Diabolical, presentano solo la title track come pezzo iniziale dell’encore, accolta con il giusto entusiasmo.

E indovinate un po’ con quale pezzo decidono di concludere la scaletta di questo tour che ripercorre i loro 40 anni di onorata e militante carriera nel metal mondiale?

Bravi, avete indovinato, e non c’è altro d’aggiungere a questa vera e propria dichiarazione d’intenti con cui i Destruction ci salutano, ma solo fino alla prossima festa di compleanno ovviamente: Thrash Till Death.

Si conclude così, nel migliore dei modi, un sabato sera perfetto per ogni amante del metal che si rispetti. Un gran bel concerto di nomi storici della musica pesante che tanto ci piace, a pochi km da casa almeno per la sottoscritta. Cosa chiedere di più? Solo che ci ripeta presto un’altra occasione così.

Stay metal, always.

Lineup

Schmier – voce e basso

Damir Eskić – chitarra

Martin Furia – chitarra

Randy Black – batteria

Setlist

Curse The Gods

Death Trap

Nailed to the Cross

Mad Butcher

Life Without Sense

Release From Agony

The Antichrist

Thrash Attack

Guitar Solo

Eternal Ban

The Butcher Strikes Back

Tormentor

Bestial Invasion

Encore

Diabolical

Total Desaster

Thrash ‘Til Death