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Live Report: Ghost + Death SS + Lucifer @ Ippodromo Snai, Milano, 29/05/2023

Di Stefano Ricetti - 31 Maggio 2023 - 8:22
Live Report: Ghost + Death SS + Lucifer @ Ippodromo Snai, Milano, 29/05/2023

Live Report: Ghost + Death SS + Lucifer @ Ippodromo Snai, Milano, 29/05/2023

 

Il 29 maggio del 2023 è un lunedì. Dalle nostre parti non propriamente il giorno migliore della settimana (eufemismo). Le date di determinati artisti non guardano in faccia nessuno, tanto che la calata dei Ghost in Italia cade proprio in quella giornata, con buona pace di tutti (si fa per dire).

Il luogo deputato ad ospitare Tobias Forge e compagnia cantante è l’Ippodromo Snai di Milano, un posto che se piove te la becchi tutta e se vuoi sederti ti accomodi sul prato ma che offre spazi immensi e quindi garantisce un alto livello di movimento e vivibilità.

Su queste pagine trumetallare si è spesso discusso riguardo la data di scadenza dell’heavy metal, sia nei vari articoli che sul forum. Troppi appuntamenti, nel tempo, sono stati contrassegnati da un’affluenza al di sotto delle attese, provocando un certo sospetto da parte dei grandi promoter che spesso hanno optato per depennare bellamente l’Italia dai loro taccuini. Per non parlare, poi, dei concerti per così dire minori, in termini di richiamo, risolti come dei raduni per nostalgici, sebbene splendidi, ma che fanno campionato a sé. Tornando agli happening più grossi, quali i motivi di questa disaffezione? I soliti: mancanza di adeguate garanzie a tutti i livelli e prevendite asfittiche, tanto per tagliare corto.

Scelte discutibili, ovviamente, ma quando c’è di mezzo il vil denaro i ragionamenti stanno a zero. Ci guadagno? Ok, allora vengo. Rischio? Posso anche far a meno di una data o due in Italia, punto su altre nazioni.

Tutto ‘sto pistolotto per arrivare a dire che il 29 maggio del 2023 si è verificato il miracolo (calcando volutamente la mano): l’arena dell’Ippodromo si è riempita di vecchi caproni dell’HM quali lo scriba ma soprattutto di giovani virgulti che spostano più in là di qualche lustro la data di scadenza dell’heavy metal. Tante ragazze, poi, alcune delle quali agghindate da suorine, bontà loro.

Il messaggio quindi è chiaro: nel momento in cui una band riesce a muovere le leve giuste i numeri sono assicurati. E, come scritto a inizio live report, badate bene, si trattava di un lunedì! Per di più in un periodo nel quale tutti gli studenti di ogni ordine e grado vivono momenti di inevitabile tensione legati all’accavallamento delle verifiche in prossimità della fine dell’anno scolastico. Per dire, chissà quanti si saranno “giocati” una materia all’indomani, con magari ancora Square Hammer a risuonare nel cervello? Scontato, poi, lo stesso discorso per tutti quanti possiedono un lavoro: permesso o corse assurde per i più vicini per poter arrivare in tempo e un martedì mattina da occhiaie assicurato il dì seguente.

Tutto bello e romantico, quindi, in quel dello Snai, compreso il tempo atmosferico?

Eh no!

Non è ammissibile pubblicizzare l’apertura cancelli per le ore 18.00 quando nella realtà dei fatti le cataratte del cielo (il via libera, insomma) viene dato alle 18.35, minuto più minuto meno, dal momento che fuori dall’Ippodromo si è formata una coda chilometrica, benché ordinata e tutto sommato silente. Da calcolare, poi, in più, i sacrosanti tempi di controllo alla persona e a i vari ammennicoli al seguito operato da un ristretto manipolo di addetti (zaini, borse, marsupi).

Il risultato si traduce in una scarsissima quantità di fan (rispetto a due ore dopo, naturalmente)  schierati di fronte all’esibizione dei Lucifer. Molti metaller della vecchia guardia erano lì per loro e per i Death SS, più che per i Ghost, e se li sono bellamente persi, nonostante fossero giunti nei pressi dell’Ippodromo per tempo. Un vero peccato.

Per i Lucifer vale lo stesso discorso dei Death SS: Santa grazia che fossero ricompresi nel bill (of course) ma una volta di più si è palesato che impersonino band da ambientazione notturna, da arena al chiuso, che danno il meglio di sé all’interno del proprio tour.

 

 

Su di un mega palco come quello di Milano di loro “arriva poco”, nonostante Johanna Sadonis abbia fatto il tutto il possibile, per coinvolgere la platea. Un suono mitigato nei volumi non ha di certo aiutato la performance di questa band dal taglio internazionale all’interno della line-up. Cinque i pezzi proposti, a partire dalle ore 19.22: Ghosts, Crucifix (I Burn for You), A Coffin Has No Silver, Wild Hearses e California Son.

Alle 19 e 58 è la volta di Steve Sylvester e dei suoi Death SS. Di fronte ad un backdrop tanto affascinante quanto minimalista, la band italiana subito dopo il classico intro Ave Satani inanella una scaletta killer all’insegna del Metallo fumigante: Peace of Mind, Cursed Mama, Horrible Eyes, Baphomet, Baron Samedi, Terror, Vampire, Let the Sabbath Begin e Heavy Demons. Il fatto di esibirsi prima dei Ghost equivale a una vittoria dell’Acciaio Italiano tutto. Per la prima volta nella storia è proprio per precisa volontà dell’headliner che un gruppo tricolore viene invitato a suonare all’interno di un bill di tale prestigio, in termini di numeri e visibilità. A memoria non rimembro situazioni analoghe per altre band italiane, in passato. Vi sono stati altri opener eccellenti per altrettanti headliner eccellenti in altre occasioni, ma le logiche erano totalmente differenti, legate ad agenzie, logistica e affini. Stavolta no, è accaduto il miracolo (esagerando). E’ risaputo, infatti, che Tobias Forge sia da sempre un grandissimo estimatore dei Death SS e, come tale, ha fornito loro una fra le opportunità più ghiotte della carriera.

 

 

I Death SS, per molti dei giovani presenti un’assoluta novità nonostante calchino le scene sin dal 1977, non hanno deluso, per piglio e convinzione espressa, ma sono stati penalizzati da alcuni problemi di natura tecnica, col suono che andava e veniva, soprattutto sul finale della loro esibizione, terminata alle 20.50. Un vero peccato, perché la prova di Steve Sylvester, Freddy Delirio, Dimiter, Manu e Ghiulz è stata degna del loro nome, coadiuvata, al solito, dalle due performer Dhalila e Jessica, hot come sempre e all’altezza delle aspettative e dal fedelissimo factotum Daniele, presente sul palco durante Baron Samedi. Assolutamente meritati, quindi, gli Osanna ricevuti da parte dei presenti, anche da coloro i quali non li avevano mai visti, in ragione di un rispetto totale per Sylvester & Co.

Cos’hanno inventato di così straordinario i Ghost per essere capaci di radunare migliaia di anime ai loro concerti?

Nulla, probabilmente.

Sono però stati capaci di massimizzare e ottimizzare quello che il pubblico vuole, prendendo spunto da vari, eccellenti predecessori, spesso meno fortunati in termini di successo raggiunto. Quindi un’immagine vincente, la giusta storia alle spalle, quel tocco di mistero che ne segnò gli inizi, effetti speciali quanto basta, spettacolo diffuso sul palco, musicisti preparati e credibili ma soprattutto le canzoni. Senza di quelle non si va da nessuna parte e non serve per forza un cantante eccezionale per proporle dignitosamente. La scaletta sciorinata all’Ippodromo è illuminante, in quest’ottica: non un filler che sia uno e una sequenza quasi ininterrotta di hit. Tanto hard rock dalle tinte ultramelodiche lambito solo sporadicamente da punteggiature heavy metal. Il segreto di un successo. Brani che sanno arrivare al cuore di tutti, indipendentemente dalla corazza che li protegge. Poi possono piacere o meno, sia chiaro, ma non lasciano indifferenti. Nel momento in cui in canna puoi contare su Kaisarion, Rats, Mary on a Cross, Kiss the Go-Goat, Dance Macabre e la già citata Square Hammer sei destinato a vincere facile.

Tobias Forge si è dimostrato affabile, senza strafare ha conquistato il pubblico giunto in quel di Via Diomede 1 ed ha avuto il buon gusto di ringraziare tutti, dalle maestranze, al pubblico, alle band che hanno preceduto i Ghost, con particolare enfasi per i Death SS.

La si veda come si voglia, ma nella nottata di quel lunedì citato a inizio articolo si è consumato un successo, lungo le quasi due ore del loro concerto.

Amen.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

Foto di Michele “Fifty Fifty” Aldeghi