Live Report: Inchiuvatu, Agghiastru, Lamentu @ Alchemica Music Club, Bologna 20/04/2024
Live Report: Inchiuvatu, Agghiastru, Lamentu @ Alchemica Music Club, Bologna 20/04/2024
Tutto ebbe inizio circa un anno fa: gli Inchiuvatu, dopo un lungo silenzio, si esibirono al Frantic Fest 2023. Uno show nato a seguito di una richiesta arrivata ad Agghiastru – una delle figure più importanti, quanto sottovalutata, della musica estrema italiana – in cui veniva espresso l’interesse per un evento atto a celebrare i trent’anni della band. Per Agghiastru festeggiare i trent’anni degli Inchiuvatu era qualcosa di riduttivo, decise quindi di creare un percorso che portasse a omaggiare i trentatré anni del gruppo. Trentatré anni: un’età molto più significativa, da cui possono nascere moltissime riflessioni. E così, nel 2024, gli Inchiuvatu tornano a manifestarsi con due importantissime date: il 19 aprile a Rovellasca, in provincia di Como, e il 20 aprile a Bologna. Due appuntamenti imperdibili, che hanno visto salire sul palco una fetta rilevante della Mediterranean Scene. Sì, perché ad accompagnare gli Inchiuvatu c’erano altre due entità importantissime di quel movimento: i redivivi Lamentu e lo stesso Agghiastru, in veste solista.
Live Report a cura di Marco Donè
Entriamo all’Alchemica Music Club di Bologna alle 20:00 in punto, all’apertura dei cancelli. Sul palco è già presente la scenografia degli Inchiuvatu, in cui a dominare è il maestoso teatro dei pupi, piazzato nel retro del palco, in zona centrale, per coinvolgere al meglio il pubblico. Guardando lo stage, sul lato sinistro troviamo un crocifisso a grandezza umana, con una serie di lampade – al momento spente – un teschio sulla sua sommità e l’iscrizione “INCH”, a sostituire la più canonica “INRI”. Alle spalle del crocifisso troviamo un arco, in cui spicca un telone bianco opaco, da cui riusciamo a intravedere le tastiere. Sul lato destro incontriamo invece la batteria, posta laterale, e una sorta di portale, il cui accesso è bloccato da un’immagine raffigurante la cover del CD di “Liack”, dei Lamentu.
LAMENTU
Alle 21:17 sono proprio i Lamentu a entrare in scena. Al basso troviamo Iblis e alla batteria un incappucciato Totò Vulgata. L’unico a salire sul palco con il costume originale, celando la sua identità, è Agghiastru. Lo show dei Lamentu è tutto incentrato su “Liack”, disco di debutto del 2001. Un lavoro seminale, che avrebbe meritato molta più considerazione. La prestazione dei Lamentu è violentissima, con dei suoni raw al punto giusto in cui, forse, la voce risulta leggermente penalizzata. Il locale è già stracolmo di gente, segno di come fosse sentito l’appuntamento di questa sera. L’atmosfera iniziale, però, appare freddina, con un pubblico sì partecipe ma con il freno a mano tirato. Bastano un paio di pezzi per trasformare completamente la situazione, in particolare da ‘Pilunia’ in poi. Canzone dopo canzone, infatti, il pubblico si lascia trasportare dalla ferocia espressa dai Lametu sul palco. Il combo siciliano decide di non comunicare con la platea, lascia che sia la musica a parlare, per quello che si rivela un autentico assalto frontale. Una prova abrasiva, che scalda l’Alchemica Music Club a puntino, tanto che le conclusive ‘VuV’ ed ‘Erva Tinta’ generano un autentico boato tra i presenti. Sono circa le 21:50 quando i Lamentu salutano un pubblico soddisfatto e ricevono il meritato plauso. Credo basti citare la coda al banchetto della Inch Production, con molti appassionati corsi ad acquistare “Liack”, per sottolineare quanto la performance dei Lamentu abbia lasciato il segno. Davvero un ottimo inizio di serata.
Lamentu setlist:
Liack
Animalura
Aggrissu
Pilunia
Sceusa
VuV
Erva tinta
AGGHIASTRU-INCHIUVATU
Nell’attesa tra Lamentu e Agghiastru non assistiamo a un vero e proprio cambio palco, la scenografia è già tutta in bella vista. Viene solo tolta l’immagine raffigurante la cover del CD di “Liack” e, al suo posto, inserita un’aureola dorata. Inutile dire che tra il pubblico la tensione sia percepibile, l’attesa spasmodica. L’aria che si respira è di quelle particolari, quelle degli eventi unici, magici. Le aspettative, d’altronde, sono elevatissime, in particolare a seguito delle dichiarazioni rilasciate dallo stesso Agghiastru pochi giorni prima di queste due date. Il secondo atto della Mediterranean Scene vede in programma lo show di Agghiastru, che introdurrà il successivo spettacolo degli Inchiuvatu. Un secondo atto diviso in due tempi, con protagonista il carismatico musicista siciliano, pronto a mettere in scena tutte le sfumature del suo essere, con l’intento di schernire i preconcetti e le imposizioni che limitano l’agire dell’individuo nell’attuale società. Come da lui stesso annunciato, Agghiastru vuole fare in modo che lo spettatore di un suo concerto possa trovare stimoli per porsi delle domande, per abbattere muri precostituiti. E così, quando alle 22:10 le luci dell’Alchemica si spengono e, quasi per contrasto, si accendono quelle del palco, il pubblico esplode in un boato. Il teatro dei pupi diventa subito protagonista. Parlare separatamente dei due show, quello di Agghiastru e degli Inchiuvatu, risulta quasi impossibile. I due spettacoli sono legati tra loro, sono uno l’evoluzione dell’altro. Musicalmente parlando, Agghiastru tocca la sua carriera solista e l’universo Inchiuvatu da “Viogna” in poi, gli Inchiuvatu, invece, si “limitano” al sogno di una libertà impossibile da raggiungere, suonando per intero “Addisiu”. In mezzo a tutto questo troviamo continui intermezzi con il teatro dei pupi, intervallato dal teatro della vergogna, momento in cui Agghiastru si approccia al pubblico leggendo testi di Nietzsche, Miller, Lautréamont… L’intento è quello di evidenziare i drammi esistenziali, il tramonto dell’Occidente, con la speranza di scuotere ogni singolo fan. Più che a un classico concerto di metal estremo ci troviamo al cospetto di una complessa opera teatrale, irriverente e carica di autoironia, pronta poi a raggelare il sangue toccando gli argomenti più scomodi dell’esistenza umana, inserendo delle bordate in musica estreme e violentissime, che rischiano di abbattere l’intero Alchemica MUsic Club, vista la reazione del pubblico. Stiamo parlando di canzoni che rappresentano una fetta importante nella musica dura italiana, non potrebbe essere altrimenti. Tornando allo spettacolo, vuoi per la scenografia scelta, vuoi per il modo di tenere il palco di Agghiastru, abbiamo quasi la sensazione di trovarci davanti a un vero e proprio freak show, in cui le stranezze e gli eccessi diventano i padroni della serata, ribaltando l’equilibrio precario dell’attuale società. Il frontman siciliano si presenta in scena con continui cambi d’abito, impersonando ogni volta un personaggio diverso, sempre in tema con il testo della canzone. In base alle atmosfere dei vari pezzi, poi, cambia anche il suo modo di tenere il palco, a volte intriso di sofferenza e agonia, altre più irriverente e sognatore. Ad accompagnare Agghiastru in questo viaggio troviamo Iblis e Tati Nataska nel percorso solista, mentre ritroveremo Iblis e Totò Vulgata nel sentiero Inchiuvatu. I suoni sono in linea con quanto vissuto con i Lamentu, anche se questa volta la voce è più amalgamata con le musiche. Segnaliamo un paio di problemi tecnici, prontamente superati, che non hanno assolutamente scalfito l’elevata qualità offerta. Per quanto riguarda il lato prettamente musicale, abbiamo vissuto momenti davvero carichi di pathos. Ne citiamo giusto alcuni, quelli che ci hanno colpito di più. Partiamo dal primo tempo di questo secondo atto, nel momento dello show di Agghiastru in veste solista. Nella fase finale del set, come una sorta di alter ego del cantante, la marionetta del teatro dei pupi ha iniziato a suonare il flauto sulle note di ‘Nikea’. Finita la prova, dopo aver ricevuto il meritato plauso, la marionetta lascia il posto ad Agghiastru che propone una versione di ‘Lamia’ semplicemente micidiale. Una prestazione che rimarrà impressa nella memoria dei presenti per molto tempo. Una prova carica di pathos ed estremamente teatrale. Altro momento apice della serata è l’inizio dello show degli Inchiuvatu, con in sequenza ‘Inchiuvatu’, ‘Cu sangu a l’occhi’ e ‘Ave Matri’. All’interno dell’Alchemica Music Club si crea un’atmosfera quasi mistica, con bordate in your face, passaggi folk e un alone intriso di oscurità. Sul palco gli attori/musicisti regalano una prova che definire coinvolgente è dire poco, tanto che il pubblico ne rimane estasiato, partecipando allo show come mai fatto prima. Per quanto riguarda il lato teatrale, invece, l’apice, a detta di chi scrive, viene raggiunto nel momento di passaggio tra Agghiastru e Inchiuvatu. Il teatro dei pupi è protagonista, con uno dei pupazzi pronto a recitare ‘Esta’ e, subito dopo, a deridere Agghiastru al suo rientro in scena. Il frontman lo metterà a tacere coprendogli il volto con una maschera, portando all’eccesso il concetto pirandelliano di maschera. Uno show carico di allegorie, di particolari, di emozioni. Una prova unica e indimenticabile. È circa mezzanotte e mezza quando gli Inchiuvatu, assieme a Tati Nataska, salutano un pubblico estasiato. In sottofondo una musica che rispecchia appieno il concetto di freak show accennato in precedenza, con Agghiastru che presenta la band e ringrazia un calorosissimo pubblico. Gli ultimi saluti vedono nuovamente protagonista il mastermind siciliano che, sottolineando come l’unica certezza dell’essere umano sia la morte, invita tutti i presenti a festeggiare la vita. Il sottofondo musicale, in effetti, richiama l’idea di una festa. Subito dopo il musicista di Agrigento apre un telo nero, mostrando al pubblico la scritta “Vi odio tutti”, sfoggiando poi un telo bianco, riportante il messaggio “Ho fondato la mia causa sul nulla”. Migliore epilogo non poteva esserci.
Inchiuvatu setlist:
Inchiuvatu
Cu sangu a l’occhi
Ave Matri
Veni
Castiu di diu
Nenia
Lu jocu di li spiddi
La Morti
Cristu crastu
Luciferu Re
Unia
Lu jaddinu di lu piaciri
Addisiu
CONCLUSIONI
Serata indimenticabile quella andata in scena all’Alchemica Music Club. Tutti i presenti erano consci di assistere a un qualcosa di unico e hanno partecipato in maniera calorosa allo show. Agghiastru, consapevole di aver ricevuto tanto affetto durante lo spettacolo, si è concesso ai fan fino a tarda notte, pronto a soddisfare ogni richiesta: ha firmato autografi, scambiato quattro chiacchiere e fatto foto con chiunque lo chiedesse. Segnaliamo che tra i presenti, oltre ai tanti appassionati della Mediterranean Scene, c’era anche qualche curioso, che non conosceva la dimensione Agghiastru e, forse, è uscito un po’ spazientito dai tanti intermezzi teatrali. Un aspetto messo in preventivo dal musicista siciliano, tanto che aveva anticipato le due date dicendo di aspettarsi “gente preparata” ai suoi show. E chi lo era ha potuto gioire per la qualità espressa dalle tre band. I curiosi, invece, hanno avuto modo di entrare in contatto con un qualcosa di diverso, di personale, di unico. A loro spetterà la decisione se approfondire o meno l’argomento. Al di là della soggettività dei singoli, possiamo solo fare i complimenti a organizzatore, locale e musicisti per lo spettacolo offerto. Lunga vita agli Inchiuvatu, lunga vita ad Agghiastru e a tutta la Mediterranean Scene.
Marco Donè