Prog Rock

Live Report: Jethro Tull @ Stadio Comunale, Breno (BS) – 7/8/2022

Di Stefano Ricetti - 8 Agosto 2022 - 12:17
Live Report: Jethro Tull @ Stadio Comunale, Breno (BS) – 7/8/2022

Live Report: Jethro Tull @ Stadio Comunale, Breno (BS) – 7/8/2022

Jethro Tull

Stadio Comunale Tassara

Vallecamonica Summer Music

Breno (BS)

Domenica 7 agosto 2022

 

I’ve been Aqualunged!

 

Ogni tanto (e sottolineo ogni tanto, beninteso!) può essere salutare evitare di tornare alla propria magione con stampata sul collo l’impronta di un anfibio dalla suola Vibram retaggio della scuola body surfing all’italiana, ossia con le gambe non dritte ma a penzoloni, scrollarsi di dosso il sudore attaccaticcio dei vicini di posto durante la classica doccia notturna del come back, contare i lividi causati dal pogatore sconclusionato e risparmiare il fiato per non aver mandato a quel paese gli ineducati che per raggiungere le prime file spingono senza curarsi di chiedere scusa o permesso. E’ esattamente quello che è accaduto la notte di domenica 7 agosto 2022 presso lo stadio comunale di Breno, in occasione del concerto dei Jethro Tull. Meteo avverso, posti assegnati, impossibilità di muoversi, cerberi alla security che impedivano di scattare foto e video (è il loro lavoro, ci mancherebbe, ma tant’è!) e un pubblico decisamente stagionato, ma competente e appassionato.

Ian Anderson e i Jethro Tull entrarono loro malgrado, con la forza di un bulldozer, nell’empireo legato all’hard rock e all’heavy metal, nel 1989. Chiaramente già vantavano un consistente seguito fra i die hard fan dell’Acciaio, ma quell’episodio non fece che accrescere la loro popolarità nel nostro segmento. La cronaca narra che gli inglesi si assicurarono il Grammy Award nella categoria ‘Migliore interpretazione Rock/Metal’ a scapito degli strafavoriti della vigilia, giustamente, nientepopodimeno che i Metallica di “…And Justice for All”.

Anderson qualche tempo dopo ebbe modo di asserire, simpaticamente:

La mia opinione è che non ci è stato dato il Grammy perché fossimo il miglior hard rock o metal act, ci è stato dato perché eravamo un gruppo di bravi ragazzi che non avevano mai vinto un Grammy prima di allora. E non c’era un premio per il miglior suonatore di flauto su una gamba sola al mondo, altrimenti avrei dovuto comprare diversi caminetti per avere abbastanza spazio per tutti i trofei. Penso che i Metallica siano stati dei veri gentleman a riguardo, la presero sportivamente”

Tornando al Vallecamonica Summer Music, lo show dei Jethro prende inizio alle ore 21.00 spaccate, cosa molto gradita al pubblico perché in quel momento Giove pluvio sta dando una salvifica tregua alle umide ossa degli stessi astanti. La prima parte del concerto lascia spazio a situazioni più melodiche mentre la seconda punta più sull’aggressività e la potenza. Fra le due un intervallo di circa un quarto d’ora. Alle ore 23.00 si chiude baracca e burattini. Ian Anderson è professionale, piuttosto asciutto nei confronti dell’audience e la prova la si ha nel momento in cui alcuni appassionati srotolano uno striscione inneggiante la band e lo stesso frontman pare volutamente non accorgersene. Molto probabilmente dopo decenni e decenni di concerti sul groppone si tende ad assumere un atteggiamento del genere, un po’ a protezione di se stesso e della band, un po’ perché la routine alla lunga prende inevitabilmente il sopravvento, per uno cha calca le scene dal 1967/68. Cosa peraltro accaduta a tantissimi altri frontman, beninteso.

 

 

Il resto della line-up è costituito da musicisti con i controcolleoni, come sempre accade in questi casi, per grandi band, nel momento in cui il portabandiera del gruppo che fu è ad appannaggio di un solo membro, il quale fa di tutto per apparire ancora credibile. Anderson, infatti, nonostante le 74 primavere (75 a brevissimo, il 10 agosto), è tuttora presentabile, sia a livello scenico che fisico che come vocalist. Chapeau. Ad accompagnarlo Joe Parrish (chitarra), Scott Hammond (batteria), John O’Hara (tastiere) e David Goodier (basso). Suoni ottimi e ben bilanciati in quel di Breno e la scaletta non delude. Climax come da copione lungo l’esecuzione del loro brano simbolo, quell’attesissima ”Aqualung” che anche i sassi conoscono; in precedenza vanno segnalate le grandi emozioni elargite da “Pastime With Good Company”, un pezzo che immagino i Rhapsody Of Fire si siano studiati ben bene, all’inizio della loro carriera. Altri intensi momenti da ricordare, in ordine sparso, quelli forniti da “Living In The Past”, come anticipato da Anderson, suonata “in progressive way”, poi “Clasp” e “Mine Is The Mountain”, tratta dal nuovo album The Zealot Gene, uscito a gennaio, il primo di inediti da diciotto anni a questa parte.

David Goodier a fine show——->

Aqualung? Dalle previsioni meteo pareva che dovesse cadere l’universo, in quel del cuore della Valcamonica. Più che Aqua (lung), bombe d’acqua di quelle vere, altro che apparati di respirazione usati da subacquei! Qualcosa è sceso, dal cielo, ma nulla di particolarmente gravoso, che ha comunque costretto la stragrande maggioranza del pubblico ad attrezzarsi di K-way, mantelline e cappellini strategici. Poi, evidentemente, qualcuno lassù nel Valhalla del Prog Rock ha spiato verso lo stadio Tassara ed ha deciso, magnanimamente, di dar fine alla tempesta. Anche questo è Rock’N’Roll. Un plauso a BPM Concerti e Cipiesse per aver strenuamente creduto in una data da parte di leggende della musica rock come i Jethro Tull in una località storicamente non così gettonata (eufemismo) per eventi di questa portata. Evidentemente la professionalità mista a un pizzico di follia talvolta paga, dal momento che il pubblico ha partecipato in massa e lo stand del merchandising degli stessi Jethro Tull è stato letteralmente saccheggiato, nonostante i prezzi non fossero per nulla simbolici. Diverso il discorso legato al mangiare e al bere disponibile presso lo stadio, dall’esborso assolutamente in linea con gli standard della zona, senza alcuna speculazione legata al momento. Un altro punto a favore di Breno, del Vallecamonica Summer Music e dalla sua organizzazione, che fa ben sperare per qualcos’altro sempre in ambito Rock per il futuro.

 

Sitting on a park bench

Eyeing little girls with bad intent

Snot’s running down his nose

Greasy fingers, smearing shabby clothes

Hey, Aqualung

 

[…] Aqualung, my friend

Don’t you start away uneasy

 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti