Live Report: Lunarsea + special guest @ Defrag, Roma – 31/05/2024
Ancora una volta varco l’ingresso del Defrag. Ormai sono di casa…
Sempre di più, mi sembra di entrare in un ambiente famigliare e il numero di persone che mi riconoscono e che riconosco aumenta. Qualcuno mi ringrazia per alcuni report positivi che ho redatto. Fa piacere.
Nel locale capitolino ogni volta si respira un’aria di casa, perché quelli che magari in un’altra data calcavano il palco, ora sono nella hall per ascoltare i musicisti che costituiranno lo show di questa sera. Ci si conosce più o meno tutti, almeno di vista.
Come da programma, vista la solita organizzazione pressoché perfetta del posto, alle 21:30 spaccate la prima band sale sul palco.
13 CROWS ON ELECTRIC CABLES
Con un nome così, non potevamo che avere davanti una band di folli. Il gruppo Stoner, di recente formazione, esprime un sound di marmo, oscuro, suonato in maniera precisa. Il vocalist Maurizio Fabio Famà è l’incarnazione del rocker: a torso nudo, squisitamente trasandato, con un tatuaggio enorme sulla schiena raffigurante una creatura dell’universo Fantasy (mi pare fosse Sauron, ma potrei sbagliare) e con movenze di estasi totale. Il sound del combo ricorda gli Alice in Chains, così come il timbro della voce del singer, il quale esibisce anche, a tratti, un cavernoso growl efficace e convincente. I “13 Corvi” sembrano quasi una band che non si prende troppo sul serio (nonostante la bravura e la professionalita, nonché la sicurezza con la quale occupano il palco), ma quello che fanno trasuda serietà e cura dei dettagli dal punto di vista musicale ed esecutivo. Il contatto con il pubblico è genuino, canzonatorio, amichevole, alla “romana” e crea un ponte perfetto con chi sta ascoltando. Lo show scorre piacevole e viene colorato dalle nostre teste che seguono il ritmo trascinante dei brani.
Setlist:
-
Crows On Electric Cables
-
Am I Insane?
-
I Love My Little Devil
-
Holy Weed
NEURASTY
Il tempo di sgomberare il palco dai macigni lasciati dalla band precedente, ecco salire la formazione Modern Metal, capitanata dalla bravissima e sorridente Viviana Schirone. La musica proposta dai quattro è solida e scritta in maniera impeccabile. La loro ultima produzione, “Identity Collapse”, uscita quest’anno, è effettivamente il primo album della band. La voce di Viviana è profonda e calda. Alla chitarra e alla voce growl troviamo Gabriele Vallucci, il quale si mostra chirurgico e ricco di inventiva con la sua sei corde per quanto riguarda le ritmiche, un pochino meno perfetto per quanto concerne gli assoli, ma la potenza e il sound della formazione fanno perdonare qualche piccola sbavatura. Da segnalare la cover della struggente “Believe in Nothing” dei Nevermore, che ha regalato un brivido lungo la schiena a non pochi di noi, cantata in coppia con il talentuoso Flavio Falsone (voce dei Vials of Fury), in qualità di ospite e lo splendido brano “Revelation” ispirato a un racconto di Edgar Allan Poe. La band termina il suo eccellente spettacolo, mentre noi tutti siamo in attesa degli headliner: i Lunarsea.
Setlist:
-
Insanity
-
Guilt Dejection
-
Out of These Chains
-
Lies
-
Believe in Nothing (cover Nevermore)
-
Cruel Instict
-
Burst in Me
-
Social Grade
-
Revelation
-
Haunted by Death
LUNARSEA
Pochi minuti ed ecco salire sul palco gli headliner della serata. I Lunarsea ci presentano un Melodic Death Metal di stampo sci-fi.
Con vent’anni di carriera alle spalle e con quattro album all’attivo. Il gruppo possiede un sound potente e maturo, il chitarrista, tastierista e mastermind Fabiano Romagnoli, dotato addirittura di una chitarra illuminata dai led, è un personaggio funambolico, ipertecnico, incredibilmente originale anche nelle scelte esecutive (il suo hammer-on/pull-off è qualcosa di magnifico).
Il carismatico vocalist Alessandro Iacobellis ci ruggisce contro con rabbia spinta all’inverosimile, alternando growl, scream e momenti di cantato pulito estremamente coinvolgenti, esprimendo movenze ben dosate e appassionate (soprattutto durante il duetto con Viviana Schirone, durante il brano “Aqueducts”). La parte ritmica regala un groove incastonato perfettamente, anche per merito della bassista Erica Berton che, con fare quasi meditabondo, è allo stesso tempo sul palco e chissà in quale universo parallelo, tanto è concentrata e immersa nel dipinto sonoro che il combo pennella ad ogni istante.
Fantascienza, visioni distopiche, orizzonti degli eventi: è questa la miscela che ci viene proposta…e funziona alla grande. Ma la cosa che più spinge il motore di questa creatura cosmica è che i membri, visibilmente, si divertono senza mai perdere il focus e senza mai cadere nell’approssimazione.
Setlist:
-
The Earthling
-
In Expectance
-
Magnitude 9.6
-
Aqueducts (feat. Viviana Schirone)
-
Five Sided Platform Shape
-
Humanoid, Mannequinn, Androgyne
-
Metamorphine
-
The Fourth Magnetar
-
Mi Suthina
-
Polar Covalent Bond
Conclusioni:
Anche questa sera, il susseguirsi di band emergenti e gruppi affermati non ha causato alti e bassi nella qualità dello show e nel calore del pubblico, come involontariamente a volte può succedere. Il clima è stato accogliente come di consueto, e la professionalità dello staff e dei membri dei vari gruppi ha fatto sì che il piccolo locale romano della periferia si trasformasse in una sala per concerti di alta qualità.