Live Report: Luppolo In Rock 2023 @ Parco delle Colonie Padane, Cremona – 21/07/2023
Prima soleggiatissima giornata del Luppolo in Rock, festival che si svolge nel Parco delle Colonie Padane a Cremona, che da alcuni anni a questa parte è diventato un evento imperdibile per i metallari italiani. La giornata inizia con la notizia che non si esibiranno gli svedesi Crashdiet (a prescindere dai motivi, non una novità cancellare concerti per la band in questione) e di conseguenza la line up slitta di un’ora. Ma forse meglio così, dato il forte sole, la gente può rilassarsi sul prato o sui tavoli nel parco tra cibo, bevande e vari stand per poi godersi i Dobermann che sono i primi a calcare il palco del festival cremonese.
Dobermann
Il power trio torinese non ha bisogno di presentazioni e lo dimostrano le prime file accalcate sotto il palco che ballano e cantano i brani della band fin dalle prime note. “Shaken
to the Core” è il primo pezzo che rompe il brusio di chiacchiere e il suono delle cicale. Una forte energia di puro rock si impadronisce dell’ambiente e dei presenti e ci fa dimenticare il
sole cocente di luglio e in tanti si scatenano sulle note di “Stiff Upper Lip” e “I need a Holiday”, facendo headbanging e cantando i cori di questi brani immancabili nelle scalette dei Dobermann. La sinergia e la “fratellanza” dei tre musicisti sul palco è palpabile, ognuno brilla di luce propria ma non oscura gli altri, anzi si risaltano a vicenda tra assoli virtuosi e ritmiche travolgenti. La performance è breve per ovvi motivi di line up da festival ma decisamente carica e infuocata – in tutti i sensi dato il numero di mangiafuoco eseguito da Del Bello – e la chiusura è affidata a pezzi ad alto voltaggio come “Taking in the out Takes” e “War Thunder” . Ancora un’altra conferma per il trio nostrano, punta di diamante della scena italiana attuale, caratterizzata dallo stile duro e puro ma unito ad una tecnica impeccabile .
Setlist:
- Shaken to the Core
- Stiff Upper Lip
- I need a Holiday
- Summer Devil
- You talk it, You walk it
- Pure Breed
- Rocksteady
- Taking in the out takes
- War Thunder
Eclipse
Intermezzo svedese per questa prima giornata di festival. E mica band a caso, ma un paio di pezzi da novanta molto, molto amati nella scena europea e soprattutto in Italia. Gli Eclipse si trovano ad un buon punto della loro carriera dopo 9 album e più di vent’anni di attività e numerosi live anche al di fuori dell’Europa. La loro performance live è un successo annunciato e lo dimostra la gente che ancor prima dell’inizio si accalca vicino la transenna. Le prime note sono quelle di “Roses on your Grave” che apre il live partendo già a gran velocità e con gran coinvolgimento del pubblico grazie ai cori trascinanti. Segue “Saturday Night (Hallelujah)” e la formula è la stessa: forti cori, melodie accattivanti e il carisma dei membri della band che con semplicità tengono il palco da veri professionisti. Erik Martensson è un cantante fuoriclasse non solo in studio – data la sua produttività a livello compositivo che lo vede coinvolto in diversi progetti oltre gli Eclipse – ma anche sul palco non si risparmia mantenendo grande precisione e tecnica senza perdere verve e carisma. Su “Runaways” e “The Storm” si raggiungono picchi di energia incredibili, due canzoni che sono pietre miliari nella carriera della band e sempre molto attese dai fan durante i live. La combo di Stoccolma esegue dal vivo per la prima volta “Hearts Collide”, tratto dal nuovo disco in uscita quest’anno. Momento più raccolto sulla ballad “Hurt” che sebbene rallenti il ritmo veloce del live, aumenta l’intensità emotiva tra band e presenti. Non mancano infatti divertenti interazioni con il pubblico da parte delle band che si dimostra entusiasta sia del ritorno su un palco italiano a distanza di oltre un anno , sia di aver mangiato buona pizza in aeroporto, come affermano loro stessi strizzando l’occhio al pubblico orgoglioso. Sul finale non si risparmia nulla con canzoni che sono degli inni in casa Eclipse : “Never Look back” e “Twilight” fanno scatenare sia pubblico e band e in chiusura “Viva la Victoria” che da un’ulteriore scossa all’intero festival. Che altro aggiungere a questa band che si riafferma sempre come garanzia in studio come sul palco, con i fan storici come con quelli appena arrivati. Band da vedere dal vivo almeno una volta nella vita, se non all’anno data la “dipendenza musicale” che lasciano ogni volta che finisce un loro live, quella voglia incredibile di riascoltarsi tutti i brani che rimarranno per giorni in testa.
Setlist:
- Roses on your Grave
- The Hardest part is losing you
- Saturday Night (Hallelujah)
- Run for Cover
- Runaways
- The Storm
- Hearts Collide
- Hurt
- The Downfall of Eden
- Black Rain
- Never Look Back
- Twilight
- Viva la Victoria
H.E.A.T
Inizia a calare la sera e il palco si illumina per un’altra band scandinava molto attesa. “The heat is on” è l’intro giusto per gli H.E.A.T che tra luci ,tastiere e acuti ci fanno sentire dentro un film d’azione anni 80. “Back to the Rhythm” è la canzone giusta in apertura, sia nel loro ultimo disco “Force Majeure” sia sul palco: suoni corposi, assolo di chitarra potente e ovviamente gli immancabili cori. In lontananza si intravedono dei fulmini nel cielo ma questo dà una maggiore carica ai cinque ragazzi svedesi che hanno adrenalina da vendere, in particolare il frontman Kenny che inguainato in pantaloni e giubbino in pelle nonostante le temperature bollenti è una molla da un lato all’altro del palco. Kenny è stato il primo frontman della band poi sostituito dal talentuoso Erik Gronwall (ora Skid Row) e poi rientrato nella band da un paio di anni e ciò ha portato nelle scalette dei live delle chicche tratte dal primissimo full lenght della band – per la gioia dei fans di vecchia data della combo hard rock -come la trascinante “Beg Beg Beg”. Non possono mancare i brani cult della band degli ultimi anni per far saltare tutti i fan, pezzi come “Dangerous Ground” e “Living on the Run” sono dinamite per il pubblico del Luppolo in Rock. Spazio anche ai brani più recenti che tengono il palco ugualmente alla grande quali “Tainted Blood”, “Hollywood” e in chiusura la fortissima “Nationwide”. Questo live sembra letteralmente volare, sia indietro nel tempo nei luccicanti anni 80 ma sia avanti nel tempo perché ci ritroviamo già alla fine, sudati e con poca voce ma con ancora addosso tanta adrenalina. E’ grazie alle band come gli H.E.A.T che il rock come lo conosciamo e come ci piace è tornato in vita e alla ribalta e soprattutto ha un futuro scintillante davanti.
Setlist:
- Back to the Rhythm
- Dangerous Ground
- Rock your Body
- Redefined
- Hollywood
- Tainted Blood
- One by One
- Beg Beg Beg
- Living on the Run
- Nationwide
DORO
Oramai il buio è calato e scongiurato il rischio pioggia, l’atmosfera è perfetta e l’aria è elettrica. Tutto perfetto per l’arrivo sul palco del festival della metal queen europea Doro e della sua band al seguito. Sappiamo già sarà un live show intenso data la lunga carriera della cantante tedesca, con una scaletta che si snoda tra i brani dei dischi da solista e gli immancabili brani di culto dei Warlock per un totale di quasi quarant’anni di dischi che hanno fatto la storia del metal. I primi a salire sul palco sono i musicisti e poi la nostra Doro cantando “I Rule the Ruins”. La frontwoman ha l’innata capacità di trasmettere energia e grinta sul palco tutta vestita di nero e di borchie pur rimanendo una vera lady, dal sorriso gentile e l’affabile accento tedesco mentre saluta il pubblico italiano. La setlist prosegue con un’altra mina cioè “Earthshaker Rock” che fa il suo dovere e fa esaltare i presenti dalle prime alle ultime file. Nota di merito per la band al seguito di Doro: si dimostrano tutti musicisti di razza che affiancano la cantante tra headbanging e movenze quasi coreografiche: Bas Mas e Bill Hudson alle chitarre e Stefan Herkenhoff al basso, tutti muniti di chiome fluenti e talento da vendere. Alla batteria l’americano Johnny Dee che aggiunge anche un assolo di batteria allo show. Immancabile la cover di “Breaking the Law”, che aggiunge il carico da 90 e l’energia è palpabile. Nemmeno il momento ballad attenua questa atmosfera elettrica, sebbene “Fur Immer” sia un pezzo toccante ha prevalentemente uno stile sinfonico e intenso. In seguito vengono letteralmente sparate canzoni grintose che non lasciano riposare né il pubblico né la band e il concerto sembra quasi non finire mai, come se il tempo si fosse fermato. Su “All we are” nemmeno si può spiegare il momento di sinergia tra pubblico e artista, è stato bellissimo viverlo. La regina Doro ha regnato con stile anche questa volta e noi fedeli sudditi l’abbiamo omaggiata cantando e alzando le corna al cielo.
Setlist:
- I rule the Ruins
- Earthshaker Rock
- Time for Justice
- Burning the Witches
- Fight for Rock
- Blood, sweat and Rock n Roll
- Breaking the Law (Judas Priest cover)
- Fur Immer
- Raise your Fist in the Air
- All we Are
- Metal Racer
- Burn it Up
- All for Metal
Photo Report Day 1: https://www.truemetal.it/heavy-metal-news/photo-report-doro-h-e-a-t-eclipse-dobermannluppolo-in-rock-day1-2023-1128039
Articolo a cura di Francesca De Toma, foto di Paolo Manzi