Live Report: Malevolence @ Legend Club di Milano – 28/11/2023
Live Report: Malevolence @ Legend Club di Milano – 28/11/2023
a cura di Jennifer Carminati
I Malevolence, la metalcore band inglese, torna in Italia da headliner per un’unica data organizzata da Hellfire Booking Agency, martedì 28 novembre 2023 al Legend Club di Milano.
Ad accompagnarli ben tre gruppi in apertura: Justice for the Damned, Guilt Trip e Sylosis, ma per motivi di lavoro riesco a vedere solo questi ultimi, inizierò da loro quindi con il racconto di quella che sarà una serata all’insegna del metalcore duro e puro, che raramente passa dalle nostre parti.
Non so dirvi il perché, ma pensavo ci sarebbe stata poca gente questa sera, ed invece, al mio arrivo verso le 20.30 al locale di Viale Enrico Fermi lo trovo già bello imballato. Molti ragazzini e qualcuno un po’ più aging, ma l’età media è sicuramente inferiore ai trenta.
E per il genere che propongono le band stasera, groove metal, hardcore e metalcore, ci sta tutta una situazione così: pogo, moshpit e circlepit praticamente continui, che non so quante volte queste quattro mura avranno visto, sudore e macello come non ci fosse un domani.
Fa sempre piacere vedere una partecipazione così calorosa del pubblico, soprattutto per chi sta sopra il palco e vede un coinvolgimento fisico di chi sta dall’altra parte; mi auguro solo che i ragazzi che ho visto tirare pugni a destra e manca non si siano fatti male. Non ho mai pogato e mai lo farò, ma ne ho visti tanti e so per certo che bisogna saperlo fare, altrimenti si rischia grosso.
SYLOSIS
Per fortuna sono arrivata in tempo per vedere i Sylosis, band inglese ancora troppo poco conosciuta qui da noi, ma definita da molti “astro nascente del metal britannico”. Impegnati nella promozione del loro sesto album in studio, uscito per Nuclear Blast in questo 2023 giunto quasi al termine, A Sign of Things to Come, da cui viene tratta gran parte della scaletta eseguita questa sera, i Sylosis danno luogo ad un live sopra le righe.
La loro proposta non è ben definita, all’inizio facevano un thrash metal che ha poi virato verso il death, e ora, indubbiamente, fanno un metalcore che più metalcore non si può. Nulla di melodico e spaccapalle, no, il loro è un metalcore coi controcoglioni, potente e brutale, con qualche ritornello orecchiabile si, ma nulla di più.
Complimenti al mastermind della band Josh Middleton che, nonostante l’influenza, è riuscito a mantenere la sua voce per ben 45 minuti a livelli più che buoni e, soprattutto, il suo atteggiamento umile, quasi schivo, piace al pubblico, che non ama gli spocchiosi che si atteggiano.
Sul palco sono una macchina ben rodata, si vede che suonano insieme da tempo e si divertono in quel fanno, oltre che anche loro, come gli headliner della serata, hanno un’attitudine impressionante, che ti colpisce.
Tecnica e ferocia vanno di pari passo, uno non implica l’altro, nel susseguirsi rapidissimo della setlist.
Questi ragazzi sono dirompenti e travolgenti, ci schiaffano addosso blast-beats furiosi che scatenano il putiferio nel pubblico, entusiasta come me, per l’esibizione impeccabile a cui stiamo assistendo.
I Sylosis meritano di essere scoperti per chi ancora non li conosce e supportati, e quest’oggi sono certa che avranno guadagnato ben più di qualche nuovo fan, io già lo ero, che ve lo dico a fare.
Lineup
- Josh Middleton – voce, chitarra
- Alex Bailey – chitarra
- Conor Marshall – basso
- Ali Richardson – batteria
MALEVOLENCE
Per chi non conoscesse neanche loro e non credo molti qui stasera ma magari chi legge si, giusto per darvi un termine di paragone, i Malevolence sono un misto di Hatebreed, Lamb of God e scomodiamo pure i seminali Pantera, ma, soprattutto nel timbro di voce del chitarrista Konan Hall a me ha ricordato molto il mio amato Kirk Windstein, con cui mi son fatta pure una birra la scorsa estate, ma questa è un’altra storia.
Il frontman è il pacioso Alex Taylor, che salta e corre da una parte all’altra del palco per tutti i 70 minuti che ci sta sopra, sorridendo continuamente al suo pubblico che spesso ringrazia per l’accoglienza calorosa questa sera, ma anche il buon Konan, come detto, ci dà dentro, spesso e volentieri, con le parti vocali più aggressive e sporche che, personalmente, son quelle che preferisco.
Al di là del fatto che qui dentro si schiatta di caldo, il sudore mi scende dalla fronte anche se di fatto non mi muovo poi molto, è questione di osmosi: uno scambio di energia continuo tra la band e il centinaio di persone sottopalco che non sempre si vede, neanche a concerti che si prestano come questo.
E siccome Alex considera i suoi fan una famiglia, li invita a salire sul palco, perché li vuole vedere in faccia questi ragazzi e stringere loro la mano in segno di riconoscenza reciproca; si scatenano così numerosi crowd surfing che finiscono direttamente in mezzo alla band, non essendoci qui personale addetto alla sicurezza o, per meglio dire, al recupero corpi lanciati sulla folla.
E il merito di tutto questo putiferio venutosi a creare va a questi ragazzi inglesi, dalla tenuta in stile rapper americano alcuni, ma che ci sbattono addosso la loro versione, del tutto personale, di hardcore old-school misto al metalcore più moderno, che definire devastante è poco.
Una scaletta impattante, come lo è tutta la loro musica, mai scontata né banale, che salta qua e là, come Alex, nella loro discografia: tre album, usciti, udite udite, anche loro per Nuclear Blast e a farla da padrona l’ultimo Malicious Intent del 2022 che ancora stanno giustamente promuovendo.
Attacco frontale immediato con la titletrack, adatto a spianare il terreno per la tripletta che seguirà poi Life Sentence, Still Waters Run Deep e Self Supremacy, brani che sottolineano l’incredibile capacità dei Malevolence di unire aggressività, violenza nei testi soprattutto, a dei riff accattivanti e groovy che producono un live dal tiro micidiale.
Quando è il turno dell’immancabile ballad Higher Place, perché anche il metallaro ha il cuore tenero, si alzano su richiesta di Alex decine di cellulari con le torce accese, per creare la tipica atmosfera da “limone duro”, peccato essere qui da single insomma.
Chiudono con On Broken Glass, uno dei loro pezzi più noti, e lo dimostra il ritornello cantato a squarciagola da tutti gli astanti, non paghi ancora di tanta potenza sprigionata nell’ultima ora.
Personalmente ho apprezzato già dal primo ascolto i Malevolence, quando mi capitò per sbaglio il loro nome sott’occhio e non conoscendoli ho voluto approfondire. Li ho poi visti nel 2014 se non erro come gruppo spalla dei Dying Fetus, si avete letto bene, e quest’anno, ahimè, opener dei Trivium, e in sede live questi ragazzi danno il meglio di sé, ci sanno fare eccome.
Lineup
- Alex Taylor – voce
- Konan Hall – chitarra, voce
- Josh Baines – chitarra
- Wilkie Robinson – basso
- Charlie Thorpe – batteria
All’uscita dal Legend, mentre cerco i ragazzi di Hellfire per un saluto veloce, non vedo ambulanze, quindi presumo sia filato tutto liscio, sopravvissuti indenni, o quasi, alla serata di devasto totale alla quale abbiamo appena partecipato.
Personalmente son davvero contenta di essere venuta a rivedere questi ragazzi anche se non sto proprio in forma, mi sarei persa un gran concerto, dove grinta, energia e passione l’han fatta da padrona.
Ci sono decine di band che fanno questo genere, ma vi garantisco che i Malevolence sono master&commander livello pro del metalcore moderno, trasudano la giusta attitudine e dal vivo sono un feroce muro sonoro che non può lasciare indifferenti; provate ad ascoltarli e fatemi sapere che ne pensate.
E soprattutto, non fateveli scappare la prossima volta che tornano in Italia, mi raccomando.